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- 18 Agosto 2008
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Passai da quelle parti come facevo d'abitudine. Quei viali, quelle strade, quei marciapiedi erano la mia seconda casa. Anzi, potrei azzardare pure la prima, dopo la mezzanotte almeno. Conoscevo ogni angolo, ogni ciottolo e soprattutto ogni ragazza che frequentava regolarmente quel quartiere. E molte che non lo facevano regolamente. Mi dilettavo a parcheggiare da qualche parte per poi passare in rassegna le presenze. Fare quattro chiacchere. Scopare con quella (o quelle) che quella sera mi attizzavano. Non c'erano mille controlli. Anche tra le lavoratrici c'era rispetto ed il lato malavitoso del loro tirare a campare era molto limitato. Ed isolato da chi faceva, e voleva fare, solo il mestiere. Capitava spesso che, per abitudine o amicizia, si consumasse anche gratuitamente. Fidelizzazione del cliente o customer retention si direbbe al giorno d'oggi. Ebbene sì, erano altri tempi. Migliori? Eravamo tutti più giovani e liberi da impegni sociali quindi certamente migliori. Non che ci sia da piangersi addosso per i tempi moderni. Non mi lamento. Nè rimpiango. Solo ricordo. Appunto, ricordo. Passai da quelle parti come d'abitudine. Parcheggiai nella solita zona dell'ospedale. Al tempo la rotonda che segnava l'inizio della zona di caccia aveva uno sterrato intorno con una pensilina del pullman in alluminio. Non si poteva ancora parcheggiare. L'ampio spazio con bar e stazione dei bus che c'è oggi era solo una lontana chimera. Il primo posto disponibile era lì, in zona ospedale. Scendo dalla macchina e mi metto in cammino proprio verso la rotonda. Subito nel parcheggio dopo il mio noto una macchina ferma con persone a bordo. Conoscendo il posto so già che lì dentro qualcuno stava consumando. E probabilmente conosco anche la ragazza. Ehm, forse è il caso di precisare, io parlo di ragazze perchè per me tali sono ma quel quartiere è frequentato da t-ragazze. Oggi esclusivamente, al tempo lo era per lo più. Ma, mi rendo conto, sto divagando.
Dicevo, probabilmente conosco anche la ragazza che sta consumando ma non voglio di certo disturbare o star lì a guardare (anche se so che a lei farebbe piacere). Continuo per la strada. Percorro un centinaio di metri e sento una portiera aprirsi. "Carlo!" era il mio nome da battaglia. Non urlato ma quasi chiamato sottovoce. Mi giro. Come immaginavo, era lei, Samantha. Mi fa cenno di avvicinarmi. La raggiungo. Baci e abbracci. "Dove scappi senza salutare?". "Non volevo disturbare mentre lavori". "Macchè lavoro! Son qui con Sabrina!" Avevo evitato di guardare dentro la macchina per paura di rovinare la privacy di un avventore ma ora lo faccio:"Oh mamma, ma ti sei comprata la macchina? Ciao dolcezza!" Sorriso a trentacinquemila denti e mi saluta scendendo dall'auto. Era una giornata di metà settimana, non avevano molto lavoro in quei giorni quindi ci si poteva fermare a chiaccherare del più e del meno senza troppi problemi. Conoscevo entrambe da tempo e sapevo essere molto amiche. Avevamo anche scopato più volte insieme. A coppie ma anche in trio. Tra le varie cose che ci si è detti è che erano arrivate delle ragazze nuove. "Di certo ne troverai alcune per tradirci, stronzo!" disse Sam ridendo. "Ma va, lo sai che io sono abitudinario e fedele, non avrò altra donna all'infuori di te!" Altra risata e nel mentre Sam mi prende la mano e se la mette sul pacco. In tiro. "Questa sera non ho ancora scopato, se arriva un cliente potrei anche fare una brutta figura e venire subito. Sabry, che dici se ci scopiamo questo giovane ragazzo prima che ce lo rubino le nuove ragazzine?" Beh, io italianizzo la discussione ma in realtà è avvenuta con accento portoghese/spagnolo/bergamaschizzato. Sabrina mi fa salire in macchina davanti, Samantha dietro ed andiamo in un posto più tranquillo. Una gran scopata a tre. Penso una delle migliori della mia vita. Non entro nei dettagli perchè, in realtà, non è questo l'argomento di cui volevo parlarvi. Era solo per introdurre il contesto. Sfatto come un calzino, le due t-gatte mi riportano in zona di caccia e mi lasciano proprio alla fermata del bus. "Scendi qui e fatti un giro, almeno conosci le nuove" così mi dice Sabrina mentre Samantha:"Tanto per questa sera non ne hai più per tradirci!" E partono altre grasse risate.
Riprendo il cammino. Anche se incerto, vuoto, senza quella spinta della ricerca del coito che normalmente accompagnava quel passeggiare. Perchè alla fine lo scopo era quello. E quella sera avevo già abbondantemente dato. Passeggio partendo dalla rotonda passando dall'ospedale ed arrivando fino alla zona industriale. Saluto tutte le conosciute con le quali non potevo esimermi dal trattenermi qualche minuto. Quella sera il lavoro scarseggiava visto che ho ricevuto inviti (anche gratuiti come il precedente o a prezzo scontato) ad andare a fare un giro insieme. Poi, a quelle con cui avevo più confidenza, rivelavo chi mi aveva accalappiato prima quindi desistevano subito. Quasi tutte le ragazze note erano accompagnate dalle novelle. Ne conobbi almeno sette, quella sera. Varia varietà. Le accomunava l'età piuttosto giovane ma, per il resto, c'era la possibilità di scegliere in base ai propri gusti. Grasse, magre, culone, filiformi, bionde, more, tettute, femminili, androgine ... Chi più ne ha. Ero rimasto colpito da qualcuna in particolare? Sì ma anche no. A quell'età te le saresti fatte tutte, una in fila all'altra, ma nessuna mi colpì particolarmente. Ma passai una piacevole nottata piantando le basi per futuri fruttuosi rapporti. Finiti i giri canonici faccio ritorno verso l'ospedale. Era ora di tornare a casa. Prima di arrivare all'ospedale c'era (e c'è tuttora) un distributore di benzina. Gli passo davanti e dalla parte opposta delle carreggiata vedo una figura che non distinguo bene perchè praticamente al buio. I fari di una macchina la illuminano e noto una pelle particolarmente chiara. Non bianca ma chiara rispetto alla media delle ragazze del posto. Faccio cenno di attraversare la strada ma mi rendo conto che è lei ad attraversare e venire proprio verso di me. Più si avvicina e più rimango fermo. Non so perchè ma quel suo incedere mi ipnotizza. I capelli erano scuri, le arrivavano alle spalle. Era giovane. Aveva un aspetto che ... Non so. Sembrava quasi sospettosa, forse impaurita. Non aveva un incedere spavaldo. Quando raggiunge il marciapiede dal mio lato sono io che le vado incontro ma lei sembra volermi evitare. Non sono mai stato piccolo e minuto quindi posso comprenderla. Già da qualche metro cerco di rompere il ghiaccio con un sorridente "Ciao!". Mi risponde quasi sussurrando. Continuo:"Ciao bella, cosa fai qui tutta sola?" domanda retorica e lei non sa bene cosa rispondere. "Sei appena arrivata?" "Sì, autista mi ha lasciato di là di strada". Per essere una nuova del posto già si fa capire bene in italiano. Non ci sono maestre nei dintorni quindi non avrò trattamenti di favore ma di lei mi colpiscono subito i lineamenti del viso ma, soprattutto, gli occhi. Uno sguardo al momento certamente impaurito, scoprirò che era la prima notte ed era appena arrivata, ma allo stesso tempo dolce e sicuro. Mi innamorai subito del suo sguardo. Beh, visto che eravamo in una situazione di stallo, inizio a mercanteggiare la prestazione. Non ricordo seeravamo già in regime di euro o si era ancora in regime di lire comunque so che ci accordammo per un ventello. "Dove andiamo?" mi disse lei. Non era esperta e gli avevano fatto vedere un posto per andare in macchina ma a piedi? L'ho subito liberata dall'impaccio e le dico che possiamo appartarci dietro il distributore.
Andiamo dietro. Lei è titubante. Non sa bene da che parte iniziare. Meglio, sa da che parte iniziare e cioè dal prendere i soldi ... Ma poi rimane un po' incerta. Le prendo la mano e la metto sul mio pacco e faccio la stessa cosa con la mia. La accarezzo e mi faccio accarezzare. Cerco di avvicinare il viso per testare fin dove poteva arrivare e lei si scosta concedendo solo la guancia. Non mi lamento. Comprendo. Ma la situazione rimane nuovamente in stallo. Non proprio in realtà. Sia io che lei iniziamo ad avere grossi argomenti in mezzo alle gambe. Le chiedo cosa vuole fare e lei mi risponde:"Quello che vuoi tu". Da quelle poche parole è uscito tutto il suo istinto sudamericano che porta all'assecondare il volere del partner alla ricerca della soddisfazione. Quell'istinto che un tempo era presente in molte ragazze sudamericane e che poi con il tempo spariva. Comunque, da quell'invito, ho iniziato con l'invitarla ad abbassarsi per prenderlo in bocca. L'ha fatto senza remore e con buona maestria fin quando non decido di ricambiare il favore. Un uccello di dimensioni degne si era prospettato davanti al mio viso e si è visto che lei apprezzava le mie doti orali anche più di quanto ho apprezzato io le sue. Da lì la situazione si è scaldata a livello impensabile. Quella ragazzina impaurita, timida e quasi impacciata si è rivelata una leonessa. Abbiamo scopato per almeno un'ora e mezza ritrovandoci completamente nudi, con i piedi nudi sull'asfalto. Abbiamo provato diverse posizioni, dalle classiche a quelle meno classiche. Ricordo di essere venuto due volte, la prima mentre mi scopava e la seconda dentro il suo fantastico culetto mentre si dimenava. Lei non cedeva e continuava ad averlo duro, durissimo. L'ultima posizione è stata con lei seduta su una specie di lavandino di pietra ed io che mi impalavo su di lei. Ad un certo punto, avvinghiati, lei mi da alcune spinte più forti ed inizia a digrinare le labbra fino allo sfogo finale che diventa un bacio con la lingua durato diversi secondi mentre sentivo il calore del suo seme dentro di me. Ovviamente nel gommino. Non ci siamo manco rivestiti, ci siamo seduti a terra sfiancati, sfiniti. Ricorderò sempre il suo commento:"Bella l'Italia!". Scoppiai a ridere e pure lei. Non so quanto siamo rimasti lì prima di rivestirci ma, a parte il commento precedente, è stato un lungo momento di silenzio. Mi alzo per primo. Mi ripulisco ed inizio a cercare di sistemare i miei vestiti prima di indossarli. La guardo ancora sfinita a terra. Le porgo la mano per invitarla ad alzarsi e lei accoglie l'invito. Si alza e subito mi abbraccia e mi regala un altro bacio da massima soddisfazione. Limoniamo ancora un po'. Nessuno vuole interrompere quel momento magico. Forse pensando che potrebbe non tornare più. Quattro parole e ci si saluta dopo esserci ricomposti alla bene e meglio.
Ci rivedremo ancora, a partire dalla notte seguente per arrivare a molte altre nei pochi successivi anni in cui lei ha frequentato quei lidi. Ho avuto altre nottate memorabili ma quella "prima" è impossibile da dimenticare. Impossibile che legga. Ed anche se fosse potrebbe non riconoscersi. Ma voglio comunque dirle qualcosa ... Grazie, amica mia. Grazie occhibelli.
Dicevo, probabilmente conosco anche la ragazza che sta consumando ma non voglio di certo disturbare o star lì a guardare (anche se so che a lei farebbe piacere). Continuo per la strada. Percorro un centinaio di metri e sento una portiera aprirsi. "Carlo!" era il mio nome da battaglia. Non urlato ma quasi chiamato sottovoce. Mi giro. Come immaginavo, era lei, Samantha. Mi fa cenno di avvicinarmi. La raggiungo. Baci e abbracci. "Dove scappi senza salutare?". "Non volevo disturbare mentre lavori". "Macchè lavoro! Son qui con Sabrina!" Avevo evitato di guardare dentro la macchina per paura di rovinare la privacy di un avventore ma ora lo faccio:"Oh mamma, ma ti sei comprata la macchina? Ciao dolcezza!" Sorriso a trentacinquemila denti e mi saluta scendendo dall'auto. Era una giornata di metà settimana, non avevano molto lavoro in quei giorni quindi ci si poteva fermare a chiaccherare del più e del meno senza troppi problemi. Conoscevo entrambe da tempo e sapevo essere molto amiche. Avevamo anche scopato più volte insieme. A coppie ma anche in trio. Tra le varie cose che ci si è detti è che erano arrivate delle ragazze nuove. "Di certo ne troverai alcune per tradirci, stronzo!" disse Sam ridendo. "Ma va, lo sai che io sono abitudinario e fedele, non avrò altra donna all'infuori di te!" Altra risata e nel mentre Sam mi prende la mano e se la mette sul pacco. In tiro. "Questa sera non ho ancora scopato, se arriva un cliente potrei anche fare una brutta figura e venire subito. Sabry, che dici se ci scopiamo questo giovane ragazzo prima che ce lo rubino le nuove ragazzine?" Beh, io italianizzo la discussione ma in realtà è avvenuta con accento portoghese/spagnolo/bergamaschizzato. Sabrina mi fa salire in macchina davanti, Samantha dietro ed andiamo in un posto più tranquillo. Una gran scopata a tre. Penso una delle migliori della mia vita. Non entro nei dettagli perchè, in realtà, non è questo l'argomento di cui volevo parlarvi. Era solo per introdurre il contesto. Sfatto come un calzino, le due t-gatte mi riportano in zona di caccia e mi lasciano proprio alla fermata del bus. "Scendi qui e fatti un giro, almeno conosci le nuove" così mi dice Sabrina mentre Samantha:"Tanto per questa sera non ne hai più per tradirci!" E partono altre grasse risate.
Riprendo il cammino. Anche se incerto, vuoto, senza quella spinta della ricerca del coito che normalmente accompagnava quel passeggiare. Perchè alla fine lo scopo era quello. E quella sera avevo già abbondantemente dato. Passeggio partendo dalla rotonda passando dall'ospedale ed arrivando fino alla zona industriale. Saluto tutte le conosciute con le quali non potevo esimermi dal trattenermi qualche minuto. Quella sera il lavoro scarseggiava visto che ho ricevuto inviti (anche gratuiti come il precedente o a prezzo scontato) ad andare a fare un giro insieme. Poi, a quelle con cui avevo più confidenza, rivelavo chi mi aveva accalappiato prima quindi desistevano subito. Quasi tutte le ragazze note erano accompagnate dalle novelle. Ne conobbi almeno sette, quella sera. Varia varietà. Le accomunava l'età piuttosto giovane ma, per il resto, c'era la possibilità di scegliere in base ai propri gusti. Grasse, magre, culone, filiformi, bionde, more, tettute, femminili, androgine ... Chi più ne ha. Ero rimasto colpito da qualcuna in particolare? Sì ma anche no. A quell'età te le saresti fatte tutte, una in fila all'altra, ma nessuna mi colpì particolarmente. Ma passai una piacevole nottata piantando le basi per futuri fruttuosi rapporti. Finiti i giri canonici faccio ritorno verso l'ospedale. Era ora di tornare a casa. Prima di arrivare all'ospedale c'era (e c'è tuttora) un distributore di benzina. Gli passo davanti e dalla parte opposta delle carreggiata vedo una figura che non distinguo bene perchè praticamente al buio. I fari di una macchina la illuminano e noto una pelle particolarmente chiara. Non bianca ma chiara rispetto alla media delle ragazze del posto. Faccio cenno di attraversare la strada ma mi rendo conto che è lei ad attraversare e venire proprio verso di me. Più si avvicina e più rimango fermo. Non so perchè ma quel suo incedere mi ipnotizza. I capelli erano scuri, le arrivavano alle spalle. Era giovane. Aveva un aspetto che ... Non so. Sembrava quasi sospettosa, forse impaurita. Non aveva un incedere spavaldo. Quando raggiunge il marciapiede dal mio lato sono io che le vado incontro ma lei sembra volermi evitare. Non sono mai stato piccolo e minuto quindi posso comprenderla. Già da qualche metro cerco di rompere il ghiaccio con un sorridente "Ciao!". Mi risponde quasi sussurrando. Continuo:"Ciao bella, cosa fai qui tutta sola?" domanda retorica e lei non sa bene cosa rispondere. "Sei appena arrivata?" "Sì, autista mi ha lasciato di là di strada". Per essere una nuova del posto già si fa capire bene in italiano. Non ci sono maestre nei dintorni quindi non avrò trattamenti di favore ma di lei mi colpiscono subito i lineamenti del viso ma, soprattutto, gli occhi. Uno sguardo al momento certamente impaurito, scoprirò che era la prima notte ed era appena arrivata, ma allo stesso tempo dolce e sicuro. Mi innamorai subito del suo sguardo. Beh, visto che eravamo in una situazione di stallo, inizio a mercanteggiare la prestazione. Non ricordo seeravamo già in regime di euro o si era ancora in regime di lire comunque so che ci accordammo per un ventello. "Dove andiamo?" mi disse lei. Non era esperta e gli avevano fatto vedere un posto per andare in macchina ma a piedi? L'ho subito liberata dall'impaccio e le dico che possiamo appartarci dietro il distributore.
Andiamo dietro. Lei è titubante. Non sa bene da che parte iniziare. Meglio, sa da che parte iniziare e cioè dal prendere i soldi ... Ma poi rimane un po' incerta. Le prendo la mano e la metto sul mio pacco e faccio la stessa cosa con la mia. La accarezzo e mi faccio accarezzare. Cerco di avvicinare il viso per testare fin dove poteva arrivare e lei si scosta concedendo solo la guancia. Non mi lamento. Comprendo. Ma la situazione rimane nuovamente in stallo. Non proprio in realtà. Sia io che lei iniziamo ad avere grossi argomenti in mezzo alle gambe. Le chiedo cosa vuole fare e lei mi risponde:"Quello che vuoi tu". Da quelle poche parole è uscito tutto il suo istinto sudamericano che porta all'assecondare il volere del partner alla ricerca della soddisfazione. Quell'istinto che un tempo era presente in molte ragazze sudamericane e che poi con il tempo spariva. Comunque, da quell'invito, ho iniziato con l'invitarla ad abbassarsi per prenderlo in bocca. L'ha fatto senza remore e con buona maestria fin quando non decido di ricambiare il favore. Un uccello di dimensioni degne si era prospettato davanti al mio viso e si è visto che lei apprezzava le mie doti orali anche più di quanto ho apprezzato io le sue. Da lì la situazione si è scaldata a livello impensabile. Quella ragazzina impaurita, timida e quasi impacciata si è rivelata una leonessa. Abbiamo scopato per almeno un'ora e mezza ritrovandoci completamente nudi, con i piedi nudi sull'asfalto. Abbiamo provato diverse posizioni, dalle classiche a quelle meno classiche. Ricordo di essere venuto due volte, la prima mentre mi scopava e la seconda dentro il suo fantastico culetto mentre si dimenava. Lei non cedeva e continuava ad averlo duro, durissimo. L'ultima posizione è stata con lei seduta su una specie di lavandino di pietra ed io che mi impalavo su di lei. Ad un certo punto, avvinghiati, lei mi da alcune spinte più forti ed inizia a digrinare le labbra fino allo sfogo finale che diventa un bacio con la lingua durato diversi secondi mentre sentivo il calore del suo seme dentro di me. Ovviamente nel gommino. Non ci siamo manco rivestiti, ci siamo seduti a terra sfiancati, sfiniti. Ricorderò sempre il suo commento:"Bella l'Italia!". Scoppiai a ridere e pure lei. Non so quanto siamo rimasti lì prima di rivestirci ma, a parte il commento precedente, è stato un lungo momento di silenzio. Mi alzo per primo. Mi ripulisco ed inizio a cercare di sistemare i miei vestiti prima di indossarli. La guardo ancora sfinita a terra. Le porgo la mano per invitarla ad alzarsi e lei accoglie l'invito. Si alza e subito mi abbraccia e mi regala un altro bacio da massima soddisfazione. Limoniamo ancora un po'. Nessuno vuole interrompere quel momento magico. Forse pensando che potrebbe non tornare più. Quattro parole e ci si saluta dopo esserci ricomposti alla bene e meglio.
Ci rivedremo ancora, a partire dalla notte seguente per arrivare a molte altre nei pochi successivi anni in cui lei ha frequentato quei lidi. Ho avuto altre nottate memorabili ma quella "prima" è impossibile da dimenticare. Impossibile che legga. Ed anche se fosse potrebbe non riconoscersi. Ma voglio comunque dirle qualcosa ... Grazie, amica mia. Grazie occhibelli.