- Creatore Discussione
- #401
Una grande tristezza.
Ma anche una certa rabbia.
Sono stati i due sentimenti che mi hanno pervaso un paio di settimane fa, o forse tre. Cercavo un breve video su youtube per postare una risposta qui sul forum, e del tutto imprevedibilmente mi sono imbattuto in un video pubblicato da un giornalista, personalmente direi un ‘sedicente’ giornalista.
Siamo a Bari, su una complanare della locale tangenziale dove la stessa finisce innestandosi sulla SS16 per Brindisi. Una stradina di duecento metri, che insieme ad un paio di altre viuzze e rotonde in zona costituisce il pup per le otr diurne di Bari.
Evidentemente il giorno precedente c’era stata la classica retata in grande stile, dal giorno dopo tutto come prima. Il ‘sedicente’ giornalista si avvicina alle ragazze e le invita ad andare via, ‘perché qui non potete stare’. La domanda è: ma chi stracazzo sei per ordinare a delle persone di andare via (fossero anche delle prostitute)? Con molto più sale in zucca, una delle ragazze gli risponde che se dovessero andare via, sarebbero le forze dell’ordine a doverglielo intimare, e non lui. Ovviamente il ‘sedicente’ giornalista nulla ha da replicare.
Si limita ad inseguire le tre ragazze anche quando queste sono ormai fuori della complanare (su uno spiazzo cementato retrostante), avvisandole che ‘devi andartene di qua, non puoi stare qua, io non sono la polizia e non hai capito un cazzo, da qui non ce ne andiamo (plurale maiestatis, o forse il ‘sedicente’ giornalista aveva gli scagnozzi)’: ma non è lui a trasformarsi in uno stalker??? Ma chi è per intimare ad una persona di doversi allontanare?
Riesce persino a mentire con un procurato allarme, allorquando (presumibilmente, c’è da vedere se la telefonata sia poi stata reale) telefona ai carabinieri notificando loro che ‘tutte le 9 ragazze che loro ieri hanno identificato, oggi sono di nuovo tutte qui’, laddove è ben evidente nel filmato che di ragazze ce ne sono solo tre.
Se le ragazze fossero state un pochino più esperte (o avessero praticato in zone meglio ‘organizzate’) avrebbero potuto evitare di agitarsi e lanciare pietre (rischiando di passare dalla parte del torto) limitandosi ad essere loro a chiamare le Ff. Oo. informandole che venivano disturbate da uno scocciatore.
Ma soprattutto, avrebbero potuto dichiarare che non avrebbero rilasciato il benestare alla messa in onda, rendendo in tal modo impossibile farle vedere in volto, cosa che invece è scorrettamente avvenuta.
Solo dopo diversi minuti di visione del video mi sono reso conto che una delle tre io la conoscevo benissimo: con mia enorme meraviglia, quella che urla incazzata come una iena e brandisce una bottiglia spaccata era proprio una con cui ero stato più di una volta (non recensita, mi pento e mi dolgo).
E’ quella – con le autoreggenti – che meglio parla in Italiano e che correttamente ed intelligentemente risponde a tono al ‘sedicente’ giornalista, facendogli presente che non c’è motivo per cui debbano allontanarsi, tanto più che vestite (per quanto evidentemente succintamente).
Quello che mi fa incazzare, ma davvero tanto incazzare, è che voi qui la vedete dare il peggio di sé (lo avremmo fatto in molti, al suo posto), ma io ne serbo un ricordo ben diverso.
Faceva come di consueto avanti e dietro dalla Romania, cercando di evitare che la sorella minore seguisse le sue orme, e soprattutto che potesse scoprire (la sorella, come il resto della famiglia e del clan) la sua vera attività. Il solito segreto di pulcinella, sul quale si giocano tanto del loro delicato equilibrio psichico le pay straniere in Italia.
Non era il mio ideal tipo, lei bassina e ben pienotta, per me che sono tipicamente amante delle skinny, ma mi piaceva perché dietro la sua apparenza di pay navigata si nascondeva una giovane ragazza (maggiorenne) piena di dubbi, paure, incertezze.
Ricordo tante chiacchierate fatte insieme, prima e dopo il trombo (e prima e dopo aver massacrati i semiassi dell’auto in uno dei luoghi di imbosco deputati), ma il ricordo che serbo più forte è quello di un giorno in particolare. Doveva essere almeno primavera, perché lei era vestita in modo molto leggero, ma non puttanifero, diciamo da ragazza con abitino non troppo lungo. Ricordo che una delle parti di questo abbigliamento (forse la gonna) era totalmente dorata, la qual cosa la faceva apparire più pronta ad andare ad una serata in discoteca, che non di ritorno da una giornata di sesso a pagamento. Non ricordo se facemmo sesso, o se mi limitai a fermarmi a salutarla, ma ciò che ricordo bene è che mi chiese la cortesia di darle un passaggio. Mi chiese di portarla sul lungomare poco distante, perché voleva stare da sola a riflettere guardando il mare.
La accompagnai, ripassando dopo un poco, e lei era ancora lì, distante sui grandi e piatti sassi, con la sua gonna dorata, rivolta verso il mare, tuffata nei suoi pensieri. Non saprei dire se questo mio ricorda si posizioni prima, dopo, o in concomitanza dello scellerato servizio giornalistico, ma ricordo bene la sensazione che mi diede (a me già nota per le nostre chiacchierate precedenti) di una ragazza combattuta tra esigenze, sentimenti, pulsioni contraddittorie.
In ogni caso una ragazza che non meritava di essere sputtanata con un video dove la si vede molto bene in volto, che magari (forse, speriamo) nessuno vedrà mai in Romania, ma che si sentirà annientata e distrutta se ciò dovesse avvenire. E questo, per aver realizzato quale reportage? Con quale finalità? Per documentare cosa?
Caro ‘direttore del Quotidiano Italiano’, tu non hai realizzato cinque minuti e sedici secondi di grande giornalismo: hai solo dato un’ennesima coltellata a Tiziana Cantone, da uomo prevaricatore e violento, che al posto di un’arma bianca o del revenge ha brandito una telecamera.
P.s.. https://www.youtube.com/watch?v=6Veh7jzUU8E
Ma anche una certa rabbia.
Sono stati i due sentimenti che mi hanno pervaso un paio di settimane fa, o forse tre. Cercavo un breve video su youtube per postare una risposta qui sul forum, e del tutto imprevedibilmente mi sono imbattuto in un video pubblicato da un giornalista, personalmente direi un ‘sedicente’ giornalista.
Siamo a Bari, su una complanare della locale tangenziale dove la stessa finisce innestandosi sulla SS16 per Brindisi. Una stradina di duecento metri, che insieme ad un paio di altre viuzze e rotonde in zona costituisce il pup per le otr diurne di Bari.
Evidentemente il giorno precedente c’era stata la classica retata in grande stile, dal giorno dopo tutto come prima. Il ‘sedicente’ giornalista si avvicina alle ragazze e le invita ad andare via, ‘perché qui non potete stare’. La domanda è: ma chi stracazzo sei per ordinare a delle persone di andare via (fossero anche delle prostitute)? Con molto più sale in zucca, una delle ragazze gli risponde che se dovessero andare via, sarebbero le forze dell’ordine a doverglielo intimare, e non lui. Ovviamente il ‘sedicente’ giornalista nulla ha da replicare.
Si limita ad inseguire le tre ragazze anche quando queste sono ormai fuori della complanare (su uno spiazzo cementato retrostante), avvisandole che ‘devi andartene di qua, non puoi stare qua, io non sono la polizia e non hai capito un cazzo, da qui non ce ne andiamo (plurale maiestatis, o forse il ‘sedicente’ giornalista aveva gli scagnozzi)’: ma non è lui a trasformarsi in uno stalker??? Ma chi è per intimare ad una persona di doversi allontanare?
Riesce persino a mentire con un procurato allarme, allorquando (presumibilmente, c’è da vedere se la telefonata sia poi stata reale) telefona ai carabinieri notificando loro che ‘tutte le 9 ragazze che loro ieri hanno identificato, oggi sono di nuovo tutte qui’, laddove è ben evidente nel filmato che di ragazze ce ne sono solo tre.
Se le ragazze fossero state un pochino più esperte (o avessero praticato in zone meglio ‘organizzate’) avrebbero potuto evitare di agitarsi e lanciare pietre (rischiando di passare dalla parte del torto) limitandosi ad essere loro a chiamare le Ff. Oo. informandole che venivano disturbate da uno scocciatore.
Ma soprattutto, avrebbero potuto dichiarare che non avrebbero rilasciato il benestare alla messa in onda, rendendo in tal modo impossibile farle vedere in volto, cosa che invece è scorrettamente avvenuta.
Solo dopo diversi minuti di visione del video mi sono reso conto che una delle tre io la conoscevo benissimo: con mia enorme meraviglia, quella che urla incazzata come una iena e brandisce una bottiglia spaccata era proprio una con cui ero stato più di una volta (non recensita, mi pento e mi dolgo).
E’ quella – con le autoreggenti – che meglio parla in Italiano e che correttamente ed intelligentemente risponde a tono al ‘sedicente’ giornalista, facendogli presente che non c’è motivo per cui debbano allontanarsi, tanto più che vestite (per quanto evidentemente succintamente).
Quello che mi fa incazzare, ma davvero tanto incazzare, è che voi qui la vedete dare il peggio di sé (lo avremmo fatto in molti, al suo posto), ma io ne serbo un ricordo ben diverso.
Faceva come di consueto avanti e dietro dalla Romania, cercando di evitare che la sorella minore seguisse le sue orme, e soprattutto che potesse scoprire (la sorella, come il resto della famiglia e del clan) la sua vera attività. Il solito segreto di pulcinella, sul quale si giocano tanto del loro delicato equilibrio psichico le pay straniere in Italia.
Non era il mio ideal tipo, lei bassina e ben pienotta, per me che sono tipicamente amante delle skinny, ma mi piaceva perché dietro la sua apparenza di pay navigata si nascondeva una giovane ragazza (maggiorenne) piena di dubbi, paure, incertezze.
Ricordo tante chiacchierate fatte insieme, prima e dopo il trombo (e prima e dopo aver massacrati i semiassi dell’auto in uno dei luoghi di imbosco deputati), ma il ricordo che serbo più forte è quello di un giorno in particolare. Doveva essere almeno primavera, perché lei era vestita in modo molto leggero, ma non puttanifero, diciamo da ragazza con abitino non troppo lungo. Ricordo che una delle parti di questo abbigliamento (forse la gonna) era totalmente dorata, la qual cosa la faceva apparire più pronta ad andare ad una serata in discoteca, che non di ritorno da una giornata di sesso a pagamento. Non ricordo se facemmo sesso, o se mi limitai a fermarmi a salutarla, ma ciò che ricordo bene è che mi chiese la cortesia di darle un passaggio. Mi chiese di portarla sul lungomare poco distante, perché voleva stare da sola a riflettere guardando il mare.
La accompagnai, ripassando dopo un poco, e lei era ancora lì, distante sui grandi e piatti sassi, con la sua gonna dorata, rivolta verso il mare, tuffata nei suoi pensieri. Non saprei dire se questo mio ricorda si posizioni prima, dopo, o in concomitanza dello scellerato servizio giornalistico, ma ricordo bene la sensazione che mi diede (a me già nota per le nostre chiacchierate precedenti) di una ragazza combattuta tra esigenze, sentimenti, pulsioni contraddittorie.
In ogni caso una ragazza che non meritava di essere sputtanata con un video dove la si vede molto bene in volto, che magari (forse, speriamo) nessuno vedrà mai in Romania, ma che si sentirà annientata e distrutta se ciò dovesse avvenire. E questo, per aver realizzato quale reportage? Con quale finalità? Per documentare cosa?
Caro ‘direttore del Quotidiano Italiano’, tu non hai realizzato cinque minuti e sedici secondi di grande giornalismo: hai solo dato un’ennesima coltellata a Tiziana Cantone, da uomo prevaricatore e violento, che al posto di un’arma bianca o del revenge ha brandito una telecamera.
P.s.. https://www.youtube.com/watch?v=6Veh7jzUU8E