Il pensiero di [omissis] è condiviso da buona parte degli utenti,che [...] preferiscono evitare di esporsi
Interessante concetto.
Se fosse stato espresso da qualcuno dello staff di moderazione potrei pensare ad un congruo numero di segnalazioni dei post di tale soggetto o di rimostranze in forma privata a sostegno di tale affermazione.
Detto da un utente "normale" mi suona piu' come voler proiettare su un ampio ma indeterminato numero di utenti una propria personale idea.
Un po' come certi proclami elettorali.
Della serie che a sentimento e senza numeri non si fanno statistiche sufficienti a prendere azioni concrete ma proviamo a spacciare il concetto lo stesso.
Si prenda nota che non ho intenzione di entrare nella diatriba dei motivi tra chi condanna e chi perdona, ma se manca un oggettivo riscontro, interventi di questo genere rischiano solo di fomentare una caccia alle strege. Roba tipo effetto branco, mandria, clan, citofonare psicosociologi o gente simile per maggiori dettagli.
Come detto sopra questo post prende spunto da una discussione che coinvolge utenti ben precisi ma ha come oggetto il dibattere sull'uso o abuso o presunzione di satira piu' o meno ben riuscita.
Se invece si vuol portare avanti una pubblica campagna di ban nei confronti di un utente gia' ampiamente redarguito dallo staff di amministrazione. dove stanno tutti questi utenti indignati?
Un pensiero esiste di per se' oppure serve che venga quanto meno espresso per esistere?
Lo so, siamo sul filosofico ma ormai e' malcostume italico lamentarsi e manifestare indignazione ma poi sembra che il 35% della gente non va nemmeno a votare, ma non smette di lamentarsi sul social.
Come dire, mi lagno ma non faccio niente di concreto per cambiare le cose.
Quindi, a mio parere, se tutti questi utenti se ne stanno silenti, vuol dire che va bene cosi', che la cosa e' ampiamente accettata tollerata, e non vale la pena intervenire.
Ricordo male o Dante colloca gli ignavi alle porte dell'inferno perche' li ritiene cosi indegni da non meritare ne' le pene dell'inferno ne' le gioie del paradiso?