La mia anima stanotte non trova pace, brucia di una febbre infinita... forse è solo suggestione, ma sento urlare tutta la sua rabbia... è affamata... è da tropppo che la lascio senza emozioni... ne ha bisogno... ne ha bisogno come un fiore ha bisogno d'acqua... ne ha bisogno come due cuori hanno bisogno di incontrarsi... non ce la faccio più ad ascoltarla... esco...
la città ormai ha perso il vociare che fino poco tempo fa l'animava fino a tarda notte... anche lei ha perso la sua "anima"... le strade deserte mi lasciano un sapore asciutto in bocca... è arida come il deserto la città, così come la mia mente... quell'insegna che lampeggia ossessivamente cattura il mio sguardo... e forse la mia immaginazione... il bancone nero di legno è vecchio, ma lucido... su di esso si riflettono flebilmente le luci rossastre che maldestramente sono state messe nel tentativo di dare colore all'ambiente... è tutto in penombra... i tavoli, anche loro in legno nero, sono incastonati vicino al muro ed accerchiati da una scomoda panchina... mi siedo... non so neanche io perchè... forse ho paura di cadere, non vedo quasi nulla... la mia anima continua ad urlarmi nella testa, non ha nessuna voglia di lasciarmi perdere... la ragazza con il menù mi appare davanti all'improvviso, neanche l'avevo vista arrivare... la ragazza... è una donna, vicino ai quaranta credo, ma se li porta bene... nonostante l'oscurità riesco ad indovinarne la fisionomia... un paio di jeans aderenti raccontano di un fisico piacevole e la camicetta bianca scarsamente abbottonata non riesce a celare un seno prorompente... la guardo un pò stupito... lei mi fissa...e all'improvviso mi sorride.. si avvicina, mi guarda sempre sorridendo e mi dice "... ti ricordi di me...?"... quelle parole mi scuotono, la sua voce... certo che so chi è... Daniela... "Daniela... accidenti... non ti avevo riconosciuto... c'è così poca luce quì dentro...", "quando ti ho visto entrare, non ero sicura fossi tu... quanto tempo... come stai?"... come stò... quanto odio rispondere banalmente... ma non posso farne a meno.... "abbastanza bene... tu?", "anche io bene... è bello rivederti..."... "si, anche per me lo è... pensavo fossi andata via per sempre... è tanto che sei tornata?"... non ha il tempo di rispondere.. "Daniela, vieni quì, dai che gente che aspetta...", mi guarda, abbozza un sorriso... "cosa ti porto, se non ricordo male ti piace la Guiness...", "si, ok, la Guiness, va benissimo"... un altro sorriso e la vedo allontanare... dopo pochi minuti torna, ha con se un vassoio con la mia pinta ed una ciotola di pistacchi... la posa sul tavolo e si siede... "tra mezz'ora finisco il turno, ti vanno due chiacchiere?", "certo...", lascia sul tavolo in bicchiere e la ciotola, mi sorride e si allontana con il vassoio vuoto in mano...
Solo ora mi rendo conto che la mia anima ha smesso di urlare... quel brivido che mi ha carezzato la schiena quando ho sentito la sua voce l'ha finalmente placata... la vedo andare da un tavolo all'altro mentre sorseggio quella birra... è più buona del solito... la schiuma densa e persistente disegna delle striature sul bicchiere man mano che la bevo... sembrano delle piccole ragnatele il lento movimento... i sapore sapido dei pistacchi mi fa venire ancora più sete e non passa molto che vedo il fondo del bicchiere... ma non importa... la mezz'ora è passata... mi sono abituato all'oscurità... le luci rosse poi non stonano così tanto... le facce delle persone ne riprendono il colore... sui loro volti il gioco dei chiari e scuri è evidenziato da quella luce colorata... facce giovani, sconosciute... un vociare di sottofondo che tutto sommato si sposa bene con l'ambiente... non è tetro come ho pensato nel momento in cui sono entrato, anzi... la vedo venire verso di me, mi alzo... si ferma un attimo a guardarmi mentre io la fisso... "dai, cosa aspetti, paga ed usciamo!" mi dice scoppiando a ridere.... è fatta così Daniela... spontanea... quel viso si illumina nei suoi sorrisi... qualche piccola ruga non toglie nulla alla sua bellezza, anzi... la rende più interessante ai miei occhi, meno "perfetta", ma proprio per questo più attraente... mi prende sotto braccio e mi stringe a se... ed in quel modo usciamo dal locale... fuori l'aria è fresca, ma non fa freddo... il cielo è terso, la luna uno spicchio bianco in mezzo al cielo, qualche stella nonostante le luci della citta fa bella mostra di se... strana questa notte... la città non sembra più morta come prima... ma solo addormentata...
No, non abbiamo fatto l'amore... abbiamo solo parlato, ricordando le cazzate fatte da giovani e quelle da grandi... non è stata una notte di sesso... anche se... ma non era quello che cercavamo in questa notte... una carezza alle nostre anime era quello di cui avevamo bisogno... un pò di speranza... un pò di amore... e lo abbiamo avuto...
Buonanotte.
Napiotta.