[RECE] Aida o Ayda (ALB) - OTR notturna - Oltrona S. Mamette (CO)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Oltrona di S. Mamette (CO)
ZONA: 45.7479225,8.9807755 (tengo buone quelle di Eva, che Aida ha sostituito)
NOME: Aida
NAZIONALITA': albanese di Fieri
ETA': 25 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission, pecos, smorza), BJ, RAI1 (missione pecos), HJ e pseudo-FJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 80 per 60' in motel
COMPENSO CONCORDATO: 80+10 di mancia finale
DURATA DELL'INCONTRO: 80-90 minuti, da mattonella a mattonella (iniziato come incontro in macchina)
DESCRIZIONE FISICA: piccola di statura (credo attorno all'1,55), fisico magro e sodo, seno tra la 1°-2° taglia e reso meno tonico da un allattamento, capelli neri sotto le spalle e raccolti in una coda, viso un po' paffuto e carino, occhi scuri
ATTITUDINE: tecnica discreta/buona nelle parti attive, dotata di pazienza giobbiana ; simpatica e cordiale nella conversazione

LA MIA RECENSIONE:

Mi scuso anticipatamente per il racconto chilometrico, ma credo che sia stato l'incontro più lungo e con più posizioni (5 in tutto) di tutta la mia carriera on the road ;)

Questa volta, mi spingo di nuovo dalle parti di Oltrona, nella speranza di trovare la pirotecnica Anissa, che in un secondo incontro di un paio di settimane fa mi ha fatto sperimentare ulteriori conigli che teneva nascosti nel suo cilindro delle magie.

Tuttavia, pur transitando qualche volta avanti e indietro, non mi sembra di vedere alcuna traccia della sua presenza (neppure una bottiglietta appoggiata sulle sbarre dell'autofficina Iveco) e, nel rientrare dal centro di Oltrona, mi casca l'occhio sulla ragazza che staziona allo stop del rotondone. La posizione è quella di Eva, la corporatura (minuta e con belle gambette) e l'abbigliamento (una micro-gonna svolazzante che le copre a malapena le chiappe) pure, ma - quando si volta verso di me - mi pare che i lineamenti siano completamente diversi. Questa nuova fanciulla ha infatti un viso più tondo e con guancette più paffute di colei che l'ha preceduta, che aveva invece tratti un po' più mascolini.

Un paio di giri per assicurarmi che la situazione sia tranquilla e le accosto di fianco, per domandarle il menu della casa. Per il solito mazzo di 20 rose, si può scoprire quanto sia brava nell'arte orale e, visto che è anche gentile e cordiale nell'approccio, la invito immediatamente ad accomodarsi a bordo.

Non si allaccia subito la cintura, ma in compenso mi porge immediatamente la mano e si presenta col pomposo nome di Aida (o Ayda?). Fatte le reciproche presentazioni, inizia a farmi strada verso il suo retrobottega. Nel mentre, raccolgo le solite quattro informazioni indispensabili per compilare la scheda tecnica: è albanese come immaginavo (di Fieri, per l'esattezza, che mi pare fosse anche la città d'origine della celeberrima Cristina di via Cristallo a Lomazzo), ha 25 anni (come si poteva supporre da qualche rughetta d'espressione sulla fronte), ha ovviamente prole a carico nel Paese natio e sarebbe in Italia da soli 6 mesi. Padroneggia la nostra lingua già più che bene e infatti ammette di essersi portata avanti col lavoro in Albania, seguendo i programmi della TV italiana.

DUE RETROBOTTEGA DA BRIVIDI

Quando sta per farmi entrare nella stradina sterrata dove ero stato già condotto da altre colleghe anni fa, le chiedo di proporre un'altra soluzione, perché non vorrei tornare a casa dall'incontro con una coppa dell'olio e una marmitta in meno. Mi indirizza allora verso una sede distaccata, che sta ad almeno un paio di minuti di macchina e che si può raggiungere senza mai calcare sterrati. Mi pare però tutt'altro che tranquilla, perché nel tempo che è bastato ad Aida a estrarre dalla borsetta i ferri del mestiere, una persona è entrata a piedi nel cortile della vicina palazzina, un'altra ha varcato il cancello in macchina e una terza ha parcheggiato di fianco a noi. In pratica, tempo cinque minuti avremmo la vetturetta dei CC parcheggiata nell'ultimo stallo rimasto libero, a chiederci spiegazioni di cosa stiamo facendo così vicino a delle case :)

Le domando allora se disponga di un loft nelle vicinanze. L'opzione non è ovviamente disponibile (perché pure lei proviene da Milano/Maciachini, come la maggior parte delle ragazze che poi lavorano sul versante nord-ovest del capoluogo), ma mi butta lì una proposta a cui non si può dire di no: per 80, possiamo trattenerci al vicino motel per un'ora intera. Non ho però abbastanza soldi con me per potere pagare anche la camera, ma Aida non ha fretta e sa anche dove trovare un bancomat. L'affare è fatto, i ferri del mestiere vengono momentaneamente riposti e quindi si parte per il motel più vicino, facendo prima tappa in banca.

IL SOLITO MOTEL DI APPIANO

Nessun commento particolare sul motel, se non che la privacy mi sembra tutelata meglio che negli altri che ho avuto modo di frequentare nella bassa bergamasca, dato che i parcheggi di fronte a ciascuna camera sono quasi completamente schermati da teli bianchi trasversali. Per cui, salvo che uno passi a bassa velocità e con lo sguardo completamente voltato a sinistra, le vetture degli avventori e le rispettive targhe sono visibili solo per un breve attimo. Dalla vettura balziamo direttamente alla porta della ns. camera, che si apre col tesserino magnetico e che ci dà accesso a un locale decisamente più piccolo di quello in cui ero stato con Esther un paio d'anni fa. Il letto, in questo caso, è rotondo e l'immancabile specchio per potere ammirare le proprie acrobazie da materasso è appeso al soffitto. Mezzo minuto dopo che siamo entrati, cala l'oscurità più assoluta. Aida si dimostra ben più lesta di me (e familiare con la location), perché si fionda immediatamente verso una sorta di grande pulsantiera a sfioramento, che sta appena dietro il letto e che consente di riaccendere tutte le luci.

Mentre si spoglia seduta sul materasso davanti a me, si lagna un po' del mal di piedi e di avere preso freddo, mentre aspettava alla mattonella. Non che potesse essere altrimenti, visto che le sue high heels hanno un tacco di almeno 20 cm e che le sue mutandine hanno probabilmente più cm2 di tessuto della gonnellina che indossava. Spergiura che le scarpe sono comunque abbastanza comode (in effetti,la zeppa anteriore è spessa almeno 7-8 cm e dunque l'effettiva altezza del tacco si riduce a una dozzina di centimetri) e ammette di avere un paio di fuseaux nella borsa, che la farebbero anche stare più calda, ma che farebbero precipitare quasi a zero la frequenza di carico da parte dei possibili clienti.

PICCOLA MA BEN PROPORZIONATA

Tolte le high heels vertiginose, la sua altezza si riduce forse a 1,55 m, ma il fisichino è davvero ben proporzionato, magro e sodo. Su uno degli stinchi ha tatuato un lungo fiore, opera ancora incompleta di uno sconosciuto artista schipetaro, che si sarebbe accontentato di un modico compenso non superiore al rate orario richiestomi da Aida. Per il momento, la fanciulla non si è tolta il reggipetto nero, il che mi fa sospettare che il seno non sia di grande taglia e/o che abbia ormai perso di tono, essendo lei già mamma da un po' di anni. In compenso, l'addome è davvero molto sodo e non traspare alcuna traccia della gravidanza di qualche anno fa, neppure sotto forma di smagliature.

A turno fruiamo del bidet (mi pare che lei abbia più bisogno di scaldarsi che di lavarsi, perché ha ancora la pelle d'oca sulle gambe e poi si avvolge completamente nel telo da doccia caldo) e, quando rientro in camera, la trovo già accovacciata sul letto, con la bustina del condom accanto a lei. "E' un problema se lo stendo sopra il materasso?", mi domanda, mentre svolge la sua tunica improvvisata e si accinge ad appoggiarla sopra il giaciglio. "Nessun problema ;)", le rispondo, anche perché io sarò il primo a sdraiarmi sopra il telo caldo.

LA RECE VERA E PROPRIA

Prima di dare inizio alle danze, mi domanda se io rientri nell'ampio novero degli appassionati degustatori di f..a (quindi mi sta offrendo di esordire con un cunnilingus), ma le dico che per ragioni igieniche mi astengo dal leccare qualsivoglia orifizio delle mie improvvisate amanti e dunque la pallina viene rimandata al di là della rete, nella sua metà campo.

Visto che il pallino del gioco è ora di nuovo nelle sue mani, Aida carezza un po' il mio basso ventre e il fratellino, quanto basta per renderlo arzillo il minimo indispensabile, e poi lo incappuccia con un condom trasparente. Si china su di lui e dà inizio a un BJ effettuato con discreta arte: nessun numero da circo alla Anissa (che l'ultima volta era arrivata a "violentare" con un ditino incappucciato il mio immacolato buchetto anale), ma l'azione è concentrata soprattutto sulla punta, prevede anche delle torsioni oltre al classico su e già e le sue mani continuano a carezzarmi alternativamente l'addome, la zona pubica e i gioielli di famiglia. Nel mentre, io ricambio la cortesia, massaggiandole la nuca, il collo, la schiena, i glutei e le gambe, che rivolge a me un po' di sbieco. Nella parte bassa della schiena, appena prima che inizi la piega anale, ha una piccola protuberanza gibbosa sotto pelle, che non riesco a capire se sia una vertebra sacrale un po' fuori posto o una sorta di ciste. Non so se il pulsante dello "Start recitazione" si nascondesse lì o da qualche altra parte, ma Aida inizia ad ansimare e a mugolare e non smetterà per tutta l'ora successiva, indipendentemente da ciò che starà facendo :) Altrettanto divertente è osservare i lavori in corso, volgendo lo sguardo su verso lo specchio che ci sovrasta dal soffitto.

LA PRIMA MISSIONE DA COMPIERE

Dopo 5-6 minuti così, propone di passare alla copulazione. Non mi sarebbe spiaciuto continuare ancora un po', ma il compare è già bello brillante e dunque può starci di scambiarci di posizione sul letto. Aida lascia a me la scelta della posizione e così le propongo di partire alla missionaria, in modo da scaldarla anche un po', visto che la schiena e - soprattutto - le gambe erano tutt'altro che roventi. "Aspetta un attimo ...", mi dice sorridendo la moretta, mentre sputa un po' di saliva sulle sue dita e si cosparge l'ingresso dell'orifizio, che evidentemente era ancora asciutto. Se mai ce ne fossero stati dubbi, i suoi mugolii di prima erano più falsi di una banconota da 30 euri :)

Aida si corica sul telo doccia, si sistema meglio il cuscino sotto la testa, apre completamente le gambe a ranocchia ed è pronta a guidare l'asta dentro nella sua vulva. La smorfia del suo viso e il suo "Piano, piano!" farebbero pensare a sofferenze indicibili durante l'infilamento, ma a me pare di percepire un antro ben spazioso (in contrasto con la sua statura davvero minuta) e scivoloso. Non ho ancora iniziato a stantuffarla e la fanciulla già mi appoggia una mano contro il petto, cominciando a carezzarmelo. A occhio, mi sembrerebbe più una misura precauzionale per evitare che io possa pericolosamente avvicinarmi a distanza di FK (pratica che all'inizio mi aveva detto non concedere), per cui decido di partire puntellato sui palmi delle mani e con gli avambracci tesi.

Sarà che il fisichino sodo della signorina mi piace proprio, ma il compare là sotto è davvero arzillo e quindi mi godo al massimo questo primo atto della nostra danza sul materasso. Aida non dev'essere andata all'università ma sospetto che abbia frequentato l'Actors' Studio, perché i suoi mugolii sono davvero molto credibili. Mentre la stantuffo, osservo un po' il suo volto, che tiene reclinato su un lato, con gli occhi chiusi e con la bocca leggermente socchiusa. Non riesco a capire se stia provando piacere o fastidio, ma di sicuro non è completamente inerte, perché ogni tanto lancia qualche gridolino più acuto (il che potrebbe essere palesemente falso), aggrotta la fronte e disarticola lateralmente la mandibola, per poi ricomporsi (gesti che invece mi paiono più inconsci e che dunque potrebbero essere più genuini). Quando però, come se nulla fosse, la Bella Addormentata riapre gli occhi e mi propone il cambio di posizione, sospetto che stesse semplicemente sognando l'obolo che incasserà da lì a tre quarti d'ora :)

ALLA PECORINA

Lei propone di passare alla pecorina e io ovviamente accetto, anche perché ho comunque in programma di provare a ruotare tutte le posizioni del repertorio. "Se vuoi, ti aiuto anche un po' ...", mi butta lì, lasciando intendere che la sua manina potrebbe poi allungarsi all'indietro e massaggiare i gioielli di famiglia. Ci sfiliamo, tendo un po' il condom sull'asta e, una volta che lei s'è messa gattoni davanti a me, infilo personalmente l'asta nella vulva, che non oppone davvero la minima resistenza.

Ammiro la schiena a clessidra e incurvata ad arco di Aida davanti a me, mi ancoro al suo vitino di vespa e inizio a stantuffarla con veemenza. La moretta continua nella sua coreografia di gridolini di tutte le intensità e frequenze, ma in questa fase ho proprio l'impressione che una tempesta di emozioni stia passando anche dentro di lei. Posso infatti osservarla nell'ennesimo specchio (quello che sta sulla parete di fronte a noi) e noto che inizialmente si è appoggiata sugli avambracci (uno trasversalmente e uno rivolto in avanti) e che tiene la testa sollevata a circa 45°, con gli occhi di nuovo chiusi. Dopo un paio di minuti di ginnastica pelvica, l'odore degli umori vaginali sale inconfondibilmente al mio naso e vedo che serra fortemente il pugno di una mano, premendo altrettanto energicamente l'altra contro la fronte. Per una quindicina di secondi ha anche cinque-sei convulsioni, che le fanno inarcare ancora di più la schiena e contrarre in modo evidente le chiappette.

"Sì, dai! Sì, dai!", mi incita e allora provo a incrementare alternativamente la frequenza e la profondità del mio pendolamento, cercando anche di cambiare l'angolo di entrata dell'asta, mediante basculamenti delle pelvi. Dopo qualche minuto sono però sudato come un cammello nel mezzo del deserto e rallento, sino ad arrestare completamente le mie percussioni. Mentre mi struscio un po', pube contro pube, massaggio con intensità la schiena di Aida, risalendo dai glutei sino al collo. La prima parola che esce dalla sua bocca è un "Aaaah ..." che si potrebbe definire di rilassamento, ma quelle immediatamente successive sono: "Vuoi che cambiamo posizione?", segno inequivocabile che la sabbia continua a scorrere nella clessidra e Aida non se n'è per nulla dimenticata.

"Va bene", accetto, anche perché in questo momento non saprei se mi serva più una doccia o una bombola per l'ossigeno. Mi sfilo, tendo di nuovo il condom e mi corico sul telo doccia, che mai come in questo caso si rivela provvidenziale per detergermi un po' del sudore che è sgorgato copioso. "Ma sei davvero bagnato!", commenta l'ilare Aida. "Eh, te l'avevo detto che mi hai fatto sgobbare come un mulo!", le rispondo ridendo. "Ma non ti togli il reggiseno?", le domando, potendola osservare a tronco eretto accanto a me. "Ah, scusa! Ma potevi dirmelo prima", finge di essersene dimenticata Aida, mentre slaccia i gancetti e se lo toglie. Come immaginavo, il seno non è molto grosso (potrebbe avvicinarsi a malapena alla seconda taglia) e appare solo parzialmente tonico, dato che deve avere allattato la sua progenie.

UNA CAVALLERIZZA COL FIATO CORTO

Il tempo di riprendere un attimo fiato supino sul lettone e la fanciulla mi è già cavalcioni, pronta a infilare di nuovo l'asta nella vulva. Forse perché le sue gambe e la sua muscolatura sono ora più serrate, l'ingresso è ora meno agevole di prima. In ogni caso, l'accoppiamento riesce anche stavolta e Aida può dare inizio alla sua galoppata, che parte ginocchioni e col busto praticamente eretto. Poi inclina il busto in avanti e si puntella con un palmo sul mio petto e con l'altro sul materasso, proseguendo ancora un po'. Le sue gambe devono stancarsi rapidamente, perché cambia posizione, portando le braccia tese all'indietro e appoggiando le piante dei piedi accanto al mio costato. Facendo leva sui quattro perni, si solleva quel tanto che basta e mi concede un'altra breve sequenza di percussioni. In ogni caso, dopo non più di 3-4 minuti, è palesemente stanca e si ferma a prendere fiato.

IL SECONDO GIRO DI GIOSTRA

"Se vuoi, puoi pure finire con la bocca ...", le propongo. Parole che sono dolci come miele, per le orecchie di Aida, che vola a recuperare dalla borsetta un nuovo condom e un fazzoletto di carta su cui riporre quello che abbiamo appena usato. Quando si ridispone alla mia destra e riparte col BJ, è sicuramente passata almeno mezz'ora dal momento in cui eravamo entrati in camera. Qui, nulla di nuovo da raccontare, se non che nel frattempo non è più fredda come prima e che ho modo di saggiare la consistenza dei suoi seni. Come era parso alla vista, non sono certo sodi come quelli di una ragazza che non abbia mai allattato, ma non sono neppure così flaccidi come avevo temuto e anche i capezzoli sono discretamente reattivi al mio titillamento.

Dopo una manciata di minuti così, si prosegue col secondo giro di giostra, che evito di descrivere nel dettaglio, per evitare di tediare i lettori del forum. Passiamo di nuovo alla missionaria, che Aida mi concede sia distaccato che completamente coricato su di lei. In questa seconda fase, mentre io le cingo strettamente la schiena, lei fa altrettanto, facendomi scorrere brividi di piacere lungo la colonna vertebrale. Cerco di carezzarle un po' anche la chioma corvina e la nuca, ma la fanciulla è davvero piccola di statura e dovrei contorcermi in modo alquanto scomodo, per cui desisto dopo un paio di tentativi poco soddisfacenti.

Stavolta, sono io a proporre il passaggio alla pecorina, perché entrambi abbiamo raggiunto la temperatura di un fornetto a micro-onde e solo un cambio di posizione potrebbe consentire di ventilarci un po'. Si riparte più o meno come prima, il lato B di Aida è sempre un bel vedere, ma ormai siamo in camera da almeno tre quarti d'ora (e intenti nella ginnastica da mezz'ora) e percepisco che il compare del piano di sotto inizia a essere un po' affaticato. Così, quando non è trascorso più di un paio di minuti dall'inizio dell'ultima galoppata, il turgore dell'asta non mi sembra più sufficiente e allora alzo bandiera bianca, rinunciando anche a un secondo giro di smorzacandela: "Basta, non ce la faccio proprio più!".

L'EPILOGO, QUANDO MANCA POCO ALLE CALENDE GRECHE

Aida osserva quasi allibita prima l'orologio, poi il sottoscritto e infine propone di concludere le operazioni di mano. Mi corico di nuovo sul materassone e lascio che mi mostri tutta la sua perizia nell'arte della lavorazione del legno. Anche in questa posizione, devo averla tenuta impegnata almeno una decina di minuti, perché più volte ha alternato le due mani e si è ridisposta accanto a me, consentendomi così di carezzare e massaggiare quasi ogni angolo del suo corpicino minuto. Un paio di volte, per lubrificare l'asta che stava arroventandosi, vi ha anche sputato un po' della sua saliva, da usare a mo' di lubrificante Selenia. "Non ce la faccio più! Mi fa malissimo la schiena!", si lagna Aida, che prova a estrarre un ultimo coniglio dal suo cilindro. "Proviamo così: vai avanti a masturbarti tu e intanto io mi tocco un po' la f..a", è la sua proposta.

"Va bene, proviamo così", le do l'OK a procedere. Così, mentre io cerco di capire se sono più o meno bravo di Aida a trastullare il mio compare del piano di sotto, lei dilata le labbra più esterne con le dita di una mano, mi espone l'orifizio dal colore rosa intenso e brillante e inizia a farvi scorrere il suo dito indice lungo la parete. Sotto l'azione della sua mano amica, il vulcano è quasi sul punto di eruttare e dunque provo a verificare se la carta del menu di Aida includa anche il dolcetto finale: memore delle mosse apprese con la poliedrica Anissa, domando alla sua connazionale (probabilmente si conoscono anche!) se sia capace di eseguire un FJ. La morettina sembra persino essere all'oscuro della pratica e infatti inizialmente me la nega, ma dopo una trentina di secondi allunga una delle sue gambe e preme energicamente la pianta del piede destro contro la sacca scrotale. Non esattamente un FJ, dato che l'asta è sempre avvolta dalla mia mano, ma qualcosa che ci va vicino. Non so se sia stata la forte pressione esercitata sui testicoli o lo shock termico dovuto alla temperatura ancora fredda del suo piede, ma è come se fosse stato tolto il tappo che impediva al vulcano di eruttare e, non più di dieci secondi dopo, il mio seme schizza copioso fuori dalla punta dell'asta e va a irrigare tutto il mio ventre.

Non so se sia più contento io, per avere varcato la linea del traguardo, o Aida, perché ormai è passata più di un'ora da quando siamo entrati in camera e temeva che potessimo tirare le calende greche. Ridacchiando, mi dice di non muovermi e corre a recuperare un fazzoletto, per non fare una strage di lenzuola e di moquette, nel tragitto sino al bagno. Ripulitomi sommariamente, la raggiungo nell'altro locale, dove sta effettuando un accurato e prolungato bidet, di nuovo più per scaldarsi che per lavarsi.

UNA DOCCIA PROVVIDENZIALE

"Vuoi fare una doccia? Tanto io devo scaldarmi un po' ...", mi butta lì Aida. Sono sudato come se fossi rimasto per un'intera giornata sotto il sole cocente del Mar Rosso, devo probabilmente puzzare come un caprone orobico e quindi è con immenso piacere che mi fiondo nel box doccia, per darmi una rinfrescata. In realtà, l'acqua è quasi allo stato di vapore surriscaldato, perché poco manca che mi ustioni, pur ruotando completamente la manopola verso il lato del freddo!

Quando entrambi siamo lindati, si torna di là e, durante la rivestizione, Aida mi racconta che non stava tanto bene, probabilmente perché il freddo preso alla mattonella non le ha fatto ben digerire la zuppa di pesce (fresco, non quella del Capitano Findus!) che si era cucinata prima di venire al lavoro. Provo a cercare se ci sia un bollitore dell'acqua per farle un the caldo, ma questo non è ovviamente un vero albergo e dunque la camera ne è sprovvista. C'è solo il frigobar, ma io e Aida siamo d'accordo che qualunque bevanda ghiacciata potrebbe portarla direttamente a vomitare sopra la tazza del cesso. "Se c'è un posto dove si possa prendere qualcosa di caldo, se vuoi ti ci accompagno, prima di tornare dove stavi ...", le butto lì, ma la moretta mi dice che non c'è problema e che possiamo pure rientrare. "Almeno mettiti su i pantaloni, quando torni là", cerco di convincerla, ma temo con ben poco successo.

Allora, una volta ricompostici, non resta che abbandonare la camera, passare a saldare il conto e poi tornare alla rotonda di Oltrona. Non so se l'albergatore mi abbia fregato, se il rate di 45 preannunciatomi da Aida fosse sbagliato (ma mi pareva di avere speso quei soldi con Esther) o se ho dovuto pagare una penale per essere rimasto nell'alcova per più di un'ora ... fatto sta che alla fine ho dovuto corrispondere 55 euri. Quando risalgo in macchina, mi rendo inoltre conto di essere spacciato a causa della spesa imprevista, perché ho nel portafoglio pezzi contati per dare ad Aida solo 75 oppure 90 monete del nostro conio. Che accetti una riduzione del rate con lo sforamento dei tempi mi pare pressoché impossibile, per cui mi tocca riconoscerle anche una piccola mancia, che però mi pare si sia meritata.

Quando sono ormai trascorsi almeno 80-90 minuti dalla nostra partenza, siamo di nuovo in prossimità della sua mattonella. Ci scambiamo due bacetti della buona notte, le raccomando di nuovo di rivestirsi un po' di più e la lascio scendere sul ciglio opposto della strada che conduce a Oltrona. Vado a fare inversione più avanti e, quando mi ripresento allo stop, Aida non ha ovviamente seguito il mio suggerimento ed è già lì ad aspettare il prossimo cliente con addosso solo il suo gonnellino minimale e i leggeri collant trasparenti d'ordinanza. Deve avere già freddo, perché le gambe sono intrecciate l'una all'altra, ma la signorina è di certo grande abbastanza per sapere cosa sia meglio per lei e dunque non mi resta che dirigere la prua del naviglio verso casa, dato che mancano ben poche ore a quando la sveglia suonerà l'indomani.
 
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DETTAGLIO DELLA OTR
Nome: Ida
Nazionalità: albanese
Età apparente: 30
Descrizione statura medio piccola, fisico magro e sodo, seno 4a taglia con protesi, capelli neri sotto le spalle e raccolti in una coda, viso carino, sorriso accattivante
Attitudine: abile affabulatrice ma non è scattato il feeling
Reperibilità: agevole

DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: 30 BJ-RAI1
Compenso concordato: 50
Servizi offerti: BJ-RAI1
Servizi usufruiti: BJ
Durata dell'incontro: 20 minuti

DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Zona di imbarco: Appiano Gentile - Oltrona San Mamette (CO)
Coordinate: 45.748109, 8.980555

LA MIA RECENSIONE

Tre settimane fa sono tornato a fare un giro ad Appiano dopo tempo immemore in cerca di nuove girl (per me). Noto subito Ida fuori dall’auto (una piccola monovolume nera) e le dedico un primo passaggio: a prima vista è un gran bel vedere… high heels di vernice beige, gambe snelle, hot pants jeans, pancino scoperto e top ridottissimo color granata con seno prorompente, bel viso e sorriso molto accattivante da chi sa il fatto suo…
Immagino sia la stessa ragazza di cui si era scritto durante il primo lock-down che aveva messo annunci da loft e che purtroppo (gusti personali) si era gonfiata le tette…
Faccio un giro per vedere quali altri fiorellini offre la zona e al ritorno lei non c’è ma al suo posto c’è una collega in total black che poi si chiuderà in auto…

Conquistato dal sorriso decido ben presto che sarà Ida la mia prescelta… Alla sua ricomparsa mi affianco mentre camminava nei pressi dello stop e noto che sta telefonando… Stacca la guancia dallo smartphone e si rivolge a me ammiccante… Vedendola da vicino ho un attimo di esitazione… Il viso è un po’ scavato, non è più una ventenne e anche la silouette è un filo più magra di quanto avevo percepito…

Decido comunque di tentare l’avventura, l’invito a salire e durante il tragitto per giungere al retrobottega si dimostra una ragazza spigliata, spiritosa e molto chiaccherona. Fa anche battute a doppio senso e allusive…
Ben presto imbocchiamo una stradina di campagna e ci inoltriamo per un centinaio di metri…
Il posto sembra molto tranquillo, isolato, buio, la serata è fresca e Ida mi assicura che non è mai stata visitata da luci blu… Già mi pregusto una bella scopata a pecos all’aria aperta.

Lei prepara l’occorrente chiedendomi di mostrarle il regalino, è la prima volta si scusa, consegno banconota rossa, ammicca… vuoi il resto? E con la promessa di un bell’incontro tranquillo incamera l’intero importo…
Comincia a spogliarsi togliendo gli hot pants e il top indossa intimo elegante di pizzo e comincia ad armeggiare con la patta dei miei pantaloni inginocchiandosi sul sedile passeggero e piegandosi verso di me… Il posto è talmente tranquillo che mi invita a lasciare la luce di cortesia accesa.
Io accarezzo le sue gambe e cosce snelle risalgo fino agli slip, sfioro il monte di Venere e passo poi alle chiappette. Lei incappuccia e comincia un lavoretto di bocca con mestiere mentre io ritorno a cercare la sua fragolina chiedendole i permesso per accarezzarla sotto lo slip… ottenendo un divieto…

Intanto dal finestrino semiaperto ci vengono a far visita qualche zanzara che per fortuna hanno lei come primo obbiettivo… Dopo un bj prolungato il fratellino non era intostato come nei sogni della ragazza e comincia a chiedersi il perché… dubitando che si possa passare alla fase due… Le chiedo se le piace il daty... in macchina mai... e in albergo? Non si mostra particolarmente entusiasta dell'idea nemmeno li... Comincio a classificare la mia interlocutrice... A sua discolpa quella sera devo dire che il compare non era molto in forma ma di suo ci aveva messo un po' di distacco che avevo subito percepito… Le chiedo di uscire fuori dall’auto per poterla accarezzare in piedi cosa che mi avrebbe sicuramente aiutato ma non è dello stesso parere…

Comincia allora un lavoretto di mano. Le chiedo di mostrarmi le tette, si toglie il reggiseno e mi mostra le gemelle belle tonde con capezzolo piccolo, direi una quarta o più… non chiedo perché è evidente per la forma sferica che c'è lo zambino chirurgo e comincio ad accarezzarle sfiorando i capezzolini… Percepisco uno strato morbido sopra la protesi ma non sono un amante del silicone per cui non ci trovo grande giovamento…
Riprendo ad accarezzarla tra le cosce sopra lo slip ma ora mi dice che le da fastidio anche quello…
Per farla breve nanche con l’aiuto della mano amica e con lei che messa a pecos che sculetta ammiccante riesco a tagliare il traguardo… e pur non avendomi messo particolare fretta ad un certo punto Ida comincia a chiedermi cosa dobbiamo fare... e fa scoccare il gong…
Ci ricomponiamo e una volta messa in moto l’auto si dice molto dispiaciuta per non essere riuscita ad accontentarmi… ma mi sembrano parole di circostanza… Riprendiamo a chiaccherare parlando della sua terra fino a quando non giungiamo alla sua auto dove l’aspetta l’amica…
Ho l'impressione che la ragazza sia conosciuta da molti ma nessuno fa recensioni, come per le altre ragazze della zona (esclusi i soliti benemeriti s'intende). Mi piacerebbe sentire un altra campana...
 
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