Racconti e fantasie erotiche

Storia interessante, in cui scorgo un problema di comunicazione.
Un vero peccato.
Non c’è un torto o una ragione ovviamente, ma solo la constatazione che il sesso non cura la solitudine. Perlomeno non sempre o non per tutti.
Buona domenica.

Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione.
 
@Ringostarr buongiorno ? lèggendo la storia sono pervasa da un senso di inquietudine interiore che da vostro ( permettimi di usare il plurale perché sembra uno stato comune ad entrambi i protagonisti della storia ) diventa mio... mi è capitato raramente di frequentare persone con le quali non si accendeva nessun fuocherello, escluse ovviamente amicizie.. la passione è il sale della vita, e io tendo ad aggiungere sempre un po’ di sapore, l’insipido non mi riesce di digerirlo..a volte invidio un po’ chi riesce a vivere con meno sapore, chi si accontenta dei toni grigi. Chi vive in una confort zone neanche troppo confortevole ma almeno sicura.
Magari in un’altra vita. In questa mi abbuffo di saporite scorpacciate ( che poi bilancio con qualche giorno di dieta ferrea )
Nb a onor del vero, Oggi sono in treno con un abitino di cotone lungo fino ai ginocchi senza reggiseno e senza mutandine. Quando si parla di consapevolezza .?
(E l’ho detto anche perché volevo accendere un po’ questo scritto, un po’ grigio?)
Beato il sedile di quel treno ??
 
Era il mio primo anno di lavoro, le ferie a luglio ed agosto me le potevo scordare, ma i miei genitori avevano affittato ugualmente l alloggio al mare ad Alassio, nella speranza che io e mia sorella andassimo a trovarli, nei week end. Ed io, dato che gli amici erano partiti tutti per mete esotiche, alla fine ci andavo, con il treno del venerdì, ritorno alla domenica sera. Quel pomeriggio mi ritrovai seduta nel posto di fronte una ragazza carina, bionda riccia, maglietta bianca, bel corpo e due occhi magnetici che mi avevano subito incantato. Leggeva; io invece ascoltavo il walkman ed ogni tanto mi scappava di cantare e lei cominciò a sorridere e così attaccai bottone: si chiamava Paola, aveva qualche anno più di me, studiava archeologia all università e pure lei raggiungeva i genitori a Loano. Ci raccontammo di noi, dei nostri viaggi e dei nostri sogni e a poco a poco mi rendevo conto che lei mi piaceva assai e dal tono, dagli sguardi e dalle occhiate che mi lanciava forse io piacevo a lei (incredibile per un imbranato come me). Allora i cellulari non esistevano e lei mi lasciò un biglietto con l indirizzo di casa a Loano e il nome dei bagni dove andava. Un bacio sulla guancia e via.
Io rimasi imbambolato tutta la sera ma il giorno dopo, sabato, mi presentai all' indirizzo alle 10 del mattino (avevo preso in prestito la vecchia 127 di mio padre per fare Alassio-Loano sull Aurelia.)
Nessuno in casa, ma il cognome sul campanello era giusto, quindi non mi aveva babbiato. Bagni Beatrice, cuore a mille, se non c'è é finita: invece la vedo, sullo sdraio, costume giallo che parla con i suoi, scendo, mi aspetto un "ma che vuole questo?" Ed invece è felice, allegra, sorride, mi presenta e anche i genitori iniziano a parlare con me come fossimo vecchi amici. Ma io devo tornare per pranzo, altrimenti ai miei viene una sincope e quindi riparto per Alassio. Ma come si diceva in questi casi, lei ci sta, non posso farmela scappare. E ci diamo appuntamento al pomeriggio con pizzeria per la sera. Sono agitatissimo e non vedo l ora di rivederla, mi ributto sulla statale e rieccomi a Loano, spiaggia, mare, bagni, ridiamo, scherziamo, lei mi invita a casa, tempo di doccia e cambio d'abito ed eccoci in pizzeria, ovviamente senza genitori.
Io la guardo rapito , io suoi occhi, le sue mani, quella leggera abbronzatura, ma lei mi racconta di un fidanzato, di un matrimonio programmato, di una casa, di figli e a me crolla tutto il castello addosso. Provo a restare impassibile, ma l alchimia costruita così in fretta sembra svanita e anche lei diventa malinconica.
Mi gioco l ultima carta: curve fino alla baia dei Saraceni a Varigotti, solo spiaggia e stelle, quando la bacio penso finisca lì, con quelle frasi tipo "si ma io non posso sai , il mio fidanzato" ed invece lei non si stacca più: e le mani cercano i corpi, in un attimo ci esploriamo a vicenda e da abile archeologa lei va alla ricerca del mio reperto più prezioso. Un pompino alla baia dei Saraceni, in spiaggia, sotto le stelle, con una ragazza conosciuta il giorno prima: se la racconto i miei amici non smetteranno più ridere... io ovviamente ero senza preservativo (allora non c erano le macchinette) e quella sera finisce così, ma lei é soddisfatta, felice, allegra, come avesse superato brillantemente un esame. Domenica mi da appuntamento al pomeriggio a casa sua, io stavolta mi attrezzo ed infatti assenti i genitori, in spiaggia con gli amici, ci dedichiamo a tre ore di sesso sfrenato come se non ci fosse un domani. Lei è più brava e intraprendente di me, (ci vuole poco) e mi stropiccia in posizioni a amplessi mai visti prima, della serie esco con le ginocchia tremanti.
Torno ad Alassio, ceno con i miei e riprendo il treno per Torino, dove ovviamente le ribecco; mai lei si è fatta triste, sfuggente, silenziosa, l'avventura é finita ed il fidanzato si avvicina....
Ed infatti eccolo lì, ad aspettarla, al binario di Porta Nuova, il neo cornuto. Baci e abbracci , tanto calore ed effusioni, io scivolo via in silenzio. Proverò a contattarla nei mesi seguenti, non mi facevo illusioni, ma lei si negava, non era mai in casa. Poi finalmente riuscii a parlarle, volevo provare a dire quelle cose come "restiamo amici, sentiamoci" ma lei mi stronco, in maniera brusca, ma anche divertita, "ma non lo hai capito? In pratica sei stato il mio addio al nubilato, mi sono divertita è stato bello, ma solo sesso, é meglio che non ti fai sentire più" . Rimasi basito, oggi qui diremmo "roba da zoccole" ma non ero arrabbiato, solo un po' deluso, a saperlo prima avrei tentato di scopare già da venerdì sera, o negli spogliatoi dei bagni beatrice in spiaggia sabato mattina e domenica mattina al parco invece di portare i miei a messa. Insomma avrei fatto una full immersion totale a sapere che ero diventato un toy boy.
L'ho rivista poco tempo fa Paola, per caso, subito non ci siamo riconosciuti, ma poi eravamo in sala d attesa di un dentista e a forza di scrutarci, dopo il pensiero "ma questo dove l ho già visto?"
ci siamo illuminati. In realtà lei ben poco, dopo i soliti, "ma tu guarda dopo tutti questi anni e cosa hai fatto in questo quarto di secolo?" lei mi ha lasciato l impressione di una donna stanca, sciupata e forse un po' delusa dalla vita, matrimonio e separazione, nuovo compagno, figli grandi, lavoro stressante, poche soddisfazioni.
Beh anch'io faccio fatica, due figli rompicoglioni al cubo, consorte scazzatissima, però sai mi diverto andando a troie... no, ho detto vado in montagna, faccio, gite, cammino....che poi è anche vero.
Lei mi ha lasciato con un "Però tu non sembri invecchiato per niente!" Ed in effetti a casa, rivedendomi allo specchio mi sono convinto che ho fatto di sicuro miglior figura di lei.. mah, sarà la cura con le loft girl? ;) Adios Paola, comunque buena suerte!
Ps ora vado a cercare il walkman, chissà se funziona ancora.....
 
Ultima modifica:
Mi rendo conto che l'ultimo post in questo topic è di circa 3 anni e mezzo fa ma non ho trovato un altro topic dove poter mettere nero su bianco una storia che mi è capitata qualche settimana fa. Non sarò breve, in questi casi non lo sono mai, quindi leggete solo se avete tempo e vi siete messi comodi.


Un amico che gestiva un locale dalle mie parti ha chiuso e riaperto in un altro comune della provincia a circa 25/30 km da dove era prima. Da subito mi chiese di andarlo a trovare ma un po' per pigrizia ed un po' perchè non volevo perdere il ricordo dei tanti bei momenti passati con varie compagnie nel vecchio locale, non ci andai subito. L'occasione mi capitò circa un anno dopo quando alcuni amici musicisti mi dissero che si sarebbero esibiti in quel locale. Quella sera decisi di andare. Solitamente a queste serate vado con moglie e figli perchè gli amici sono comuni ed anche loro apprezzano la musica dal vivo ma quella sera per diversi impegni già presi andai da solo. Arrivai in questo nuovo locale e fui subito accolto dalla grande simpatia dell'amico proprietario che mi portò al tavolo dei musicisti. Dissi che non volevo rompere loro le balle prima dell'esibizione ma anche loro furono contenti di avermi al tavolo "e poi non vorrai occupare un tavolo per quattro tutto solo, io come faccio a guadagnare?" e parte la prima risata collettiva. Tra prima e dopo l'esibizione ho perso il conto delle birre che ho bevuto. Poi siamo passati a qualche amaro ma quando il gioco si è fatto ancora più pesante con grappe, whiwkey e compagnia bella, anche data l'ora tarda, decisi di abbandonare la piacevolissima compagnia.

Raggiungo la macchina con ancora la musica jazz inframezzata dal pop nelle orecchie. Ho una jam musicale che naviga in un mare di birra. Ma mi conosco, in queste situazioni sono un autista decisamente ligio e molto attento. So che sono fuori da ogni regola del codice della strada ma sono sufficiente cosciente da poter guidare. Mi è capitato diverse volte di chiedere a qualcuno di accompagnarmi a casa o di mettermi a dormire un'ora o più in macchina per smaltire parte del tasso alcolico prima di mettermi alla guida quindi conosco molto bene i miei limiti. Quella sera decido di partire per tornare a casa senza nemmeno pensarci molto. Dopo un paio di chilometri arrivo dove la strada fa una curva prima di arrivare ad un rettilineo piuttosto lungo. Dopo questa curva vedo che in fondo al rettilineo ci sono delle lucine blu accese. "Cazzo, un controllo!". Se arrivo là, mi blindano. Stavo andando piano, assolutamente in regola con il limite di velocità. Anzi, probabilmente sotto. Con molta tranquillità metto la freccia a sinistra e parcheggio in un ampio parcheggio sul lato opposto. Ero abbastanza lontano dal posto di blocco quindi le forze dell'ordine potrebbero non avermi visto o aver comnunque derubricato la mia manovra a normale parcheggio e non "quello vuole fare il furbo andiamo a verificare". Ed infatti non si spostano da lì. Arriva una macchina e la paletta si alza per il controllo di routine. Mi è andata bene. " E adesso cosa faccio?"

Devo dire che conosco poco la zona dove anche se lì vicino c'è un parco lungo il fiume con tanto di sentiero che di giorno è frequentato da atleti, pensionati e famiglie a spasso con i loro animali mentre la notte si trasforma in luogo di battuage soprattutto omosessuale. Non ho mai frequentato a dire il vero se non un paio di volte di giorno per delle gite estemporanee con amici. Ma visto che il posto di blocco non si muoveva e di cambiare strada per fare 15/20 chilometri in più non mi andava, mi decido di fare quattro passi. Erano circa le 2. Scendo dall'auto e attraverso a piedi parcheggio e strada. Seguo per qualche metro il marciapiede per poi arrivare ad una leggera discesa sterrata dove si accede al sentiero che in quella zona è piuttosto lontano dal fiume e che in mezzo ha una specie di bosco con tanti sentierini che vi si addentrano. Beh, da buon punter ho pensato subito che fosse un luogo davvero adatto per una scopata all'aperto. Ma non era quello lo scopo per cui mi trovavo lì. Inizio a percorrere il sentiero principale illuminato da una luna che pareva essere quasi piena. Non c'è nessuno in giro e non mi aspettavo di trovare nessuno visto che era un giorno feriale e l'ora era tarda. Sento in lontananza il rumore del fiume e tutti i rumori del bosco, compreso quello di animaletti che scorrazzano in giro. Ho pure avvistato un paio di leprotti a zonzo. Spettacolo particolarmente bucolico, direi. Il sentiero si avvicina sempre più al fiume e ad un certo punto passa sotto ad un ponte. Continuo a camminare e passato il ponte mi trovo ad un bivio. Da una parte il sentiero prosegue allo stesso livello mentre andando a sinistra si scende più a livello del fiume. Decido di rimanere sopra e proseguire ancora un po'. Raggiungo un parchetto attrezzato dove c'è uno spiazzo. Mi sembra di sentire i rumori dei ragazzini che si intrattengono su quei giochi di legno o il ciacolare dei genitori sulle panchine lì intorno. Ho camminato per una mezz'oretta ed ho pensato che potesse bastare. Torno sui miei passi ma prima di tornare al bivio sento dei rumori nel sentiero sottostante. C'era qualcuno che camminava sul sentiero sottostante.

Mentre torno verso il bivio cerco di capire chi ci sia sotto. Potevo aspettarmi di tutto. Dal signore che ha portato il cane per la passeggiatina igienica allo spacciatore finanche a qualche maniaco sessuale se non una qualche coppietta in cerca d'amore (anche se avevo visto solo un'ombra non potevo escludere fossero due...). Anche se, in realtà, le probabilità mi facevano propendere per un uomo in cerca di sesso omossesuale data la nomea della zona. Noto che anche l'ombra si dirige verso il bivio. Rallento in maniera tale che l'ombra fosse davanti a me al raggiungimento del bivio stesso. La figura inizia ad essere illuminata dalla luce della luna. Accidenti, capelli ricci e scuri oltre che lunghi appena oltre le spalle. Che sia una donna? Una donna solitaria alle 2/3 di notte in un bosco? Diciamo che è una situazione piuttosto insolita. Ha circa 15 metri di vantaggio rispetto a me. Sembra non essersi accorta della mia presenza. Faccio appositamente rumore con la camminata stusciando i piedi i nun insieme di foglie. Vedo che si gira e si accorge della mia presenza. Continuiamo a cammnare un po' nella stessa direzione poi noto che al bivio di uno dei sentieri minori la figura si ferma. Io continuo a camminare e mi avvicino.

"Ciao!" dico senza troppa convinzione ma con l'intenzione di un approccio. Mi guarda. Sono abbastanza vicino per vedere dei lineamenti femminili ma il mio sguardo esperto intuisce subito che la probabilità che mi trovi davanti ad una trans è molto ma molto elevata. Prima che mi dica qualcosa nella mia mente passano diversi pensieri. "Cosa ci fa una t-gatta da queste parti da sola?" "Sarà fatta o ciucca o altro?" "Sarà in cerca di clienti?" "Quanto vorrà?" "Sono in pericolo? Potrebbe tirar fuori un coltello e portarmi via i soldi?". Sì, è vero, tutti pensieri stereotipati o che alzavano il livello di allarme. Mi risponde con un esotico "Ciao!" con cadenza sudamericana. "Che fai in giro a quest'ora?" "Volevo un po' di tranquillità e questo mi sembrava un bel posto". Rimango guardingo, sul chi va la, la risposta è troppo... Che ne so, troppo genuina? Troppo fuori dagli schemi? Troppo strana? "Decisamente tranquillo ma a questo non è pericoloso?" "Se non lo è per te perchè lo dovrebbe essere per me? E poi è un po' di anni che non passavo più ma in passato ho frequentato spesso e mai ho avuto problemi". Io scrivo in italiano quasi corretto ma in realtà lei parla benino italiano ma la cadenza ed alcune parole sono assolutamente sudamericane. "Ahhh ho capito." "Tu che fai in giro?" e gli ho spiegato velocemente. "Pensavo fossi in cerca di compagnia. Qui tanti uomini cercano compagnia" "Non era quello che cercavo ma visto che cercavi tranquillità non vorrei essere di disturbo. Anzi, dimmelo che me ne vado subito" "Per la prima volta vedo la sua bocca aprirsi in un mezzo sorriso "Sei gentile, no non mi dai fastidio. Hai voglia di fare un giro con me?" E pensate che io possa aver risposto di no???

Si mette in direzione del parchetto dove ero già stato. Camminiamo. Parliamo poco ma ci facciamo compagnia a vicenda. Non so come spiegarlo. Avevo la sensazione di riempire un vuoto con la mia presenza ma di essere di troppo per ogni parola che avrei potuto dire. Arriviamo alle panchine e lei è la prima a sedersi. Mi invita a fare lo stesso vicino a lei. Mi rilasso. Ormai non temo più nulla. Ci diciamo ancora quattro cose. Scontate. Sulla luna. Sul rumoroso silenzio. Sul fiume. Rimaniamo in silenzio per qualche minuto. "Perchè non hai ancora provato a chiedermi se voglio fare sesso?" La guardo "Tutti qui vogliono fare sesso. Se poi vedono una trans si eccitano e pensano subito a come prenderlo in culo" Sono rimasto davvero bloccato! Da zero a cento in 3 secondi netti. "Forse sei davvero educato e gentile e non è solo apparenza" Mi ha spiazzato ancora. Però reagisco "Quando hai detto che cercavi tranquillità ho pensato che potevamo trovarla insieme. Il sesso non è mai tranquillo" e da lì abbiamo iniziato una discussione filofica sul sesso, sulla pace, sulla tranquililtà etc. A volte non ci capiamo, lei non trova le parole italiane ed io non trovo parole sempre comprensibili. Di certo ci capiamo quando lei interrompe ogni dialogo chiedendomi:"Hai voglia di baciarmi?" Ma come cazzo sono finito in questa situazione? Certo che ho voglia di baciarti! Ma non lo dico, lo penso e basta. Rimango fermo a fissarle gli occhi. "Magari dopo" Ma sono deficiente? Che cazzo di risposta è??? Lei si fa una bella risata "Dopo cosa?" "Beh, dopo che abbiamo fatto sesso..." Ed altra risata di entrambi.

La mia risata si interrompe quando lei mette la mano sulle mie gambe. Non c'era ancora stato alcun contatto fisico tra di noi e quel gesto delicato mi ha fatto sentire i brividi lungo la schiena. Inizia ad accarezzarmi. "Grazie" mi dice "E per cosa?" "Per questo momento di tranquilità" "Ma lo sai che se continui ad accarezzarmi così potremmo rovinare questo bel momento?" "Vediamo...". Sembra davvero che stessimo recitando un film. Battute scontatissime e frasi fatte. Con gentilezza mi fa divaricare le gambe ed inizia ad accarezzarmi lì in mezzo. Si sdraia sulla panchina appoggiando il viso sulla mia gamba e continuando a massaggiare. Io allungo la mano sul sedere. "Potresti rimanere delusa, non soo un grande amatore". Non mi risponde. Mi fa il gesto di abbassarmi i jeans mentre si rialza ed anche lei abbassa i pantaloni della sua tuta felpata. Mi massaggi i gioielli di famiglia. Con una delicatezza e maestria che senza toccarlo mi fanno indurire il cazzo. Continuo a palpeggiarle il sedere e le accarezzo la schiena. Si avvicina ma non lo prende in bocca. Sembra quasi che voglia soffiargli sopra come si fa con il tarassaco quando è in fiore. Ho il cazzo duro ma non ho quella sensazione di arrapamento che ho di solito. Mi sento tranquillo. Ho solo voglia di non svegliarmi da quel sogno. Delicatamente mi prende la mano che ho sulla schiena e me la infila tra le sue chiappe. Ha un tanga che non toglie ma che discosto ed inizio ad accarezzare il buchino. Deve piacerle perchè al primo mugolio segue un movimento del bacino che invoglia il mio dito a cercare di entrare. Nel frattempo il massaggio al mio scroto continua ed io non so davvero cosa fare perchè ogni caso potrebbe rovinare quell'idillio. Con un po' di saliva inumidisco la mano e decido di approfondire la conoscenza del suo culetto. Massaggio circolarmente il buchino e pian piano entro. Prima la falangetta, poi la falangina e con calma tutto il dito. Lei mugola sempre guardano il soffione a pochi centimetri. Muove il bacino e si autoscopa con il mio dito. Invoglia un secondo dito ad entrare e continua questa sua danza che mi ingrifa sempre più. Senza avermi mai toccato l'asta mi ha fatto esplodere in un coito potente ed improvviso. "Cazzo!" Lei rimane a pochi centimetri a guardare mentre il mio cazzo esplodeva. Continuava a massaggiarmi e a danzare con le mie dita dentro di lei. "Non smettere, ti prego..." non ne avevo alcuna intenzione. Avrei voluto dedicarmi completamente al suo godimento dopo quello che mi aveva donato ma è lei a voler decidere tempi, ritmi e posizioni. Rimango ancora fermo seduto. Lei continua a massaggiarmi ed il cazzo resta duro nonostante la venuta. Ho la mani quasi intorpidita dalla posizione comunque scomoda che asseconda la sua autoscopata. Si alza repentinamente. Non so da dove sia arrivato, non so come sia potuto accadere ma in meno di 5 secondi mi trovo il cazzo gommato e lei che mi usa come seggiola per impalarsi. Tiro il culo un po' avanti per agevolare la cosa ma dico "Non so se riesco, sono appena venuto" anche se avevo il cazzo ancora di marmo. Si infilza da sola ed inizia un su e giù molto lento e dolce. Cazzo come lo sento quel sedere. Ogni volta che si alza sento la cappella che arriva quasi ad uscire e poi giù di nuovo a toccare il cielo. Tutto avviene con un'inusuale lentezza. Delicatezza. Passione.

Sono scomodo ma non me la sento di cambiare posizione. Lei aveva le mani un po' appoggiate alla panchina un po' alle mie gambe per agevolare il movimento verticale. Ad un certo punto si siede rimanendo impalata, allunga le mani dietro la sua schiena per prendermi le braccia e fa per alzarsi. La aiuto spingendomi in avanti ed alzandomi anche io. Nessuna parola. Si gira verso la panchina tenedomi dietro. Si mette in ginocchio sopra la panchina, allunga le mani dietro prendendomi i fianchi "Adesso forte!" e capisco che è il momento di abbandonare la gentilezza, l'educazione e la dolcezza per far prendere il sopravvento all'animalesco sesso senza un domani. Le prendo i fianchi ed inizio a scopare quel culetto che per le prima volta mi godo davvero appieno. Le palpeggio le chiappe, mi agrgappo ai fianchi, mi allungo fino a prenderle le spalle per spingere ancora più forte. Le prendo i capelli riduncendoli ad una coda malfatta per dare una maggiore sensazione di dominio. Lei inizia davvero a gemere come non aveva fatto prima. Mi prende una mano e me la appoggia sopra una delle sue tette. Non si è spogliata, ha tenuto la felpa ma si sente che il seno c'è anche se non uno di quelli rifatti con misure esagerate. Anche al tatto risulta molto piacevole anche se in breve mi riduco a pastrugnarlo e a stringerlo per fare presa e rendere la scopata più intensa. Non mi rendo conto del tempo che passa. Vedo, però, che con lei stacca una mano dalla panchina per infilarsi tra le sue cosce. Capisco che inizia a masturbarsi. Solo in quel momento mi ricordo che lei è davvero una trans ed in mezzo alle gambe ha un cazzo. Anche se non l'ho ancora visto sapevo che c'era. Almeno credo... Ne ho la prova quando lei lancia due gridolini, tira indietro la schiena appoggiandosi a me e fermando il mio movimento mentre dal suo cazzo inizia un'esplosione di goduria che imbratta completamente la panchina. Nel momento del godimento parla in portoghese. Non so davvero cosa abbia detto ma di certo stava godendo. Poi torna ad accucciarsi "Dai, adesso finisci!" Non mi faccio pregare e torno a scoparla fin quando anche io non ce la faccio più ed esplodo nel gommino ancora dentro il suo culo. Poi... Silenzio.

Non abbiamo fatto chissà quale rumore. E' stata una scopata in sintonia con l'ambiente, in fondo. Gemiti e lamenti, solo un paio di gridolini nei momenti topici, ma niente di che. E terminata quella scopata ci siamo entrambi abbattuti sulla panchina ansimanti. Non so lei ma io decisamente felice e soddisfatto. Non so spiegarvi ma non tanto per la scopata ma per la persona che ho potuto conoscere quella notte. Solo in quel momento mi rendo conto che il buio della notte iniziava a lasciare spazio all'albeggiare. Erano passate le 4:30. In contemporanea ci guardiamo. Sorriso. Gli occhi di entrambi parlavano e si erano già capiti. Era il momento. Bacio. Un bacio sincero di ringraziamento reciproco. Da innamorati. Il primo. Da amanti assatanati i seugenti due, tre, cinque, venti non so. Per la prima volta, in quel frangente, vedo davvero il suo cazzo. Una buona dotazione che dopo l'ennesimo bacio con la lingua in gola vedo tornare arzillo. Non posso non farlo. Mi abbasso ed inizio a leccarlo. Giro intorno alla cappella. Accenno a premerla con le labbra. Allungo la mano per massaggiare le palle. Le piace ma vuole di più. Si alza, mi fa allungare sulla panchina ed iniziamo un tanto intenso quanto scomodo sessantanove. Resisto poco in quella posizione con me sotto e lei che mi scopa la bocca mentre si dedica oralmente al mio cazzo che, incredibilmente, reagisce ancora. Torniamo a sederci mezzi nudi. Il mio cazzo torna a riposo ma il suo no. "Vuoi scoparmi?" mi guarda e con il sorriso mi dice "Sono solo passiva" sposto lo sguardo sul suo cazzo "Davvero?" e mi abbasso a farle un pompino. Mi dedico "anima e core" tanto che ad un certo punto lei si alza di scatto dandomi anche un colpo inaspettato. Cerca nella tasca dei jeans mentre mi dice di girarmi. Vedo che toglie un gommino, lo indossa e mi punta il sedere dopo aver messo un po' di cremina magica. Lo sento che pian piano, avanti e indietro mi entra. Quando è dentro tutto mi fa male e lei lo intuisce. Rimane dentro immobile. "Vado?" "Vai" ed inizia a martellarmi il sedere. Sto godendo davvero tanto fin quando sento tre colpi più forti e lenti con lei che mi frana letteralmente sulla schiena respirando affannosamente. Esce torna a sedersi con il gommino ancora sul cazzo. Mi siedo anche io. Stiamo in silenzio almeno cinque minuti. Non voglio interrompere quel momento di quiete dopo la tempesta. Si muove lei per prima che dalla borsetta tira fuori le salviettine umidificate. "Allora eri preparata" penso ma non lo dico ma credo che abbia sentito il mio pensiero "Se non fosse per noi donne, voi uomini sempre senza preservativi e senza salviettine per ripulirsi!" si gira verso di me "Non è vero?" "Beh, ma io ero qui a gironzolare senza pensare che..." "Non parlare, siete tutti così" e lo dice porgendomi qualche salviettina. Ci ripuliamo e rivestiamo praticamente in silenzio.

Restiamo ancora un po' assorti nei nostri pensieri seduti su quella panchina che poco prima ci aveva visti protagonisti nella nostra più pura essenza animale. La guardo "Cosa pensi?" "Senti che pace, questo è un posto davvero tranquillo" Mi avvicino e le bacio una guancia. "Sei proprio dolce ed educato, peccato tu sia sposato" non avevo la fede ma avrà visto il dito "E chi ti ha detto che sono sposato?" "Non lo sei?" mi chiede sapendo già la risposta. Abbasso lo sguardo. "E comunque io cerco solo sesso, non una famiglia" ribatto con tono cinico "Anche io. Ti avrei voluto mandare a fare in culo quando mi hai visto e non mi hai subito proposto di scopare. Ho fatto bene a non farlo" "Cazzo, com'è che siamo diventati così melensi?" "Cosa significa?" "Che sembriamo due imbecilli che parlano come nei film". Mi sfiora la guancia baciandomi "Vero che non roviniamo tutto con nomi e numeri di telefono?" "Il numero no ma il nome, anche finto, mi piacerebbe. Mi aiuta a legare il ricordo. Io sono Carlo" e le do il mio nome da punter "Io questa notte mi chiamo Debora. Adesso però vado altrimenti mi innamoro" "Io ho smesso di amarti quando mi hai dato le salviettine" e mi metto a ridere come un cretino. Mi guarda con un sorriso... "Immagino tu vada di là dove stavi andando. Io vado di qua" "Non ti serve un passaggio?" "Niente telefono e niente indirizzi. Ciao!" Ultimo bacio quasi romantico e ognuno per la sua strada.

Cazzo! E tutto questo solo per evitare di essere beccato ad un posto di blocco della polizia locale.
 
Indietro
Alto