PENSIERI, PAROLE E RIFLESSIONI

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I LADRI


Non so voi ma a me stanno sulle palle in una maniera pazzesca.

Ma non quelli che si fregano la penna dalla vostra scrivania.

Nemmeno quelli che si tengono in tasca l'accendino dopo che glielo avete prestato.

Non fumo, ma un accendino fa spesso comodo.

Dico quelli che vi entrano in casa e rubano frugando nella vostra intimita.

Dico quelli che vi aprono la macchina e frugano nel vostro gioiellino senza curarsi dell'affetto che nutrite per ogni bottone.

Dico quelli che si fottono i vostri soldi che vi siete piu' o meno meritatamente sudati onestamente.

Dico che mi stanno proprio sulle balle perche' non solo mi tocca rinunciare a tante belle cose a cui avevo gia' rinunciato prima per mettere da parte quei due soldi.

Dico anche che per un paio di mesi mi tocca stare a leggere le vostre recensioni perche' un ladro di merda mi ha ciulato il fondo cassa per trombare ogni tanto.

Porco di questo mondo.

Dico che mi sta sulle balle proprio.

E anche la mia l'ho detta. :big_boss:
 
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NEL BOSCO

Dorato deserto
della gioventù.
Nel bosco fitto
dei ricordi
invecchio
e li ho piantati io
questi alberi.
 
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CONTRATTAZIONE

Un sorriso intuito al telefono.
I tuoi occhi letti qua e là,
parole a spasso tra me e te.
Ti porterò lontano senza tempo,
sarai vicina che di più non so.
Non saranno centimetri a dividerci,
ma gli attimi a rincorrersi.
Sfuggirsi sarà piacersi,
come onde diverse che insieme sono mare.
 
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AD UN AMICO

Vieni a trovarmi
se puoi
fra un taxi e una telefonata
un contratto
e un'arrabbiatura
tra un giornale ed una preghiera
tra un film ed un aperitivo
vieni a trovarmi
finchè son vivo
una mattina
una sera
scambiamoci un sacco
d'idee sbagliate.

Invecchiamo un'ora insieme.
 
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VIA UNA, SOTTO UN’ALTRA

Tante nella mia vita, di ogni parte del mondo.
Scelte, ricercate, inseguite, volute.
O incontrate per caso, a volte con(s)igliate.
Belle tante, qualcuna indimenticabile,
altre meno che è stato un errore.
Poche banali, però,
che le ho sempre preferite intelligenti.
Qualcuna famosa, che la conoscevano tutti,
spesso di pochi.
Chi mi ha fatto ridere, chi piangere forte,
chi mi accompagnerà per sempre e chi,
dopo una notte, non l’ho più voluta sentire.
Di alcune ho amato l’intelligenza,
con altre ho ballato.
Ne ho rubate, poche.
Pagate, quasi tutte.
 
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SIA QUEL CHE SIA

Credo cha a volte sia salutare prendere le
distanze da noi stessi, allontanare lo sguardo
dalla propria storia, dai propri lamenti,
dal proprio orgoglio e cedere, dicendosi:
"sia quel che sia!"
Non voglio più spaventarmi per una
ferita riportata nella mia esistenza.
Nè voglio pensarci più.
Perchè se smetto di pensarci,
sarà lei a provvedere a me, a portarmi
nel posto giusto, dove devo andare,
a farmi incontrare chi devo incontrare.
 
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BASTA POCO

Si invecchia quando si smette di sognare,
o si smette di sognare quando si invecchia?
In ogni caso, io ho smesso di sognare.
Ed anche se so che la felicità consiste solo
nell’attesa che arrivi,
non mi va quasi più nemmeno di attendere…
Basterebbe per migliorare che ci cadesse addosso
qualche scampolo di lentezza,
un frammento di poesia
e qualche goccia di brunello.
 
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SOGNI MIEI, SOGNI TUOI

Muoiono ancora prima di arrivare all'alba,
persi, dissolti in fumo prima di nascere,
restano nascosti, invisibili e velati proprio la',
in fondo ai risvegli, come una paura,
come un tormento che bolle rimestandosi lento,
una carta giocata male, una moneta che lanciata in aria
si ferma proprio su un fianco, ne’ testa ne’ croce,
lei sceglie il fianco.
Dimmi cos’e' un sogno, tu che al mattino apri gli occhi
con qualcosa in mente, un'immagine, una figura, una voce,
un ricordo che io non ho, nessuna carezza, nessun sorriso,
niente che mi accompagni, niente che fiorisca dal nero della notte,
niente che poi si dissolva, o che resti.
Dimmelo tu dove vanno i miei sogni o se si sono gia’ arresi al tramonto,
dimmi se hanno trovato un posto migliore della mia mente,
dell’anima o del mio letto, dimmi dove sbaglio se non riesco
a disegnarne le forme o a dargli un colore, un posto dove fermarsi,
nessun nome, niente occhi ne’ mani, dimmi perche', se di loro vivo,
hanno una strada cosi' diversa dalla mia, un bivio come un tranello,
come nuvole tracciate nei profili dalla luna, di notte si scatenano,
dissolvendosi all’alba come veli.
Dimmi se e' vero che le fate non sognano, perche' sono loro i sogni degli altri.
 
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COS’E’ L’AMORE

L’amore è un vento tiepido e leggero
che ti accarezza la pelle e fa dondolare il cuore piano piano,
è il temporale d’estate che ti bagna i capelli e ti riga il viso,
e’ la calma che ti lascia dopo,
è una rosa rampicante che cresce come i sentimenti
che nascono piano e poi travolgono,
è nessun dubbio nello scegliere,
e’ la spinta che si sente dentro,
che si innalza in un volo,
e' la sensazione di aversi,
di sentirsi dentro, in fondo all'anima, vicino vicino al cuore.
Dentro, dentro a tutto, nei pensieri, nelle parole,
in quel sorriso di quando ti rifletti nei miei occhi,
ed io a correrti incontro.
Amore e’ pensarti, ogni minuto ogni ora,
sempre, e’ volerti, vederti in ogni cosa,
anche negli occhi che non sono i tuoi,
dietro ad ogni angolo,
e’ sentirti come se da sempre fossi appena sotto alla mia pelle,
come se fossi nata e cresciuta dentro di me,
riconoscerti dai passi, dalle carezze, dalla voce.
Amore e’ quel battito che d’un tratto rimbomba,
come tutti i ricordi che porto nella mia valigia,
ogni volta che parto.
Amore è dolcezza, è tenerezza,
e' nei piccoli gesti che scalano montagne,
un pensiero, parole sussurrate all’orecchio,
sulle labbra o scritte su un biglietto,
è la follia, è il sentirsi importanti,
è amare fino allo strenuo delle forze,
morire in uno spasimo, arrossire come un bambino,
è il sentirsi liberi da ogni peso o pensiero,
è sentire il proprio cuore che batte a mille in un urlo contro il cielo.
Amore e’ nelle mie lacrime, che scivolano fra le labbra,
pensandoti.
 
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SEI COME ARIA

Così di notte, come di giorno,
l'aria non ha colore, non ha profumo,
non ha parvenza, si dilegua come per incanto
e toglie il respiro.
Pennellate di colore senza tempo,
elaboro e scolpisco il dolore in briciole per farlo uscire,
disegno l'amore con la china per renderlo immortale,
gli sorrido per farlo avvicinare, allungo le mani per prenderlo.
Ed in quell’aria il mio respiro, non lo confondo,
non lo trattengo, mi rimane in gola da solo,
come quelle parole sospese fra stomaco e cuore,
come silenzi che rimangono la’,
nel punto piu’ vuoto dell’anima,
mi riempio di te soltanto con gli occhi,
ti accarezzo senza toccarti, ti ascolto senza parlarti,
l’aria intorno prende quel sapore di sempre,
pensieri che sfumo con le dita,
silenzi che incorniciano attimi,
sorrisi che iniziano sulle mie labbra e finiscono sulle tue,
carezze che iniziano nelle tue mani, e muoiono nelle mie.
Ti colgo come un fiore, ti spoglio dei petali uno ad uno
e mi vesto di te, dei tuoi pensieri,
sbriciolameli addosso come stelle.
Le mie labbra sulle tue, mettile in sillabe come battiti.
E con quei battiti, scandiscimi il mio cuore.
 
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STARE TRA DUE FUOCHI

Stare tra due fuochi, e’ una battaglia contro se stessi,
significa che gli occhi non bastano, non bastano le mani,
non basta niente, e’ quel passo che si puo’ fare da una parte soltanto,
rumore circoscritto di catene, non esiste il replay,
e’ li’ in mezzo che si deve decidere, dentro alla tempesta perfetta,
o si vince o si perde, o si parte o si torna, o si è o non si è.
Tutto quello che abbiamo dentro, tutto cio’ che abbiamo da dare,
puo' avere piu' di una direzione, si puo’ diramare in ogni spazio,
verso ogni punto si apre e si chiude, ma la profondita' dell’amore,
il sentimento piu’ grande, ne ha sempre e soltanto una.
Scende, non a destra, non a sinistra.
Scende, semplicemente, diventando il centro dell'anima.
E’ un “ti amo” mai diviso, mai discusso, mai incerto,
non nasce fra le labbra, ma dal punto piu’ profondo che hai toccato,
non finisce sulle tue labbra, ma nell’istante piu’ intenso che hai sentito dentro.
Tra due fuochi non sempre e' una scelta, ti ci trovi.
E' come dannarsi per una corsa all'inferno,
un viaggio senza meta, non vedi soluzione, non vivi,
non ora che hai perso la direzione, il punto del fuoco acceso.
Ferma al centro del roteare di sensazioni forti,
rabbia che contorce e dolore che lacera, disperazione che brucia,
fiele e lacrime screziate di sale, sangue rosso scarlatto.
E quella punta del cuore, che non vuole smettere di far male da morire...
 
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LETTERA DI COMMIATO AD UN AMICO FEDELE

Caro e inestimabile amico,
un augurio sincero ti voglio lasciare.
Nell’andare e venire di tutte le cose,
che restino solo le essenziali (poche),
quelle che valgono veramente e di queste (essenziali),
abbine cura come cosa preziosa da custodire
come tesoro per il tuo cuore e proteggere (fuori)
dal mondo.
Che il lontano (se è ciò che vuoi e se è giusto da cielo a terra),
si faccia vicino e il vicino (se è ciò che vuoi e se è giusto da cielo a terra)
diventi presente.
Il tuo naso (lungo) che sia,
debba solo servire per sentire a distanza odori buoni e cattivi,
impregnandoti dei buoni e facendoli vivere in ogni tuo attimo
di tempo d’essere e di addivenire,
ma dirottando quei cattivi sul nascere e senza troppo indugiare
che gli spiritelli sono sempre in agguato e pronti.
Che le tue mani belle, lunghe, magre e bianche dal palmo largo
da pianista, scorrano sempre sulla tastiera del tuo cuore
con la leggerezza di cui sei capace,
mescolando sapientemente (come sai fare) armonie e dissonanze,
sospensioni e risoluzioni, forte, fortissimo, mezzo-forte, piano,
mezzo-piano pianissimo), senza mai uscire dalla terra (cuore)
da cui è uscita quella musica ma solo se ispirata dall’unica fonte
l’AMORE che la può far vivere per sempre,
al di là d’una parete di venti, di cieli e di anni;
perchè questa è magia: Magia della fiaba che, se il naso lungo l’ha intuita
nè avrà cura preziosa come di cosa rara, come di cosa unica,
come di cosa irripetibile, come di fiaba che tutto porta alla sua ultima pagina
e il libro si chiuda finalmente sulla parola GIOIA.
Questi sono gli auguri SINCERI e non finti ma neppure di circostanza
che ti voglio fare.
E che ogni INIZIO possa essere il proseguimento della fine che la precede.
Con tanto affetto (come sempre), con tanta simpatia (come sempre),
con tanta GIOIA (come sempre) e che la GIOIA
ti sia sempre di guida e di compagnia!
 
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L’ARRIVO DIPENDE DALLA PARTENZA INTELLIGENTE

Come starsene fermi in un ingorgo all’altezza di Modena sud,
in un giorno di traffico da bollino rosso ed umore nero.
Colori facili.
Fini e senza impegno.
Come tanti, in fondo.
Guardarsi intorno, sbirciare gli altri.
Prima dall’abitacolo e poi girando tra le macchine ferme.
Che tanto non si riparte.
Né ora né tra poco.
Fare amicizia con le due ragazze sulla C5 viola.
Scambiarsi i numeri.
Che scambiarsi il telefono non si usa ancora.
L’occhiolino alla signora sulla Megane,
con figlia a carico e marito sull’auto dietro
a recitare la parte del geloso (ma l’oscar dell’autosole, tanto, non glielo danno)
Con tutti parlare del tempo per far finta di niente
ed avere sempre ragione.
Che il sole è il sole e la pioggia no,
anche se poi c’è sempre quello che fa polemica,
ma vabbè, peggio per lui.
Quello che poi si sente male e lo cerchi di soccorrere.
Ma più che fargli coraggio, che non gliene fai mai in realtà,
non puoi altro, solo aspettare.
Dispiace e te, figurati a lui.
E conoscere una donna con l’accento strano.
Parlare di figli – “perché non ne ha?” – farla sorridere.
(La inviterei a bere qualche cosa non fosse che l’autogrill
è a ventisette chilometri e lei c’ha i tacchi alti).
E poi vado di fantasia:
(-“venga da me, che in macchina ho le farfalle ed i vetri oscurati.”)
ed il frigobar. Ssseeehhh, esagera...
Musica finche la batteria ce la fa,
che poi per spingere qualcuno si trova,
e poi tutti in macchina.
Ognuno la sua. Magari no. Che magari sbagli.
Magari.
 
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BRERA

Passeggia per le strade, sigaretta in bocca
(e che importa se non fuma), passa fiero tra la gente.
Il ricordo, o meglio l’idea, inaspettata,
come corrente a dare una scossa.
L’esatta percezione dell’assenza e l’odore del suo sangue
che scorre, sì.
Si guarda attorno come a cercare
tra i vestiti di un barbone che si vomita addosso.
Tra i manichini di una vetrina che nessuno guarda più.
Tra i tarocchi di una maga, che niente ha mai indovinato.
Sguardo attento, e sicuro di non trovarla, lì. Ma dentro di sè.
Mani in tasca, bavero alzato e collo rintanato nella sciarpa.
riprende a camminare,
canticchiando e con gli occhi lucidi,
e quello che pensa è affar suo.
 
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TI E’ MAI CAPITATO

Ti è mai capitato di seguire il volo di un gabbiano,
quando dimentica di aprire gli occhi al suo grido stridulo
senza lasciare ne’ orme in mare, ne’ segni in cielo,
solo scie indelebili fra i penseri…

Ti è mai capitato di guardare negli occhi la paura,
senza esserne sopraffatto,
sei mai scappato con gli occhi fino a non trovare
piu’ una risposta al buio….

Ti è mai capitato di vedere un’ombra diventare carne e fiato,
l’hai mai immaginata nella sua bellezza senza pensare al peccato,
l’hai mai desiderata nuda di ogni velo,
anche solo per quell’istante che ti e’ scoppiata dentro,
hai mai sentito i battiti salirti in gola per l’emozione di spogliarla,
di sfiorare uno sguardo che ti chiede…

Io si... e in tutto questo mi sono lasciato morire...
 
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VORREI MA NON POSSO

Giusto il tempo per dirci quello
che non abbiamo neanche pensato.
E avremo voglia per farlo, fin dove potremo,
al punto che sarà concesso.
Che la tua vita è altrove e non potrò, io, riempirla.
Che sarò solo una birra, quella per cui
c’è sempre un po’ di spazio,
sarò il fiocco sul pacco, la cornice del quadro.
Sarò quello che vorresti che altri ti dessero
ed invece non fanno, o forse non sanno.
Un regalo, il più bello, che non potrai neanche aprire.
Sarò il sorriso sul viso di uno che passa.
Una stella cometa con la coda che brucia.
Sarò uno spreco, un rimpianto, una gioia, un momento.
O qualcosa che scalda anche dopo che è spenta.
Un compagno per sempre, da tenere nascosto
e portare a passeggio come un biglietto scaduto,
che ogni tanto dimentichi.
E prima o poi torna fuori.
 
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LASCIAMI VENIRE CON TE

Lasciami venire con te,
poco più avanti,
fin dove svolta la strada
e appare la città
d'aria e di cemento,
calcinata dal chiaro di luna,
così indifferente e immateriale
così positiva, così propositiva
che puoi finalmente credere
che esisti e non esisti,
che non sei mai esistito,
non è esistito il tempo
con la sua rovina.
Lasciami venire con te.
 
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HO PROVATO

Ho provato tante cose,
come se stessi proprio cercando quella giusta,
come quando pensi, quando devi scegliere,
quando sei ad uno dei bivi della vita,
o come quando non sai proprio dove andare.
Ho provato a tentoni, come quando allunghi le mani nel vuoto,
ed ho disegnato cerchi, uno accanto all’altro.
Ho provato a disegnare,
sulla carta le mie matite colorate scorrevano,
i miei occhi le seguivano, ma non ero capace di colorare
senza sbavare lungo i bordi, proprio come i bambini
che dentro alle linee non riescono a stare,
nemmeno io dentro alle linee non ci so stare,
i confini non sono mai stati il mio forte,
credo che non lo saranno mai.
Spirito libero, ovunque,
anche su un foglio devo avere le ali spiegate.
 
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IN SILENZIO

Amami.
In silenzio senza dirmelo.
Anche fosse solo per un minuto o due.
 
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