Stavo pensando al polpaccio. Della donna naturalmente.
Quei polpacci che guardi estasiato, nelle meravigliose foto patinate, spesso oggetto di desideri.
Ma non stai trombando. (Forse al massimo, qualche volta, o per qualcuno più spesso, stai solo masturbandoti).
Quei polpacci longilinei e slanciati, che ammiri con piacere, nella donna che sta tre gradini sopra di te sulla scala mobile.
Ma non stai trombando. (Forse, ti sta venendo duro, ma è solo un attimo fuggente).
Quei polpacci morbidi e disegnati perfettamente da madre natura, quando è in vena artistica, che completano la bellezza della ragazza con la gonna corta sul metrò, della mamma giovanile seduta sulla panchina del parco ad osservare i figli giocare, della segretaria che accavalla le gambe, in un complicato gioco di sfida (che indipendentemente da chi vince, sei tu che perdi), quelli della professoressa sognata ai tempi della scuola, della libraia, della commessa del reparto profumeria o della hostess di aerei stranieri.
Quei meravigliosi, longilinei polpacci che incroci cento, mille volte nei percorsi più diversi della tua vita.
Ma non stai mai trombando, mentre li ammiri, dicendoti che quelli, e solo quelli, sono i polpacci perfetti. I polpacci che deve avere la donna dei tuoi sogni.
E poi un giorno sei lì, in una stanza di luci soffuse, che profuma di donna e di magia, dove lei è già sul letto, quasi nuda e tu sei appena uscito dalla doccia con l'accappatoio umido avvolto in vita e il cazzo duro dentro al cervello.
In quel preciso istante, mentre lei ti guarda ammiccante, passandosi voluttuosamente la lingua sulle labbra, prima di voltarsi lentamente tra le lenzuola, ondeggiando un culetto invitante.
In quell'istante tu che fai? Guardi i polpacci? Li soppesi? Li confronti con i modelli del tuo database mentale, quelli che avevi deciso che dovevano essere gli unici che ti piacciono? Fai partire il riconoscimento polpacciale?
E poi che fai? Se non esiste una corrispondenza, ti rivesti e te ne vai, sacrificando al dio polpaccio ideale, quella che potrebbe risultare poi una delle più strabiliante ciulate della tua vita?
O resti lì, lasciando che l'accappatoio scivoli sul pavimento e muovendoti verso il letto col delicato passo di un grizzly affamato.?
Sapendo, in cuor tuo, che tutt'al più, proprio per voler salvare la fede, un giorno potrai dire: "Ho scopato divinamente con due polpacci che voi umani non potreste immaginare".