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Bene bene vecchie cariatidi e inossidabili puttanieri, sono quasi le quindici quindi tutti in piscina per il risveglio muscolare! La visita medica è alle 18 e il pompino della buonanotte passa alle 23. Quando sarò vecchio la faccio io una casa di cura a modo...
(peccato per l’equalizzazione di merda sto pezzo era un must)
Ci sono pomeriggi troppo caldi e luminosi per chi ha il morale basso. E ci sono troppe ore passate su un divano per non essere malinconici. Ma c’è anche qualche amico che non la pensa allo stesso modo e che, per ripararsi dall'afa, suona alla porta con vino fresco e musica. E così, fingendo d’essere allegri, si passa il tempo insieme parlando di vita e di donne e lentamente succede che si finga un po’ meno, lasciando che la musica compia una piccola rivoluzione.
Fink si è dedicato per svariati anni alla musica elettronica come DJ e produttore. Poi, forse anche lui ha attraversato un pomeriggio non proprio esaltante, sospeso tra vari stati d’animo, ed ha deciso di cambiare registro. E’ sceso dalla sua nuvola, ha imbracciato una chitarra spagnola ed ha incominciato a suonare. Sort of Revolution non è forse il suo lavoro migliore ma ha per me un significato particolare, a partire dal titolo.
Difficile inquadrarlo in un genere, si spazia dal folk al blues ma il tutto risulta atipico. Archi, basso, batteria ed un delicato tappeto sonoro elettronico accompagnano la voce di Fink, dolce e virile.
Disco, ma soprattutto artista affascinante, assolutamente consigliato.
La sua musica si adatta come un liquido all’umore del momento. Splendida al mattino, quando le sensazioni antelucane tardano a prendere forma. Ma soprattutto al crepuscolo, come quella sera, quando il sole si nasconde e siamo tutti un po’ più fragili.
Un altro standard suonato e cantato da uno dei miei artisti preferiti, tanto per cambiare uno di quelli maledetti.
Il disco è la colonna sonora di un docufilm che il fotografo Bruce Weber dedicò a Chet.
Mi piacque talmente tanto che il titolo Let’s Get Lost è stato per me un mantra fin dalla giovinezza, talmente abbarbicato nella mia anima che rischiai di tatuarmelo in qualche parte del corpo dopo una notte particolarmente euforica.
Mi salvò la mia ex, che sia benedetta.
In questo disco Chet oltre a suonare magistralmente la sua tromba, lo troviamo spesso in versione cantante.
Una voce dolcissima, stanca, sofferente e biascicante.
Chi conosce la sua triste storia sa che gli spaccarono bocca e denti per problemi di droga e debiti non saldati. Dovette ricominciare tutto da capo e non era certo un ragazzino.
Ecco, ascoltate la voce dopo questo aneddoto.
Se capita dalle vostre parti lo spettacolo teatrale a lui dedicato, andateci, anche perché alla tromba c'è Paolo Fresu.
Buon ascolto.
Ho sempre avuto un debole per le commedie americane anni 50, più in generale per quel periodo cinematografico.
Mi piacevano i toni leggeri delle commedie, i salotti eleganti e luminosi, gli uomini sempre in tight e le donne in abiti meravigliosi. Chissà perché dimostravano un'età indefinita, giovani uomini e giovani donne sicuramente, che oggi potremmo definire ragazzi ma nessuno all'epoca avrebbe osato chiamarli così. Certo, tipi alla Cary Grant erano tanta roba.
C'era sempre poi una festa o un ricevimento in qualche terrazza di un appartamento al quarantaduesimo piano. Elegantissimi, drinks equilibrati e musica sempre perfettamente abbinata all'ambiente, che fosse suonata dal vivo o meno. Quel tipo di musica mi piace moltissimo, quella che per intendersi spesso, ad un certo punto della serata, veniva ballata in coppia in quelle terrazze.
E poi c'erano loro, le donne, quintessenza della femminilità, spesso pettinate con chignon meravigliosi, acconciatura che adoro.
Insomma, ...in other words, baby, kiss me.
Perché mi piace I Belong To You?
Perché la trovo tremendamente sexy. Con un sottofondo simile potrei fare cose che al confronto le perversioni dello zio Adolf sembrerebbero roba da mammolette.
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