“non sopporto i cori russi, la musica finto rock, la new wave italiana, il free jazz, punk inglese, neanche la nera africana….” . C’era una canzone di Franco Battiato pubblicata all’inizio degli anni ’80, facente parte di uno splendido album (La voce del padrone), che recitava proprio questi versi. Anch’io non sopporto e sono alla perenne ricerca del mio “centro di gravità permanente”. Sono un rompicoglioni. Sono intollerante? Non lo so.
Vero è che non sopporto parecchie cose. Insomma, confesso che le cose che non riesco a digerire sono molte.
Forse mi deriva dal fatto, che odio nella maniera più estrema i contrattempi, gli imprevisti, le rotture di coglioni in genere. E credo semplicemente che la vita dovrebbe essere quanto più rilassata (e rilassante) possibile, bisognerebbe andare meno di fretta, e lo dice uno che di fretta ci va sempre, o quasi. Ed è per questi motivi che molto spesso mi trovo ad odiare i dettagli stonati.
Quindi non sopporto:
-i bar nei quali devi “entrare a scegliere”. Lavorando fuori casa mi capita spesso di andare a mangiare un panino o un’insalata al bar. Ce ne sono parecchi in zona e li bazzico più o meno tutti. Spesso esco dallo studio affamato e assetato come un caimano, arrivo finalmente in un bar, mi siedo a un tavolino all’aperto, stremato, e mentre i miei muscoli iniziano a rilassarsi arriva il cameriere e mi dice: “Devi mangiare? Allora entra a scegliere nella vetrinetta…”
Ma portami un menu, cazzo.
-quelli che mi mettono male il gelato sul cono. O tutto da una parte, o appena appena appoggiato sopra, così alla prima leccata mi cade a terra.
-i gruppi di tre persone che camminano sui marciapiedi leeentaaaameeenteee e stanno una di fianco all’altra. Gli sto dietro strisciando i piedi, lanciando maledizioni mentali e poi rischio di essere travolto da dieci macchine quando scendo dal marciapiede per sorpassarle.
-quando spengono i semafori alla notte. Di solito accade mentre sono fermo al rosso. Un rosso lunghissimo. Resto per cinque minuti fermo come un coglione in una Milano deserta, e quando finalmente dovrebbe diventare verde diventa giallo lampeggiante. Tre o quattro automobili, allora, appaiono dal nulla e mi attraversano la strada da destra e devo restare fermo di nuovo, per dar loro la precedenza.
-il postino che suona a uno per tutti – IO – alle otto del mattino, per farsi aprire la porta del palazzo. E poi nemmeno ne ha, di posta per me. Bé, ma cazzo, ma allora suona a uno a cui devi recapitare la posta, almeno!
-quelli che mi dicono frasi tipo “Eh, però tu avresti dovuto fare in un altro modo” quando mi trovo nella merda. Come se potessi tornare indietro e fare in un altro modo.
-i locali nei quali si mangia con la musica di sottofondo a palla. Se volessi mangiare con Vasco Rossi che mi canta nelle orecchie in dolby sorround andrei ad un suo concerto allo stadio S. Siro e mi comprerei due pizzette al chiosco.
-la pioggia né tanta né poca. Quella pioggerellina sottile e discreta, che ti bagna un po’ sì e un po’ no.
-i film che finiscono con “continua…” (Harry Potter 2 , Il Signore degli Anelli 2, Spider Man 2). Il film si chiude con questa parola e io resto a fissare lo schermo del cinema completamente spaesato. E poi incazzato. Ma porca puttana! Ma è un film, mica Beautyful. Deve finire! E adesso che faccio? Aspetto un altro anno? Due anni? Ma se dovessi morire? Voglio dire, spero di no, ma la vita è imprevedibile. Non posso mica esalare senza sapere come andrà a finire. Un film che non finisce mi scombussola la vita al punto che devo persino tenere a bada la morte.
-quelli che mi danno un appuntamento a casa mia (idraulico, elettricista, imbianchino…) per le 9, poi alle 10 telefonano per dire che non ce la faranno ad arrivare per le 11, orario nel quale mi telefonano per dirmi che si sono persi, se posso cortesemente indicar loro la strada al telefono.
Li odio. Sono sveglio e vestito e pulito dalle 8 del mattino. Devo cagare e non ho ancora cagato per paura che arrivassero proprio mentre ero seduto sul water… e loro mi fanno restare con il sogno del cesso per ore.
-gli spot pubblicitari nei bancomat. Vado a prelevare del denaro, e prima di darmelo ecco che ci sono i consigli bancari per gli acquisti. Prima di prendere il tuo denaro, leggi questa nostra bella offertina su un mutuo da 350.000 euro per la tua prima casa.
-quelli che hanno la macchina figa e allora stanno in terza corsia, sulle autostrade, per principio. Eh, se ho il BMW da ottantamila euro che fa 250 all’ora devo stare in terza corsia, eccheccazzo. Sì, vabbé, beato te che ce l’hai, ma se vai a 80 all’ora mettiti in quella cazzo di seconda (o prima) corsia.
-i locali dove ti danno un solo menu quando ci vai accoppiato. Devi stare a guardare il soffitto mentre l’altra/o legge, poi tocca a te leggere mentre lei/lui guarda il soffitto. Ma dammi due menu, no?
-la maggior parte delle fessure dei distributori automatici di bevande. Devo fare le contorsioni e slogarmi il polso, per afferrare quel maledetto bicchiere di plastica.
-i dossi artificiali di plastica dura del cazzo, i dissuasori di velocità, quelli per far rallentare le macchine nei centri abitati. Condivido lo scopo, ma odio quei dannati dossi artificiali. La velocità con la quale passare NON ESISTE. E’ tutto inutile. Gli passi sopra e SBAM! (ruote anteriori), SBADABAM! (ruote posteriori)
-il meteo tra un tempo e l’altro di un film. Ormai lo mettono ovunque, ma che razza di fissa gli è presa a questi? Che dannata abitudine del cazzo è? Lo mettono ovunque. Il meteo di qua, il meteo di là, e adesso il meteo, ma vediamo subito il meteo… MA MOLLATEMI CON QUESTO CAZZO DI METEO. E, soprattutto, NON METTETELO TRA UN TEMPO E UN ALTRO DI UN FILM!
Sto guardando un film, me lo sto gustando… cosa cazzo vi fa pensare che di punto in bianco possa fottermene qualcosa delle previsioni del tempo?