“Se lo scopre Gargiulo” di Elvio Porta
Immaginate Teresa Capece, un’avvenente infermiera, oppressa e infelice, sposata con uno spocchioso
pesce pigliato con la botta (pesce stordito pescato di frodo a suon di bombe) che non l’ha mai fatta sentire veramente donna o quantomeno viva. La suocera opprimente, la cognata primaria e altezzosa in quanto figlia dell’illustre ma opaco professor Gargiulo. Immaginate questa donna, che solitamente vive in una bolla di sapone, proiettata nei bassifondi napoletani, avvinta da mille peripezie, intenta a rimediare con urgenza il milione di lire che il padre ha contratto in debito. Una notte rocambolesca con due guappi napoletani che di buon cuore le offrono qualche stratagemma per racimolare la somma necessaria, intanto che fronteggiano gli impicci in cui sono coinvolti.
(La foto di nudo della De Sio non c’entra un cazzo ma ci stava bene e allora...)
Nel video la famosa tombola in cui un’affascinante e ignara Giuliana De Sio viene messa in palio tra le sgualdrine di una bisca/bordello per essere aggiudicata a sorpresa ad un vincitore piacente ma un po’ canaglia...
Sarebbe un’idea carina per il nostro Natale qui nel forum: famo una piotta a cartella e overnight a chi vince ogni giro. Poi quando bussano i carabinieri ci parla il Marchese
@Lafayette e affidiamo le nostre fedine penali alla sua famigerata diplomazia.
La pellicola non ha riscosso il successo aspettato, il regista (che nasce sceneggiatore) era all’esordio. La commedia è leggera e poco impegnativa, un po’ come tutto il filone della commedia napoletana di quel tempo, un’indissolubile commistione tra teatro e cinematografia. Del resto Napoli e i suoi personaggi non sono altro che un immenso teatro. Il folclore, però, viene volutamente esasperato. La narrazione lascia un po’ a desiderare, ma come faccio nelle nelle scopate mediocri, ne ho tratto tutto il bello. Perché io so io e l’immedesimazione può avvenire solo in un napoletano che ha vissuto la sua città in quegli anni e che quindi ne ha memoria. La sceneggiatura suscita una certa nostalgia, lo stato dei luoghi viene raffrontato con la condizione attuale e si ripercorrono inconsciamente gli anni dell’evoluzione e del loro cambiamento. Napoli da sempre offre scorci che emozionano persino chi è abituato alla loro visione. D’altro canto, il malaffare, rappresentato crudo e nella sua interezza (malasanità, guapparia, gioco, sfruttamento, tossicodipendenza, prostituzione ecc), pare immutato: certe cose purtroppo non cambiano. Napoli è un po’ come una puttana irresistibile, bella e troia da farti soffrire ma non fino al punto di potertene separare.
Le musiche di Pino Daniele sublimano un’atmosfera romantica e surreale.
Degno di nota il cast quasi tutto partenopeo: Giuliana De Sio, Enzo Cannavale, Nicola Di Pinto, Giuseppe De Rosa, Pino Ammendola, Marzio Honorato e Franco Javarone, Gianfranco Barra, romano, e il francese Richard Anconina.