Ancona, 15 maggio 2012 - Una crociata per far pagare le tasse anche alle prostitute. E’ quella che lancia il consigliere regionale della Lega nord Roberto Zaffini che, nel presentare una mozione all’Assemblea legislativa delle Marche, parte dai controlli a tappetto che la Finanza sta portando avanti. «E’ possibile che in questo momento, dove ci sono controlli a tappeto in tutti i settori del lavoro per fare emergere irregolarità e si obbliga un commerciante a chiudere l’attività per giorni dopo la non emissione di uno scontrino da un euro, si continui a fingere di non conoscere il grande giro di affari illeciti che coinvolge il mondo della prostituzione?. Sono molti i casi — dice Zaffini — come quelli della prostituta colombiana o della sessantottenne che in pochissimo tempo hanno messo da parte cifre esorbitanti, fino a 2 milioni e mezzo di euro, impensabili per un comune lavoratore. Soldi esentasse, che vengono spesso mandati all’estero. Le prostitute svolgono un lavoro autonomo equiparabile ad altri lavori autonomi come l’idraulico, il muratore o il dentista e sono professioniste a tutti gli effetti».
La mozione impegna la giunta «affinchè solleciti il governo Monti ad adottare al di là di ogni ipocrisia una norma che regolarizzi questo enorme mercato non dichiarato, alla luce della prima sentenza che obbliga una prostituta a pagare le tasse emessa dalla commissione tributaria di Milano, sezione 29. Regolamentare la prostituzione e renderla economicamente e giuridicamente trasparente avrebbe indubbi vantaggi sul piano sociale e normativo e sarebbe una ulteriore manovra ‘Salva Italia’».
Con Zaffini «ma soprattutto con i lavoratori del sesso e i relativi clienti», si schierano i Radicali delle Marche che chiedono «subito una legge per far emergere dall’irregolarità e garantire diritti per una professione come quella della prostituzione». Secondo i Radicali marchigiani, «una legge di questo tipo, oltre a colpire la malavita e la tratta legate allo sfruttamento della prostituzione, libererebbe secondo recenti stime un gettito fiscale di un miliardo e mezzo di euro l’anno, per un giro d’affari di 7 miliardi».
a. q.