Non volevo scrivere su un argomento così delicato, ma non riesco a trattenere oltre la mia penna, e quindi scrivo, come da sempre mio costume, “a sentimento”, da strenuo difensore di quella misteriosa “meraviglia delle meraviglie” che rappresenta la donna, “il nostro tormento e la nostra estasi”, “venuta da cielo in terra a miracol mostrare”.
Francamente mi sembra di assistere al solito teatrino dei media, che spettacolarizza, ai soli fini dell'"audience", ma forse purtroppo non solo, un gesto che in altri tempi sarebbe stato considerato addirittura un complimento.
Purtroppo i miei capelli tendono al bianco per non capire che, come sempre, siamo al top dell'ipocrisia, ma non solo.
Adesso probabilmente assisteremo, come ha ben scritto
@Monopattino alla divinizzazione della giornalista, con tutti che faranno a gara per averla al loro fianco, nelle trasmissioni, per dimostrare la loro del tutto disinteressata solidarietà, per dimostrare di essere dalla parte giusta, quella verso cui tira il vento in questo momento: è il trionfo dell'apparire e del conformismo.
Forse la giornalista dovrebbe ringraziare lo “stupidotto” di turno che con un gesto, certamente “esecrabile” nella situazione “plateale” in cui è avvenuto, le ha dato per contro, comunque, una visibilità inaspettata.
Nel contempo assisteremo alla crocifissione, voluta dal popolo, aizzato dai media, del povero ottuso malcapitato di turno, che ha ritenuto poco intelligentemente, di fare un gesto goliardico, "spiritoso", nel momento sbagliato, nel posto sbagliato, alla persona sbagliata.
Certamente condanno il gesto irrispettoso, soprattutto per il contesto in cui è stato portato a termine, soprattutto perché stupido, ma non approvo questa reazione spropositata che, come al solito, non produrrà nulla di buono in favore di un maggior rispetto delle donne, che non si ottiene certo con la spettacolarizzazione e le punizioni esemplari, e che servirà, come sempre, unicamente da zerbino sotto cui nascondere i veri problemi che rimangono immutati sul piatto da risolvere.
Il rispetto per le donne, come per tutti gli altri esseri viventi, è una "forma mentis", e non si ottiene con la spettacolarizzazione, la repressione, la coercizione e le condanne, bensì con l'esempio, con la comprensione, l'istruzione, l’educazione, l'emancipazione, e, anche, con una maggiore giustizia sociale, che offra uguali possibilità e dignità a tutti, e che soprattutto non porti la gente alla disperazione.
Tra poco faranno una legge che il solo guardare il culo o le tette di una donna potrà essere considerato molestia sessuale, e ti sanzioneranno anche per questo, però potrai tranquillamente continuare a violentarle e a ucciderle, perché nessuna legge, per quanto restrittiva, te lo potrà mai materialmente impedire, se non la tua educazione, la tua coscienza, il tuo buon senso, il tuo libero arbitrio.
Francamente ritengo che i problemi da affrontare siano ben altri, e mi sento un poco a disagio a vedere tutto questo polverone, che, come al solito, non porterà a niente di buono e di concreto.
Della giornalista, della donna in questione, in realtà non frega niente a nessuno, come per la maggior parte dei temi attualmente alla moda, che vengono temporaneamente “cavalcati” esclusivamente per ragioni di convenienza economica, politica, sociale.
La questione delle molestie sessuali, come tutte le altre questioni fondamentali della nostra vita, non può essere lasciata nelle mani dei media, o, peggio, del web e dei social, che cercano solo visibilità, e mostrano spesso una visone falsata della realtà.
Il rispetto per ogni essere vivente deve partire dalla famiglia e continuare nella scuola, con l’insegnamento, lo sviluppo del senso critico, la consapevolezza del libero arbitrio e, soprattutto, l’esempio concreto e coerente.