Condivido in pieno quanto hai detto , hai fatto un bel ritratto del tuo cliente "diversamente giovane", cogliendone gli aspetti umani in un modo,per me ,molto delicato e simpatico.Penso che tu abbia perfettamente centrato lo spirito del mio 3D.Allora, devo dire una cosa seria adesso.
Io ho avuto per diverso tempo un nonnetto come cliente... Dal punto di vista prettamente fisico non era molto pretenzioso (niente pompino, ad esempio...per intenderci) e le sue "performance" duravano assai poco. Mi incontrava regolarmente ed era un po' innamorato. Anzi, senz'altro innamorato. Più che altro voleva che stessimo vicini a parlare, voleva insomma una persona che gli desse calore. Immagino fosse una persona abbastanza sola.
Mi diceva che gli incontri con me gli davano quell'energia necessaria per affrontare tutto nella vita, e che pensava a me per tutto il lasso di tempo che ci separava.
Che dire? La sua era chiaramente un'illusione, perché non era un rapporto "reale" (nel senso di paritetico) e lui pagava per questo stimolo vitale.
Ma in fondo questo gli consentiva di vivere meglio. A volte le persone devono trovare qualcosa che dia un senso alla propria vita, per non impazzire nel non-sense, non importa se questo qualcosa è solo un'illusione.
Meglio che imbottirsi di psicofarmaci antidepressivi...
Io non lo so, non riesco più a giudicare, dopo averne sentite e viste tante, e dopo aver anch'io vissuto le mie assurde illusioni, alle volte...
Se alla fine della fiera un innamoramento può dar vita a una persona, perché no? Già il fatto di provare una cotta a una certa età io credo sia sintomo di grande vitalità interiore, perché per infatuarsi o innamorarsi bisogna essere predisposti alla vita...e ben lontani da un senso di morte psichica.
Bisogna vedere se il beneficio vitale di una tale frequentazione supera il disagio, ma l'alternativa qual è?