L'ANGOLO DELLA POESIA...

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Somwere in Bononia
Ed ora, per dissacrare, una parodia di alcuni versi del Sommo Alighieri........

....Cotal mi apparve, un péne
s'io ancor lo veggia
per lo cul venir sì ratto
che'l mover suo pareami una scureggia.....


:crazy: :crazy: :crazy: :crazy: :crazy: :crazy: :crazy: :crazy: :crazy:

NB

Chi indovina i versi originali vince una bambolina, chi ci prova e si sbaglia cucca invece il premio di consolazione: un'inculata da un nano
 
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Ovunque dove c'è Pilu.
Non sono assolutamente poeta, gli unici versi decenti che mi riescono sono quelli bestiali che mi accompagnano nella copula,
per questo mi affido alla poesia che Benigni ha messo in bocca a Bozzone nel film "Berlinguer ti voglio bene".


Noi semo quella razza che non stà troppo bene
che di giorno salta fossi e di sera le cene
lo posso gridà forte fino a diventà fioco
noi semo quella razza che tromba tanto poco
noi semo quella razza che al cinema s'intasa
per vedè donne ignude e farsi seghe a casa
eppure la natura c'insegna sia su monti sia a valle
che si può nascer bruchi per diventà farfalle
écco noi semo quella razza che è tra le più strane
che bruchi semo nati e bruchi si rimane
quella razza semo noi ed è inutile far finta
ci ha trombato la miseria e semo rimasti incinta.
:clapping: :clapping: :clapping:


Inoltre aggiungo il link per godere della recitazione.
http://www.youtube.com/watch?v=J2fRD4xH ... re=related

Come sempre un saluto :wink3:
ROY.
 
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Big Five ha scritto:
Ed ora, per dissacrare, una parodia di alcuni versi del Sommo Alighieri........

....Cotal mi apparve, un péne
s'io ancor lo veggia
per lo cul venir sì ratto
che'l mover suo pareami una scureggia.....


:crazy: :crazy: :crazy: :crazy: :crazy: :crazy: :crazy: :crazy: :crazy:

NB

Chi indovina i versi originali vince una bambolina, chi ci prova e si sbaglia cucca invece il premio di consolazione: un'inculata da un nano


... cotal m'apparve, s'io ancor lo veggia,
un lume per lo mar venir sì ratto,
che 'l muover suo nessun volar pareggia.

Siamo al 2° del Purgatorio, Dante e Virgilio sono appena usciti dall'Inferno e si stanno ancora riprendendo dalle sozzure viste laggiù. Hanno appena salutato Catone l'Uticense ("libertà ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta") e sono sulla riva del mare quando vedono apparire un vascello guidato dall'angelo divino che sbarca una torma di anime che devono "andar a farsi belle".


Dante, un punter ante litteram, in fondo.... :crazy:
 
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Chi indovina i versi originali vince una bambolina, chi ci prova e si sbaglia cucca invece il premio di consolazione: un'inculata da un nano[/quote]


... cotal m'apparve, s'io ancor lo veggia,
un lume per lo mar venir sì ratto,
che 'l muover suo nessun volar pareggia.

Siamo al 2° del Purgatorio, Dante e Virgilio sono appena usciti dall'Inferno e si stanno ancora riprendendo dalle sozzure viste laggiù. Hanno appena salutato Catone l'Uticense ("libertà ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta") e sono sulla riva del mare quando vedono apparire un vascello guidato dall'angelo divino che sbarca una torma di anime che devono "andar a farsi belle".


Hai vinto la bambolina controllo io che il signore soprascritto paghi le promesse
 
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Propongo "La fontana di sangue", di un ns illustre collega: C. Baudelaire. :biggrin:

Mi pare, a volte, che il mio sangue fiotti come una fontana dai ritmici singhiozzi.
Lo sento colare con un lungo murmure, ma mi tasto invano in cerca d'una ferita.
Fluisce attraverso la città come per un campo recintato e trasforma i selciati in isolotti,
cava la sete a ogni creatura, tinge la natura in rosso.
Spesso al vino capzioso ho chiesto di addormire per un giorno il terrore che m'assilla;
ma il vino rende l'occhio più acuto e l'orecchio più fino.
Ho cercato nell'amore il sonno dell'oblio;
ma l'amore, per me, non è che un materasso d'aghi fatto per procurare da bere a crudeli puttane.


A me piace molto. :good:

Questa frase invece, ben più modesta, è mia:

"Altezza è bellezza...e paura di cadere!". :umnik2:
Ciao,


Ciao
 
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Questa l'ho scritta io:

Ogni donna è un angelo
caduto dal cielo
per salvare l'anima
di ogni uomo.
Solo che spesso,
dimentica della sua missione,
lo porta alla perdizione.


Dedicata in particolare alle donne di PFI.
Ciao.
 
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davinci ha scritto:
Questa l'ho scritta io:

Ogni donna è un angelo
caduto dal cielo
per salvare l'anima
di ogni uomo.
Solo che spesso,
dimentica della sua missione,
lo porta alla perdizione.


Dedicata in particolare alle donne di PFI.
Ciao.



mmmmm sara' una cosa bella???

beh la perdizione ha sempre il suo bel perche'
 
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Faccio il mio ingresso in questo bellissimo 3d con alcuni versi di una poesia di Ungaretti che mi piace molto, a voi - se volete - le opportune riflessioni:


Proteso invano all'orlo dei ricordi,
Cadere forse fu mercé...

Non seppe

Ch'è la stessa illusione mondo e mente,
Che nel mistero delle proprie onde
Ogni terrena voce fa naufragio
 
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L'amore è una guerra, vuoi convincermi,
con qualche tregua, con qualche armistizio,
e io devo essere un cattivo soldato...,
se vengo a te allo scoperto, senza difese,
a te che sai combattere bene, e colpisci duro,
ogni volta ne porto i lividi per giorni.

Così elaboro tattiche,
complicate startegie: ma a che servono?
Come ti vedo, alzo le braccia, sventolo
un bianco sorriso; e non ti piace lo so.

Ma forse è questa la mia inconsapevole
rappresaglia: eludere i tuoi piani,
sventare gli attacchi, rendere inutili
le armi, toglierti, insomma, ogni gloria...

ARIODANTE MARIANNI


xxxchaos :umnik2:
 
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Non e' una poesia ma una canzone



http://www.youtube.com/watch?v=P5wVz_j2RSU

Se vuoi un po’ di me
Mi dovrai aspettare
E camminare a passi lenti
Molto lenti

E poco a poco dimenticare
Il tempo e la sua velocità
Frenare il ritmo, andare molto piano
Più piano



Sii delicato e aspetta
Dammi tempo per darti
Tutto quello che ho

Sii delicato e aspetta
Dammi tempo per darti
Tutto quello che ho

Se vuoi un po’ di me
Dammi pazienza e vedrai
Sarà meglio che andare di corsa
Alza il volo

E poco a poco dimenticare
Il tempo e la sua velocità
Frenare il ritmo, andare molto piano
Ogni volta più piano



Sii delicato e aspetta
Dammi tempo per darti
Tutto quello che ho

Sii delicato e aspetta
Dammi tempo per darti
Tutto quello che ho

Se mi parli di amore
Se addolcisci la mia vita
Non resterai tanto tempo
Senza sapere quello che sento



Sii delicato e aspetta
Dammi tempo per darti
Tutto quello che ho

Sii delicato e aspetta
Dammi tempo per darti
Tutto quello che ho
 
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Una piccola avventura..., di ritorno da NY...

Un sommesso bussare alla mia camera d’albergo, mi sveglia…, mi sistemo in fretta l’accappatoio e apro la porta…, è la cameriera del piano passata a prepararmi la camera da letto per la notte, le spiego gentilmente che non c’è bisogno e le allungo qualche dollaro di mancia.
Ora che sono sveglio, mi ritrovo affamato…, divoro un paio di cioccolatini dell’albergo…, sono quasi le dieci di sera, rapidamente mi sbarbo, mi vesto in modo elegante per lo standard di qui ed esco…, destinazione un ristorante sulla 46th poco distante da Times Square di cui degli amici mi hanno parlato bene…

Rispetto a solo poche ore fa…, il tempo è del tutto cambiato…, ora il sole il caldo e l’afa del pomeriggio, hanno lasciato il posto ad un vento fresco e odoroso di mare, il cielo notturno è solcato da nuvole minacciose che si muovono velocemente giocando a nascondino tra i riflessi color argento e carta da zucchero dei grattacieli…
Risalgo lentamente la 6th avenue sino alla 46th guardando le vetrine dei negozi che stanno chiudendo, evito così di passare proprio per il centro di Times Square.
Questa sera non ho particolarmente voglia di immergermi in quel mare di folla che da ogni parte del mondo tutte le sere si da appuntamento in questa parte della città.

Difficile…, per me impossibile camminare per il centro di New York senza tenere il naso all’insù, questa sera poi alla scenografia dei palazzi dalle imponenti entrate e dai profili che finiscono con il confondersi con il colore della notte, si aggiunge come colonna sonora il rumore dei tuoni che si fa sempre più vicino…, la luce dei lampi che ora saetta riflessa rimbalzando da un grattacielo all’altro…

Arrivo al distretto dei teatri e al ristorante mentre le prime gocce iniziano a cadere…
Il posto è caldo ed accogliente, mi rannicchio in un tavolino d’angolo, ad osservare come sempre curioso, l’umanità che mi circonda…
Una coppia di anziani…, eleganti nei loro vestiti di taglio inglese d’altri tempi, si imboccano l’un l’altro desiderosi di far assaggiare all’altro i piatti che ciascuno ha ordinato…
Un’altra coppia appena trentenne vestita con abiti molto informali (t-shirt, pantaloncini e infradito), completamente a loro agio con la loro obesità (occhio e croce sui 300 Kg in due), si stanno cimentando felici sul chi finirà prima quella mega porzione di dolce che hanno appena ricevuto…
Poco più in là, vedo un gruppetto di coppie di italiani…, gli uomini che parlano a voce alta vantandosi di qualche cosa…, le donne assorte a scrutare la toilette delle numerose altre donne presenti in sala, per poi poterle commentare tra loro…
Il cibo è piacevole, semplice ma ben cucinato…, piacevole è rimanere qui al caldo e all’asciutto assorto nei mie pensieri, con una buona bottiglia di barbaresco sul tavolo, mentre a pochi centimetri dal mio naso le strade di New York si stanno letteralmente allagando sotto questo violento temporale…

E’ quasi mezzanotte quando esco dal ristornate che ora è quasi deserto, l’aria ora ha un altro profumo, è decisamente più fredda, timide folate di vento scendono verso la strada risucchiate dalle pareti dei grattacieli che le catturano, ho voglia di fumare…, tornare a passeggiare per le strade di New York che il diluvio appena terminato ha ripulito dallo sporco e dalla folla…, ho anche voglia di qualcosa d’altro….
Ho appena lasciato Times Square alle mie spalle, ora sono sulla 42th strada passo sotto la pensilina del maestoso ingresso del building con la sede della Conde-Nast …, ne approfitto per riparami dal vento e accendermi una sigaretta…
Cammino radente alle pareti dei palazzi schivando gli ultimi rimasugli del temporale, ora le pareti di cemento alla mia sinistra lasciano il posto alle ampie vetrate di un altro locale arredato elegantemente con un grande bancone del bar illuminato da una luce soffusa, calda e accogliente…

Lei è lì…, sola…, elegantemente seduta con le lunghe gambe accavallate su un piccolo e alto sgabello e mi guarda attraverso la vetrata…, i segnali che arrivano al mio cervello sono inequivocabili…, quel sorriso ammiccante, quel leggero sporgersi verso di me…, quel leggerissimo dondolio delle gambe…, piccoli movimenti del corpo femminile che ho imparato a conoscere in altri posti ed in altri luoghi...

E così entro…, driblando un paio di camerieri accorsi per portarmi ad un tavolo, mi siedo (cerco di farlo anche se non ho un buon rapporto con questi trabiccoli…), su uno sgabello a poca distanza dal suo…, il bar è quasi deserto.
I nostri sguardi si incontrano…, accidenti…è… bellissima…, avrà all’incirca una trentina d’anni, la pelle color caffèlatte è liscia come seta, capelli lisci neri con un taglio particolare, occhi profondi color nocciola incastonati in un viso dai lineamenti leggermente orientali…
Ora mi muovo come recitando la trama di un vecchio film…, ordino da bere per me e chiedo al barman di portare un altro drink alla mia bella vicina…, lui annuisce con occhi furbi…
I drink arrivano, Lei fingendosi sorpresa mi ringrazia sporgendosi verso di me mentre con la mano affusolata mi indica lo sgabello vicino al suo…
Afferro il mio armagnac e cercando di non rovinare giù per lo sgabello, mi avvicino…
Ci presentiamo, Lei si chiama Michelle (ma quando mai…), mi viene spontanea una battuta sull’altra Michelle che impazza negli USA da qualche mese, la moglie di Obama, Lei ride, sembra sincera ed io intanto le dico quanto è bella…
Abbandoniamo il bancone con i nostri drink e ci sediamo vicini su due poltroncine di cuoio scuro…, nell’accompagnarla a sedere ho potuto godere della vista della sua schiena nuda e del suo fondoschiena fasciato in un semplice ma allo stesso tempo molto sexy abitino da sera.
Iniziamo a raccontarci qualcosa di noi…, Le mi dice che prima lavorava a Washington ma che per la crisi si era trasferita da poco a New York, io le racconto i motivi del mio viaggio di lavoro…, parliamo per una buona mezz’ora…, l’armagnac mi riscalda e scioglie le mie parole, sono rilassato, è bello stare al gioco…, è bello corteggiare e sentirsi corteggiare da questa bellissima donna, nell’atmosfera di luce e musica soffusa in questo locale sulla 42th strada a migliaia di chilometri di distanza da casa…, da tutto…
Ora sento che sta arrivando il momento di chiudere la partita…
Le chiedo se conosce qualche locale vicino dove poter passare insieme ancora qualche ora…, Lei mi conferma che la domenica, anzi ormai è quasi l’una del mattino di lunedì, la maggior parte sono chiusi….
Mi chiede dove alloggio…, le rispondo che sono al Bryant sulla 40th a 5 minuti di strada da lì…, Lei si sporge in modo provocante verso di me, vedo l’attaccatura dei suoi seni alti e sodi a pochi centimetri dal mio viso…, con un sorriso mi dice che le è venuta un’idea birichina su come passare il resto della notte…

…Non ne avevo dubbi…, mia bella e dolce pantera…, non ne avevo dubbi…

Le strade di New York mi riaccolgono poco dopo di nuovo solo…
…mi sembra di sentirle sghignazzare…, mentre litigo con questo dannato vento
cercando di accendermi l’ultima sigaretta…

xxxchaos :bye:
 
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Quello che raccontava Pier Paolo Pasolini era un altro mondo. E l'Italia un paese che non ho mai conosciuto. Non so se siamo diventati migliori o peggiori; credo che un grande come PPP mancherà sempre. Buonissima idea, di parlare anche di poesia.

Sesso, consolazione della miseria!
La puttana è una regina, il suo trono
è un rudere, la sua terra un pezzo
di merdoso prato, il suo scettro
una borsetta di vernice rossa:
abbaia nella notte, sporca e feroce
come un'antica madre: difende
il suo possesso e la sua vita.
I magnaccia, attorno, a frotte,
gonfi e sbattuti, coi loro baffi
brindisi o slavi, sono
capi, reggenti: combinano
nel buio, i loro affari di cento lire,
ammiccando in silenzio, scambiandosi
parole d'ordine: il mondo, escluso, tace
intorno a loro, che se ne sono esclusi,
silenziose carogne di rapaci.
Ma nei rifiuti del mondo, nasce
un nuovo mondo: nascono leggi nuove
dove non c'è più legge; nasce un nuovo
onore dove onore è il disonore...
Nascono potenze e nobiltà,
feroci, nei mucchi di tuguri,
nei luoghi sconfinati dove credi
che la città finisca, e dove invece
ricomincia, nemica, ricomincia
per migliaia di volte, con ponti
e labirinti, cantieri e sterri,
dietro mareggiate di grattacieli,
che coprono interi orizzonti.
Nella facilità dell'amore
il miserabile si sente uomo:
fonda la fiducia nella vita, fino
a disprezzare chi ha altra vita.
I figli si gettano all'avventura
sicuri d'essere in un mondo
che di loro, del loro sesso, ha paura.
La loro pietà è nell'essere spietati,
la loro forza nella leggerezza,
la loro speranza nel non avere speranza.
 
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xxxchaos ha scritto:
...mia bella e dolce pantera...

Que dicen? Sarebbe andata d'accordo con un micione nero??????

Comunque visto che siamo nell' Angolo della Poesia, vi riporto un breve testo, che lessi tempo fa e che mi piacque molto...

NUESTRO MIEDO MAS PROFUNDO
Nuestro miedo más profundo
No es que seamos inadecuados.
Nuestro miedo más profundo
Es que somos poderosos más allá de las medidas.
Es nuestra luz, no nuestra oscuridad,
Lo que más nos asusta.
Nos preguntamos a nosotros mismos
¿Quién soy yo para ser brillante, magnífico, talentoso y fabuloso?.
Francamente ¿quiénes somos para no serlo?.
Tu eres un hijo de Dios.
El jugar a ser pequeño no le sirve al mundo.
No hay nada de iluminación en el encogerse
Para que otras personas no se sientan inseguras a tu alrededor.
Nos todos nacimos para brillar,
Como hacen los niños.
Nacimos para manifestar la gloria de Dios
Que está dentro de nosotros.
No está sólo en algunos de nosotros,
Esta en todos.
Y mientras le permitimos a nuestra luz brillar,
Nosotros inconscientemente damos permiso a otros a hacer lo mismo.
Mientras nos liberemos de nuestros miedos,
Nuestra presencia automáticamente liberará a otros

LA NOSTRA PAURA PIU' PROFONDA
La nostra paura più profonda
Non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda,
E'di essere potenti oltre ogni limite.
E' la nostra luce, non la nostra ombra,
A spaventarci di più.
Ci domandiamo:
" Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? "
In realtà chi sei tu per non esserlo?
Siamo figli di Dio.
Il nostro giocare in piccolo,
Non serve al mondo.
Non c'è nulla di illuminato nello sminuire se stessi
Cosicchè gli altri non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere,
Come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta
La gloria di Dio che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi:
E' in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere
Inconsapevolmente diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
La nostra presenza automaticamente libera gli altri.
 
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G

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L'Angolo della "Poesia"

Attimi...
Nei tuoi occhi è l'ardore di un fuoco acceso.
Pochi istanti colmi di attrazione
nell'omaggio di una passione.
e così...in quello sguardo sfuggo
per poi tornare in quel momento di seduzione.
Sono attimi roventi, stampati sulle gote, in giochi effervescenti.
Gocce di sudore che scendono sulla pelle in gemiti deliranti
in cerca di appagamento

...prima d'andare altrove.

di bimba.
 
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M

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Re: L'Angolo della "Poesia"

Era d'Agosto e il povero uccelletto
Ferito dallo sparo di un moschetto
Andò per riparare l'ala offesa,
a finire all'interno di una chiesa.

Dalla tendina del confessionale
Il parroco intravvide l'animale
Mentre i fedeli stavano a sedere
Recitando sommessi le preghiere.

Una donna che vide l'uccelletto
Lo prese e se lo mise dentro il petto.
Ad un tratto si sentì un pigolio
Pio pio, pio pio, pio pio.

Qualcuno rise a sto cantar d'uccelli
E il parroco, seccato urlò: "Fratelli!
Chi ha l'uccello mi faccia il favore
Di lasciare la casa del Signore!"

I maschi un po' sorpresi a tal parole
Lenti e perplessi alzarono le suole,
ma il parroco lasciò il confessionale
e: "Fermi - disse - mi sono espresso male!

Tornate indietro e statemi a sentire,
solo chi ha preso l'uccello deve uscire!"
a testa bassa e la corona in mano,
le donne tutte usciron pian piano.

Ma mentre andavan fuori gridò il prete:
"Ma dove andate, stolte che voi siete!
Restate qui, che ognuno ascolti e sieda,
io mi rivolgo a chi l'ha preso in chiesa!"

Ubbidienti in quello stesso istante
le monache si alzarono tutte quante
e con il volto invaso dal rossore
lasciarono la casa del Signore.

"Per tutti i santi - gridò il prete -
sorelle rientrate e state quiete.
Convien finire, fratelli peccatori,
l'equivoco e la serie degli errori:
esca solo chi è così villano
da stare in chiesa con l'uccello in mano.

Ben celata in un angolo appartato
Una ragazza col suo fidanzato,
in una cappelletta laterale,
ci mancò poco si sentisse male

e con il volto di un pallore smorto
disse: "Che ti dicevo? Se n'è accorto!"



...Trilussa

__________________________julllllllllllllllllllllll
 
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Nei dintorni della Ghirlandina
Re: L'Angolo della "Poesia"

Altrove noto fui come poeta
in altri forum e altre situazioni,
posso vagar fra le parole senza meta,
e fare sciocche rime come nelle canzoni.
Ma in cuor mio amici io vi dico,
che nulla esprime quel che nel cuor c'è,
sapide emozioni, sogni da amico,
di ammirazione di donne e decolletè.
Comincio qui lasciando il mio pensiero,
ed auguro a voi tutti di poetare,
perchè null'al mondo fu più vero,
di ciò che all'altro sesso si può dedicare.


Pep
 
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