L'ANGOLO DELLA POESIA...

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100 baci

Viviamo, mia Lesbia, e amiamo
e ogni mormorio perfido dei vecchi
valga per noi la più vile moneta.
Il giorno può morire e poi risorgere,
ma quando muore il nostro breve giorno,
una notte infinita dormiremo.
Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.


catullo
 
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Sii buona, mia dolce Ipsitilla,
delizia mia, tesoro mio, invitami,
oggi da te, all'ora della siesta.
Mi inviti e poi fa' in modo per piacere
che non scatti il tassello della porta
e non ti venga in mente d'andar fuori.
Piuttosto resta in casa a prepararmi
nove fottute senza interruzioni.
Anzi già che ci sei, chiamami subito.
Ho pranzato son sazio e sto sdraiato
e mi sfonda la tunica e il mantello.


CATULLO

xxxchaos :yes3:
 
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Re: 100 baci

lalla ha scritto:
Viviamo, mia Lesbia, e amiamo

(...)
Tu dammi mille baci, (...)


catullo


:clapping:
Vivamus atque amemus.... Da mi basia mille ....

Bellissimi versi, bellissimi ricordi....

Ero un adolescente brufoloso, avevo un cuore grande e generoso, pronto ad infiammarsi per uno sguardo gentile, ero imbevuto di stilnoveschi ideali, intriso di puritane passioni ... e venne Catullo! Ah, quella sì che era passione, era carne e sangue, era sesso senza amore, eppure era sublime.

Ma io ero ancora un adolescente brufoloso, e quando riuscii a prendere di nascosto il suo diario, le scrissi una poesia, una poesia che parlava di occhi, dei suoi occhi azzurri, dei suoi occhi grandi e belli, dei suoi occhi cerulei... invece avrei dovuto scriverle del mio desiderio, della mia voglia di stringerla a me, del profumo della sua pelle che mi stordiva dolcemente in quel pomeriggio caldo, seduti in fondo al pullman di rientro dalla gita, avrei dovuto scriverle della voglia pazza di baciarla, di affondare il viso tra i suoi meravigliosi seni, quegli stessi seni che mi toccavano e mi sfioravano ustionandomi, questo ed altro avrei dovuto scriverle...

Ma non lo feci. Catullo, perchè mi abbandonasti allor?
 
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Safarà
Ieri, casualmente, ho scoperto una poesia.
Mi piace molto...la trovo molto vera.

E' QUEL CHE E'
di Erich Fried

E' assurdo
dice la ragione
E' quel che è
dice l'amore

E' infelicità
dice il calcolo
Non è altro che dolore
dice la paura
E' vano
dice il giudizio
E' quel che è
dice l'amore

E' ridicolo
dice l'orgoglio
E' avventato
dice la prudenza
E' impossibile
dice l'esperienza
E' quel che è
dice l'amore
 
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Safarà
Stamani ne ho scoperta un'altra.
La trovo altrettanto bella...e la sento altrettanto vera.
Mi fa pensare a Lei.

SEMPRE PIU’ DIFFICILE
di Erich Fried

vederti una volta sola
e poi mai più

dev’essere più facile
che vederti ancora una volta
e poi mai più

Vederti ancora una volta
e poi mai più
dev’essere più facile
che vederti ancora due volte
e poi mai più

Vederti ancora due volte
e poi mai più
dev’essere più facile
che vederti ancora tre volte
e poi mai più

Ma io sono uno sciocco
e voglio vederti
ancora molte volte
prima
di non poterti vedere
mai più.
 
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Emily Dickinson

Emily Dickinson patentata quacquera,
inutile mettere muri tra e te e le parole
e le svenevolezze della sorella
pronte ai tuoi inverosimili deliqui.
La forza si immette nell forza
la spada dentro la terra

Alda Merini


( 02.04.09 Bergamo)
 
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Grazie Dylan,
per averci lasciato queste due belle poesie.

Grazie Lalla,
ammetto di conoscere poco la poesia della Merini,
magari se ha tempo ne potrebbe lasciare un'altra per noi...

xxxchaos :yes3:
 
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ORA E' IL PENSIERO DI TENERI RAPPORTI

Ora è il pensiero di teneri rapporti,
di comunicazioni nuove che sorgono,
esterne ed interne, per agevolare vite
che vogliono continuare a vivere.

Cuori che desiderano incontri d'oro,
occhi che desiderano affetti,
perchè risarciscano impegni errati.



xxxchaos :yes3:
 
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Amici lombardi, la vostra poesia ha raggiunto sì tali altezze da farmi sentire l'aria rarefatta; da togliere il respiro; mi scuserete se ridiscendo un poco a valle, e varco l'appennino, per andare a trovare l'Aretino.

Ove il mettrete voi? Ditel' di grazia,
dietro o dinanzi? io vo' 'l sapere,
perché farovi forse dispiacere
se nel cul me lo caccio per disgrazia.
- Madonna, no, perché la potta sazia
il cazzo sì che v'ha poco piacere,
ma quel che faccio, il fo per non parere
un Frate Mariano, verbi gratia.

Ma poi ch'il cazzo in cul tutto volete
come vogliono savi, io sono contento
che voi fate del mio ciò che volete.

E pigliatelo con man, mettetel' dentro:
che tanto utile al corpo sentirete,
quanto che gli ammalati l'argomento.

E io tal gaudio sento
a sentire il mio cazzo in mano a voi,
ch'io morirò, se ci fottiam, fra noi.
 
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Cari utenti! Non sono una poeta, ma in ricorrenza della festa di Pasqua mi e´venuta in mente una poesia che citava spesso la mia amata nonnina (era molto credente) quando eraviamo tutti riuniti in occasione di queste feste:

Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che ho camminato sulla sabbia
accompagnato dal Signore
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.

Ho guardato indietro e ho visto che
ad ogni giorno della mia vita,
apparivano due orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.

Così sono andato avanti, finché
tutti i miei giorni si esaurirono.

Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi punti
c'era solo un'orma...
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
di maggiore paura e di maggior dolore.

Ho domandato, allora:
"Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
più difficili?".

Ed il Signore rispose:
"Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
con te e che non ti avrei lasciato solo
neppure per un attimo:

i giorni in cui tu hai visto solo un'orma
sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio".

~ Margaret Fishback Powers ~

Buona Pasqua! Missy

PS: Per me simbola una scaccia-crisi, ogni tanto ne´abbiamo bisogno di credere in qualcosa di soprannaturale. Spero che non viola la policy del Forum, non sono tanto sicura.
 
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Miss Jane ha scritto:
Cari utenti! Non sono una poeta, ma in ricorrenza della festa di Pasqua mi e´venuta in mente una poesia che citava spesso la mia amata nonnina (era molto credente) quando eraviamo tutti riuniti in occasione di queste feste:

Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che ho camminato sulla sabbia
accompagnato dal Signore
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.

Ho guardato indietro e ho visto che
ad ogni giorno della mia vita,
apparivano due orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.

Così sono andato avanti, finché
tutti i miei giorni si esaurirono.

Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi punti
c'era solo un'orma...
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
di maggiore paura e di maggior dolore.

Ho domandato, allora:
"Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
più difficili?".

Ed il Signore rispose:
"Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
con te e che non ti avrei lasciato solo
neppure per un attimo:

i giorni in cui tu hai visto solo un'orma
sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio".

~ Margaret Fishback Powers ~

Buona Pasqua! Missy

PS: Per me simbola una scaccia-crisi, ogni tanto ne´abbiamo bisogno di credere in qualcosa di soprannaturale. Spero che non viola la policy del Forum, non sono tanto sicura.

Non la conoscevo...
mi sono commosso nel leggere...
hai ragione Miss..., ognuno di noi, ciascuno a suo modo, ha bisogno di credere in qualcosa...

sicuramente il dottor Policy non avrà nulla da dire su questo...

Salutami Berlino...

xxxchaos :yes3:
 
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Potresti anche telefonarmi
e dirmi in un soffio di vita
che hai bisogno del mio racconto:
favole di una bimba che legge i sospiri,
favole di una donna che vuole amare,


Alda Merini
 
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lalla ha scritto:
Potresti anche telefonarmi
e dirmi in un soffio di vita
che hai bisogno del mio racconto:
favole di una bimba che legge i sospiri,
favole di una donna che vuole amare,


Alda Merini

Ma saranno solo favole?

Nonostante il mio maldestro tentativo di zavorrarlo questo 3d continua a volare alto, come un palloncino sfuggito di mano alla bimba... ormai è un puntino nel cielo....
 
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Caro Farlatta,

non definirei zavorra i birichini sonetti dell'Aretino...,
personalmente lo sento molto più vicino del Petrarca...

Quanto a Lei sig.ra LALLA,
ha scelto con "molta cura" la sua poesia...
...bellissima!!!

Lei non ce la racconta giusta...
Spegiudicatamente aggressiva in chat...,
riflessiva, quasi timida... in questa stanza...

xxxchaos :yes3:
 
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xxxchaos ha scritto:
(...)
Quanto a Lei sig.ra LALLA,
(...)

Spegiudicatamente aggressiva in chat...,
riflessiva, quasi timida... in questa stanza...

xxxchaos :yes3:

Le parole del maestro xxxchaos dedicate a Lalla mi hanno ricordato questi versi di Saffo, delicata cantrice dell'amore, di cui rimangono solo pochi frammenti... ne riporto due, antitetici fra loro. Il primo dedicato all'Eros, il secondo a Thanathos.


Dolce madre, non posso più tessere la tela;
Desiderio di un fanciullo mi ha vinta, e la molle Afrodite




Tramontata è la luna
Tramontatate sono le Pleiadi
L'ora passa
E io sono qui, sola
 
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Non è facile dire il cambiamento che operasti.
Se adesso sono viva, allora ero morta

anche se, come una pietra, non me ne curavo
e me ne stavo dov'ero per abitudine.

Tu non ti limitasti a spingermi un po' col piede, no
e lasciare che rivolgessi il mio piccolo occhio nudo

di nuovo verso il cielo, senza speranza, è ovvio,
di comprendere lazzurro, o le stelle.
Non fu questo. Diciamo che ho dormito: un serpente
mascherato da sasso nero tra i sassi neri

nel bianco fiato dell'inverno-
come i miei vicini, senza trarre alcun piacere

dai milioni di guance perfettamente cesellate
che si posavano a ogni istante per sciogliere

la mia guancia di basalto. Si mutavano in lacrime,
angeli piangenti su nature spente,

Ma non mi convincevano. Quelle lacrime gelavano.
Ogni testa morta aveva una visiera di ghiaccio.
E io continuavo a dormire come un dito ripiegato.
La prima cosa che vidi fu l'aria, aria trasparente,

e le gocce prigioniere che si levavano in rugiada
limpide come spiriti. Tutt'intorno giacevano molte

pietre stolide e inespressive,
Io guardavo e non capivo.

Con un brillio di scaglie di mica, mi svolsi
per riversarmi fuori come un liquido

tra le zampe d'uccello e gli steli delle piante
Non m'ingannai. Ti riconobbi all'istante.
Albero e pietra scintillavano, senz'ombra.
La mia breve lunghezza divento' lucente come vetro.

Cominciai a germogliare come un rametto di marzo:
un braccio e una gamba, un braccio, una gamba.

Da pietra a nuvola, e così salii in lato.
Ora assomiglio a una specie di dio

e fluttuo per l'aria nella mia veste d'anima
pura come una lastra di ghiaccio. E' un dono.


Sylvia Plath


per te
 
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Brescia e dintorni
Per le ragazze del forum..nei (spero rarissimi..) momenti di malinconia..

"Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa
in assoluto è una donna in rinascita.
Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita. No, finita mai, per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede,
anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo
che ti fa la morte o la malattia.
Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai
giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un
esame, peggio che a scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti
guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai. E sei tu
che lo fai durare.
Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un
uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non
flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua
vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.
Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare,
che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la
racconti,te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene
così.
Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato
Natali e Pasque.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima; ed è passato tanto
tempo, e ce ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno
cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più
chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento
che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo
lavoro, nella tua solitudine. Ed è stata crisi. E hai pianto.
Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco. Hai pianto mentre
camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro,
sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore,
Perché l'aria
buia ti asciugasse le guance? E poi hai scavato,
hai parlato.
Quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga
sei metri che dia un senso al tuo dolore. "Perché faccio così?
Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?"
Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a
quattro mani, e
saltano fuori migliaia di tasselli .
Un puzzle inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto.
Non lo sapevi? E' da quel grande fegato che ti ci vuole per
guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.
Perchè una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto
che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per
la tua nuova te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te
stessa.
Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.
Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è
come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere. Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle
tende o dal taglio di capelli.
Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo
meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova"
con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.
Perchè tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è
aperto. Stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto
per noi stesse".
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più
grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre. Quando meno te l'aspetti."

DIEGO CUGIA
 
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Riporto qui una traduzione che riporta meglio il linguaggio usato di Shakespaere. Miss Jane

Sonetto LXXIII di W. Shakespeare

Quella stagione in me tu puoi vedere
quando foglie ingiallite, nessuna, o poche, pendono
appese ai rami tremanti contro il freddo,
spogli cori in rovina dove dolci cantavano gli uccelli.
In me vedi il crepuscolo del giorno
che svanisce a occidente dopo sera,
che porta via pian piano notte nera,
simulacro di morte che nel riposo ogni cosa sigilla.
In me vedi quel fuoco che sfavilla
e langue sulle ceneri della sua giovinezza,
letto di morte in cui dovrà spirare
consumato con quel che lo nutriva.
Questo tu percepisci che rafforza il tuo amore,
per meglio amare ciò che presto dovrai abbandonare.
 
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Il mio cuore è scheggiato,
scalfita
la superficie scintillante
e dura dello smalto, quel manto
freddo, metallizzato,
lucido, delicato prodotto
della verniciatura a fuoco

Valerio Magrelli



E' la mia preferita
 
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