Pensieri filosofici

Abbiamo molte idee rispetto al piacere e forse anche parecchia confusione. A volte pensiamo che il piacere sia superficiale e il dolore profondo. Altre volte che il piacere sia egoistico e il dolore solidarizzante. A volte che vada trattenuto più a lungo possibile, a volte che sia un male.
Difficile poi parlare di piacere senza entrare in posizioni moralistiche.
Il vero piacere non è egoistico ma ammorbidisce i confini dell’ego e allarga la generosità naturale del cuore. Ci rende aperti verso gli altri e capaci di condividere la gioia. Ci permette di sentire in profondità le nostre radici. E permette alle nostre radici di intrecciarsi con quelle altrui.
Il piacere nasce da quel sentimento di gioia che è alla base di tutta la crescita, e costruisce legami e relazioni durevoli. Il vero piacere insegna quando avanzare e quando allontanarsi.
(N. Cinotti)
 
Schopenhauer diceva che "chi ama la verità, odia gli dèi". Personalmente credo che si hanno molti nemici quando si è troppo sinceri, perché la verità destabilizza il potere di chi si è costruito sull'inganno e la menzogna, quegli "dèi" moderni che adoriamo in nome di un capitalismo molto vicino a mangiare se stesso. In quest'ottica, la frase ha una sua verità... chissà :unknw:
 
i nemici esistono solamente quando si adora l'unico dio moderno presente in una societa capitalistica: LA MERCE...quando ricercando la verità,... scopriamo che la merce non è lo scopo del nostro vivere,ecco che x incanto spariscono i nemici...amen!
 
Estrapolare questa frase dal suo contesto le fa perdere significato.
Rendo giustizia a Nietzsche e posto il testo completo...

Allorché oggi me ne andavo solo, all’ora in cui il sole tramonta, incontrai una vecchia donnetta, ed essa cosí parlò all’anima mia:

“Molte cose ha detto Zarathustra anche a noi donne, ma mai ci ha parlato della donna”.

Ed io le risposi: “Della donna bisogna parlare soltanto all’uomo”.

“Parla anche a me della donna”, ella disse; “sono abbastanza vecchia per dimenticarlo subito dopo”.

Ed io accontentai la vecchia donnetta e cosí le parlai:

“Tutto nella donna è un mistero e tutto nella donna ha una soluzione: essa si chiama gravidanza.

L’uomo è per la donna un mezzo: lo scopo è sempre il bambino. Ma che cos’è la donna per l’uomo?

L’uomo vuole due cose: gioco e pericolo. Perciò vuole la donna, come il giocattolo piú pericoloso.

L’uomo deve essere educato per la guerra, e la donna per svago del guerriero: tutto il resto è follia.

Frutti troppo dolci, questi il guerriero non li vuole. Perciò vuole la donna: perché amara è anche la donna piú dolce.

La donna capisce i fanciulli meglio dell’uomo, ma l’uomo è piú infantile della donna.

Nel vero uomo, è nascosto un fanciullo: il quale vuole giocare. Su, donne, scopritemi dunque il fanciullo nell’uomo!

Un giocattolo sia la donna; un giocattolo fine e puro, simile a una pietra preziosa illuminata dalle virtú di un mondo che non esiste ancora.

Il raggio di una stella splenda nel vostro amore! La vostra speranza sia: “Possa io partorire il Superuomo!”

Nel vostro amore sia il coraggio! Col vostro amore dovete assalire colui che v’incute timore.

Nel vostro amore sia il vostro onore! Di solito la donna capisce poco di onore. Ma il vostro onore sia questo: amare sempre, piú di quanto siate amate voi stesse, e non essere mai in seconda fila.

L’uomo tema la donna quando essa ama: perché essa allora compie ogni sacrificio, e le altre cose sono per lei senza valore.

L’uomo tema la donna quando essa odia: perché l’uomo in fondo al suo animo è soltanto cattivo, mentre la donna è malvagia.

Chi è che la donna odia piú d’ogni altro? Il ferro cosí disse al magnete: “Io odio te piú d’ogni altra cosa, perché tu attiri, ma non hai abbastanza forza per tirare a te”.

La felicità dell’uomo si chiama: io voglio. La felicità della donna si chiama: egli vuole.

“Ecco, soltanto ora il mondo è perfetto!” Cosí pensa ogni donna, quando, amando con tutto il cuore, obbedisce.

E la donna deve obbedire e trovare una profondità per la sua superficie. Il carattere della donna è superficie, un’epidermide animata tempestosa sopra un’acqua poco profonda.

Ma l’animo dell’uomo è profondo, la sua corrente scroscia in sotterranee caverne: la donna intuisce la sua forza, ma non la comprende.

Allora la vecchia donnetta mi rispose: “Zarathustra ha detto molte cose garbate, specialmente per quelle donne che sono ancora abbastanza giovani perché ciò le riguardi.

È strano, Zarathustra conosce poco le donne, eppure ha ragione di parlare cosí di esse. Forse perché niente è impossibile per ciò che riguarda la donna?

Ed ora, per ringraziamento, prenditi una piccola verità! Sono abbastanza vecchia per essa!

Avviluppala bene e chiudile la bocca: se no grida troppo forte, questa piccola verità.

“Dammi, o donna, la tua piccola verità!” dissi. E la vecchia donnetta disse cosí:

“Vai dalle donne? Non dimenticare la frusta!”


Cosí parlò Zarathustra.
 
Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io.

Luigi Pirandello
 
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L'origine dei nostri atti sta nella propensione inconscia a ritenerci il centro, la ragione e l'esito del tempo. I nostri riflessi e il nostro orgoglio trasformano in pianeta la briciola di carne e di coscienza che noi siamo. Se avessimo il giusto senso della nostra posizione nel mondo, se confrontare fosse inseparabile dal vivere, la rivelazione della nostra infima presenza ci schiaccerebbe. Ma vivere significa ingannarsi sulle proprie dimensioni…
 
Io non ho mai sentito tanto di vivere quanto amando, benché tutto il resto del mondo fosse per me come morto. L’amore è la vita e il principio vivificante della natura, come l’odio è il principio distruggente e mortale. Le cose sono fatte per amarsi scambievolmente, e la vita nasce da questo. Odiandosi, benché molti odi sono anche naturali, ne nasce l’effetto contrario, cioè distruzioni scambievoli, e anche rodimento e consumazione interna dell’odiatore.

Citazione presa da Leopardi Zibaldone
 
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