Salve ragazzi. Volevo raccontare "la mia prima volta da punter", in particolare delle emozioni e sensazioni che
provai in fase del primo indimenticato approccio. Mai raccontato a nessuno, ora qui in "prima visione".
Quando ero teenager l'idea di andare a prostitute non mi passava neanche nell'anticamera del cervello. Passavo il
tempo a sfogare i miei istinti sui giornalini pornografici (sul tema andrebbe aperto un altro post!). A 20 anni la
prima ragazza e la scoperta del sesso reale (lei aveva 17 anni ed era stata con uno di 26, vi lascio immaginare).
Dopo tre mesi ci lasciammo e qui iniziarono i dolori. Anzi, all'inizio ero quasi contento perchè mi sentii
nuovamente libero, ma dopo pochi mesi sentivo la sua mancanza e stavo male. Pensavo di aver rotto il ghiaccio sotto un punto di vista della vita sessuale, ma non fu così. Raccattavo solo due di picche (ero uno sfigato), non avevo quattrini, non avevo la macchina, non lavoravo ancora e soprattutto non trombavo piu', solo una montagna di seghe con i soliti porno. Questo stato di cose mi faceva soffrire interiormente, avevo capito di essere un fallito più imbecille di prima. Dopo un anno, come se non bastasse, fui chiamato al servizio di leva: 400 km lontano da casa e con l'incertezza di partire per la guerra nel Golfo (gennaio 1991). I commilitoni in libera uscita tornavano a casa, io e 4 gatti a marcire in caserma. Un altro anno vissuto al di fuori da tutto. Non ne potevo proprio più.
Un giorno un "camerata" mi disse: "ma che cazzo ci fai sempre qua? Sveglia! Vai a Novara, sul viale c'e' una tipa
così e così... e buttati PER DIO!"
Si, una sera andai a vedere, ero a piedi e puzzavo di militare da fare schifo. C'era una ragazza italiana che
ricordo vagamente. Passai dietro di lei e le dissi un ciao a denti stretti. Lei urlò '"VATTENE VIA!". Boh, intanto la
molla della curiosità era scattata e dal momento che era imminente la licenza ordinaria (10 gg di fila) pensai:
"Basta! Torno a casa e VADO!" Ero fermamente convinto a porre termine a DUE LUNGHI ANNI di digiuno. Studiai
addirittura un piano: percorsi, orari, vie di fuga e soprattutto cosa dire alle signorine: alla fine la mia mente partorì un arido e sintetico "quant'è?".
Maggio 1991: infilo la Fiat 127 del mio vecchio, con il motore che si spegneva ad ogni semaforo rosso e via alle
Cascine a Firenze (unico posto di cui avevo sentito parlare). Fu dura. L'idea di fare qualcosa di proibito (proibito?) mi spaventava ma mi faceva salire l'adrenalina a 1000. Non posso descrivere come mi sentivo: un po' come quando il professore a scuola scorreva il registro e diceva: ora s'interroga... la caghetta nei pantaloni insomma.
In più il timore di beccare un omosessuale e rovinare l'esordio. Insomma ero sui viali e non capivo nulla, fra
tempesta ormonale, adrenalina, paura, incoscienza, inesperienza.
Trovo una tipa, aveva 32 anni. Non bella di faccia, aveva l'acne. 100.000 lire ed eccola che apre lo sportello e
sale. Accadono due cose, la prima di stupore: pensai "ma che fa?? sale in macchina per davvero??? Ma non ci
credo!!!" La seconda: il vederla mentre saliva in macchina con la minigonna che scopriva appena il sedere e la
passerina mi aveva letteralmente fatto sbandare.
![Woottrizomeno :woottrizomeno: :woottrizomeno:](/images/smilies/woottrizomeno.gif)
Arrivammo a casa sua, tutta la paura che avevo scomparve, non mi posi neanche il problema di dove fossimo e se correvo pericoli, eravamo comunque poco fuori Firenze. Qui altro spettacolo: lei sale una lunga e stretta scala e io dietro di lei: vederla ancheggiare mentre saliva mi fece diventare guasto. Sono stato bene, vi risparmio la RECE perchè non avrebbe alcun senso. Al termine la riaccompagnai al posto e mentre tornavo a casa pensai: "Madonna com'è facile!! Ho sempre avuto la soluzione a portata di mano e ho sempre vissuto da ignorante... bastava solo allungare il braccio!! (e la moneta!)". Tornai a casa completamente nuovo. Un Universo parallelo era tutto da scoprire. :big_boss: