Non Prof mito o realtà

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alexpay

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un altro esperto di mansplaining, salvatemi :mega_shok:
non sono impedita, ma non considero una che non esercita al 100% non prof, ha solo una pianificazione aziendale diversificata. Non mi pare sia una cosa estremamente complicata, vero caro @alexpay.

Vale anche in altri campi, se esistono i giocatori di tennis non professionisti, non vedo perchè non dovrebbe valere per questa "nobile" attività (che non ho inventato io, tra l'altro. Nè tantomeno la cosa mi tocca più di tanto, questione che invece vedo sta molto a cuore per altri / e). Per cortesia non perdeteci il sonno.
 
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pianeta Terra
Vale anche in altri campi, se esistono i giocatori di tennis non professionisti, non vedo perchè non dovrebbe valere per questa "nobile" attività (che non ho inventato io, tra l'altro. Nè tantomeno la cosa mi tocca più di tanto, questione che invece vedo sta molto a cuore per altri / e). Per cortesia non perdeteci il sonno.

si, è vero e che spesso si sponsorizzano con mezzi propri o hanno piccoli sponsor, ma qui parliamo di una che ha un secondo lavoro, come avvieni in molti campi per pagarmi gli studi lavoravo in biblioteca e lavoravo un bar nel fine settimana.
 
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Anche perché la professionalita' non si misura da una sigla. O sei brava o non lo sei, e ognuno conosce la sua professionalita, anche quanto impegno e sforzo ci mette..
(Un filino di leggerezza in piu, no?!?)
 
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emilia romagna
Il mondo procede soltanto per mezzo del Malinteso
È per mezzo del Malinteso universale che tutti si mettono d’accordo.
Perché se, sfortunatamente, ci si comprendesse, non ci si potrebbe mai mettere d’accordo.
 
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Prof o no prof credo sia una distinzione che val la pena fare solo per chi investe tutto il suo tempo e le sue risorse per questo lavoro e lo fa con serieta', e chi con serieta' fa la pescivendola in azienda di famiglia e per due sere al mese scopa facendosi pagare. Se le piace o non le piace non cambia come il discorso di cui sopra.
Quoterei il discorso part time o full time. Poi tutte ste sigle io non le tollero molto...

Se ho capito bene, il tuo distinguere tra professionista e non professionista, va in base al tempo dedicato all'attività?

Quindi, se due donne, entrambe con annuncio pubblicato in sito del settore e uno spazio consono al ricevere clienti vengono distinte da prof a no prof perché una riceve dieci clienti al giorno e l'altra riceve quando le fa voglia e in base a quanto la pagano?
 
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Professionista e non professionista non vuol dire brava o non brava. Solo che è il suo primo mestiere o non lo è. Forse tu per professionista intendi professionale:wink:

È come una ragazza che fa a tempo perso le unghie a casa sua, tipo tre volte al mese. Non potra' essere mai qualificata come una professionista che ha il suo studio e lo fa per mestiere...Chiamiamole prof e no prof , senza considerare se sia meglio l'una o l'altra, sono solo due modalita', scelte di vita diverse. Poi le unghie saranno belle fatte da entrambe..
 
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Io per non professionista intendo una ragazza che fa' altro nella vita: studia, lavora..e fa' degli incontri o per integrare il suo reddito oppure se benestante per togliersi qualche sfizio. La non professionista in genere se e' vera non professionista, costa meno della prof, proprio perche' non e' la sua fonte principale di reddito e quindi al costo di una prestazione da prof. Tipo 200 o 150 dedica al cliente un tempo non limitato, tipo cena e dopocena, incontro e dopo magari resta a dormire dal cliente, giornata al mare ecc... La professionista dato che lo fa' per lavoro appunto come professione e' piu' attenta a quello che guadagna, come tutti noi ci lamentiamo col nostro capo perche' vogliamo l'aumento. Quindi la prof. Deve guadagnare il piu' possibile anche perche' non potra' fare il mestiere per tutta la sua vita e quindi deve accumulare tanti soldi per la sua vecchiaia
 
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nautilus 70

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Ma dove le trovi queste che a 150/200 non pongono limiti di tempo, vengono a cena, dopocena e restano pure a dormire? La maggior parte di quelle che si definiscono no prof negli annunci sono delle furbette che utilizzano questo ormai abusato termine per chiedere rates più alti di quelli delle professioniste, altroché! Io direi che le categorie in lizza sono tre: tempo pieno, part-time e furbastre pseudo no prof, che in realtà svolgono tutte la stessa professione. Di no prof vere ce ne sono così poche che non possono fare testo a fini statistici.
 
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Professionista e non professionista non vuol dire brava o non brava. Solo che è il suo primo mestiere o non lo è. Forse tu per professionista intendi professionale:wink:

È come una ragazza che fa a tempo perso le unghie a casa sua, tipo tre volte al mese. Non potra' essere mai qualificata come una professionista che ha il suo studio e lo fa per mestiere...Chiamiamole prof e no prof , senza considerare se sia meglio l'una o l'altra, sono solo due modalita', scelte di vita diverse. Poi le unghie saranno belle fatte da entrambe..

Non intendo nulla, sono qui per capire.
Quando leggo prof/no prof, intendo professionista/non professionista, questo è quello che mi è parso di intendere leggendo vari thread, poi, magari, mi chiarirò anche il concetto di professionalità, ma meglio una cosa per volta...
Mi era stato detto che non è certo l'essere il primo o il secondo mestiere a determinare se una pay fosse prof o no prof, ma che tanti altri fattori determinano questa distinzione.
Per l'esempio delle unghie, passo...magari sono stata sfortunata, ma andando da una che faceva le unghie a casa, e neanche a troppo tempo perso, belle unghie, ma alla fine, ho dovuto fare una cura di cheratina di tre mesi per rimediare ai danni...la no prof
 
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La non professionista in genere se e' vera non professionista, costa meno della prof, proprio perche' non e' la sua fonte principale di reddito e quindi al costo di una prestazione da prof. Tipo 200 o 150 dedica al cliente un tempo non limitato, tipo cena e dopocena, incontro e dopo magari resta a dormire dal cliente, giornata al mare ecc...

150/200 più: la cena, il dopo cena, tutto quello che costa la giornata al mare, e cazzi e mazzi tra messaggini post incontro, relazione/no relazione, anticipi in caso di bisogno e chi più ne ha più ne metta, mi sembra di aver già letto qualcosa in proposito...

Magari però, poi ti fa anche la lavatrice e cucina...
 
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Anche perché la professionalita' non si misura da una sigla.

Facciamo il punto:
Mi pare di capire che è opinione generale che la donna che si fa pagare viene considerata pay;
Mi pare di capire che la terminologia no-prof viene affibbiata dai maschi a quelle donne pay che battono ma hanno anche un'altra occupazione (o che comunque non fanno le prostitute a tempo pieno), dalle donne invece il termine viene stigmatizzato del tutto;
Mi pare di capire che è opinione generale che il termine prof viene rivolto verso quelle donne pay che si dedicano al meretricio come esclusiva attività;

Analisi terminologica:
- pay → prostituta;
- prof → professionista;
- no-prof → dilettante;

Considerazioni:
Nulla da dire sul termine pay (prostituta), di fatto non è fraintendibile;
Sul termine professionista (prof), considerato il mero contesto in causa, esclusa la digressione figurativa perché sinonimo di prostituta, messa da parte anche l'accezione di professionalità intesa come particolare abilità e competenza che nel sesso ha valore relativo (prismatico per compiacere il consocio Gustaf), rimane come unico significato l'esercitare una professione come attività economica primaria, ovvero come professione abituale anche se generalmente considerata occasionale e non lavorativa;
Sul termine dilettante (no-prof), fermo restando il contesto di causa, escluse dunque anche le accezioni d'affermazione di modestia e di senso spregiativo, rimane inteso come unico senso del termine la donna che coltiva l'arte non per professione, né per lucro, ma per piacere proprio, ovvero che si diletta con piacere e lo pratica in modo amatoriale.

Conclusioni (mea sententia):
Appare evidente che esiste una discriminante oggettiva, la finalità di lucro. Ragion per cui il termine no-prof (dilettante) è da considerarsi del tutto inappropriato se riferito alla donna che, a prescindere se impegnata a tempo pieno o determinato nella sua attività, si dedica a pratiche sessuali chiedendo in cambio un compenso economico.
Al solo fine di favorire l'immediata e facilmente intuitiva diversificazione delle due figure in questione, propongo di modificare la terminologia identificativa come segue:
prof → paypro
no-prof → payama .

Ringraziando LaBonnie per lo spunto digressivo sul tema,
sperando di aver fatto cosa gradita,
confidando un sereno proseguimento disquisitòrio,
mi ritiro per impellenti pratiche culinarie.

Cordialmente
L3ONARDO

:biggrin::bye:
 
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Cazzo L3O l’ho riletto almeno due volte e ho chiamato anche il signore del piano di sotto a leggere perché lui almeno è studiato. Vediamo se abbiamo capito qualcosa:

Quando andavo dall’estetista ero solito appoggiare una banconota da 20 euro a sinistra per la cera e due banconote da cento a destra per...insomma lo sai perché. Se prendeva i 20 a sinistra era una estetista professionista, se prendeva i 200 a destra era una escort non professionista. Per la cronaca ha sempre guardato a destra e preso a sinistra.
 
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I dibattiti terminologici non mi appassionano. Io personalmente preferirei il termine semiprof per una che ha anche un'altra attività (che non sia una pura copertura), ma usiamo la parola che vogliamo, basta intendersi. Il punto sostanziale è se queste persone esistano. Io posso testimoniare che esistono, anche se non sono molte, e mi hanno dato belle soddisfazioni.
Altra categoria sono quelle occasionali, che la danno una volta ogni tanto per cash o direttamente per acquisto di borsa/scarpe/vestitp/cellulare/... Di queste arabe fenici se ne sente sempre parlare ma non ne ho mai incontrate.
 
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smith

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Facciamo il punto:
Mi pare di capire che è opinione generale che la donna che si fa pagare viene considerata pay;
Mi pare di capire che la terminologia no-prof viene affibbiata dai maschi a quelle donne pay che battono ma hanno anche un'altra occupazione (o che comunque non fanno le prostitute a tempo pieno), dalle donne invece il termine viene stigmatizzato del tutto;
Mi pare di capire che è opinione generale che il termine prof viene rivolto verso quelle donne pay che si dedicano al meretricio come esclusiva attività;

Analisi terminologica:
- pay → prostituta;
- prof → professionista;
- no-prof → dilettante;

Considerazioni:
Nulla da dire sul termine pay (prostituta), di fatto non è fraintendibile;
Sul termine professionista (prof), considerato il mero contesto in causa, esclusa la digressione figurativa perché sinonimo di prostituta, messa da parte anche l'accezione di professionalità intesa come particolare abilità e competenza che nel sesso ha valore relativo (prismatico per compiacere il consocio Gustaf), rimane come unico significato l'esercitare una professione come attività economica primaria, ovvero come professione abituale anche se generalmente considerata occasionale e non lavorativa;
Sul termine dilettante (no-prof), fermo restando il contesto di causa, escluse dunque anche le accezioni d'affermazione di modestia e di senso spregiativo, rimane inteso come unico senso del termine la donna che coltiva l'arte non per professione, né per lucro, ma per piacere proprio, ovvero che si diletta con piacere e lo pratica in modo amatoriale.

Conclusioni (mea sententia):
Appare evidente che esiste una discriminante oggettiva, la finalità di lucro. Ragion per cui il termine no-prof (dilettante) è da considerarsi del tutto inappropriato se riferito alla donna che, a prescindere se impegnata a tempo pieno o determinato nella sua attività, si dedica a pratiche sessuali chiedendo in cambio un compenso economico.
Al solo fine di favorire l'immediata e facilmente intuitiva diversificazione delle due figure in questione, propongo di modificare la terminologia identificativa come segue:
prof → paypro
no-prof → payama .

Ringraziando LaBonnie per lo spunto digressivo sul tema,
sperando di aver fatto cosa gradita,
confidando un sereno proseguimento disquisitòrio,
mi ritiro per impellenti pratiche culinarie.

Cordialmente
L3ONARDO

:biggrin::bye:

Ottimo spunto e ottima analisi, sopratutto ottima la dialettica sopraffina, anche se, eventualmente un tantino troppo aulica o pomposa. Ma anche questo ci starebbe.

Solo che prendendo il discorso e generalizzandolo si giungerebbe ad un paradosso (logico).

Se amo il mio lavoro/ho passione per farlo e lo faccio per fini di lucro cadrei in contraddizione tra l'essere pay e l'essere dilettante. Anche se magari faccio l'idraulico.

Anzi, il paradosso sarebbe proprio che, per fare un qualsiasi lavoro pay non potrei farlo per diletto, quindi per passione verso lo stesso.

Quindi, estremizzando un po' il discorso ma per far capire il concetto, tutti i lavori e le attività che si fanno per professione, essendo principale occupazione e svolti per fini di lucro, non possono essere fatti per passione (anzi, sempre estremizzando, dovrei quasi odiarli?) ma diciamo per necessità o altro (avidità? ossessione? ecc.)
I lavori e le attività che invece si fanno per passione, andrebbero invece svolti "a tempo perso" e non come principale occupazione.

Tutto questo con buona pace, appunto, dei già citati sportivi e affini e del famigerato detto "Fai ciò che ami e non lavorerai un singolo giorno della tua vita".

Tornando a bomba sulla discussione invece io direi che, invece, dopo lunga e penosa malattia sono giunto alla conclusione che, in argomento pay, è preferibile privilegiare le "professioniste" con tanto di annuncio regolare che bene o male si sa lo facciano come prima occupazione.
Non che tutte le prof. siano di garanzia appunto di professionalità e soddisfazione del cliente (anzi, essendo in "tante" cresce in numero assoluto la probabilità d'incontrare missili), così come non tutte le no-prof. non siano affatto professionali ma, se devo "chiamare un idraulico a casa mia", a meno che veramente non abbia un conoscente o un amico che sa anche fa il bancario aggiusta rubinetti meglio di chi addirittura li costruisce, chiamo uno che lo fa di mestiere.
 
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Credo che il termine di riferimento sia “professionalità” che, visto e considerato l’ambito in cui ci muoviamo, assume toni ambigui.
Dire che Tizia è una gran professionista non sempre ha risvolti solo positivi, così come dire che Sempronia ogni tanto mette da parte la professionalità non sempre ha risvolti negativi.
Su questa ambiguità a mio parere si differenziano le varie esperienze che, è giusto dirlo, ogni tanto si trova in valore positivo sia nell’ambito prof che in quello no prof.
Per finire, avendo provato sia le une che, raramente, anche le altre devo ammettere che le differenze ci sono, tranne per il fatto che bisogna pagarle entrambe.
 
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Ma dove le trovi queste che a 150/200 non pongono limiti di tempo, vengono a cena, dopocena e restano pure a dormire? La maggior parte di quelle che si definiscono no prof negli annunci sono delle furbette che utilizzano questo ormai abusato termine per chiedere rates più alti di quelli delle professioniste, altroché! Io direi che le categorie in lizza sono tre: tempo pieno, part-time e furbastre pseudo no prof, che in realtà svolgono tutte la stessa professione. Di no prof vere ce ne sono così poche che non possono fare testo a fini statistici.

io ne ho trovate, non tantissime ma esistono, in genere si tratta di studentesse universitarie fuori sede che quindi spesso a fine mese non riescono a coprire le spese (tasse universitarie, libri, bollette affitto, abbonamento atac...ecc..) di tutte quelle che ho conosciuto, hanno smesso quando laureate, hanno trovato lavoro, con alcune sono ancora in contatto, e sono ottimi avvocati, medici, biologi .....fidanzate o sposate e alcune single. La piu' giovane che ho conosciuto aveva 20 anni, la piu' "anziana" 28 ed era una professoressa di lettere al liceo, ovviamente precaria, ora sposata con figli e prof di ruolo. Caratteristica comune di queste vere no prof. E' che ci si vedeva anche solo per una cena o una serata in discoteca, ovviamente senza "regalino" chiramente la cena e il resto a mio carico. Da rimarcare che queste no prof. VERE, fanno selezione, nel senso che quando incontrano uno che a loro non piace fanno in modo di non incntrarlo piu', fanno sempre un incontro conoscitivo, caffe'/aperitivo prima di decidere se proseguire o no.
 
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Solo che prendendo il discorso e generalizzandolo si giungerebbe ad un paradosso (logico).

Se amo il mio lavoro/ho passione per farlo e lo faccio per fini di lucro cadrei in contraddizione tra l'essere pay e l'essere dilettante. Anche se magari faccio l'idraulico.

Anzi, il paradosso sarebbe proprio che, per fare un qualsiasi lavoro pay non potrei farlo per diletto, quindi per passione verso lo stesso.

Nessun paradosso, se fai un lavoro, che per te sia diletto o sacrificio, vieni pagato. Offri merce, servizi o competenze intellettuali chiedendo in cambio un corrispettivo economico. Fai parte dei professionisti; stessa cosa vale per l'attività, anche dilettevole, fatta nel tempo libero, ovvero in quel lasso di tempo che non si dedica all'attività remunerativa principale ma che comunque prevede la corresponsione di un controvalore economico a fronte della stessa.
Per esempio:
-Marco è laureato in lettere, lavora con contratto indeterminato presso uno studio notarile; il suo tempo libero lo dedica alla passione che ha per l'insegnamento e riceve in casa sua alunni a cui impartisce ripetizioni di latino al costo di € 25 cadauna. Marco è un professionista in entrambe le sue attività.
-Marco lavora presso uno studio notarile e il suo tempo libero lo dedica alla passione che ha nel seguire i primi passi calcistici dei ragazzini presso una struttura sportiva senza essere per questo retribuito. Marco è professionista nel suo lavoro ma amatore nella sua passione.
Contestualizzando possiamo dire che quelle donne definite no-prof rappresenterebbero le avventure free, quelle cioè procacciarte in modo casuale ovvero tramite l'ausilio dei social a tema e che, fatti salvi gesti di galanteria nell'accollarsi probabili costi di contorno, non prevedono la retribuzione di un'eventuale attività sessuale.
Nel momento in cui quella donna richiede denaro per far sesso, diventa professionista; è un dato di fatto oggettivo.
Chiamate ste donne come vi pare ma no-prof è quanto di più inappropriato si possa definirle. È decisamente fuorviante.
 
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Diciamo che come ho letto nei precedenti post di no prof che si fanno pagare centinaia di euro, quelle oltre ad essere pay a tutti gli effetti sono pure una chiavica, e pure poco oneste oltre che essere anche delle leggende metropolitane ad uso e consumo di sardine wireless.
 
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Quindi, ricapitoliamo.
Esistono le free easy. ( quelle che la danno e a gratis ) le free di legno (se la tengono per lo piu ) e le escort.
Io alterno la prima e la terza.
La seconda categoria andrebbe aiutata.
 
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smith

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Anche perchè la seconda categoria è la maggioranza?
 
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