@Satiro
scrivi "basta poco per mutare il corso degli eventi": questo è vero quando guardi le cose da fuori e ne comprendi il meccanismo, ma quando sei dentro, quando fai parte propria di un sistema che si alimenta e che ti alimenta con costruzioni e illusioni reciproche, la cosa è completamente diversa. Dice bene @positicor quando usa i termini "dipendenza" e "mentire", perché semplicemente il problema è tutto là.
In questi casi, come del resto in tantissime altre situazioni simili della vita, si mente per nascondere a se stessi la dipendenza: ammetterla equivarrebbe a soffrire molto di più, equivarrebbe a dover concludere di aver sprecato i migliori anni della propria vita a far godere un esercito di uomini per poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano, economicamente e sentimentalmente. E' facile vedere la dipendenza quando si parla di sostanze identificabili, ma quando a creare dipendenza è un sistema, la cosa si fa molto più complessa. Un 'sistema' può essere qualsiasi insieme di cose e situazioni e attività che rendono schiava una persona di un certo meccanismo, come può essere per esempio un qualsiasi lavoro che il dipendente (sic) crede gratificante e a cui sacrifica famiglia e tempo libero, eccetera... Chi ne è dentro difficilimente ha la forza per capire e soprattutto quella di ammettere di aver sbagliato tutto e ricominciare daccapo.
L'amore ogni tanto vince?... Non saprei. So di storie in cui proprio per amore qualcuna è riuscita a venirne fuori, ma non posso confermare, né so, o sappiamo, come poi è realmente andata a finire. Personalmente posso testimoniare su una ragazza ucraina... una donna ormai di 36 anni invero, che ho frequentato per nove anni (la mia più longeva OTR, ma con la quale non si è mai andato oltre il pay e qualche chiacchiera amichevole), che da 6 anni ormai è tornata nel suo paese, dopo aver perso praticamente tutto quello che aveva investito coi soldi facili che guadagnava nei bei tempi quando qui i soldi c'erano e lei era giovanissima. Persi perché ingannata; persi perché mal investiti; persi perché poi non era più riuscita a coprire le perdite quando i soldi non li guadagnava più come una volta. So che qualcuno qui l'ha aiutata e lei è riuscita a capire che per la sua salute era meglio lasciar perdere gli spiccioli che poteva ancora guadagnare qui continuando a prostituirsi, e tornarsene a casa dai suoi due figli a fare la fame là. Immagino che non deve essere stato facile. Triste pensarci.
@Positcor
scrivi "Ma sbaglia una volta, e sei fuori". Se si ama una di queste ragazze e la si vuole sinceramente aiutare, occorre mettere l'animo in pace e soprassedere: mentirà e sbaglierà infinite volte, e il più delle volte tornerà sul marciapiede. Ne vale la pena?... Ognuno faccia i propri conti.
Ma soprattutto non dimenticate di esservi innamorati di una prostituta: ne sareste davvero ancora innamorati se non si prostituisse più?
Io se mi innamoro , è della persona , per quello che è non per quello che fà . Non essere piu' innamorati di una prostituta dal momento in cui non lo è piu ? e che vuol dire? allora ,se cosi fosse direi che si, in quel caso è un'amore per quello che fà , non è di sicuro amore nei confronti della ragazza. . Non metto in dubbio che spesso accade che ci si puo sentir attratti , pensarci innamorati di una pay che si presta gentile nei confronti del ,di un cliente , ma è solo un voler provare,conoscere come possa essere una sorta di relazione con una prostituta, pensando di aver fatto chissà quale conquista, quando in realtà basterebbe guardarla bene , ascoltare bene , e forse ci si renderebbe conto che sono uguali a noi, che son ragazze/donne come la "tua vicina di casa" ,la cassiera del supermercato , magari figona , un po' sfacciata che qualche volta và in qualche locale particolare a far pompini giusto,giusto per arrotondare lo stipendio .