Con tutta onestà, penso che, nel caso specifico della professione di cui questo forum si onora di trattare, non sia corretto fare i conti in tasca alle attiviste.
Appena lo facciamo, ecco che vengono tirati in ballo argomenti collaterali, inevitabili ma fuorvianti. Come ad esempio che il guadagno è esentasse, che le pay vanno in taxi e stanno meglio dei loro clienti, che guadagnano troppo, e via dicendo.
Per contro, altri fanno notare che c'è la crisi (bhe, c'è per tutti, non comprenderei perchè non dovrebbero averla subita anche loro), qualcuna si lamenta che i guadagni si sono ridotti, e via di questo passo.
Ma la prostituzione, se vogliamo essere onestamente partecipanti ad un forum come questo, andrebbe considerata al di fuori e al di sopra del fattore economico.
Noi scriviamo, nelle rece, il compenso, giusto come parametro di riferimento, questo è vero. Ma parametro di riferimento deve restare. Quanto una guadagna, a fine mese, non ci dovrebbe interessare minimamente.
La prostituta non è un barista o una cassiera o una parrucchiera. E' un artista del sesso. Professionista finchè vogliamo, ma sempre artista.
Forse che disertiamo i concerti o gli stadi, perchè cantanti e calciatori guadagnano troppo a fine mese? Non mi pare. Se qualcuno ha ridotto, o azzerato la frequentazione in tali ambiti, è perchè la crisi ha ridotto le sue capacità di spesa, non certo per un fatto di obiezione morale ai guadagni ingiustificati dei professionisti.
A maggior ragione la prostituta non può essere messa in discussione, per quanto guadagna. Perchè è un'attività troppo particolare, troppo intima e con risvolti non riconducibili ad alcun parametro. A volte leggo, ahhh se solo provassero un giorno di miniera. Cazzata più grossa di questa non si potrebbe dire. Al calciatore che non si impegna, si può certamente fare il paragone del minatore, non alla prostituta che offre qualcosa di se stessa, così privato e intimo, che nessuna regola potrà mai ridurre a orari, tempi, metodi, guadagni.
Si può non essere d'accordo sulla sua richiesta, o perchè non possiamo permetterci una certa cifra, o perchè non corrispondente alla qualità della prestazione.
Ma se mettiamo in discussione che una prostituta possa (e debba probabilmente) vivere al di sopra dei parametri che regolamentano il mondo del lavoro, siamo costretti a ricondurre la sua attività ad un qualunque lavoro. Cosa che non è e non può essere.
A meno che non vogliamo una società in cui la prostituta timbra il cartellino, svolge il suo lavoro per le ore contrattuali e... va al bar in orario di lavoro, come in certi uffici pubblici.
Ecco, il giorno che dovesse essere così, forse smetteremmo davvero di trovare piacevole andare a pay.