la realta' e' questa...

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Ovunque c'è profumo di donna
lory.may ha scritto:
Lo stesso Brasile è sì un altro pianeta rispetto ai citati paesi arabi ..... ma devo dirti che nel complesso non ho trovato una situazione idilliaca, e ci sono stato varie volte girandolo in lungo e in largo.

Secondo me un parametro significativo su cui giudicare la maturità e consapevolezza di un popolo riguardo al diverso è il comportamento razzista. In Brasile non mi è mai capitato di assistere a fenomeni anche solo verbali di razzismo. Essendo un popolo multietnico e multirazziale probabilmente fa parte del loro DNA accettarsi nelle loro diversità. Poi le disparità e le diseguaglianze fra ricchi e poveri sono enormi. Siamo pur sempre in un paese capitalista dove i latifondisti e le multinazionali sono, nonostante il governo di sinistra, ancora i veri padroni.

Della Russia, non conoscendo la lingua, non posso dire molto. Sono solo rimasto impressionato dall'atteggiamento delle persone che non saprei descrivere ma che a pelle definirei gentile e disponibile. Inoltre mi ha colpito vedere la gente che legge i libri o i giornali nelle carrozze della metropolitana.
Leggono molto.... e bevono ancora di più! :sarcastic_hand: ... I russi (specialmente le russe) a me piacciono!
:bye:
 
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OTR again
@lory grazie molto interessante (e neanche tanto OT, credo) :good:
ero a conoscenza delle violenze dei familiari di ragazzi gay ma pensavo che ultimamente le cose fossero cambiate (vuoi per la situazione politica, ma anche sentendo i pareri di brasiliani/brasiliane, per i quali magari influisce anche una buona dose di speranza). per la verità secondo un amico gay le risatine, il darsi di gomito ecc. sono più frequenti qui da noi! mi piace comunque sentire tutte le campane. grazie ciao
 
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un deputato del pd ( e non del pdl o lega!!) su facebook:
E comunque, precisiamolo: i trans non sono donne all’ennesima potenza, sono moderni ircocervi, uomini con finte tette di silicone che fanno solo tristezza…preda di un mondo fatto di degrado e squallore, compravendita del corpo, spesso di alcool e droga…viva le mogli, le madri che si fanno il culo quadro, le donne con le palle perché non sono “riposanti” ma compagne dialettiche di un’esistenza, quelle che ci accudiscono per davvero e non a botte di mille euro a prestazione.
una transessuale gli risponde:
Io sono una donna transessuale e vivo la mia femminilità al pari di chi è nata donna, senza differenze, senza viziati marginalismi. Vivo la mia quotidianità lavorando dignitosamente. Ho una nipote in affidamento che rappresenta il mio mondo, un compagno che amo e due tette finte che, come ben sa, la natura non mi ha donato. Mi sento parte di questa società, come lei e chiunque altro merita di essere. Solo che, diversamente da lei, non mi elargisco a giudice, non vengo a sputarle in faccia la sua diversità. Tutto ciò di cui non si ha conoscenza, non dovrebbe essere motivo di critica. Non la insulto perché la rispetto, e con molta umiltà la cosa mi inorgoglisce.
lui ribatte:
per me sei un uomo con le tette finte…su tutto il resto, è ovvio che sei parte di questa società, chiunque lo è e se la baracconata del “farti” femmina è per me un tentare la costruzione di un essere mitologico slegato dal reale (ho usato la parola ircocervo non per caso), noto che comunque sei conscio di quel che la natura non ti ha donato…i sessi sono due (“maschio e femmina Dio li creò”, tu usi la parola natura e il concetto è identico) il resto è orpello, poi ognuno liberamente sceglie le carnevalate in cui star meglio…ciao Daniele“
e con questo siamo veramente alla frutta..
 
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praticamente Milano
gattina ha scritto:
un deputato del pd ( e non del pdl o lega!!) su facebook:
E comunque, precisiamolo: i trans non sono donne all’ennesima potenza, sono moderni ircocervi, uomini con finte tette di silicone che fanno solo tristezza…preda di un mondo fatto di degrado e squallore, compravendita del corpo, spesso di alcool e droga…viva le mogli, le madri che si fanno il culo quadro, le donne con le palle perché non sono “riposanti” ma compagne dialettiche di un’esistenza, quelle che ci accudiscono per davvero e non a botte di mille euro a prestazione.
una transessuale gli risponde:
Io sono una donna transessuale e vivo la mia femminilità al pari di chi è nata donna, senza differenze, senza viziati marginalismi. Vivo la mia quotidianità lavorando dignitosamente. Ho una nipote in affidamento che rappresenta il mio mondo, un compagno che amo e due tette finte che, come ben sa, la natura non mi ha donato. Mi sento parte di questa società, come lei e chiunque altro merita di essere. Solo che, diversamente da lei, non mi elargisco a giudice, non vengo a sputarle in faccia la sua diversità. Tutto ciò di cui non si ha conoscenza, non dovrebbe essere motivo di critica. Non la insulto perché la rispetto, e con molta umiltà la cosa mi inorgoglisce.
lui ribatte:
per me sei un uomo con le tette finte…su tutto il resto, è ovvio che sei parte di questa società, chiunque lo è e se la baracconata del “farti” femmina è per me un tentare la costruzione di un essere mitologico slegato dal reale (ho usato la parola ircocervo non per caso), noto che comunque sei conscio di quel che la natura non ti ha donato…i sessi sono due (“maschio e femmina Dio li creò”, tu usi la parola natura e il concetto è identico) il resto è orpello, poi ognuno liberamente sceglie le carnevalate in cui star meglio…ciao Daniele“
e con questo siamo veramente alla frutta..


un vero eroe della tolleranza :sarcastic_hand:
 
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da gattina » 21/08/2011, 17:01
un deputato del pd ( e non del pdl o lega!!) su facebook:
Beh, non c'è da stupirsi, proprio di ieri la notizia che il PD si è detto contrario alla proposta di fare pagare almeno un po' di tasse al Vaticano, primo evasore fiscale di Italia in quanto esente ICI ..... mentre oggi Napolitano l'ex comunista buono va a fare il pieno di applausi al meeting di Comunione e Liberazione. Dobbiamo salvarci da soli, perché se speriamo nell'aiuto di qualcuno dall'alto....allora siamo veramente fottuti, nel senso peggiore della parola
 
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lory.may ha scritto:
lexar ha scritto:
siccome la cosa mi incuriosisce, potreste fare degli esempi pratici per i paesi citati? grazie :good:

.. Là le donne fanno il bagno vestite e gli uomini: bermuda fin sotto il ginocchio e spesso e volentieri pure la canottiera, altrimenti sei un depravato!

Sembra di rivedere la scena di un film con totò ("un turco napoletano", quella in cui sulla spiaggia le donne si mettevano da un lato e gli uomini da un altro, tutti rigorosamente vestiti più meno come la descrizione di lory), ma evidentemente certe situazioni non si verificano solo nei film ma anche in alcune realtà.

Spesso si porta a pensare o si sente dire che le persone meno discriminanti e più democratiche anche verso i cosiddetti diversi, sono quelle che hanno subito (e che eventualmente continuano a subire), ferite morali oltre che fisiche o coloro che sono o son stati a loro volta emarginati, a prescindere dalla propria appartenenza geografica. Tra questi gli ebrei o le popolazioni del terzo mondo, anche se leggendo l'attenta ed interessante disamina di lory.may sui vari Paesi e popolazioni del mondo di qualsiasi latitudine, pare che anche in africa, se non ho malcapito, non ci sia tutta sta tolleranza (quindi disparità di trattamento e considerazione), verso l'omosessualità, persone con deficit/lacune di vario genere e via discorrendo.

lory.may ha scritto:
Sull' Africa e in generale sui Paesi musulmani, che conosco abbastanza, stendo un velo pietoso.

Peccato che questo topic non sia più tra quelli sempre in rilievo come lo era fino all'altro girno, dato che rientra tra quegli argomenti di costante attualità.
 
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pantegana

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Eh già, tutto il mondo è paese e non esistono isole felici a quanto pare. Il bullicidio mancava finora....

Articolo tratto dal tvideo in cui si parla anche di omofobia:

http://www.televideo.rai.it/televideo/p ... p?id=10250

"Bullicidio, bullismo che porta al suicidio
Ucciso da un 'pappappero'
Si impiccano a 11 anni. I compagni li canzonavano bullismo_296_

di Mariaceleste de Martino
Anni fa, se un bambino faceva la linguaccia o una pernacchia a un compagno di classe e si prendeva gioco di lui dicendogli che era un “pidocchio” o un “ciccione”, e magari gli tirava i capelli o lo spintonava, veniva mandato dalla maestra nell’ufficio del preside per una punizione, e tutto finiva lì’. Oggi, negli Stati Uniti, anche un “pappappero” può costare una condanna per ‘bullismo’, un’atroce e subdola aggressione emotiva, verbale e fisica che può portare anche alla morte, o meglio al ‘bullicidio’, dall’inglese ‘bullycide’ (bullismo-suicidio).

E quando il bullismo non accade tra i banchi di scuola ma su internet, il problema diventa ancora più difficile da controllare. Gli attacchi con gergo infantile, il ridicolizzare con epiteti offensivi, le ripetute discriminazioni razziali o sessuali, si intensificano e si spostano sulla rete web, tramite messaggini sul telefono o via email, nelle chat o sui social network.

Un ragazzo americano, tra le centinaia di vittime del bullismo secondo le statistiche, ha creato un video in onore di chi non ce l’ha fatta a sopportare. E’ una lunga lista di nomi di ragazzi. La loro età fa impressione: la maggior parte è tra i 13 e i 17 anni, ma ci sono anche degli 11enni che si sono o impiccati o sparati perché canzonati e infastiditi fino all’esasperazione. Tra questi nomi, figura anche il nome dell’autore del video, un 12 enne, assieme ad altri nomi di vittime del bullismo che resistono, che sono vivi, ancora, ma che vogliono essere aiutati, e chiedono protezione.

I casi nazionali Usa, che hanno attirato l’attenzione della comunità internazionale, sono quelli di Phoebe. Il suicidio della ragazza 15enne ha portato all’inasprimento della legge anti-bullismo nello Stato del Massachussetts. Sei gli adolescenti accusati di stupro di minore e violazione dei diritti civili.

Altre storie simili: quella di Ryan, suicidato a 13 anni perché colpevolizzato per la sua omosessualità e “minacciato e insultato incessantemente”. Una ragazzina inglese, Kelly, si è tolta la vita a 13 anni. Eppure la madre, dice, per ben 30 volte ha denunciato i casi di bullismo nei confronti della figlia alla preside della scuola, senza ricevere assistenza. E poi, Jessica, Hamed e April 14 anni, Carl Joeseph e Ty , entrambi di 11 anni, Alexis, 17 anni, Megan, 13 anni, Dawn-Marie, 14 anni, tutti ragazzini che non hanno retto alle violenze del bullismo. Molti dei genitori di chi è morto, ma anche di studenti che stanno ancora subendo soprusi di questo tipo, “hanno denunciato il sistema scolastico per non averli protetti dai ‘bulli’”.

Numerosi i casi che trovano spazio solo sulle cronache locali, dal Canada agli Stati Uniti, nelle scuole pubbliche e private, dalla contea di Seminole in Florida a La Jolla in California, da Scranton Pennsylvania a Knox Country nel Tennessee, da Phoenix Arizona a Fargo nel North Dakota, da Fayetteville Arkansas, a Hudson Michigan, da Mentor Ohio a Louisville Kentucky, solo per nominarne una piccolissima parte, sono decine e decine i casi da Est a Ovest da Nord a Sud negli Usa portati davanti alle autorità locali, alcuni vinti e risarciti, altri persi.

Eclatante il caso del ragazzino americano, Jamey. Deriso sin dalle elementari perché stava sempre con le ragazzine, a 14 anni si è ucciso a metà settembre perché non ne poteva più di essere respinto dai suoi compagni di scuola in quanto omosessuale. Sin da piccolo ha dovuto subire frasi come: “O mio dio, quanto sei femminuccia, ma che sei gay?!”, ha raccontato la madre del ragazzo.

“Alle scuola medie gli atti di bullismo sono diventati insopportabili”, continua la madre. I suoi amici denunciavano gli abusi continui di altri studenti che ripetevano in maniera ossessiva parole come “frocio”o “checca” o aggettivi del genere.

Una volta al Liceo, il giovane aveva detto ai genitori che tutto andava bene e che le cose a scuola erano migliorate. E invece non era vero. Sul web, in un blog e sulla sua pagina di Facebook, parlava continuamente di bullismo e omofobia, e anche di suicidio. E nominava sempre la sua cantante preferita, Lady Gaga. Dopo poco tempo, il ragazzo si è impiccato fuori dalla sua casa alla periferia di Buffalo, New York. Frequentava la scuola di Williamsville. La polizia sta indagando per capire se sia possibile denunciare qualcuno per il decesso.

Il bullismo può essere uno dei principali motivi per cui un giovane decida di togliersi la vita, ma sicuramente è una spinta ulteriore che può far sprofondare in uno stato depressivo. Negli Stati Uniti crescono le richieste di approvare una legge federale anti bullismo e di proteggere le vittime da continue e pesanti molestie, da persecuzioni razziali e sessuali, una legge che punisca anche il bullismo elettronico.

Nel New Jersey, la legge è stata indurita dopo la morte di un altro ragazzo, Tyler, un 18enne eterosessuale, matricola alla Rutgers University, che si è lanciato dal ponte George Washington, tra New Jersey e New York. Il suo compagno di stanza è stato accusato del reato di “odio” e di “invasione della privacy”. Avrebbe usato una webcam per riprendere di nascosto un incontro intimo del suo compagno con un altro ragazzo. Il caso ha scatenato un dibattito nazionale sul bullismo e sulle pressanti e pesanti intimidazioni che portano a le peggiori conseguenze.

È lunga la lista di suicidi causati da reati che vengono catalogati sotto la voce “bullismo”. Storie personali che toccano la società intera, con i suoi tabù e il suo perbenismo. Di suicidio non si parla, spesso per non fomentarne altri, per evitare un copia-incolla. Ma fare outing della propria sessualità o avere la forza di denunciare uno stupro in famiglia o di parlare apertamente di abusi psicologici subiti a scuola, può aiutare, dicono gli esperti, a far parlare i più deboli senza vergogna e paura di essere sbagliati e considerati dei diversi."
 
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Ovunque c'è profumo di donna
Bisognerebbe che le leggi colpissero innanzitutto i genitori perchè, se un ragazzino diventa un bullo all'età di 13 anni, significa che nessuno è stato capace di insegnargli il rispetto per gli altri, sentimento che sta alla base di qualsiasi rapporto umano.
 
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Bisogna smetterla con l'omofobia, la transfobia e la meretriciofobia.
E chissà se e quando accadrà... Sarebbe sufficiente rispettare il caro e vecio "vivi e lascia vivere...", ma fino ad oggi ancora accadono episodi come quello dell'altro giorno a Roma

 
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