Miscellanea - riflessioni, pensieri e promemoria, seduti in poltrona nel mio studio

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Ci ho preso! Cosa ho vinto? :biggrin:

P.S.: almeno mi/ci devi raccontare come l'hai trovata...
 
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Ve l'ho già raccontato, come l'ho trovata...
A venerdì per i dettagli

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Non sarà certo sfuggito che l'avatar su cui si discute è un triscele .. e o si tratta di trinacria ... oppure se gemelle sono quelle di cui si parla sono almeno DUE :w00tmesalia:

Non vorrei sembrare più teorico di quel che l'avatar del professore potrebbe voler significare ma più che un riferimento geografico io ci vedo un riferimento filosofico. In tutta onestà, son di corsa quindi non andrò a verificare per filo e per segno quanto sto per scrivere ma mi baserò su ricordi dei miei studi passati.

Il simbolo potrebbe essere il Tomoe, simbolo shintoista (o triplo Taijitu) non nella versione più classica del simbolismo Shintoista piuttosto in stile più giapponese e quindi in stile più Taoista. Senza esagerare e facendola breve, il simbolo rappresenta i più famosi Yin e Yang (che nella rappresentazione classica vengono simboleggiati con il famoso Taijitu) con l'aggiunta del terzo elemento che è l'universo (Yuan), dove i primi due si manifestano.

Detto questo, il simbolo in origine era stato interpretato come un qualcosa (non ricordo ...) legato alla divisa degli arcieri giapponesi e per questo motivo era diventato simbolo del dio della guerra shintoista (il nome mi sfugge). Fu, per questo motivo, che venne adottato nei simboli di molte famiglie nobili giapponese e, soprattutto, dai samurai.

Insomma, da oggi potrebbe essere che il professore venga associato ad un Ronin e cioè ad un samurai senza comandante libera da tutti i vincoli che una gerarchia militare impone. Attenzione, questo fatto nella cultura giapponese era tutt'altro che visto positivamente ma, nel nostro caso, fa certamente più figo.
 
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in effetti non avevo specificato...:pardon:

Rimedierò domani.
 
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Bellissima analisi, quella di blackmagicpie, per quanto non descrittiva delle motivazioni per il nuovo avatar. Mi ha fatto tornare in mente un interessante tempietto shintoista, del quale avrò modo di parlarvi; tuttavia non ci tengo ad essere un ronin, che come lui ben ricorda in Giappone sono dei samurai sfortunati, per quanto da noi il termine abbia una valenza positiva (e come non rammentare l’ottimo omonimo film, con un algido de Niro? Ma questa è materia per Lafayette).
In effetti ci aveva preso marco2132, lettore fedele. L’avatar è un triscele, simbolo abbastanza diffuso ad indicare le pratiche BDSM.

L’incontro, fugace ma profondo ed assolutamente inusuale con B2, aveva lasciato molti quesiti. Avrebbe avuto un seguito? (Non si può mai dare nulla per scontato in questi ambiti, e…men che meno con le donne!!!!!!). Si sarebbe trattato solo di sesso?
Devo dire che pur nella ristrettezza delle sole tre ore trascorse insieme, avevo percepito grande affinità con questa donna, ed un desiderio che andava ben oltre la mera sessualità. Si, anche i Magnifici Rettori hanno un cuore.
E poi l’intesa sul piano sessuale si era manifestata in tutta la sua pienezza, con una splendida complementarietà Dom /sub.

Nelle settimane successive quell’unico incontro, il desiderio (non di solo sesso) era aumentato vieppiù, tra lunghe e caldissime telefonate ed un filo di comunicazione continuo mai interrrotto. Quale intima, calda, piacevole situazione di poter iniziare una relazione affettiva dichiarando, candidamente e senza reticenze: sono uno che frequenta puttane.
Per quanto io sia sempre molto vigile nel non equivocare tra i miei vari sentimenti, confondendo il desiderio di una sana ed appagante scopata con quello di un desiderio più profondo e totalizzante, percepivo che anche da parte mia nasceva qualcosa di completo (non che ciò non contempli una sessualità a 360 gradi).
I desideri reciprocamente confessati telefonicamente mi avevano indotto a ben predisporre la mia valigia con un discreto corredo BDSM: mi chiedo, senza volerlo poi realmente sapere, cosa caxxo avrà pensato l’addetto dei controlli di sicurezza aeroportuale nell’osservare ai raggi x il contenuto della mia valigia.

Siamo al giorno previsto per rivederci, a 15 giorni dal nostro primo incontro. Desiderio a mille di entrambi. Ovviamente il mio ego si pompa a palla al pensiero che lei si fa un viaggio di tre ore per venire da me, ed è con un mio grande sorriso, ed un suo sorriso misto ad imbarazzo che ci rivediamo in aeroporto, dove è venuta a prendermi.
Il taxy ci porta in hotel, mai operazioni di check in risultarono più interminabili, con una receptionist che impiega dieci minuti a spiegarci dove si trova il primo bar, a che piano c’è il secondo, dov’è la sala colazioni, la prima sala pranzo, la seconda sala pranzo, la palestra, il bagno turco…. Tutte cose che sapevo già benissimo mentre io desideravo solo accostare le mie labbra alle sue, e spegnere per un attimo infinito l’universo tutto.
Per fortuna l’ascensore impiega pochi secondi, altrimenti avremmo iniziato lì….
Entriamo in camera e siamo avvinghiati l’uno all’altra, e per qualche minuto sono solo baci profondi ed abbracci e, da parte mia, la necessità di odorarla profondamente, neanche fossi un cane da tartufo in cerca della pista giusta.
I vestiti volano via, apro il trolley e tiro fuori una benda per gli occhi, che già so essere un suo desiderio, ed una corda con la quale le lego i polsi sopra la testa. Faccio partire una canzone (non una playlist, una sola singola canzone che si ripeterà a ciclo continuo nelle prime due ore). Lei è stesa sul letto, ed inizio a leccarne i corposi e sensibili capezzoli, che si fanno duri come chiodi. Le succhio le tette, ma sono troppo grandi per riuscire a farle entrare del tutto in bocca. Leccandola inizio a scendere, prima il ventre, reso ampio dalla gravidanza (e, incredibile ma vero, mi viene in mente Curvy……..), e proseguo con una circumnavigazione dell’ombelico, fino a scivolare sulle cosce superando la patata, che nel frattempo è già bagnatissima. Risalgo fino a prendermi cura del clitoride, che apprezza i miei tocchi di lingua prima leggeri e poi sempre più profondi…
Ha la fortuna di essere multiorgasmica, e quindi ha già avuto il primo orgasmo mentre, continuando a leccarla, la penetro prima con un dito, poi con il secondo, e così via fino a fistarla senza grandi difficoltà con tutta la mano, venendo ricompensato con ciò che mi soddisfa oltremodo, e cioè uno squirting, per quanto di ridotta portata.
E’ il momento della penetrazione anale, immediata, non mediata da alcunchè, possessiva e perforante più nell’anima che nello sfintere.
Una veloce lubrificazione ed è il turno delle dita… ci fermiamo a quattro, rimandando ad altra data il fisting completo, ma coronando il tutto con una serie di frustate assestate con la cintura dei pantaloni….. ed ognuna è seguita da un ringraziamento per questi doni del suo padrone.
Trascorsa una buona ora e mezza di questi giochi, ci fermiamo, la sbendo e le sciolgo i polsi, godendomi quell’espressione di intimo e profondo godimento che richiama alla mia mente Tina Guo durante l’esecuzione di Time a Praga.
Non ho parafilie particolari, ma quando una donna mi entra dentro, desidero che ciò avvenga in tutti i modi…. E perciò le chiedo di entrare insieme nella vasca da bagno e di offrirmi la sua golden shower. Probabilmente è la sua prima volta (mi devo ricordare di chiederglielo), ma obbedisce anche se incerta. Non le è facile, ma riesce a lasciarsi andare, ed a docciarmi ovunque. Ca va sans dir che i ruoli si invertono, con piacere è lei a ricevere (volto escluso).
Le lascio la scelta di lavarci, vestirci ed andare a cena, o di vestirci così ed andare a cena: la seconda sarebbe molto intima, ma pone l’eventualità di essere olfattivamente sgraditi nel locale dove andremo a mangiare, dunque optiamo per doccia e uscita.
Una passeggiata per il centro, e siamo in un pub, tavolo in un angolo, sala semivuota, cameriera di San Pietroburgo (vera, non rumena di San Pietroburgo, as usual on the street…) che prende i nostri ordinativi.
Le porgo un ovulo, chiedendole di infilarlo profondamente, cosa che esegue immediatamente, come ogni ordine del suo padrone.
Ci vengono servite le bevande, brindisi. Quando la cameriera ci porta da mangiare, un tocco lieve sul telecomando fa partire la vibrazione dell’ovulo, che le soffoca in gola il ‘grazie’ alla cameriera. Sarà una cosa che ripeterò più volte durante la cena, per lo più in momenti imprevedibili. Mangiamo, e prima che la solerte russa ci proponga dolci od altro, le pianto sul tavolo un plug (ricordate la famosa valigia?) chiedendole di andare in bagno e piantarselo dietro: esegue immantinente.
La rimanente parte della cena si consuma con lei che ogni tanto apre le gambe invitandomi a toccarla, ed io che non me lo faccio ripetere due volte, roteandole il plug più volte, con la cameriera che ci tiene d’occhio, e che – a nostro avviso- ha ben capito la situazione, evitando di farci sedere altri commensali nei tavoli limitrofi.
Al di là dei giochi erotici in sé, le cose più belle sono però quelle che ci raccontiamo e confidiamo, guardandoci negli occhi, diretti e trasparenti come non mai.
Usciamo, e la passeggiata prosegue senza ovulo ma con il plug saldamente dentro. Quattro passi per digerire, siamo in pieno centro, ci imbuchiamo in una traversa non trafficata ma neanche desertificata, e senza se e senza ma lo tiro fuori e afferrandola per i capelli le faccio capire che si impone un pompino. E’ incerta, intimorita dalla possibilità di essere vista, almeno quanto io sono eccitato dalla medesima eventualità di essere visti: si, non sono normale (ma l’ho già detto infinite volte).
Ridendo e scherzando torniamo abbracciati in hotel, dove la faccio spogliare e rivestire con una tutina di maglia traforata modello porno modella. Piccolo book fotografico, e concludiamo la serata: la faccio sedere su una sedia molto profonda , posizione dell’incudine. Le lego le gambe all’indietro, contro lo schienale della sedia, e poi anche le mani, sempre all’indietro sullo schienale. Infine (non è una valigia… è la borsa di Mary Poppins versione BDSM) gag ball delle giuste dimensione, ed è totalmente in mio potere: mi inginocchio davanti a lei, e le lecco la patata come non ve ne fosse altra al mondo, ed andasse rispettata come una divinità.
Quando è alquanto eccitata, tiro fuori una piccola candela convessa, e la accendo appoggiandola sulla sua coscia, e riprendo a leccarla. A mano a mano che la cera si scioglie fa il classico pozzetto nella candela, ma se leccandola lei gode ed inizia a tremare, il tremolio fa strabordare la cera bollente lungo la sua coscia… lunghe colate di cera rossa le solcano la zona posteriore delle cosce fin quasi alle natiche.
Quando il dom decide che il gioco è finito, torniamo sul letto, per un ultimo amplesso, dolce, profondo, intimo e liberatorio, al termine del quale esplodo sui suoi seni, spalmando accuratamente tutto come si trattasse della più efficace delle creme idratanti.
Nudi nei corpi, ma ancor più nell’anima, distrutti nell’energia fisica, ma ricaricati in quella mentale, sereni come non mai, ci abbracciamo e baciamo, e parliamo fino a sprofondare tra le braccia di Morfeo, mentre sono le due e mezza di notte.
Alle cinque e mezza sarò svegliato dalle sue carezze, e sarà il più dolce dei risvegli, che culminerà in un festeggiare l’alba che arriva con un amplesso calmo e profondo, mutualmente accettante il dono che ci stiamo facendo. Altro orgasmo, che questa volta irrora dall’ombelico in giù, e relativo trattamento spalmante.
Per voi è solo l’articolato racconto di qualche scopata condita da qualche perversione. Per me l’inizio di una passione profonda.
Ma indubbiamente giunti alla sera di questa seconda giornata, ormai reciprocamente lontana sin dal mattino e divisi anche da tantissimi chilometri, sarà anche per me sessualmente stimolante sentirmi dire che ha deliberatamente scelto di non lavarsi, ed avere ancora su di sé il mio odore, come peraltro io ho ancora sulla mano che l’ha fistata l’odore dei suoi umori.
E nei giorni che passano, non può più esserci sesso, ma una relazione che nel frattempo si fa sempre più profonda, tra amanti consapevoli di non poter essere più di ciò, eppure di potersi dare tantissimo anche così.
 
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E poi l’intesa sul piano sessuale si era manifestata in tutta la sua pienezza, con una splendida complementarietà Dom /sub.

Ottimo racconto Rettore che condenserei in questa sua frase...in cui mi ci sono completamente ritrovato... Very good memories... Peccato che la mia di valigetta giaccia da tempo ... impolverata... ma, come si dice, never say never
 
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Bel racconto...
Melissa P... ? ? Una principiante...
Rettore... Questa tipa deve esser una slave professionista... Perché un ora è mezza legata... Cacchio è da record!
Io proponevo bdsm soft... E da un master di Firenze con cui ormai avevo fiducia.. Ho provato a fare bondage con corde solo ai polsi in posizione allargata.. Più comoda possibile x me.. E con nodi blandi.. Dopo 15 minuti ho dovuto far togliere tutto con ovviamente punizione dal padrone.... 35 Vergate lo ricordo ancora... Oltre alla cintura dei pantaloni usava la verga .. E altri tipi di fruste... E da me forniti... Dei mestoli...
Ma x curiosità... Le docce erano limitate dal consumo di acqua?!?... Avevate un tot di litri x il soggiorno?
No perché una doccetta x levarsi l appiccicume dello sperma....
Ah...mi ha affascinato la questione delle cintate... Cosa che adoro... Magni fico... Rettore... Mi può illustrare come l ha sculacciata questa sua serva?!?
Grazie...
 
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Dunque, l'acqua era gratis illimitatamente. Sicuramente la capacità di avere una resistenza più o meno prolungata alla costrizione è direttamente proporzionale al piacere con il quale volontariamente ci si assoggetta a queste pratiche . Comprendo quindi che il fatto di praticarlo in una condizione cliente - Pay divenga molto meno tollerabile Per quest'ultima.
La sua decisione di non fare una doccia Il mattino successivo è stata liberamente assunta. Ti garantisco che se lo sperma viene delicatamente massaggiato e fatto assorbire appena prodotto, non permane alcun appiccicume ma al contrario una pelle al tatto estremamente levigata: ovviamente annusando a pochi millimetri di distanza l'olfatto ne rileva indubitabilmente la presenza.
Le mie sculacciate con la cintura, frequentemente e debitamente praticate anche a trombamiche e ad un numero significativo di Pay da me incontrate, consistono in banalissime cinghiate assestate di norma quando la lei di turno è a pecora, al centro delle natiche, con intensità e numero via via crescente. Non lo faccio a tutte, Ma ritengo di avere il giusto occhio nel valutare chi tra loro lo gradirà, visto che non mi è mai capitata neanche una che mi dicesse di non farlo. Utilizzo sempre ed esclusivamente la cintura con la quale sono vestito in quel momento.
P.s.: non ho mai utilizzato i mestoli, Anzi se devo dirla tutta fino in fondo, Non amo utilizzare strumenti terzi oltre al mio corpo. Le uniche eccezioni sono quelle che ho elencato finora, Ovvero la cintura dei pantaloni, un ovulo vibrante ed al massimo un Plug, trattandosi di 3 cose che non potrei sostituire con alcuna parte del mio corpo relativamente alla loro efficacia oppure alla loro capacità di rimanere stabilmente nel sito per il quale sono progettati.
 
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Per me i mestoli sono carenti della cosa più importante: quel frshh che fa la cintura quando fende l'aria
 
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E poi con il mestolo toglierebbe un po’ di fascino e darebbe ancor di più l’idea di 50 Sbavature di Gigio.
 
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Dio mio, io me ne sono guardato bene di leggere sia l’originale che la parodia. Però nella versione in salsa casereccia, quella de’ noantri per intenderci, il mestolo ci sta alla grande.
 
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Per me i mestoli sono carenti della cosa più importante: quel frshh che fa la cintura quando fende l'aria

:shok:

Ora, io non capisco un cazzo di fetish e, in tutta sincerità, capisco meno il gusto di essere maltrattati, se pur in maniera soft... sarò ristretto ma tant'è... però cazzo, il ricordo di quel fruscio di cui parli mi fa rabbrividire... se fa fruscio vuol dire che la velocità del fendente è considerevolmente alta, il che comporta una frustata che lascia il segno, il che comporta ancora dolore immondo, il che sicuramente lascia segni di medio lungo corso...
Ma che cazzo è, un gioco, una perversione, una voglia di scaricare l'ansia, un indole malvagia o cosa?

Porca trota, sento ancora i brividi...
 
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Il triscele come simbolo BSDM è cosa troppo recente e, absit iniuria verbis, un po' forzata (fondamentalmente viene dal romanzo Histoire d'O, per chi conosce). Ma non ne farò una questione di guerra filosofica, religiosa o letteraria anche perchè non ho, onestamente, voglia di entrare su una diatriba del genere. :wink:

Ma vorrei tornare sul significato del Ronin. Certo, secondo le leggi di quei (ancora, absit iniuria verbis) fighetti ed anche un po' con la puzza sotto al naso dei giapponesi, un samurai che perdeva il proprio padrone (per morte o per licenziamento) appartentente alla nobiltà il samurai doveva tirarsi una coltellata in pancia e donare l'anima a Dio. Se questo povero cristo, che magari non aveva alcuna intenzione di lasciare questa valle di lacrime, decideva diversamente si trasformava in Ronin. Samurai sfigato? Sì, no, forse. In realtà i primi Ronin erano i proprietari terrieri (e non samurai) che abbandonavano i propri territorio sotto il peso delle tasse e che si spostavano in altri territori dove la tassazione non c'era o era molto inferiore. Allo stesso modo, poi, il samurai senza più padrone diventava un errante. Ma non lo definirei sfigato anzi, svincolato dai poteri forti (come piace dire nella nostra politica) tornava ad essere utile alla comunità. Certo, poteva capitare che diventasse un saccheggiatore, soprattutto se in branco, ma spesso era invece assoldato da villaggi e/o famiglie ricche, sebbene non nobili, come guardia o come docente di arti marziali o di guerra. Insomma, era sfigato per la nobiltà ma era invece una risorsa preziosa per la plebe.

Ecco, questa immagine del Ronin mi piace. Questa immagine del professor, mi piace. Sfigato per quella parte di società che reputa anormale tutto ciò che non è consueto ma preziosa risorsa per il resto della società che apprezza la diversità sia di opinione che di piacere e che, in qualche modo, chiede lui di insegnare il pensiero libero. Di insegnare a vedere le cose in maniera diversa. Non per questo si deve amare l'arte della guerra ma essere a conoscenza di questa ci fa più ricchi. Possiamo scegliere di diventare soldati o restare civili. Altrimenti non c'è scelta ma solo costrizione. Oltre al sesso eterosessuale consumato nel talamo nuziale atto alla procreazione ci sono mille altre pratiche che si possono consumare per la ricerca del proprio piacere e del piacere del partner. Non so se il BSDM possa essere una pratica che mi aggrada, indipendentemente dal ruolo, ma anche grazie al professore ed al suo racconto di vita vissuta ora mi sento più ricco. Ora posso scegliere.
 
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Lascia il segno solo se lo si fa ripetutamente nello stesso punto... Poiché rompe i vasi capillari. I primi vasi sanguigno più in superficie.. Quelli più fragili... Se invece si frusta su tessuto molle(natiche.. Cosce..) è si ha l accortezza di cambiare luogo di battuta.. A parte il rossore che perdura x poco.. Nn si hanno segni... Idem x sculacciare.. Vergate... Eh x la mia pedonale gioia.. Mestolate..
Onestamente nn so se ci sia o meno in 50 sfumature il mestolo... Nn ho letto il libro e soprattutto nn ho visto tutto il film.. Già dopo poco sembrava una cazzata.... ��
L3ONARDO... Il bdsm racchiude un po' tutto ciò che hai detto.. Ovviamente c'è il fattore predominante psicologico della sudditanza che eccita psicologicamente e fisicamente sia lo schiavo che il padrone...
X esempio a me nn piace esser padrona c ho provato e nn sono a mio agio.. Invece come soft slave.. Mi piace di più... Anche perché.. Non facendo anale(che è una delle Co dizioni più basiche Dell esser slave.. Quando il padrone lo richiede io ovviamente nego il mio paffuto deretano e mi becco frustate o pumizioni... �� �� A me diverte se fatto come si deve... Ho smesso di fornire questo servizio perché molti si improvvisano e nn capiscono le regole... E durante sessioni di sesso al guinzaglio il tipo ha stretto troppo rischiando di farmi davvero male...
Per quanto riguarda il dolore fisico... Ti posso dire che tra master e slave si crea un rapporto tale che raramente si va oltre il male che provoca piacere.. E poi ci sono parole d ordine con cui comunicare al padrone che si sta oltrepassando la soglia del dolore piacevole e si sta andando verso il dolore dolore...
CN i miei 2 master avevo i colori
Verde =tutto ok, si può proseguire
Giallo=allerta, si deve diminuire la forza
Rosso= pericolo, sta facendo troppo male
Con il master di Imola nn Sn mai arrivata al rosso.. Con quello di Firenze si.. Il giorno del bondage... 15 minuti e dovetti desistere...
 
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Prendete pure l'aperitivo che io sono impegnato, ma domani in tarda mattinata torno ed intervengo
 
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