Pochi minuti di pellicola.

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rimini
In un film ad altissimo costo, con effetti speciali di prim'ordine ( specie per l'epoca, 1991) e tante scene memorabili, ecco come realizzare invece con poca spesa una scena di raccordo che risolve tanti problemi : eliminare personaggi secondari che hanno esaurito la loro funzione, introdurre il tema del male che può assumere volti familiari, far maturare di colpo il giovane co-protagonista con un lutto comunicato brutalmente.
Basta una cabina telefonica con gettoniera, un banale interno da working class americana, una spada ( perché anche se come trasfigurazione di un arto, una spada rimane) , qualche bravo caratterista nei ruoli minori.

La scena " Your foster parents are dead " da Terminator 2 - Il Giorno del Giudizio di James Cameron.


 
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Questa la dedico ad Hawkeye, lui sa perché. :wink:
Da un grande testo di David Mamet, portato sullo schermo dal regista James Foley con il titolo Americani ( Glengarry Glen Ross ) ed una cast di prim'ordine, la scena "Cos'è la vita? ": un Al Pacino particolarmente ispirato nell'interpretare il venditore di immobili Ricky Roma, mentre conquista abilmente un cliente (un quasi esordiente Jonathan Pryce) partendo da una sorta di analisi esistenziale senza limiti, che credo vada bene anche come possibile interpretazione di questo forum:

 
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Riddick79

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Sempre in tema Terminator, gli inizi del T-800 nel lontano 1984 con un irriconoscibile Bill Paxton
 
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Riddick79

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Mentre per Terminator 2, una delle scene considerata rivoluzionaria in tema di effetti speciali con computer grafica per quegli anni (1991).
 
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Dato che ricorrono i cento anni dal disastro di Caporetto (ottobre 1917), ecco un frammento tratto da uno pochi film italiani veri e crudi sulla Prima Guerra Mondiale : da Uomini Contro di F.Rosi, gli esiti follia bellica del Generale Leone ( personaggio chiaramente ispirato ai terribili ed autentici Generali Cadorna, Capello, Badoglio, Cavaciocchi).

 
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Ad ormai vent'anni dall'uscita del film nelle sale, confesso di non avere mai capito cosa abbia impedito all'Academy di assegnare uno stra-meritato oscar a Julianne Moore ( nominata come possibile migliore attrice non protagonista) per la sua grande interpretazione della devastata pornostar Amber Waves in Boogie Nights di P.T.Anderson.
Qui metto una delle tante scene che mi colpirono allora, e che ancora mi angoscia nel rivederla: in un Tribunale del 1983 ove campeggiano le foto di Reagan (Presidente Usa) e di Deukmejian (Governatore Repubblicano della California) - che sembrano appese lì quasi a sottolineare che tutto le è contro - lei si presenta rivelando il suo vero nome ( Maggie) e senza avvocato, per sostenere le violazioni dell'affidamento del figlio da parte del marito, il quale le impedisce di vedere il bambino.
Il marito si presenta agguerrito e munito di avvocato proprio per umiliarla, spiegando al giudice ( la pornostar Veronica Hart, compassatissima nel suo primo ruolo "serio") che la ex moglie si droga, si prostituisce e prende parte a pellicole pornografiche.
Micidiali le secche domande finali del giudice, rivolte ad una imbarazzata Julianne/Amber che si affanna a dire che non si droga e ha cambiato vita:

"E' mai stata arrestata?"
"Sì..."
"E può dirmi quando è stata l'ultima volta in cui è stata arrestata, e quale era l'accusa?"


Spettacolare il successivo ed improvviso stacco su Julianne/Amber che, distrutta, piange a dirotto fuori dal Tribunale della Contea.
Ho trovato solo la clip in lingua originale, ma forse è anche meglio:

 
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Ogni volta che sento parlare uno chef, o parlare di uno chef , o parlare di un programma televisivo nel quale imperversano degli chef, ebbene: mi viene in mente questa scena da Pazzi a Beverly Hills ( L.A. Story) di Mick Jackson.
E pensare che il film è del 1991... ( da notare che Sarah Jessica Parker, allora già 26enne, poteva ancora spacciarsi per una quasi teen-ager ).

 
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... e per contrappasso della clip qua sopra, ecco invece un film nel quale la buona cucina è trattata con garbo e naturalezza: Il Pranzo di Babette di G. Axel, premio Oscar al Miglior film straniero nel 1988 ( il film uscì però nell'87, trent'anni fa giusti giusti).
Una splendida Stéphane Audran smette i panni di donna fatale e chic, alla quale ci aveva abituati nei complessi film di Buñuel e di Chabrol ( suo ex compagno ), per indossare quelli di una bravissima quanto umile chef francese, costretta a fuggire dalla Francia sconvolta dalla feroce repressione della Comune di Parigi del 1871, ed a rifugiarsi sotto falsa identità in Danimarca, come domestica presso una congrega religiosa protestante, assai chiusa e bigotta.
Qui la donna preparerà una fondamentale cena con eccezionali prodotti gastronomici francesi, cena che rappacificherà gli animi degli aderenti e farà loro capire qualcosa di più sui piaceri della vita: quelli del palato in primis.
Il critico Paolo Mereghetti definì il film un gioiellino: approvo in pieno, ma lasciatemi aggiungere che il tocco francese della protagonista Audran è determinante.
Perfetto come film di Natale, tra l'altro.
Nella clip, la scena Arrivo degli ingredienti, con una luce ed una fotografia che purtroppo in uno schermo non grande ed a bassa definizione un po' si perdono:

 
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Alla fine di questa bellissimo racconto di Karen Blixen il generale Loewenhielm si congeda dal suo grande amore giovanile, Martina, con queste parole :
Old Lorenz Lowenhielm: [last words to Martina] : "I have been with you every day of my life. Tell me you know that.
Old Martina: Yes, I know it.
Old Lorenz Lowenhielm: You must also know that I shall be with you every day that is granted to me from now on. Every evening I shall sit down to dine with you. Not with my body, which is of no importance, but with my soul. Because this evening I have learned, my dear, that in this beautiful world of ours, all things are possible."
E questa è la traduzione :

"Ho trascorso con voi ogni giorno della mia vita. Ditemi che lo sapete. [...] Ditemi che sapete anche che io sarò ancora con voi ogni giorno che m'è dato da vivere. Ogni ora siederò a pranzare con voi: non con il mio corpo, che non ha importanza, ma con il mio spirito. Perché stasera ho imparato, mia cara, che in questo nostro splendido mondo ogni cosa è possibile."
Questa frase mi commuove e mi tocca nel profondo dell'anima.
 
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Drive di Nicolas Winding Refn è un film secondo me complessivamente sopravvalutato ( mi parve meglio il più vecchio Driver l'Imprendibile di Walter Hill, al quale - seppure non espressamente visto che la sceneggiatura di Drive è tratta da un romanzo - si ispira).

Tuttavia, il montaggio ( per il quale ricevette una nomination all'Oscar e che procurò al film una Palma D'Oro a Cannes) non è male.
Eccone un saggio, nella scena della prima fuga post-rapina all'inizio del film:

 
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Visto che l'ho citato in un altro thread, ecco un brevissimo estratto da Tre Colori-Film Blu di Krzysztof Kieślowski.
Come cercare sollievo da un dolore dell'anima provocandosi un improvviso dolore fisico ( scena interpretata da una grande Juliette Binoche, deliberatamente priva di trucco protettivo alla mano per rendere reale la sensazione allo spettatore):


 
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Da Taxisti di Notte ( Night on Earth) di J. Jarmusch, un frammento dall'episodio Roma con Paolo Bonacelli nei panni del prete passeggero e Roberto Benigini nei panni del taxista.
A mio personalissimo parere, forse la cosa migliore che Benigni ha fatto come attore (l'episodio sarebbe da vedere tutto , ma supera i 25'):

 
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Uno dei film più complessi, intensi e dolci che siano mai stati realizzanti con bambini come attori principali: I Sogni in Tasca ( L'argent de poche) di F. Truffaut.
Qui il segmento " Ho fame ! " con la piccola e formidabile Sylvie Grezel protagonista assoluta della ribellione ai genitori, a costo di barricarsi in casa e protestare con il megafono dalla finestra: in fondo, lei voleva solo andare al ristorante con la sua borsa.
Grande la solidarietà dei bambini del vicinato, delizioso il finale " ...ah, c'è il pollo...mi hanno visto tutti..."

 
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Quando il film In ordine di Sparizione (Kraftidioten) di H.P.Molland venne proiettato in concorso al Festival di Berlino nel 2014 , molti rimasero colpiti: non si trattava del solito giallo/thriller girato tra neve e ghiaccio, ma di una commedia nera con personaggi sgradevoli, tanto cattivi quanto stupidi, quasi tutti intenti a demolire il mito del Nord Europa evoluto e politicamente corretto.
E' considerato il primo vero film che , implicitamente, tratta il dopo-Breivik da quelle parti: la Norvegia ha improvvisamente scoperto di essere un paese ben poco civile, popolato da abitanti (sia nativi che immigrati) tutt'altro che esemplari.
Ecco la breve scena " Welfare ", con un'interessante riflessione che collega la sua efficienza in Norvegia alla mancanza del sole e del caldo: tenete conto che a compierla sono due gangsters spietati.

 
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Ovunque c'è profumo di donna
Se non ti dispiace mi piacerebbe continuare un discordo sulla "prevenzione", qui a casa tua.
Mi piacerebbe farlo attraverso i film che ho visto o, per prevenzione, non ho visto.
Ti dico il nome di due film, in ordine cronologico, (film che ho visto) vincitori di Cannes.
"L'albero degli zoccoli"
"La stanza del figlio"
Uno dei due non mi è piaciuto affato, l'altro invece tantissimo.
Ti sapresti fare un'idea su quale non mi è piaciuto?
 
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