la realta' e' questa...

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Ovunque c'è profumo di donna
unpoditutto ha scritto:
Il mio intervento non riguardava solo le trans, ma era un discorso più esteso e generalizzato che comprendeva anche le discriminazioni verso le persone cosiddette diverse in quanto portatori di handycap o semplicemente perchè non rispondenti a certi canoni e stereotipi di bellezza e perfezione fisica. Avevo risposto più che altro ad un msg di zaroby, quotandolo.

Non cambia di una virgola il significato del mio intervento.

Torno a ripetere, trent’anni fa l'italiano medio era più conformista e accettava il "diverso" molto meno di adesso. Nonostante il '68 con la sua spinta egualitaria fosse già un ricordo, negli anni 80 eravamo conciati molto peggio di come lo siamo ora.
Quel movimento culturale denominato appunto '68 (guarda caso negli anni '60 le lotte per il riconoscimento dei diritti civili delle minoranze in USA culminarono proprio con il '68) avrebbe dovuto portare una notevole trasformazione nel modo di pensare dell'individuo. Ed invece c'erano operai che di giorno scendevano in piazza a manifestare con i studenti e la sera tornavano a casa e, da "buoni" padri di famiglia, menavano la figlia solo perchè si azzardava a chiedere di uscire con la minigonna. (Che tra l'altro era di moda ormai da alcuni anni.) Ho conosciuto studenti che si erano battuti in piazza contro l'autorità e la polizia che, diventati professori, erano quanto di più intollerante potesse esistere verso qualsiasi tentativo di critica della società, sopratutto da parte dei loro studenti.
Qualcuno si ricorderà o ne avrà sentito parlare di "Lotta Continua" nata appunto alla fine del '69.
Un consiiglio per i più giovani: andate a vedere chi erano i leader di quel movimento che (forse) era quello che più si proponeva di rappresentare le aspettative di libertà, giustizia e uguaglianza delle classi più deboli. Avrete delle sorprese nel vedere che fine hanno fatto e cosa raccontano oggi molti di quei leader.
http://it.wikipedia.org/wiki/Lotta_Continua

Dal mio punto di vista, quindi, siamo migliorati e siamo più tolleranti.
Non è certo merito dei politici né dei leader di certi movimenti (leader poi diventati anche politici) se siamo cambiati, ma bisogna prendere atto che stampa e televisione negli anni ’80 hanno svolto un ruolo molto importante. Ruolo poi proseguito da internet.
Al contrario di quello che sta accadendo adesso, fosse anche solo per questioni commerciali, la TV di allora ha avuto un effetto di trasformazione dirompente nelle teste degli italiani. (Oggi invece tende a conformarle)
Anche le tette e i culi sono stati determinanti.
Lo so che qualcuno storcerà il naso!
Rimane il fatto che ci facesse sentire straordinariamente liberi (noi 20/30enni) vedere nella televisione italiana una tetta, mentre i 40enni (o ultra) correvano a spegnerla in presenza dei più giovani e poi si alzavano di notte per andare a vedere lo spogliarello di Carmen Russo su A3 Lombardia… CHE TEMPI! :w00tmesalia:
( E quanto sono andato OT!) :unknw:
:bye:
 
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unpoditutto ha scritto:
Il mio intervento non riguardava solo le trans, ma era un discorso più esteso e generalizzato che comprendeva anche le discriminazioni verso le persone cosiddette diverse in quanto portatori di handycap o semplicemente perchè non rispondenti a certi canoni e stereotipi di bellezza e perfezione fisica. Avevo risposto più che altro ad un msg di zaroby, quotandolo.

Non cambia di una virgola il significato del mio intervento.

Torno a ripetere, trent’anni fa l'italiano medio era più conformista e accettava il "diverso" molto meno di adesso. Nonostante il '68 con la sua spinta egualitaria fosse già un ricordo, negli anni 80 eravamo conciati molto peggio di come lo siamo ora.
Quel movimento culturale denominato appunto '68 (guarda caso negli anni '60 le lotte per il riconoscimento dei diritti civili delle minoranze in USA culminarono proprio con il '68) avrebbe dovuto portare una notevole trasformazione nel modo di pensare dell'individuo. Ed invece c'erano operai che di giorno scendevano in piazza a manifestare con i studenti e la sera tornavano a casa e, da "buoni" padri di famiglia, menavano la figlia solo perchè si azzardava a chiedere di uscire con la minigonna. (Che tra l'altro era di moda ormai da alcuni anni.) Ho conosciuto studenti che si erano battuti in piazza contro l'autorità e la polizia che, diventati professori, erano quanto di più intollerante potesse esistere verso qualsiasi tentativo di critica della società, sopratutto da parte dei loro studenti.
Qualcuno si ricorderà o ne avrà sentito parlare di "Lotta Continua" nata appunto alla fine del '69.
Un consiiglio per i più giovani: andate a vedere chi erano i leader di quel movimento che (forse) era quello che più si proponeva di rappresentare le aspettative di libertà, giustizia e uguaglianza delle classi più deboli. Avrete delle sorprese nel vedere che fine hanno fatto e cosa raccontano oggi molti di quei leader.
http://it.wikipedia.org/wiki/Lotta_Continua

Dal mio punto di vista, quindi, siamo migliorati e siamo più tolleranti.
Non è certo merito dei politici né dei leader di certi movimenti (leader poi diventati anche politici) se siamo cambiati, ma bisogna prendere atto che stampa e televisione negli anni ’80 hanno svolto un ruolo molto importante. Ruolo poi proseguito da internet.
Al contrario di quello che sta accadendo adesso, fosse anche solo per questioni commerciali, la TV di allora ha avuto un effetto di trasformazione dirompente nelle teste degli italiani. (Oggi invece tende a conformarle)
Anche le tette e i culi sono stati determinanti.
Lo so che qualcuno storcerà il naso!
Rimane il fatto che ci facesse sentire straordinariamente liberi (noi 20/30enni) vedere nella televisione italiana una tetta, mentre i 40enni (o ultra) correvano a spegnerla in presenza dei più giovani e poi si alzavano di notte per andare a vedere lo spogliarello di Carmen Russo su A3 Lombardia… CHE TEMPI! :w00tmesalia:
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Scusate non voglio rovinarvi la festa... ma ho letto troppe stronzate in questo topic, la realtà NON è quella mostrata dal filmato. Magari lo è per alcune trans (una minoranza e italiane soprattutto). Alla maggioranza delle trans (direi il 96% delle brasiliane) PIACE fare la prostituta piu' di qualunque altro lavoro e farebbero solo quello per il resto della vita; per loro andare nel marciapiede e MOSTRARSI, fare colpo, ricevere regali dai clienti ecc..ecc.. è qualcosa di piu' di un lavoro è il loro stile di vita, fà parte della loro natura.
Saluti gente.
 
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Whitewash ha scritto:
Scusate non voglio rovinarvi la festa... ma ho letto troppe stronzate in questo topic, la realtà NON è quella mostrata dal filmato. Magari lo è per alcune trans (una minoranza e italiane soprattutto). Alla maggioranza delle trans (direi il 96% delle brasiliane) PIACE fare la prostituta piu' di qualunque altro lavoro e farebbero solo quello per il resto della vita; per loro andare nel marciapiede e MOSTRARSI, fare colpo, ricevere regali dai clienti ecc..ecc.. è qualcosa di piu' di un lavoro è il loro stile di vita, fà parte della loro natura.
Saluti gente.

Perdonami, ma mi fai morire. Dal ridere, però.

Lungi dal volerti contraddire per partito preso, osservo che, quando si mette una percentuale (96%), si sottointende che si fa riferimento ad una indagine statistica, un sondaggio, una raccolta dati. Quantomeno bisognerebbe citare la fonte. A meno che tu non intenda "il 96% delle trans brasiliane che TU hai conosciuto".

Che è una statistica che rispetto, ma, ri-perdonami, faccio fatica ad accettare come valore assoluto.
 
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Scusate non voglio rovinarvi la festa... ma ho letto troppe stronzate in questo topic, la realtà NON è quella mostrata dal filmato. Magari lo è per alcune trans (una minoranza e italiane soprattutto). Alla maggioranza delle trans (direi il 96% delle brasiliane) PIACE fare la prostituta piu' di qualunque altro lavoro e farebbero solo quello per il resto della vita; per loro andare nel marciapiede e MOSTRARSI, fare colpo, ricevere regali dai clienti ecc..ecc.. è qualcosa di piu' di un lavoro è il loro stile di vita, fà parte della loro natura.
Saluti gente.
Sì, fondamentalemte potrei essere d'accordo con te, però guarda, non è neanche il caso di parlare di italiane - brasiliane - turche, e al limite neanche di trans o donne. Se una è carina e le piace fare sesso .... beh, fra il rompersi la schiena 8/10 ore al giorno a lavare pentole e stoviglie per 40 € (queste sono le tariffe) e guadagnare altrettanto affittando (non vedendo) il proprio corpo per pochi minuti...... molte scelgono la seconda opzione. Poi è chiaro, in Sudamerica la prostituzione (femminile e maschile) fa parte del costume ed è accettata dalla comunità più che in Europa, non è vista come un'attività umiliante.... o per lo meno in misura minore rispetto all'Italia. Poi io conosco brasilane che non vedono l'ora di smetterla, e italiane che non vedono l'ora di incominciare, ma questo è un altro discorso.
Così come un altro discorso, da trattare a parte, è che alle trans la società non consente altro tipo di lavoro che quello. E questa è un'inguistizia frutto dell'ignoranza.
 
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OTR again
Whitewash ha scritto:
Scusate non voglio rovinarvi la festa... ma ho letto troppe stronzate in questo topic, la realtà NON è quella mostrata dal filmato. Magari lo è per alcune trans (una minoranza e italiane soprattutto). Alla maggioranza delle trans (direi il 96% delle brasiliane) PIACE fare la prostituta piu' di qualunque altro lavoro e farebbero solo quello per il resto della vita; per loro andare nel marciapiede e MOSTRARSI, fare colpo, ricevere regali dai clienti ecc..ecc.. è qualcosa di piu' di un lavoro è il loro stile di vita, fà parte della loro natura.

E allora? Guarda che il messaggio del filmato non è quanto sia umiliante prostituirsi, ma parla delle umiliazioni che subisce una trans (che faccia o no la prostituta) nella vita quotidiana, anche da parte di ipocriti che disprezzano e poi comprano.
quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie, quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie
 
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Whitewash ha scritto:
Scusate non voglio rovinarvi la festa... ma ho letto troppe stronzate in questo topic, la realtà NON è quella mostrata dal filmato. Magari lo è per alcune trans (una minoranza e italiane soprattutto). Alla maggioranza delle trans (direi il 96% delle brasiliane) PIACE fare la prostituta piu' di qualunque altro lavoro e farebbero solo quello per il resto della vita; per loro andare nel marciapiede e MOSTRARSI, fare colpo, ricevere regali dai clienti ecc..ecc.. è qualcosa di piu' di un lavoro è il loro stile di vita, fà parte della loro natura.
Saluti gente.
Whitewash hai ragione, la realtà non è quella che il filmato rappresenta, la quotidianità per le/i trans e i diversi in genere è molto più pesante e vigliacca, inoltre la distinzione tra autoctone e migranti mi sembra piuttosto debole, oltre che intrisa di un pesante razzismo culturale, pare infatti, leggendo il tuo messaggio, scritto forse troppo in fretta, che il diritto a una vita degna non interessi il 96% delle Brasiliane. Per finire la biologia ("fa parte della loro natura") potevi anche risparmiartela, da qui il passo è "lombrosiamente" breve per iniziare a chiamare in causa i geni e la genetica(con tutte le loro implicazioni), l'esibirsi e il mostrarsi sottoendono, secondo me, un bisogno di riconoscimento della propria "femminilità", che magari viene negata in altri contesti ma che il marciapiede può appagare. Replicate....
 
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jacopo1712 ha scritto:
Whitewash hai ragione, la realtà non è quella che il filmato rappresenta, la quotidianità per le/i trans e i diversi in genere è molto più pesante e vigliacca, inoltre la distinzione tra autoctone e migranti mi sembra piuttosto debole, oltre che intrisa di un pesante razzismo culturale, pare infatti, leggendo il tuo messaggio, scritto forse troppo in fretta, che il diritto a una vita degna non interessi il 96% delle Brasiliane. Per finire la biologia ("fa parte della loro natura") potevi anche risparmiartela, da qui il passo è "lombrosiamente" breve per iniziare a chiamare in causa i geni e la genetica(con tutte le loro implicazioni), l'esibirsi e il mostrarsi sottoendono, secondo me, un bisogno di riconoscimento della propria "femminilità", che magari viene negata in altri contesti ma che il marciapiede può appagare. Replicate....
e invece dal tuo messaggio pare che prostituirsi non corrisponda a una vita degna,dunque noi stessi siamo intrisi di questi concetti di "dignità" di cui è assolutamente perentorio liberarsi?
poco sopra al tuo intervento è stato abbozzato un paragone tra un lavoro normale di questi tempi e prostituirsi,mi pare che la differenza è evidente.
io l'ho fatta una stagione da lavapiatti e francamente mi sono sentito uno schiavo senza poi diventare ricco naturalmente. una prostituta con una stagione di tempo si può comprare un appartamento senza difficoltà,può insomma avere tanti soldi per fare tutto quello che vuole è quella è una vita degna
la vita di chi sceglie e di chi non si trova costretto a fare delle rinunce,non c'è felicità nella rinuncia e non c'è dignità a condurre una vita infelice
 
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discorsi da lavandaie...
un conto e' poter scegliere nella vita il proprio lavoro, ben diverso e' essere costretti a fare quello, perche' e' l'unica tua possibilita'!..poi e' chiaro che una volta che fai un mestiere cerchi di farlo al meglio e tirarci fuori tutti i lati positivi, tra cui il guadagno facile, il mettersi in mostra ed essere sempre felici contente e strafottenti, ma che devi fare?? piangerti addosso e lamentarti con ogni cliente che entra in casa? non credo proprio!
 
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gattina ha scritto:
discorsi da lavandaie...
un conto e' poter scegliere nella vita il proprio lavoro, ben diverso e' essere costretti a fare quello, perche' e' l'unica tua possibilita'!..poi e' chiaro che una volta che fai un mestiere cerchi di farlo al meglio e tirarci fuori tutti i lati positivi, tra cui il guadagno facile, il mettersi in mostra ed essere sempre felici contente e strafottenti, ma che devi fare?? piangerti addosso e lamentarti con ogni cliente che entra in casa? non credo proprio!

Esatto, sono pienamente d'accordo con te! Devo però muoverti un piccolo apunto: ti inviterei ad essere più rispettosa nei confronti delle lavandaie, bistrattata categoria di lavorartice proletaria alla quale voglio dedicare questa sublime lirica di Giovanni Pascoli

LAVANDARE

Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
resta un aratro senza buoi che pare
dimenticato, tra il vapor leggero.

E cadenzato dalla gora viene
lo sciabordare delle lavandare
con tonfi spessi e lunghe cantilene:

Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese!
quando partisti, come son rimasta!
come l’aratro in mezzo alla maggese
 
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Ovunque c'è profumo di donna
lory.may ha scritto:
gattina ha scritto:
discorsi da lavandaie...
un conto e' poter scegliere nella vita il proprio lavoro, ben diverso e' essere costretti a fare quello, perche' e' l'unica tua possibilita'!..poi e' chiaro che una volta che fai un mestiere cerchi di farlo al meglio e tirarci fuori tutti i lati positivi, tra cui il guadagno facile, il mettersi in mostra ed essere sempre felici contente e strafottenti, ma che devi fare?? piangerti addosso e lamentarti con ogni cliente che entra in casa? non credo proprio!

Esatto, sono pienamente d'accordo con te! Devo però muoverti un piccolo apunto: ti inviterei ad essere più rispettosa nei confronti delle lavandaie, bistrattata categoria di lavoratrice proletaria ......

Giusto!
Anche se credo che Gattina non volesse offendere le lavandaie.
Io vorrei muovere un altro appunto riguardo al poter scegliere il proprio lavoro.
Nemmeno le lavandaie scelgono il loro lavoro, io credo che un altissima percentuale di persone non faccia il lavoro che gli piace ma sia costretta o si sia adattata a fare un lavoro secondo le proprie possibilità e disponibilità del momento.
Cionondimeno l'uomo viene nobilitato proprio perchè sa dare il massimo anche in ciò che non ha scelto.... Altrimenti perchè saremmo diversi dalle bestie?
:bye:
 
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pantegana

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unpoditutto ha scritto:
Il mio intervento non riguardava solo le trans, ma era un discorso più esteso e generalizzato che comprendeva anche le discriminazioni verso le persone cosiddette diverse in quanto portatori di handycap o semplicemente perchè non rispondenti a certi canoni e stereotipi di bellezza e perfezione fisica. Avevo risposto più che altro ad un msg di zaroby, quotandolo.

zaroby ha scritto:
ha scritto: Buongiorno,ragazzi,purtroppo la società rispecchia questa vecchia Italia bigotta e dalla doppia faccia . Con le belle persone, e non solo di fisico,sia bbw, trans, mignotte, handicappati o altro io ci sto bene assieme. Fra queste ho trovato delle amicizie che non ho trovato nelle persone normali. Forse perchè hanno bisogno che ci sia qualcuno che le ascolti e che le facciano sentire importanti pure loro.Saluti

Oltre il danno la beffa si potrebbe dire per queste persone. Non solo si ritrovano a vivere con le suddette "diversità fisiche" causa incidenti o altro, ma devono sorbirsi pure gli sfottò e altri tipi di discriminazioni, come se esser grassi, anoressici, portatori di handycap fisici o mentali e quant'altro fosse una colpa. Tante, troppe volte in determinati contesti collettivi quali possono essere una spiaggia, una disco, un centro commerciale o semplicemente lungo una via cittadina, si sentono apprezzamenti tipo: "ma dove va quello/a combinato/a così!!", rivolgendosi ad esempio ad una persona nana, poliomelitica ecc. Oppure una delle tante malvagie esternazioni che si sentono specie in estate al mare, sono quelle rivolte a gente obesa, come se le spiagge fossero solo ad appannaggio di bellone e palestrati o comunque dei non over-size. E tali atteggiamenti purtroppo si riscontrano in diverse zone del mondo (quindi non solo in italia), provenienti da diverse etnie/razze sociali (bianchi, neri,mulatti, indiani, asiatici,africani ecc.), sia che esse si trovino nel nostro Paese che all'estero. Chissà mai se esiste un Paese o popolo così maturo al punto di non schernire, isolare, denigrare o considerare solo fenomeni da baraccone quella gente cosiddetta "diversi", magari integrandosi e interagendo con loro con la stessa naturalezza con cui generalmente si fa con una persona cosiddetta "normale".
 
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pantegana ha scritto:
Oltre il danno la beffa si potrebbe dire per queste persone. Non solo si ritrovano a vivere con le suddette "diversità fisiche" causa incidenti o altro, ma devono sorbirsi pure gli sfottò e altri tipi di discriminazioni, come se esser grassi, anoressici, portatori di handycap fisici o mentali e quant'altro fosse una colpa. Tante, troppe volte in determinati contesti collettivi quali possono essere una spiaggia, una disco, un centro commerciale o semplicemente lungo una via cittadina, si sentono apprezzamenti tipo: "ma dove va quello/a combinato/a così!!", rivolgendosi ad esempio ad una persona nana, poliomelitica ecc. Oppure una delle tante malvagie esternazioni che si sentono specie in estate al mare, sono quelle rivolte a gente obesa, come se le spiagge fossero solo ad appannaggio di bellone e palestrati o comunque dei non over-size. E tali atteggiamenti purtroppo si riscontrano in diverse zone del mondo (quindi non solo in italia), provenienti da diverse etnie/razze sociali (bianchi, neri,mulatti, indiani, asiatici,africani ecc.), sia che esse si trovino nel nostro Paese che all'estero. Chissà mai se esiste un Paese o popolo così maturo al punto di non schernire, isolare, denigrare o considerare solo fenomeni da baraccone quella gente cosiddetta "diversi", magari integrandosi e interagendo con loro con la stessa naturalezza con cui generalmente si fa con una persona cosiddetta "normale".

Personalmente, non mi è mai capitato di ascoltare commenti su persone diversamente abili, anche perchè mi incazzerei come un bufalo :diablo:
La loro diversità, purtroppo non se la sono cercata, quindi bisogna avere il massimo rispetto e donare quanto più possibile aiuto.

Per le persone obese il discorso cambia un pochetto, nel senso che non ho mai conosciuto persone che ingrassano mangiando poco.
Ho conosciuto persone, con problemi alla tiroide le quali pur mangiando poco, ma MALISSIMO "schifezze"...tendevano ad allargarsi, senza mai volersi imporre una dieta o quantomeno porre un rimedio a questo loro aumentare di taglia.
Qualche amico, dopo vari incitamenti, si è deciso per un consulto medico :good:
Volere è potere a fronte anche dei progressi della medicina...ricordando che le operazioni di dimagrimento, se fatte per necessità l'ASL finanzia il tutto, diversamente se uno si opera per estetica, es:...volere eliminare la ciccia della pancia, per far notare l'addome, scolpito....in questo caso, paghi di tasca tua.
 
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Ovunque c'è profumo di donna
pantegana ha scritto:
Chissà mai se esiste un Paese o popolo così maturo al punto di non schernire, isolare, denigrare o considerare solo fenomeni da baraccone quella gente cosiddetta "diversi", magari integrandosi e interagendo con loro con la stessa naturalezza con cui generalmente si fa con una persona cosiddetta "normale".

Che dirti?
Ho girato un po' il mondo occidentale ma, nonostante il divario enorme fra povertà e ricchezza, l'umanità e il rispetto per il diverso che ho potuto notare in Brasile non lì ho trovati in nessun altro luogo.
Non posso dire nulla dei paesi asiatici e dell'Africa perchè non ci sono stato mentre mi ha colpito in senso positivo la grande madre Russia.
:bye:
 
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Che dirti?
Ho girato un po' il mondo occidentale ma, nonostante il divario enorme fra povertà e ricchezza, l'umanità e il rispetto per il diverso che ho potuto notare in Brasile non lì ho trovati in nessun altro luogo.
Non posso dire nulla dei paesi asiatici e dell'Africa perchè non ci sono stato mentre mi ha colpito in senso positivo la grande madre Russia.

Sull' Africa e in generale sui Paesi musulmani, che conosco abbatsanza, stendo un velo pietoso. Lo stesso Brasile è sì un altro pianeta rispetto ai citati paesi arabi ..... ma devo dirti che nel complesso non ho trovato una situazione idilliaca, e ci sono stato varie volte girandolo in lungo e in largo. Mi fa piacere quello che dici sulla Grande Madre Russia, che non conosco, ma che evidentemente non è abitata sol oda neonazisti trogloditi. Non conosco neppure i Paesi nordici ...che a questo punto potrebbero essere l'ultima speranza...
 
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siccome la cosa mi incuriosisce, potreste fare degli esempi pratici per i paesi citati? grazie :good:
 
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lexar ha scritto:
siccome la cosa mi incuriosisce, potreste fare degli esempi pratici per i paesi citati? grazie :good:

Guarda lexar, riguardo al mondo arabo, che conosco abbatsnza...... è come sparare sulla Croce Rossa... insomma, volevi un esempio? Eccotene uno, che non riguarda strettamente il mondo gay ma è esplicativo.
Dunque, la Tunisia è considerata (giustamente) il Paese più laico di tutto il mondo arabo: livello di istruzione medio abbastanza elevato, abitudine secolare alla convivenza fra popoli diversi per cultura e tradizione (francesi, italiani, ebrei, palestinesi....), vocazione turistica (è l'unica industria del Paese, che non ha petrolio né altre risorse naturali rilevanti), ecc...... aggiungiamoci anche che la capitale è molto occidentalizzata e che l'omosessualità maschile è diffusa da sempre. I Paesi sciiti ( penisola arabica e Iran) lo considerano praticamente un bordello a cielo aperto
Bene, in questo paradiso della laicità, io due anni fa ho dovuto....non diciamo proprio scappare....ma insomma levare le tende molto velocemente da una spiaggia popolare (non turistica) per evitare un rischio di linciaggio: mi ero peremsso di prendere il sole con addosso un normalissimo costume da bagno tipo slip, di quelli che usano i nuotatori alle olimpiadi, per intenderci. E meno male che ero insieme ad amici tunisini che mi hanno difeso.. Là le donne fanno il bagno vestite e gli uomini: bermuda fin sotto il ginocchio e spesso e volentieri pure la canottiera, altrimenti sei un depravato!

Ma questo non aggiunge nulla a quello che già potevi sapere o immaginare. Veniamo quindi al Brasile . Senza nulla togliere al valore delle esperienze altrui, ti premetto che là ci sono stato molte volte e, come nei Paesi arabi, non "da turista" ma vivendo ospite di famiglie di amici/he, in quartieri popolari o in villaggi dell'interno, e che il Brasile l'ho girato in auto dal Nordeste a Rio, passando per Bahia e sconfinando nell'entroterra ( interior ), due mondi, le grandi città della costa e i villaggi dell'entroterra, molto diversi, e che infine ho frequentato classi sociali diverse. Penso di poter dire che parlo sulla base di un'esperienza abbbastanza completa. Allora, posso dirti che è vero che là gli omosessuali dichiarati e i trans costituiscono una minoranza numericamente importante, e che quindi la convivenza è di fatto .... obbligata. Però la tolleranza .... posso assicurarti che è molto più "di facciata" che non "reale". Un esempio. In un ristorante di Rio io ed alcuni amici brasiliani (tutti gay o bisex ma all'apparenza "normali" ) in un tavolo, pochi metri più in là una tavolata di trans. Il padrone del locale là coi trans che ride e scherza, sembrano amici di vecchia data. Dopo un po' viene da noi e, per fare il simpatico, inizia a dire "ma guarda un po' 'sti froci...ma quanti ce ne sono in giro, non se ne può più...e gli uomini che vanno con loro? che schifo!". E ti posso giurare che di situazioni di questo tipo ne ho vissute diverse, in altri locali o addirittura all'interno di membri di una stessa famiglia.
La verità lexar, è che in Brasile l'omosessualità è molto lontana dall'essere accettata. Lo è da parte dell'élite culturale del Paese, come in Italia, ma la gente comune non l'accetta manco per un belino, peggio che in Italia. Non si contano gli episodi di padri che massacrano i figli gay di cui si vergognano. Provate a fare amicizia con una trans brasiliana, ad entrarci in confidenza, e chiedetele come era la sua vita da rapazinho , da ragazzino. Ne sentirete delle belle. La storia tipo è questa: botte da orbi dal padre, deriso e insultato dai compagni di scuola, difeso sì e no dalla madre, fuga da casa a 14/18 anni, transformazione, viaggio in Europa finanziato dalla pappona di turno, mantenimento di un rapporto con la madre e qualche sorella su cui pesa sempre il dubbio "ma mi vogliono bene veramente o è solo per i soldi che gli mando?"
Sono un po' crudo? La verità è cruda. L'ultima volta che sono stato a Rio su di una muro c'era scritto con lo spray rosso "Rispetto per gli omosesusali" e più in là "Basta cn le violenza contro gay e trans".

Sul Brasile pesano alcune circostanze materiali lungi dall'essere eliminate:

1) Nonostante il boom economico la stragrande maggioranza della popolazione vive nella miseria, il tasso di scolarizzazione è bassissimo, l'analfabetismo diffuso, con conseguente dilagare dell'ignoranza e dei pregiudizi;

2) In conseguenza di quanto sopra il Brasile ha un altro grave difetto: è un Paese molto religioso. La gente comune lo è, e ciò comporta che l'omosessualità è consiedrata in ultima analisi un'offesa a Dio e agli uomini, una colpa, unamalattia, un errore della netura, un cosa oscena e di cuoi vergognarsi;

3) Infine il Brasile, come tutti i Paesi sudamericani, è affetto da machismo diffuso, e non aggiungo altro.

Concludendo, a livello di metalità il Brasile può essere considerato, nella migliore delle ipotesi, simile alla nostra Calabria anni '50 ....che vada bene. Diverse mie amiche trans mi hanno candidamente confessato che preferirebbero vivere tutta la loro vita in Italia, dove si sentono più accettate, almeno in certo posti. Parlo, ad esempio, di Viareggio o del centro storico di Genova, per parlare di situazioni che frequento e conosco.
Spero di essere stato esauriente e mi scuso se sono stato prolisso, ciao lexar.
 
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Tornando al video, mi sembra che sostenga la tesi secondo la quale alla trans dalla nostra bigotta società è concesso solo di fare la puttana.

Sicuramente è parzialmente vero, ma non mi pare che le trans facciano molto per combattere questo pregiudizio.

Non mi è finora mai capitato di incontrare una trans all'Università, in un ministero, oppure tra professionisti o lavoratori autonomi (non del sesso).

Capisco che non sia facile per loro, ma di grinta mi pare ne abbiano da vendere.

Quindi trans di tutto il mondo ribellatevi e conquistatevi la dignità a cui avete diritto, non crogiolatevi nell'autocompatimento!

Avrei preferito un video che, invece di demolre la famiglia, pur sempre pilastro della nostra società, mostrasse casi reali di trans reali che svolgono, bene, un lavoro normale.
 
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