La televisione, i media e la conformazione del pensiero...

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Ragazzi, scusate ma non sono per niente d'accordo: a mio avviso non c'è nessun grande fratello che tira i fili. Le teorie del complotto sono solo facile sintesi di questioni molto più complesse. Siamo artefici delle nostre scelte...Non nego che esse possano essere condizionate ma l'incredibile varietà delle fonti di cui disponiamo oggi ci rende liberi come mai nel passato.
Vi sentite davvero "schiavi" di qualcosa voi? Vi sentite davvero condizionati? Magari avete ragione voi, ma io mi rifiuto di crederlo...
Non conosco benissimo ma, per quel che so io la "teoria della decrescita" è più un concetto politico, che economico...E proprio per questo non mi convince per nulla... :mda:

Ma è solo il mio personale pensiero...Magari sono io quello troppo ottimista! :smile:
 
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Dylan ha scritto:
Ragazzi, scusate ma non sono per niente d'accordo:
(...)
Ma è solo il mio personale pensiero...Magari sono io quello troppo ottimista! :smile:

Dylan, forse non siamo del tutto antitetici.
Finora, riassumendo in modo brutale le posizioni abbiamo da una parte la "fazione" rappresentata dalle posizioni di Durevole ed Eddy che è tendenzialmente pessimista, vede una deriva della società verso un futuro sempre più incanalato e precostituito, con sempre meno "gradi di libertà" .
Per contro, dall'altra parte c'è chi dice (come Dylan, appunto) che invece ognuno di noi riceve sì condizionamenti ma poi è in gradi di decidere in maniera autonoma.

Forse la verità (posto che ci sia "una" verità) sta nel mezzo: come anche Dylan osserva, è necessario possedere un certo bagaglio culturale, costituito da istruzione ed esperienza di vita, per poter essere in grado di essere influenzati solo in minima parte dal "potere massificante" della tv .

Io sono convinto che qui nel forum noi si sia una sorta di isola felice in un mare oscuro. Però mi auguro di poter vedere altre isole! :good:
 
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eddyvedder ha scritto:
forse la mia sarà paranoia, lo dico subito in premessa. Ma a volte ho come la sensazione che ci sia qualcuno che tira i fili, dietro le quinte, che decide per noi, facendoci credere che siamo noi gli autori delle nostre idee.
Questa considerazione nasce da una riflessione fatta in strada, in macchina (scooter dal meccanico per il tagliando). Fermo in coda. Perennemente. Disperatamente. Quel maledetto tratto di strada statale n. 36 che collega Lecco a Milano. In particolar modo il segmento tra Lissone-Monza e Milano.
Il famoso Viale Zara, tanto per intenderci. Quello che da 15 anni promettono di privare dei 3 semafori che provocano la congestione del traffico. E mi chiedo come sia possibile che in tutti questi anni le rispettive giunte comunali non siano riuscite a risolvere le proprie divergenze per il bene comune di centinaia di migliaia di automobilisti che giornalmente transitano lungo la statale. E allora sono giunto alla conclusione che l'Italia è piena di Viali Zara, che ci vogliono per forza tutti in coda durante la settimana, tutti in coda il sabato all'ipermercato, tutti in coda la domenica per la gita fuori porta, tutti in coda ad agosto per le ferie. Una nuova Unione Sovietica del terzo millennio. Che figata.
Tanto c'è chi decide per noi. Quale pasta comprare, che assicurazione fare, quali investimenti fare.
Orwell, dove sei?

Non è paranoia. E la triste verità. la maggior perte delle persone non si rendono conto e quelli che la pensano come te (anch'io) vengono considerati paranoici.
 
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Avete detto proprio giusto dylan e lucignolo....per poter controbattere e non farsi sommergere dall' onda di spazzatura mediatica occorre avere delle basi culturali solide, che permettono di resistere allo straripare di questa melma che ci vorrebbe annegare tutti. Cultura non vuole solo dire aver studiato o essere laureati ma soprattutto avere interessi, passioni, hobby che ti permettono di avere la testa occupata da varie cose e non essere sempre alla mercè di televisioni, pubblicità e stronzate varie. Certo che una persona che ha studiato sarà più critica ed avrà una sua autonomia di pensiero più forte di chi non lo ha fatto, anche se questo discorso non sempre è valido.
Nemmeno io credo che ci sia un grande burattinaio che tira i fili dietro le quinte perché giustamente diceva Dylan mai come oggi noi abbiamo la possibilità di scegliere cosa vedere, cosa leggere, chi ascoltare e quando farlo. Purtroppo penso che siano proprio la società e le persone che sono scadute ad un livello bassissimo, culturale, mentale, morale. Un livellamento verso il basso che non si sa bene come fermare, non si capisce come si potrebbe invertire la rotta di questo processo :sad: I media percepiscono questa cosa, la annusano prima e si adeguano immediatamente proponendo programmi e format basati su questo ed andando senza dubbio ad accentuare questo livellamento verso il basso. Se la gente cominciasse a non guardare più o a non leggere determinate cose o determinati programmi questi sparirebbero e non dico che si ritornerebbe ad una tv sana come quella di 40 anni fa ( come livello culturale dico...) ma almeno non vedremmo quella carrellata di vaccate che ci propinano al giorno d'oggi. Perché programmi intelligenti come La storia siamo noi di Minoli o Parla con me li fanno dalle undici in poi quando le persone normali durante la settimana sono a letto perché il giorno dopo cazzo devono andare a lavorare?? Perché nel pacchetto base di sky mi mettono un fottio di canali del cazzo tipo grande fratello, la chirurgia plastica e minchiate varie mentre per lo sport ed i film devo pagare e per avere tutto pago quasi 60 € al mese? I reality e tutti questi programmi di intrattenimento strappalacrime dovrebbero essere a pagamento mentre la CULTURA dovrebbe essere il pacchetto base di qualsiasi emittente, giornale o pubblicazione...per cercare di elevare il livello culturale delle persone....ma questa purtroppo è solo una pia illusione, una speranza vana per il momento :sad:
Scusate lo sfogo ma mi è uscito tutto di getto questo pensiero....
 
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Dylan ha scritto:
... In particolare poi se pensiamo alla rivoluzione di internet: il mondo dei media sta cambiando. La televisione sta già soffrendo il confronto con i nuovi media e cerca di porre resistenza...ma la rete è davvero la chiave di volta, a mio avviso.
Proprio su questo bisognerebbe riflettere.
Oggi la rete è ancora abbastanza libera dai condizionamenti. La definirei democratica.
Ma non facciomo finta di non vedere che da ogni lato c'è qualcuno che cerca di limitare questa libertà per mezzo di qualche legge antiterrorismo o anti pedofilia o antiqualcosa. Cercano una sorta di cavallo di troia per colonizzare anche l'ultimo baluardo di "vera" libertà.

Noi tutti abbiamo gli strumenti necessari per valutare in senso critico ciò che ci viene mostrato o scritto e poi abbiamo la grande possibilità di scegliere.
Ciò che ci ha formato è la nostra istruzione: questa, unita alla nostra capacità di ragionamento, sono gli strumenti con cui selezioniamo ed elaboriamo le informazioni che ci vengono proposte. Non siamo degli automi a mio avviso:non passa tutto ciò che viene trasmesso.

Ne sei davvero sicuro?
Forse non tieni presente che in Italia e in generale nel mondo, le persone con un grado di istruzione sufficentemente elevato tale da permettrgli un pensiero critico è un vera minoranza.
Qui dentro siamo persone di un certo ceto sociale, con un'istruzione che ci permette di confrontarci e discutere in un italiano pressochè corretto e che ha delle opinioni proprio.
Ma nel resto del paese?
Un altra cosa: secondo me è anke umanamente necessario NON parlare o avere sempre sotto gli occhi la crudeltà della realtà che ci circonda. Questo lo dico a livello personale:perchè notizie drammatiche ahimè ce ne sono quotidianamente, ma non possiamo continuamente porre la nostra attenzione a queste cose...altrimenti, come potremmo vivere con serenità? O ti crei uno scudo e lasci che le cose ti scivolino addosso, oppure c'è da impazzire...A volte arrivo a casa la sera e non ho volgia di sentire certe notizie:niente telegiornale please.
Io personalmente non me la sento di occuparmi di tutti i prioblemi del mondo quotidianamente. Lasciatemi pensare alle tette della collega oggi! :biggrin:
Questo non significa che sia una persona irresponsabile o disinteressata a ciò che succede: ma è necessario "proteggersi" a volte.

Sono d'accordo, ma dovremmo imparare a dividere il nostro tempo e il nostro pensiero tra le tette della collega e la drammaticità che ci circonda.
In questo i media non ci aiutano. Sul giornale leggi più frequentemente un articolo sull'ultima collezione di Prada, rispetto ai raccoglitori di pomodori poracchi "spariti" nel nulla del nostro mezzogiorno d'Italia. (...e si parla di qualche decina di persone "volatilizzate" nel sud Italia, non in Nabibia)

In conclusione, vorrei essere ottimista come te, ma non riesco ad esserlo.
Credevo che l'uomo con l'andare del tempo si potesse guadagnare la libertà, ma noto tristemente che cambiano i "padroni" ma non la sostanza.
 
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patrick ha scritto:
eddyvedder ha scritto:
forse la mia sarà paranoia, lo dico subito in premessa. Ma a volte ho come la sensazione che ci sia qualcuno che tira i fili, dietro le quinte, che decide per noi, facendoci credere che siamo noi gli autori delle nostre idee.
Questa considerazione nasce da una riflessione fatta in strada, in macchina (scooter dal meccanico per il tagliando). Fermo in coda. Perennemente. Disperatamente. Quel maledetto tratto di strada statale n. 36 che collega Lecco a Milano. In particolar modo il segmento tra Lissone-Monza e Milano.
Il famoso Viale Zara, tanto per intenderci. Quello che da 15 anni promettono di privare dei 3 semafori che provocano la congestione del traffico. E mi chiedo come sia possibile che in tutti questi anni le rispettive giunte comunali non siano riuscite a risolvere le proprie divergenze per il bene comune di centinaia di migliaia di automobilisti che giornalmente transitano lungo la statale. E allora sono giunto alla conclusione che l'Italia è piena di Viali Zara, che ci vogliono per forza tutti in coda durante la settimana, tutti in coda il sabato all'ipermercato, tutti in coda la domenica per la gita fuori porta, tutti in coda ad agosto per le ferie. Una nuova Unione Sovietica del terzo millennio. Che figata.
Tanto c'è chi decide per noi. Quale pasta comprare, che assicurazione fare, quali investimenti fare.
Orwell, dove sei?

Non è paranoia. E la triste verità. la maggior perte delle persone non si rendono conto e quelli che la pensano come te (anch'io) vengono considerati paranoici.

Io sono un'altro paranoico...

Vorrei non pormi mai domande. Mi aiuterebbe a vivere meglio e non avere sbalzi di umore.
 
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Dylan ha scritto:
Ragazzi, scusate ma non sono per niente d'accordo: a mio avviso non c'è nessun grande fratello che tira i fili. Le teorie del complotto sono solo facile sintesi di questioni molto più complesse. Siamo artefici delle nostre scelte...Non nego che esse possano essere condizionate ma l'incredibile varietà delle fonti di cui disponiamo oggi ci rende liberi come mai nel passato.
Vi sentite davvero "schiavi" di qualcosa voi? Vi sentite davvero condizionati? Magari avete ragione voi, ma io mi rifiuto di crederlo...
Non conosco benissimo ma, per quel che so io la "teoria della decrescita" è più un concetto politico, che economico...E proprio per questo non mi convince per nulla... :mda:

Ma è solo il mio personale pensiero...Magari sono io quello troppo ottimista! :smile:

Credi veramente di essere l'artefice delle tue scelte?
Quando sei nato hai probabilmente ricevuto un battesimo e la tua libertà di professare una religione è stata condizionata.
Quando sei andato a scuola i tuoi genitori hanno scelto quale scuola avresti dovuto frequentare e hanno inluenzato il tipo di istruzione che hai ricevuto.
Con quel tipo di istruzione hai trovato un tipo di lavoro che si legasse a Quel tipo di istruzione (e sei stato condizionato in campo lavorativo).
Frequenti gente che ha frequentato le tue scuole, la tua palestra, il tuo ufficio... questo ti porta a conoscere amici e persone dell'altro sesso che siano simili a te (probabilmente ti potrebbe condizionare anche nell'aspetto sociale/sentimentale della tua vita).
Guidi l'auto che ti dicono sia bella, comoda, sportiva, elegante, di status...
Mangi quello che ti dicono sia sano, buono, saporito...
Ti vesti con quello che gli altri apprezzano... (mai provato ad andare da un cliente in tuta da sci o in bermuda e infradito?)
L'etichetta ci impone quel comportamento, quell'abbigliamento, quel lessico.

Se non rientri in questi parametri, sei tagliato fuori... e non te lo puoi permettere. Nella nostra società l'isolamento corrisponde alla nostra morte.
Un emarginato è un morto che cammina.
Quindi tutti in corsa per cavalcare l'onda.
Questo vale per me, per te e per tutti quelli che ci stanno leggendo.

Siamo liberi?
Ma liberi di fare cosa?
 
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durevole ha scritto:
Guidi l'auto che ti dicono sia bella, comoda, sportiva, elegante, di status...
Mangi quello che ti dicono sia sano, buono, saporito...
Ti vesti con quello che gli altri apprezzano... (mai provato ad andare da un cliente in tuta da sci o in bermuda e infradito?)
L'etichetta ci impone quel comportamento, quell'abbigliamento, quel lessico.
Se non rientri in questi parametri, sei tagliato fuori... e non te lo puoi permettere. Nella nostra società l'isolamento corrisponde alla nostra morte.
Un emarginato è un morto che cammina.
Quindi tutti in corsa per cavalcare l'onda.
Questo vale per me, per te e per tutti quelli che ci stanno leggendo.
Siamo liberi?
Ma liberi di fare cosa?[/color]


Siamo tutti in libertà provvisoria. E il fatto è che non ce ne rendiamo conto. Purtroppo spesso siamo condannati a vivere secondo regole che non condividiamo, ma che siamo costretti a rispettare, altrimenti scatta l'emarginazione, l' isolamento. Viviamo in una società dove non ti è concesso il lusso di dire le cose come stanno, altrimenti passi per polemico, giustizialista, populista e vieni messo in un angolo e bollato a vita.
Certo, la rete è una grande conquista, spesso chi racconta balle sui media ordinari, viene spesso sputtanato dalla rete, ma siamo vicini a fare la fine di quello che sta succedendo in
Cina, dove la censura è arrivata anche sul web (grazie, google :treaten: )
Non stiamo consegnando un bel paese ai nostri figli. Per niente.
 
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eddyvedder ha scritto:
Non stiamo consegnando un bel paese ai nostri figli. Per niente.

Non ci crederai, ma il tuo discorso è uno dei tanti motivi per la quale non voglio avere figli.
Il principale è sempre quello che sono troppo egoista per dividere le mie risorse (e non parlo di quelle economiche) con un figlio, ma anche il timore di sentirmi dire la fatidica frase: " Papà, ma che cazzo mi hai messo al mondo a fare per vivere in questa merda?" mi terrorizza.
 
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durevole ha scritto:
....sono troppo egoista per dividere le mie risorse (e non parlo di quelle economiche) con un figlio, ma anche il timore di sentirmi dire la fatidica frase: " Papà, ma che cazzo mi hai messo al mondo a fare per vivere in questa merda?" mi terrorizza.[/color]


Capisco il tuo timore. Non posso e non voglio provare a farti cambiare idea. Ti posso solo augurare di non arrivare ad una certa età, quando magari è troppo tardi, per poi pentirti di non averne avuti.
La paternità è un' esperienza formidabile che vale la pena di essere vissuta, nonostante tutto.
 
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Gran bel thread che ha preso il volo! :good:

E mi provo a sintetizzare alcune ipotesi con secchezza quasi lapidaria:
1. La conoscenza rende liberi: è ossigeno per l'autodifesa del cervello, contro le cazzate inoculate/propalate/bombardate da tutti i POTERI di ogni dove;
2. I media (ha ragione l'amico Dylan) dovrebbero quantomeno essere indipendenti (senza entrare nello specifico, riconosciamo la grave persistenza del problema). Insieme è vero anche che la stampa e il giornalismo, per loro natura, sono sempre espressione più o meno parziale di una sommatoria di potentati (Rupert è un editore puro... eppure tresca a 360gradi con governi di destra e sinistra, in Europa come nel resto del mondo, nel modo che sappiamo... Un bel documentario, "OutFoxed" – titolo che è un chiaro gioco di parole – racconta un po' di cose sul modo di fare informazione in casa del magnate: è un esempio emblematico). La rete è l'utopia di una conoscenza circolante "dal basso". Bisogna sperare non venga strangolata, e anche un po' bisogna stare attenti a non cadere in una forma di speranzoso quanto ingenuo ottimismo: il popolo delle formiche resta pur sempre fatto di tante... formiche. Mentre, dalla presenza di giornali o telegiornali MIGLIORI, cosiccome di un pubblico esigente consapevole severo, una democrazia avrebbe da guadagnare tanto, tantissimo (le due cose invece, giornali scialbi o stupidi o in malafede, per lettori distratti e di bocca buona, vanno di pari passo, come rovesciando un processo entropico nel suo contrario, dal ciclo virtuoso a quello vizioso!);
3. Panem et circenses funziona sempre. Non fa male il divertimento, che è parte della cultura (cioè della vita). Però fa male il divertimento usato come un'arma, il corrispettivo di un oppiaceo per stordire le intelligenze e narcotizzarle. Cito durevole: "dovremmo imparare a dividere il nostro tempo e il nostro pensiero tra le tette della collega e la drammaticità che ci circonda". Proprio così. Invece, per lo più, i media affidano un commento sulla "drammaticità che ci circonda" alle tette parlanti di una collega. Tutto si mescola con tutto, perseguendo un'indistinzione malintenzionata, avente per unico nemico lo spirito critico. È una forma tipica del complotto. Ovviamente non c'è un complotto, se non per metafora. Non c'è un burattinaio, la nostra società non può essere ridotta a uno o pochi burattinai, tanto più in età globalizzata. C'è però la cupola coesa dei detentori e manovratori del Potere. Potrebbero essere, al limite, persino alcuni milioni di persone. Comunque un "milieu" piuttosto coeso. Detentore di un'ideologia in atto, e infatti ha detto bene qualcuno: "le pecore nere", chi canta fuori dal coro, tendenzialmente è un reietto, o un reietto potenziale.

Scusate, l'ho fatta lunga anche stavolta. E aggiungo solo un P.S. di conferma: gran bella satira, quella di "Sesso e potere". Barry Levinson, il regista, è uno molto in gamba: non capisco perché lo trattino, da sempre, con la puzza sotto il naso. (Sarà mica, al solito, che non piace al POTERE? ... C.v.d.).
:ok:
 
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durevole ha scritto:
patrick ha scritto:
eddyvedder ha scritto:
forse la mia sarà paranoia, lo dico subito in premessa. Ma a volte ho come la sensazione che ci sia qualcuno che tira i fili, dietro le quinte, che decide per noi, facendoci credere che siamo noi gli autori delle nostre idee.
Questa considerazione nasce da una riflessione fatta in strada, in macchina (scooter dal meccanico per il tagliando). Fermo in coda. Perennemente. Disperatamente. Quel maledetto tratto di strada statale n. 36 che collega Lecco a Milano. In particolar modo il segmento tra Lissone-Monza e Milano.
Il famoso Viale Zara, tanto per intenderci. Quello che da 15 anni promettono di privare dei 3 semafori che provocano la congestione del traffico. E mi chiedo come sia possibile che in tutti questi anni le rispettive giunte comunali non siano riuscite a risolvere le proprie divergenze per il bene comune di centinaia di migliaia di automobilisti che giornalmente transitano lungo la statale. E allora sono giunto alla conclusione che l'Italia è piena di Viali Zara, che ci vogliono per forza tutti in coda durante la settimana, tutti in coda il sabato all'ipermercato, tutti in coda la domenica per la gita fuori porta, tutti in coda ad agosto per le ferie. Una nuova Unione Sovietica del terzo millennio. Che figata.
Tanto c'è chi decide per noi. Quale pasta comprare, che assicurazione fare, quali investimenti fare.
Orwell, dove sei?

Non è paranoia. E la triste verità. la maggior perte delle persone non si rendono conto e quelli che la pensano come te (anch'io) vengono considerati paranoici.

Io sono un'altro paranoico...

Vorrei non pormi mai domande. Mi aiuterebbe a vivere meglio e non avere sbalzi di umore.

Certo ! Uno meno sa e meglio vive pero a questo punto farebbe il gioco di chi ha il potere. E quello che vogliono.
 
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eddyvedder ha scritto:
durevole ha scritto:
Guidi l'auto che ti dicono sia bella, comoda, sportiva, elegante, di status...
Mangi quello che ti dicono sia sano, buono, saporito...
Ti vesti con quello che gli altri apprezzano... (mai provato ad andare da un cliente in tuta da sci o in bermuda e infradito?)
L'etichetta ci impone quel comportamento, quell'abbigliamento, quel lessico.
Se non rientri in questi parametri, sei tagliato fuori... e non te lo puoi permettere. Nella nostra società l'isolamento corrisponde alla nostra morte.
Un emarginato è un morto che cammina.
Quindi tutti in corsa per cavalcare l'onda.
Questo vale per me, per te e per tutti quelli che ci stanno leggendo.
Siamo liberi?
Ma liberi di fare cosa?[/color]


Siamo tutti in libertà provvisoria. E il fatto è che non ce ne rendiamo conto. Purtroppo spesso siamo condannati a vivere secondo regole che non condividiamo, ma che siamo costretti a rispettare, altrimenti scatta l'emarginazione, l' isolamento. Viviamo in una società dove non ti è concesso il lusso di dire le cose come stanno, altrimenti passi per polemico, giustizialista, populista e vieni messo in un angolo e bollato a vita.
Certo, la rete è una grande conquista, spesso chi racconta balle sui media ordinari, viene spesso sputtanato dalla rete, ma siamo vicini a fare la fine di quello che sta succedendo in
Cina, dove la censura è arrivata anche sul web (grazie, google :treaten: )
Non stiamo consegnando un bel paese ai nostri figli. Per niente.



E la "profezia" di Matrix che in modo fantascientifico cerca di spiegare la situazione e il messaggio e chiaro.
Sono pienamente d'accordo che non stiamo consegnando un bel paese ai nostri figli e dobbiamo fare qualcosa, con quello che abbiamo, la rete, la parola finché ce lo permetteranno.
 
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danton ha scritto:
Gran bel thread che ha preso il volo! :good:
No... dico... Non sarebbe ora di darmi la stelletta? :lol:

E mi provo a sintetizzare alcune ipotesi con secchezza quasi lapidaria:
1. La conoscenza rende liberi: è ossigeno per l'autodifesa del cervello, contro le cazzate inoculate/propalate/bombardate da tutti i POTERI di ogni dove;
Vero...ma come ben sappiamo le pagine dei libri di storia, le scrivono i vincitori, mai i vinti...
Il "vero" lo trasmette chi ha la possibilità di farlo.

2. I media (ha ragione l'amico Dylan) dovrebbero quantomeno essere indipendenti (senza entrare nello specifico, riconosciamo la grave persistenza del problema). Insieme è vero anche che la stampa e il giornalismo, per loro natura, sono sempre espressione più o meno parziale di una sommatoria di potentati (Rupert è un editore puro... eppure tresca a 360gradi con governi di destra e sinistra, in Europa come nel resto del mondo, nel modo che sappiamo... Un bel documentario, "OutFoxed" – titolo che è un chiaro gioco di parole – racconta un po' di cose sul modo di fare informazione in casa del magnate: è un esempio emblematico). La rete è l'utopia di una conoscenza circolante "dal basso". Bisogna sperare non venga strangolata, e anche un po' bisogna stare attenti a non cadere in una forma di speranzoso quanto ingenuo ottimismo: il popolo delle formiche resta pur sempre fatto di tante... formiche. Mentre, dalla presenza di giornali o telegiornali MIGLIORI, cosiccome di un pubblico esigente consapevole severo, una democrazia avrebbe da guadagnare tanto, tantissimo (le due cose invece, giornali scialbi o stupidi o in malafede, per lettori distratti e di bocca buona, vanno di pari passo, come rovesciando un processo entropico nel suo contrario, dal ciclo virtuoso a quello vizioso!);
Quoto
3. Panem et circenses funziona sempre. Non fa male il divertimento, che è parte della cultura (cioè della vita). Però fa male il divertimento usato come un'arma, il corrispettivo di un oppiaceo per stordire le intelligenze e narcotizzarle. Cito durevole: "dovremmo imparare a dividere il nostro tempo e il nostro pensiero tra le tette della collega e la drammaticità che ci circonda". Proprio così. Invece, per lo più, i media affidano un commento sulla "drammaticità che ci circonda" alle tette parlanti di una collega. Tutto si mescola con tutto, perseguendo un'indistinzione malintenzionata, avente per unico nemico lo spirito critico. È una forma tipica del complotto. Ovviamente non c'è un complotto, se non per metafora. Non c'è un burattinaio, la nostra società non può essere ridotta a uno o pochi burattinai, tanto più in età globalizzata. C'è però la cupola coesa dei detentori e manovratori del Potere. Potrebbero essere, al limite, persino alcuni milioni di persone. Comunque un "milieu" piuttosto coeso. Detentore di un'ideologia in atto, e infatti ha detto bene qualcuno: "le pecore nere", chi canta fuori dal coro, tendenzialmente è un reietto, o un reietto potenziale.
Se la diffusione della conoscenza e del pensiero passa attraverso i media e i media emarginano "le pecore nere", quale informazione/ viene proposta?
Quella che va bene a qualcuno!
Quella che non fa pensare e che è già stata preconfezionata e parzialmente scremata e ora è di facile digeribilità.
Quella che non ci rende attivi.
Quella che ci condiziona e ci instrada in una forma di pensiero inutile e frivola.
Per intenderci: che share ha una trasmissione come report e una come il grande fratello 27?


Scusate, l'ho fatta lunga anche stavolta. E aggiungo solo un P.S. di conferma: gran bella satira, quella di "Sesso e potere". Barry Levinson, il regista, è uno molto in gamba: non capisco perché lo trattino, da sempre, con la puzza sotto il naso. (Sarà mica, al solito, che non piace al POTERE? ... C.v.d.).
:ok:
Cazzo... non l'ho visto!
 
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danton ha scritto:
Gran bel thread che ha preso il volo! :good:

Quoto!
Bellissima discussione. :clapping:
Complessa, affascinante, stimolante. :rtfm:

danton ha scritto:
E mi provo a sintetizzare alcune ipotesi con secchezza quasi lapidaria:
1. La conoscenza rende liberi: è ossigeno per l'autodifesa del cervello, contro le cazzate inoculate/propalate/bombardate da tutti i POTERI di ogni dove;

La conoscenza forse non renderà liberi, ma quantomeno ci permette di sviluppare un certo spirito critico, di vedere bene le sbarre della prigione. E' un inizio.
Alla fine penso, come già espresso da altri, che sia fondamentale cercare di continuare a ragionare con il proprio cervello, limitarsi a cercare di farsi un opinione sui FATTI, non cercare un'opinione di qualcun altro e seguirla pedissequamente.

danton ha scritto:
2. I media (ha ragione l'amico Dylan) dovrebbero quantomeno essere indipendenti (senza entrare nello specifico, riconosciamo la grave persistenza del problema). Insieme è vero anche che la stampa e il giornalismo, per loro natura, sono sempre espressione più o meno parziale di una sommatoria di potentati (Rupert è un editore puro... eppure tresca a 360gradi con governi di destra e sinistra, in Europa come nel resto del mondo, nel modo che sappiamo... Un bel documentario, "OutFoxed" – titolo che è un chiaro gioco di parole – racconta un po' di cose sul modo di fare informazione in casa del magnate: è un esempio emblematico). La rete è l'utopia di una conoscenza circolante "dal basso". Bisogna sperare non venga strangolata, e anche un po' bisogna stare attenti a non cadere in una forma di speranzoso quanto ingenuo ottimismo: il popolo delle formiche resta pur sempre fatto di tante... formiche. Mentre, dalla presenza di giornali o telegiornali MIGLIORI, cosiccome di un pubblico esigente consapevole severo, una democrazia avrebbe da guadagnare tanto, tantissimo (le due cose invece, giornali scialbi o stupidi o in malafede, per lettori distratti e di bocca buona, vanno di pari passo, come rovesciando un processo entropico nel suo contrario, dal ciclo virtuoso a quello vizioso!);

Io non credo che esista un Grande Fratello, ma tanti Piccoli Cugini.
Esistono vari gruppi di potere politici/industriali/economici che cercano di orientare il più possibile le nostre scelte.
Ed il modo migliore di orientare le nostre scelte è tramite i media.
D'altronde quando mai i giornali non sono stati schierati? E' mai esistito un giornale imparziale? Ricordo che chi era di destra leggeva solo certi giornali, chi era di sinistra leggeva solo altri giornali.
Ogni tanto compro IL GIORNALE e L'UNITA' insieme, incredibile come la stessa notizia cambi aspetto. :spiteful:

danton ha scritto:
3. Panem et circenses funziona sempre. Non fa male il divertimento, che è parte della cultura (cioè della vita). Però fa male il divertimento usato come un'arma, il corrispettivo di un oppiaceo per stordire le intelligenze e narcotizzarle. Cito durevole: "dovremmo imparare a dividere il nostro tempo e il nostro pensiero tra le tette della collega e la drammaticità che ci circonda". Proprio così. Invece, per lo più, i media affidano un commento sulla "drammaticità che ci circonda" alle tette parlanti di una collega. Tutto si mescola con tutto, perseguendo un'indistinzione malintenzionata, avente per unico nemico lo spirito critico. È una forma tipica del complotto. Ovviamente non c'è un complotto, se non per metafora. Non c'è un burattinaio, la nostra società non può essere ridotta a uno o pochi burattinai, tanto più in età globalizzata. C'è però la cupola coesa dei detentori e manovratori del Potere. Potrebbero essere, al limite, persino alcuni milioni di persone. Comunque un "milieu" piuttosto coeso. Detentore di un'ideologia in atto, e infatti ha detto bene qualcuno: "le pecore nere", chi canta fuori dal coro, tendenzialmente è un reietto, o un reietto potenziale.

Panem et circenses.
Un elettorato apatico, pronto a farsi condizionare facilmente con quattro parole di rito non sarebbe forse il sogno di ogni politico?
Un bacino d'acquirenti lobotomizzati non sarebbe forse il sogno di ogni venditore?
[youtube:1ge5edre]http://www.youtube.com/watch?v=6vv3i9iQ9Bo[/youtube:1ge5edre]




A me sembra di notare inoltre un generale abbassamento della qualità dell'informazione, o forse è più un tentativo di condizionamento verso il basso.
Voglio dire che ormai ai TG non si parla dell'argomento, si ascoltano le dichiarazioni del politico di turno sull'argomento.
I giornalisti si preoccupano di dare la notizia prima degli altri, di renderla appetibile, più che di verificarne l'attendibilità.

danton ha scritto:
La rete è l'utopia di una conoscenza circolante "dal basso".

Occorre però fare attenzione, la rete ci offre un surplus di informazione, ma alla fine occorre spirito critico anche lì.
 
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secondo me siamo in discussione altamente a rischio flames, ovvia la correlazione politica :biggrin: ed ovvie le conclusioni, in quanti paesi "civili" il capo del governo o dello stato ha un tale monopolio di informazione? quindi chiudo qui il mio intervento per non alimentare il flame. siamo in un paese meraviglioso cerchiamo di conservarcelo
 
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esotika ha scritto:
secondo me siamo in discussione altamente a rischio flames, ovvia la correlazione politica :biggrin: ed ovvie le conclusioni, in quanti paesi "civili" il capo del governo o dello stato ha un tale monopolio di informazione? quindi chiudo qui il mio intervento per non alimentare il flame. siamo in un paese meraviglioso cerchiamo di conservarcelo
Se limiti la discussione al "caso Italia", potrei essere d'accordo con te, ma qui si parla del globo.
La concentrazione dei mezzi di informazione è un problema di ogni democrazia occidentale e di ogni dittatura.

Il problema è che molti di non non si pongono domande altre a quella canonica che imperversa in questi giorni:
"Cristina del grande fratello è un trans?"

...e dove vogliamo aprodare con questo atteggiamento?
 
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durevole ha scritto:
Il problema è che molti di non non si pongono domande altre a quella canonica che imperversa in questi giorni:
"Cristina del grande fratello è un trans?[/color]
Ecco un caso concretissimo. Non guardo il "grande fratello", non so nulla dei suoi "concorrenti". Gli ultimi che vagamente ricordo sono Taricone e il pizzaiolo di messina.

Questo mi rende, agli occhi di una fetta maggioritaria dei nostri connazionali, una specie di disadattato.
:shok:

C'è di buono che il saggio di Pavana soccorre SEMPRE:
"Scusate, non mi lego a questa schiera, / morrò pecora nera!".
:yes3:
 
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durevole ha scritto:
Il problema è che molti di non non si pongono domande altre a quella canonica che imperversa in questi giorni:
"Cristina del grande fratello è un trans?"

...e dove vogliamo aprodare con questo atteggiamento?


E ti pare una domanda da poco?
Pensa se ti eccitasse così tanto che ti ci spari una sega all'idea...
... e poi scopri che è un trans!
E tutto lo sperma indebitamente eiaculato? Come si fa?
Lo aspiri con una siringa e te lo reinietti nei maroni?
:unknw:
 
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