Alcuni di noi preferiscono il long time, altri lo short. Alcuni le skinny, altri le curvy. Spesso ciò dipende anche dal particolare tiramento del momento. Similmente c'è chi si trova bene e fidelizza (io effettivamente, quando è stato possibile l'ho fatto con significativa soddisfazione) e chi invece ha bisogno della girandola. Ma non credo di avere mai criticato tanto direttamente questa eterogenità fenomenologica del punter (men che meno, come a volte si legge, sulla base dell'alta argomentazione di sentirsi semplicemente differente e mai con intenti offensivi).
Ho invece partecipato molto volentieri a momenti di riflessione su sé stessi, in quegli ambiti nei quali la contraddizione è di casa ed è ben chiaro che la vicenda umana raramente unisce due punti con una linea. Nei due thread citati, in parecchi ci si dà del pollo da soli, affrontando la questione del coinvolgimento emotivo e psicologico con leggerezza ma con fondatezza, ben consapevoli di...
ciò e
ciò o
questaltrociò. In particolare mi sono abbondantemente autodenunciato come cialtrone
qui, o pollo imperiale
qua, ed ho scritto, più o meno chiaramente
il mio pensiero nei termini che seguono: "[...] non cerco un senso alla vita, una soluzione alle frustrazioni, ai desideri nascosti, una pezza alla propria sgangherata dimensione degli affetti. Semplicemente trovo che [la parentesi punteristica, NdR] sia efficacissima nel comunicare sia qualche tipo di idea di libertà che la meravigliosa sensazione di sospensione del normale flusso delle cose. In quest'ottica [...] anche se le nostre ancelline non sono spianate ad adorare il salvatore... mi va anche meglio: non voglio alcun coinvolgimento che vada oltre a quello dell'attore in scena, e mi piace tantissimo sentire le nostre amiche capaci di esercitare dell'intelligente ironia in questa cornice".