Sfruttamento della prostituzione, 10 indagati nell’operazione “Pretty Girl” dei Carabinieri
I tre principali componenti dell'organizzazione hanno patteggiato la condanna, fra cui la rumena a capo del gruppo. Ci sono anche quattro italiani 'insospettabili', due dei quali ferraresi
Sono 10 le persone, fra cui quattro italiani “insospettabili”, indagate per sfruttamento della prostituzione a conclusione dell’operazione “Pretty Girl” dei Carabinieri di Ferrara. Tre dei principali indagati, recentemente, hanno preferito definire la loro posizione, patteggiando la condanna, divenuta ora irrevocabile. Fra queste anche la figura di spicco dell’organizzazione, la rumena Mioara Stefana Poenaru, che muoveva i fili ed erqa considerata il capo indiscusso del gruppo.
Le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla pm Barbara Cavallo, risalgono all’estate del 2018, quando il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Ferrara avviò un’articolata e complessa attività sul fenomeno della prostituzione per strada, e non solo, nella città di Ferrara. La zona maggiormente interessata dalle attività illecite risultava essere quella a sud della città, di via Bologna, Beethoven, Wagner, Ferraresi e Veneziani, dove si prostituivano giovani donne di diverse etnie: africane, sud americane e dell’est europeo.
Dai primi accertamenti, la fazione dominante, su cui si è accentrata l’attività investigativa, risultava essere quella rumena. Dopo numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento, è stata individuata una donna, come figura di spicco dell’organizzazione, la 36enne rumena Mioara Stefana Poenaru, da anni residente in Italia, la quale, avvalendosi della collaborazione di alcuni connazionali, gestiva le prostitute sia su strada sia in alcuni appartamenti della città. La base logistica dell’organizzazione criminale venne individuata in via Croce Bianca a Ferrara.
Gli investigatori, sin dalle prime fasi, si sono avvalsi in ambito europeo della preziosa collaborazione e contributo info-investigativo della polizia rumena, che ha consentito di fare luce sulle dinamiche della comunità est europea ferrarese e soprattutto sulle relazioni intercorrenti tra alcuni degli indagati. Le indagini hanno permesso di individuare la Poenaru come capo indiscusso del gruppo, che gestiva sia le prostitute che diversi appartamenti destinati all’esercizio del meretricio. La donna inoltre disponeva e gestiva le inserzioni sui siti internet delle prostitute, ma soprattutto curava l’assegnazione di numerosi “posti” sulla strada, nella città di Ferrara, non esitando a minacciare le giovani meretrici per farsi corrispondere parte del loro guadagno e obbligandole ad aumentare il numero di prestazioni sessuali giornaliere.
Il tariffario della maitresse era dettagliato: ogni prostituta doveva pagare la tariffa, a seconda delle “garanzie” offerte dall’organizzazione, di 50 euro al giorno per appartamento, inserzioni pubblicitarie e protezione, mentre per il “solo” posto in strada 50 euro a settimana. I connazionali, che supportavano la donna nell’attività, percepivano a loro volta parte del ricavato del meretricio dalle ragazze sfruttate.
Nella vicenda sono coinvolti anche quattro italiani insospettabili, residenti sia in città, sia nelle province di Bologna e Rovigo, di cui tre responsabili delle classiche attività di sfruttamento nei confronti di alcune delle prostitute, mentre uno di loro, il 55enne ferrarese P.A., titolare di un’agenzia immobiliare del centro estense, in accordo con la Poenaru, provvedeva a reperire gli appartamenti da adibire a casa d’appuntamenti, all’insaputa dei proprietari, che a lui li avevano affidati per la locazione temporanea. Tra i vari clienti molta gente comune, ma pure imprenditori, artigiani e professionisti, che arrivavano a Ferrara anche da fuori provincia per usufruire dei servizi offerti dalle giovani rumene.
Alla conclusione delle indagini il Gip del Tribunale estense, Carlo Negri, ha emesso misure cautelari a carico di 7 dei 10 indagati. In carcere è finita la Poenaru, arrestata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo nel marzo scorso e ora nuovamente in libertà. Sono stati inoltre emessi divieti di dimora nella provincia di Ferrara per altri 6 indagati, tra cui un italiano, il 40enne ferrarese L.P., Guardia Particolare Giurata, nonché il rinvio a giudizio in stato di libertà e senza misure per gli altri 3 indagati gravati da indizi minori.
Recentemente, tre dei principali indagati hanno preferito definire la loro posizione, patteggiando la condanna: la Poenaru è stata condannata a 2 anni di reclusione e 8mila euro di multa (lo stato di detenzione è terminato e la Poenaru è soggetta all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria), il 34enne Silviu Costin (considerato protettore, esattore e accompagnatore dell’organizzazione) e la 46enne Mihaela Adina Porutiu (favoreggiatrice), entrambi rumeni, alla pena di 1 anno e 600 euro di multa ciascuno.
Le posizioni degli altri sette indagati risulta ancora al vaglio dell’autorità giudiziaria, in udienza avanti al Gup del Tribunale in questi giorni. Si tratta di C.D.C., 22enne romeno, del 31enne albanese D.B., del 42enne rumeno V.A., della 40enne guardia giurata ferrarese L.P., del 56enne bolognese P.M., del 55enne agente immobiliare ferrarese P.A. e dell’83enne rodigino G.M.Secondo le indagini dei Carabinieri ciascuno di loro avrebbe avuto compiti precisi nell’organizzazione, da quella di “accompagnamento e sicurezza” a quella di “favoreggiatore” o di”protettore” ed “esattore”.