Credo che questa domanda, al netto dei “colle”, sia il centro di tutta la discussione, ottimo spunto.
Premessa: secondo me noi possiamo semplicemente offrire punti di vista soggettivi e racconti di frammenti di vita, nessuno di noi ha la verità in tasca, probabilmente la verità è che ognuno ha la sua visione delle cose.
Secondo me esistono due tipi di uomini che si rivolgono a questo tipo di servizi: quelli che lo fanno per “necessità” e quelli che lo fanno immersi nel “vizio”. Per i primi, secondo me, questo settore è addirittura nobile (vedi il mondo della disabilità) e offre, seppur con un surrogato, emozioni e sensazioni piacevoli a chi per svariati motivi non può o non riesce o non vuole interagire con il mondo free.
La seconda “categoria” contiene gli uomini sposati , quelli in una relazione, i fidanzati o i non single che presentano tratti sfumati di una “sex addiction”, dal più blando al più grave . È come fumare o bere, solo che provoca altri danni e non è cancerogeno; ma è un vizio , o un momento vizioso , come lo volete chiamare voi.
A casa puoi o no avere rapporti, magari hai una moglie che nel gioco sacrosanto della parità anche a letto è discretamente acrobatica, ma la tua mente torna sempre lì. Il punter phone, gli annunci, il rumore dei tacchi sul pianerottolo, il culo che ti ancheggia davanti mentre ti sta portando verso il letto, l’odore di lubrificante , il bidet e le salviette. Dei rituali che quasi sovrastano il piacere stesso del sesso. Poi alcuni non se ne fanno un problema, altri smettono e ricominciano, smettono e ricominciano. Cercando di aggirare il prossimo ostacolo che ti separa da una pelle nuova, da un profumo nuovo, da una loft nuova.
Vi consiglio di vedere il film “Shame” con Fassbender, 2011. Descrive alla perfezione queste sensazioni… puoi essere un quarantenne, un settantenne, bello brutto atletico o con la pancia, ma quel richiamo ti divorerà sempre , ovunque tu sia