SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Osio Sopra (BG)
ZONA: 45.626883, 9.600969
NOME: Giulia
NAZIONALITA': Albanese di Tirana
ETA': 21 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + RAI1 (solo mission, per infortunio in via di guarigione) + BJ/HJ conclusivo
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 70
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 40', dall'abboccamento al congedo
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,70, gambe lunghe e ottima silhouette, seno di una taglia tra la 2° e la 3°; lunghissimi capelli mori lisci, occhi scuri, viso piccolo e dai lineamenti particolari ma non sgradevoli, eccesso di make-up attorno agli occhi
ATTITUDINE: tra il discreto (perché non è stato possibile sperimentare altre posizioni) e il buono (per la partecipazione nella fase di mission) ; padroneggia bene la lingua ed è molto piacevole conversarci
LA MIA RECENSIONE:
Una cena nei paraggi di Bergamo mi dà l'occasione di calcare l'asfalto del boulevard in una serata per me anomala, cioè quella della domenica. Essendo quasi mezzanotte, non c'è gran movimento in giro (mi riferisco alle ragazze, ovviamente, non al traffico, che è praticamente inesistente ) e quindi l'intenzione sarebbe quella di procedere filato in branda. Sulla strada del rientro, passo davanti al Route 525 e, guarda un po' chi si nasconde nella penombra, niente meno che la #30 della lista di Amico_C! Un paio di vasche brevi lungo il rettilineo del paninaro, giusto per accertarmi che non ci sia troppo movimento di clienti nel parcheggio del locale (la situazione è così tranquilla che due baristi fumano sfaccendati, appoggiati a una delle porte a vetri). Una vasca lunga sino alla rotonda di Boltiere, per valutare se fermarmi invece dalla modella di biancheria intima (non perché sia bellissima, ma perché non indossa nient'altro ) che staziona alla rimessa dei pullman. Un paio di giri di giostra attorno alla rotonda di Osio nord, per attendere il rosso del semaforo e avere le spalle completamente libere. Seguono quindi i 500 m più lenti mai percorsi da un mezzo motorizzato (diligenze a cavalli incluse) lungo il BdA, per cercare di fare allontanare la vettura che mi sta davanti e lasciar passare il trenino di macchine che sta scendendo da Dalmine. Dopo questa complicatissima procedura d'atterraggio, in quel mezzo km di strada siamo solo in tre: io, la vettura che mi precede e la moretta. Mancano persino le Smartiste sull'altro lato, che probabilmente hanno abbandonato la postazione perché è la notte prima degli esami, e all'orizzonte si intravedono a malapena le due custodi della rotonda di Osio Sopra.
LA CUSTODE DEL 5DUE5
Chi mi precede appare troppo distinto per potersi fermare a intervistare una OTR, per cui sono già con le ruote di destra sulla banchina, pronto ad accostare di fronte alla signorina. All'ultimo momento, però, si accendono le luci rosse davanti a me e quindi mi tocca attivare la procedura d'emergenza: colpetto di freno e cambio in folle, per rallentare a passo d'uomo e procedere per sola inerzia. Ormai sono così vicino che o passo oltre (rischiando di far sfumare la congiuntura astrale così faticosamente realizzata) o mi arresto dietro il collega, fingendo di dovere entrare nel parcheggio del bar. Scelgo ovviamente la seconda e, fortunatamente per me, chi mi precede non resta soddisfatto della sua breve conversazione e si rimette in carreggiata. E' quindi il mio turno di far avvicinare la moretta, che ha davvero due gambe chilometriche, ancora più slanciate da high heels con una spessa zeppa. Quando si china nella vettura, posso scrutarla meglio in volto, che non è purtroppo superlativo come appare il resto della silhouette. Pur essendo appesantito da una quantità industriale di ombretto scuro attorno agli occhi, è comunque caruccio e ha lineamenti particolari, che mi richiamano un po' alla mente quelli della ex-cheeseleader Anna , che stazionava al Grana Padano sino all'anno scorso e che poi era tornata in viale Marche a Milano (chissà che fine avrà fatto, dato che l'ho incontrata l'ultima volta lo scorso luglio, al nuovo domicilio ...). Con tono di voce cordiale, mi conferma di essere ancora all'opera e di disporre di un appartamento non troppo lontano, accessibile al consueto rate della camera di commercio. Un rapido giro d'orizzonte e la invito a bordo.
GIULIA DA TIRANA, OSCAR SENZA IL CANE
Non appena si accomoda, si presenta come Giulia e dà subito un'occhiata sul sedile posteriore, dove giace il mio giaccone. "Tranquilla, non c'è nascosto nessuno là dietro ", la rassicuro. "No, stavo guardando perché non puoi immaginare cosa mi è capitato qualche giorno fa!", mi risponde. "Sarà saltato fuori dal nulla un complice, che poi ti ha rapinato ...", la anticipo, immaginando la solita storiella. "Peggio! Il tempo di chiudere la porta e di sedermi e da dietro è sbucato un cane!", riesce a sorprendermi a tal punto che mi dimentico persino di chiederle se (e con quale ruolo) il quadrupede sia stato coinvolto nell'intrattenimento erotico. Dato che padroneggia decisamente bene l'italiano e non ha il tipico accento da draculina, le domando di dove sia, scoprendo che è originaria di Tirana, Albania. Prima di varcare l'Adriatico per cimentarsi nella sempre difficile arte di amare, ha lavorato in un call center, dove ha appreso i primi rudimenti della nostra lingua. Mentre procediamo nella direzione del centro di Dalmine (che non è il Kebab, contrariamente a quanto si potrebbe pensare ), la ragazza si dimostra abbastanza loquace e così arriviamo a destinazione ben prima che si esaurisca la nostra conversazione.
NON E' ANCORA CHIARO COME SI CHIAMI MINNIE IN ALBANESE
Scesi dalla macchina, le cedo ovviamente il passo, un po' per galanteria e un po' per godermi il suo ancheggiare sulle zeppe altissime che calza ai piedi. Varcata la soglia della palazzina, segue un'arrampicata di 3° grado (quindi sulla carta mediamente facile), resa però impervia dall'oscurità assoluta che regna nell'androne e dal fatto che Giulia si sia raccomandata di salire in punta di piedi. Fortunatamente il dislivello da superare non è molto e siamo finalmente all'ingresso del suo loft, che in realtà dev'essere anche l'appartamento dove vive. Attraversiamo un locale che funge da cucina e soggiorno, ci introduciamo in una piccola anticamera/guardaroba e poi svoltiamo a sinistra, nella stanza dove Giulia intrattiene i suoi clienti ma si ritempra anche dopo le nottate di lavoro. Ad accoglierci, due giganteschi peluche, appoggiati a sinistra e a destra del lettone. Do anche una controllata al datario del mio cellulare, perché un paio di addobbi natalizi fanno bella mostra di sè sulla parete sopra la spalliera. C'è anche un pupazzetto di Minnie, che Giulia mi mostra orgogliosa. L'ultima volta che avevo chiesto come si chiamasse in lingua autoctona un personaggio di Walt Disney (in quel caso era Brontolo), avevo messo decisamente in imbarazzo la cultura fumettistica della ragazza di turno (Maria la boxeuse). Anche Giulia non fa eccezione, perché mi spara un improbabile "Mickey Mouse", che al massimo potrebbe essere l'eterno fidanzato della topolina col fiocchetto in testa.
STANDING OVATION
Ben più interessante è invece vedere denudarsi la topolona che sta di fronte a me. Tolte le high heels, Giulia si abbassa a una quota che resta comunque ragguardevole (direi attorno all'1,70). Ma è ancora meglio quando si toglie il resto degli abiti, perché il suo fisico è da standing ovation. Che avesse delle belle gambe l'avevo intuito, dato che indossava dei fuseaux rosa talmente stretti da lasciare ben poco spazio all'immaginazione. Il giubbotto anti-gelo nascondeva invece un busto davvero piacevole alla vista, con le giuste proporzioni tra seno (di una 3° taglia scarsa), vita e fianchi. La pelle è molto levigata e, senza ancora averla carezzata, è evidente che il tono muscolare è molto buono. "Ma quanti anni hai, Giulia?", le domando. "Ventuno", mi risponde e quindi mi è immediatamente chiaro perché abbia una silhouette così tonica.
Mentre io completo la svestizione, si assenta per un attimo in bagno e poi ritorna. Scartato anche il profilattico, ci accomodiamo sul lettone, io sdraiato supino proprio nel mezzo e lei inginocchiata alla mia sinistra. Prima di dare inizio alle danze, trascorriamo ancora un paio di minuti a chiacchierare, perché era rimasto ancora aperto il discorso della differenza tra gli albanesi di città e di montagna (questione che mi incuriosiva, dato che credo di avere conosciuto discretamente bene una rappresentante della seconda categoria, tale Lola di Lurago ). Non le avessi mai dato corda, perché Giulia parte con un'approfondita disamina sociologica, ma - nel frattempo - ha già fatto partire il timer e questi preziosi secondi mi saranno sottratti alla fine!
LA RECE VERA E PROPRIA
Esaurito il tempo delle chiacchiere, comincia finalmente quello dell'intrattenimento erotico. Giulia masturba brevemente il fratellino, si sistema i lunghi capelli scuri su un lato e si sdraia di sbieco sopra il mio addome, esponendomi così la schiena e nascondendomi del tutto la vista delle operazioni in corso. Non ho mai capito se le ragazze lo facciano per essere più comode, per non esporre i genitali e il seno alla manipolazione o ancora per mascherare il fatto che il BJ è sempre un po' un HJ camuffato. Nel caso di Giulia, almeno la terza spiegazione è valida, perché percepisco che l'asta è stimolata alla base da una delle sue mani, mentre la sua bocca si prende cura del glande. Io, invece, ne approfitto per massaggiare in lungo e in largo schiena, glutei e gambe, il cui tono non tradisce la prima impressione visiva. Le carezzo un po' anche il crine corvino, ma i miei tentacoli sono troppo attratti dal resto e presto tornano a saggiare la consistenza liscia della sua pelle. Un po' perché la sua stimolazione è comunque piacevole e un po' perché il suo fisico è uno dei più tonici che io ricordi nella mia breve esperienza di esploratore del BdA, ma il compare del piano di sotto sembra apprezzare la situazione, diventando rapidamente bello arzillo.
Dopo una manciata di minuti così, è lei a proporre il primo (e purtroppo unico) cambio di posizione: "Mi vieni sopra tu?". "Come no", le rispondo e ci ridisponiamo sul lettone. Il tempo di lasciare che si corichi supina, con le gambe aperte a ranocchia, e sono già sopra di lei, pronto a far calare il mio compare del piano di sotto nel suo orifizio. Come al solito, lascio che sia lei a infilarselo e poi inizio la mia danza a braccia tese, pendolando con tutto il tronco attorno al perno delle mie spalle e osservando un po' il suo volto e un po' i suoi seni. Dopo una decina di percussioni così, per assestare al meglio l'angolo d'ingresso, le chiedo il permesso di coricarmi completamente su di lei. Giulia non nulla da obiettare, per cui mi calo sul suo tronco e continuo le operazioni nel modo che preferisco. Mentre le carezzo la nuca e le tempie, sento le sue mani che si muovono su e giù per la mia schiena, partendo dai glutei e risalendo sino alle spalle. La parte più piacevole è quando raggiunge le mie scapole e inizia a solleticarle con le sue unghie acuminate. Essendo davvero vicini l'uno all'altra, ci ansimiamo anche nelle orecchie, rendendo il tutto ancora più coreografico. L'unico appunto che mi sentirei di muoverle è che forse tiene l'addome troppo inarcato in avanti, per cui ad ogni percussione sento distintamente le mie pelvi cozzare contro le sue.
SOLO UNA POSIZIONE, PERCHE' E' IN CONVALESCENZA
Trascorsa una manciata di minuti così, mi arresto e le chiedo se le vada un cambio di posizione. Giulia sembra un po' imbarazzata e, mostrandomi le grosse croste cicatriziali che ha su un ginocchio e su un fianco, mi spiega che per il momento non se la sente ancora di mettersi a pecorina, né di cimentarsi in uno smorzacandela. "volevo appunto chiederti cosa ti fosse successo ...", le butto lì, perché le due grosse escoriazioni in fase di guarigione non erano sfuggite al mio esame visivo iniziale e mi ero domandato se fossero opera di un rapinatore o del suo ipotetico "fidanzato". Non si potrà mai sapere la vera verità, ma Giulia mi spiega che è stata buttata a terra da una vettura, nel probabile tentativo di rapinarla. Il dolore è stato inizialmente fortissimo ed è dovuta rimanere a riposo per quasi una decina di giorni, il che è la spiegazione più plausibile della prolungata assenza dalla piazzola #30. "Ti va allora di finire con la bocca?", le propongo una conclusione alternativa. "... cambiando ovviamente profilattico", puntualizzo, dato che la vedo un po' perplessa. Dopo una breve esitazione, alla fine Giulia accetta e ci ridisponiamo sul lettone, per continuare l'intrattenimento erotico. Nulla di nuovo da raccontare, se non che i gioielli di famiglia sono stati a loro volta deliziati dalla delicata stimolazione delle sue unghie affilate. Non abbastanza acuminate, però, da riuscire a sfoltire la rada boscaglia che li ricopre
IL TEMPO NON BASTA MAI
Devo essere davvero troppo lungo per la pazienza media delle fanciulle, perché anche Giulia manda chiari segnali che il tempo è agli sgoccioli, in una pausa del BJ: "Ti manca ancora molto? Non posso fermarmi ancora a lungo ...". Stavolta non sono in vena di concedere mance aggiuntive, per cui le propongo di passare pure all'HJ integrale, per condurmi a rapida capitolazione. La moretta si dispone allora in ginocchio alla mia sinistra e inizia a masturbare energicamente l'asta. Venendomi finalmente esposto il lato A, ne approfitto per carezzare un po' le sue cosce, il suo addome piatto e i suoi seni, che prima avevo potuto solo ammirare con lo sguardo. Non c'è però molto tempo a disposizione, perché la vigorosa piallatura in atto sul mio basso ventre mi porta rapidamente oltre la linea del traguardo. Ancora due carezze reciproche e ci sganciamo. Mentre scende dal letto, Giulia mi domanda se sia arrabbiato per la conclusione un po' sbrigativa. La rassicuro che è tutto Ok (alla fine, non è tanto il finale ad essere fuori dai canoni cui sono abituato, ma il fatto di avere potuto copulare in una sola posizione, a causa del suo infortunio) e poi la seguo in bagno, per i lavaggi conclusivi. Capire come usare il miscelatore dell'acqua è una scienza e solo grazie alla spiegazione di Giulia riesco a dare una sciacquata alle pudenda. Nel mentre, la fanciulla sembra invece più interessata a risistemarsi il make up (un numero enorme di flaconcini e barattolini per il trucco e il parrucco giace accanto al lavandino).
QUATTRO CHIACCHIERE PER CONCLUDERE
Torniamo di là, ci rivestiamo (lei ovviamente molto più in fretta di me, as usual ), regolo gli aspetti burocratici e poi possiamo abbandonare il loft e riavviarci verso la macchina. Anche durante il viaggio di rientro, Giulia si conferma una ragazza con cui è piacevole e interessante parlare. Senza entrare in eccessivi dettagli, mi racconta di essere davvero venuta come turista, tanto è vero che nelle prime settimane ha visitato sia Roma che diverse città della Toscana. Poi si è progressivamente spostata verso nord (risulta una tappa a Bologna) e infine si è sistemata qui a Bergamo, dove avrebbe iniziato la sua carriera di intrattenitrice notturna. Tutto da prendere col beneficio d'inventario, ovviamente. Giro di boa in uno degli slarghi vicino al paninaro e la riconsegno alla penombra della sua mattonella, vicino all'ingresso del 525. Altro giro di boa alla rotonda dopo il Perletti e riprendo la direzione di Boltiere e poi di Capriate, per rituffarmi - un po' a malincuore - in un'altra lunga settimana lavorativa.
CITTA DELL'INCONTRO: Osio Sopra (BG)
ZONA: 45.626883, 9.600969
NOME: Giulia
NAZIONALITA': Albanese di Tirana
ETA': 21 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + RAI1 (solo mission, per infortunio in via di guarigione) + BJ/HJ conclusivo
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 70
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 40', dall'abboccamento al congedo
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,70, gambe lunghe e ottima silhouette, seno di una taglia tra la 2° e la 3°; lunghissimi capelli mori lisci, occhi scuri, viso piccolo e dai lineamenti particolari ma non sgradevoli, eccesso di make-up attorno agli occhi
ATTITUDINE: tra il discreto (perché non è stato possibile sperimentare altre posizioni) e il buono (per la partecipazione nella fase di mission) ; padroneggia bene la lingua ed è molto piacevole conversarci
LA MIA RECENSIONE:
Una cena nei paraggi di Bergamo mi dà l'occasione di calcare l'asfalto del boulevard in una serata per me anomala, cioè quella della domenica. Essendo quasi mezzanotte, non c'è gran movimento in giro (mi riferisco alle ragazze, ovviamente, non al traffico, che è praticamente inesistente ) e quindi l'intenzione sarebbe quella di procedere filato in branda. Sulla strada del rientro, passo davanti al Route 525 e, guarda un po' chi si nasconde nella penombra, niente meno che la #30 della lista di Amico_C! Un paio di vasche brevi lungo il rettilineo del paninaro, giusto per accertarmi che non ci sia troppo movimento di clienti nel parcheggio del locale (la situazione è così tranquilla che due baristi fumano sfaccendati, appoggiati a una delle porte a vetri). Una vasca lunga sino alla rotonda di Boltiere, per valutare se fermarmi invece dalla modella di biancheria intima (non perché sia bellissima, ma perché non indossa nient'altro ) che staziona alla rimessa dei pullman. Un paio di giri di giostra attorno alla rotonda di Osio nord, per attendere il rosso del semaforo e avere le spalle completamente libere. Seguono quindi i 500 m più lenti mai percorsi da un mezzo motorizzato (diligenze a cavalli incluse) lungo il BdA, per cercare di fare allontanare la vettura che mi sta davanti e lasciar passare il trenino di macchine che sta scendendo da Dalmine. Dopo questa complicatissima procedura d'atterraggio, in quel mezzo km di strada siamo solo in tre: io, la vettura che mi precede e la moretta. Mancano persino le Smartiste sull'altro lato, che probabilmente hanno abbandonato la postazione perché è la notte prima degli esami, e all'orizzonte si intravedono a malapena le due custodi della rotonda di Osio Sopra.
LA CUSTODE DEL 5DUE5
Chi mi precede appare troppo distinto per potersi fermare a intervistare una OTR, per cui sono già con le ruote di destra sulla banchina, pronto ad accostare di fronte alla signorina. All'ultimo momento, però, si accendono le luci rosse davanti a me e quindi mi tocca attivare la procedura d'emergenza: colpetto di freno e cambio in folle, per rallentare a passo d'uomo e procedere per sola inerzia. Ormai sono così vicino che o passo oltre (rischiando di far sfumare la congiuntura astrale così faticosamente realizzata) o mi arresto dietro il collega, fingendo di dovere entrare nel parcheggio del bar. Scelgo ovviamente la seconda e, fortunatamente per me, chi mi precede non resta soddisfatto della sua breve conversazione e si rimette in carreggiata. E' quindi il mio turno di far avvicinare la moretta, che ha davvero due gambe chilometriche, ancora più slanciate da high heels con una spessa zeppa. Quando si china nella vettura, posso scrutarla meglio in volto, che non è purtroppo superlativo come appare il resto della silhouette. Pur essendo appesantito da una quantità industriale di ombretto scuro attorno agli occhi, è comunque caruccio e ha lineamenti particolari, che mi richiamano un po' alla mente quelli della ex-cheeseleader Anna , che stazionava al Grana Padano sino all'anno scorso e che poi era tornata in viale Marche a Milano (chissà che fine avrà fatto, dato che l'ho incontrata l'ultima volta lo scorso luglio, al nuovo domicilio ...). Con tono di voce cordiale, mi conferma di essere ancora all'opera e di disporre di un appartamento non troppo lontano, accessibile al consueto rate della camera di commercio. Un rapido giro d'orizzonte e la invito a bordo.
GIULIA DA TIRANA, OSCAR SENZA IL CANE
Non appena si accomoda, si presenta come Giulia e dà subito un'occhiata sul sedile posteriore, dove giace il mio giaccone. "Tranquilla, non c'è nascosto nessuno là dietro ", la rassicuro. "No, stavo guardando perché non puoi immaginare cosa mi è capitato qualche giorno fa!", mi risponde. "Sarà saltato fuori dal nulla un complice, che poi ti ha rapinato ...", la anticipo, immaginando la solita storiella. "Peggio! Il tempo di chiudere la porta e di sedermi e da dietro è sbucato un cane!", riesce a sorprendermi a tal punto che mi dimentico persino di chiederle se (e con quale ruolo) il quadrupede sia stato coinvolto nell'intrattenimento erotico. Dato che padroneggia decisamente bene l'italiano e non ha il tipico accento da draculina, le domando di dove sia, scoprendo che è originaria di Tirana, Albania. Prima di varcare l'Adriatico per cimentarsi nella sempre difficile arte di amare, ha lavorato in un call center, dove ha appreso i primi rudimenti della nostra lingua. Mentre procediamo nella direzione del centro di Dalmine (che non è il Kebab, contrariamente a quanto si potrebbe pensare ), la ragazza si dimostra abbastanza loquace e così arriviamo a destinazione ben prima che si esaurisca la nostra conversazione.
NON E' ANCORA CHIARO COME SI CHIAMI MINNIE IN ALBANESE
Scesi dalla macchina, le cedo ovviamente il passo, un po' per galanteria e un po' per godermi il suo ancheggiare sulle zeppe altissime che calza ai piedi. Varcata la soglia della palazzina, segue un'arrampicata di 3° grado (quindi sulla carta mediamente facile), resa però impervia dall'oscurità assoluta che regna nell'androne e dal fatto che Giulia si sia raccomandata di salire in punta di piedi. Fortunatamente il dislivello da superare non è molto e siamo finalmente all'ingresso del suo loft, che in realtà dev'essere anche l'appartamento dove vive. Attraversiamo un locale che funge da cucina e soggiorno, ci introduciamo in una piccola anticamera/guardaroba e poi svoltiamo a sinistra, nella stanza dove Giulia intrattiene i suoi clienti ma si ritempra anche dopo le nottate di lavoro. Ad accoglierci, due giganteschi peluche, appoggiati a sinistra e a destra del lettone. Do anche una controllata al datario del mio cellulare, perché un paio di addobbi natalizi fanno bella mostra di sè sulla parete sopra la spalliera. C'è anche un pupazzetto di Minnie, che Giulia mi mostra orgogliosa. L'ultima volta che avevo chiesto come si chiamasse in lingua autoctona un personaggio di Walt Disney (in quel caso era Brontolo), avevo messo decisamente in imbarazzo la cultura fumettistica della ragazza di turno (Maria la boxeuse). Anche Giulia non fa eccezione, perché mi spara un improbabile "Mickey Mouse", che al massimo potrebbe essere l'eterno fidanzato della topolina col fiocchetto in testa.
STANDING OVATION
Ben più interessante è invece vedere denudarsi la topolona che sta di fronte a me. Tolte le high heels, Giulia si abbassa a una quota che resta comunque ragguardevole (direi attorno all'1,70). Ma è ancora meglio quando si toglie il resto degli abiti, perché il suo fisico è da standing ovation. Che avesse delle belle gambe l'avevo intuito, dato che indossava dei fuseaux rosa talmente stretti da lasciare ben poco spazio all'immaginazione. Il giubbotto anti-gelo nascondeva invece un busto davvero piacevole alla vista, con le giuste proporzioni tra seno (di una 3° taglia scarsa), vita e fianchi. La pelle è molto levigata e, senza ancora averla carezzata, è evidente che il tono muscolare è molto buono. "Ma quanti anni hai, Giulia?", le domando. "Ventuno", mi risponde e quindi mi è immediatamente chiaro perché abbia una silhouette così tonica.
Mentre io completo la svestizione, si assenta per un attimo in bagno e poi ritorna. Scartato anche il profilattico, ci accomodiamo sul lettone, io sdraiato supino proprio nel mezzo e lei inginocchiata alla mia sinistra. Prima di dare inizio alle danze, trascorriamo ancora un paio di minuti a chiacchierare, perché era rimasto ancora aperto il discorso della differenza tra gli albanesi di città e di montagna (questione che mi incuriosiva, dato che credo di avere conosciuto discretamente bene una rappresentante della seconda categoria, tale Lola di Lurago ). Non le avessi mai dato corda, perché Giulia parte con un'approfondita disamina sociologica, ma - nel frattempo - ha già fatto partire il timer e questi preziosi secondi mi saranno sottratti alla fine!
LA RECE VERA E PROPRIA
Esaurito il tempo delle chiacchiere, comincia finalmente quello dell'intrattenimento erotico. Giulia masturba brevemente il fratellino, si sistema i lunghi capelli scuri su un lato e si sdraia di sbieco sopra il mio addome, esponendomi così la schiena e nascondendomi del tutto la vista delle operazioni in corso. Non ho mai capito se le ragazze lo facciano per essere più comode, per non esporre i genitali e il seno alla manipolazione o ancora per mascherare il fatto che il BJ è sempre un po' un HJ camuffato. Nel caso di Giulia, almeno la terza spiegazione è valida, perché percepisco che l'asta è stimolata alla base da una delle sue mani, mentre la sua bocca si prende cura del glande. Io, invece, ne approfitto per massaggiare in lungo e in largo schiena, glutei e gambe, il cui tono non tradisce la prima impressione visiva. Le carezzo un po' anche il crine corvino, ma i miei tentacoli sono troppo attratti dal resto e presto tornano a saggiare la consistenza liscia della sua pelle. Un po' perché la sua stimolazione è comunque piacevole e un po' perché il suo fisico è uno dei più tonici che io ricordi nella mia breve esperienza di esploratore del BdA, ma il compare del piano di sotto sembra apprezzare la situazione, diventando rapidamente bello arzillo.
Dopo una manciata di minuti così, è lei a proporre il primo (e purtroppo unico) cambio di posizione: "Mi vieni sopra tu?". "Come no", le rispondo e ci ridisponiamo sul lettone. Il tempo di lasciare che si corichi supina, con le gambe aperte a ranocchia, e sono già sopra di lei, pronto a far calare il mio compare del piano di sotto nel suo orifizio. Come al solito, lascio che sia lei a infilarselo e poi inizio la mia danza a braccia tese, pendolando con tutto il tronco attorno al perno delle mie spalle e osservando un po' il suo volto e un po' i suoi seni. Dopo una decina di percussioni così, per assestare al meglio l'angolo d'ingresso, le chiedo il permesso di coricarmi completamente su di lei. Giulia non nulla da obiettare, per cui mi calo sul suo tronco e continuo le operazioni nel modo che preferisco. Mentre le carezzo la nuca e le tempie, sento le sue mani che si muovono su e giù per la mia schiena, partendo dai glutei e risalendo sino alle spalle. La parte più piacevole è quando raggiunge le mie scapole e inizia a solleticarle con le sue unghie acuminate. Essendo davvero vicini l'uno all'altra, ci ansimiamo anche nelle orecchie, rendendo il tutto ancora più coreografico. L'unico appunto che mi sentirei di muoverle è che forse tiene l'addome troppo inarcato in avanti, per cui ad ogni percussione sento distintamente le mie pelvi cozzare contro le sue.
SOLO UNA POSIZIONE, PERCHE' E' IN CONVALESCENZA
Trascorsa una manciata di minuti così, mi arresto e le chiedo se le vada un cambio di posizione. Giulia sembra un po' imbarazzata e, mostrandomi le grosse croste cicatriziali che ha su un ginocchio e su un fianco, mi spiega che per il momento non se la sente ancora di mettersi a pecorina, né di cimentarsi in uno smorzacandela. "volevo appunto chiederti cosa ti fosse successo ...", le butto lì, perché le due grosse escoriazioni in fase di guarigione non erano sfuggite al mio esame visivo iniziale e mi ero domandato se fossero opera di un rapinatore o del suo ipotetico "fidanzato". Non si potrà mai sapere la vera verità, ma Giulia mi spiega che è stata buttata a terra da una vettura, nel probabile tentativo di rapinarla. Il dolore è stato inizialmente fortissimo ed è dovuta rimanere a riposo per quasi una decina di giorni, il che è la spiegazione più plausibile della prolungata assenza dalla piazzola #30. "Ti va allora di finire con la bocca?", le propongo una conclusione alternativa. "... cambiando ovviamente profilattico", puntualizzo, dato che la vedo un po' perplessa. Dopo una breve esitazione, alla fine Giulia accetta e ci ridisponiamo sul lettone, per continuare l'intrattenimento erotico. Nulla di nuovo da raccontare, se non che i gioielli di famiglia sono stati a loro volta deliziati dalla delicata stimolazione delle sue unghie affilate. Non abbastanza acuminate, però, da riuscire a sfoltire la rada boscaglia che li ricopre
IL TEMPO NON BASTA MAI
Devo essere davvero troppo lungo per la pazienza media delle fanciulle, perché anche Giulia manda chiari segnali che il tempo è agli sgoccioli, in una pausa del BJ: "Ti manca ancora molto? Non posso fermarmi ancora a lungo ...". Stavolta non sono in vena di concedere mance aggiuntive, per cui le propongo di passare pure all'HJ integrale, per condurmi a rapida capitolazione. La moretta si dispone allora in ginocchio alla mia sinistra e inizia a masturbare energicamente l'asta. Venendomi finalmente esposto il lato A, ne approfitto per carezzare un po' le sue cosce, il suo addome piatto e i suoi seni, che prima avevo potuto solo ammirare con lo sguardo. Non c'è però molto tempo a disposizione, perché la vigorosa piallatura in atto sul mio basso ventre mi porta rapidamente oltre la linea del traguardo. Ancora due carezze reciproche e ci sganciamo. Mentre scende dal letto, Giulia mi domanda se sia arrabbiato per la conclusione un po' sbrigativa. La rassicuro che è tutto Ok (alla fine, non è tanto il finale ad essere fuori dai canoni cui sono abituato, ma il fatto di avere potuto copulare in una sola posizione, a causa del suo infortunio) e poi la seguo in bagno, per i lavaggi conclusivi. Capire come usare il miscelatore dell'acqua è una scienza e solo grazie alla spiegazione di Giulia riesco a dare una sciacquata alle pudenda. Nel mentre, la fanciulla sembra invece più interessata a risistemarsi il make up (un numero enorme di flaconcini e barattolini per il trucco e il parrucco giace accanto al lavandino).
QUATTRO CHIACCHIERE PER CONCLUDERE
Torniamo di là, ci rivestiamo (lei ovviamente molto più in fretta di me, as usual ), regolo gli aspetti burocratici e poi possiamo abbandonare il loft e riavviarci verso la macchina. Anche durante il viaggio di rientro, Giulia si conferma una ragazza con cui è piacevole e interessante parlare. Senza entrare in eccessivi dettagli, mi racconta di essere davvero venuta come turista, tanto è vero che nelle prime settimane ha visitato sia Roma che diverse città della Toscana. Poi si è progressivamente spostata verso nord (risulta una tappa a Bologna) e infine si è sistemata qui a Bergamo, dove avrebbe iniziato la sua carriera di intrattenitrice notturna. Tutto da prendere col beneficio d'inventario, ovviamente. Giro di boa in uno degli slarghi vicino al paninaro e la riconsegno alla penombra della sua mattonella, vicino all'ingresso del 525. Altro giro di boa alla rotonda dopo il Perletti e riprendo la direzione di Boltiere e poi di Capriate, per rituffarmi - un po' a malincuore - in un'altra lunga settimana lavorativa.