Questa visione è evidentemente antiquata e stereotipata. Molto "Anni Sessanta", devo dire.Inizio affermando che gli psicologi sono pseudo-scenziati, sono pseudo dottorati per quanto mi riguarda, in quanto loro lavorano su formule psicologiche, non supportate da reali e comprovati fatti.
Prima di tutto, dovresti distinguere psicologi, psicoterapeuti e psicologi clinici.
Adesso ci sono teorie di terza-quarta generazioni, che mescolano aspetti qualitativi e quantitativi.
Lo psicologo che fa ricerca è molto spesso uno scienziato, un analitico... così come lo sono gli psicologi che studiano l'evoluzione del comportamento animale (ad es. i primati in Georgia... penso a Tomasello, Call, e altri nomi).
L'idea che l'interazione sociale e mediata linguisticamente possa aiutare un soggetto che vuole cambiare un comportamento non solo non è balzana, ma è la realizzazione ad hoc di quello che già accade nel marketing, nella terapia occupazionale, etc.
Altra cosa sono gli psichiatri, che si ritrovano (almeno in teoria così dovrebbe essere) a studiare le varie attenzioni che il nostro cervello presta a determinate molecole che intervengono nel bene e nel male.
La distinzione non è così netta, in realtà.
Detto questo, gli psicologi sono né più ne meno che dei preti, esempio pratico,se sei depresso ti dicono : prova ad uscire dai! Vedrai che il mondo è bellissimo! Ma se non vuoi uscire, non esci, punto.
Questo è uno stereotipo bello e buono.
Gli psichiatri sono come sopra, ma ti imbottiscono di agenti chimici che calmano o eccitano a seconda della richiesta del caso, esempio pratico spefico x te sarebbe : quando lei sente l'impulso di scopare a pagamento, si prenda 10 gocce di tal calmante, ma anche lì, se vuoi andare, ci vai.
Ti imbottiscono... se e solo se il tuo iter diagnostico riporta risultati che offrono un quadro clinico specifico e la cui terapia è nota. Attenzione che anche gli psicologi sanno che ci sono aspetti comportamentali di natura squisitamente chimica e, infatti, suggeriscono terapie che possono essere prescritte dal medico di base.
Insomma, se vuoi davvero smettere, non andare più. Punto. Soffri!? Non sei contento!? Accettalo o continua.
L'idea che la sofferenza vada accettata senza trovare una soluzione è esattamente il tipo di luogo comune che affossa un sacco di persone... che evidentemente hanno perso la speranza nel fatto che le cose si possano cambiare.
Spiace per il papiro, saluti!
Ma vai tranquillo... se avessi idea di quello che scrivo su questo forum, non ti scuseresti!