[RECE] Irina (ROM) - OTR notturna - Lentate s.S (MI)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Lentate s.S. (MI), all'immissione di via Aureggi sulla SS dei Giovi
ZONA: 45.678703,9.11459
NOME: Irina
NAZIONALITA': Rumena di una cittadina del nord, se non ho capito male
ETA': 31 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: circa 15'
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,60, lunghi capelli neri divisi da una riga centrale e sciolti sui lati (alla Gioconda), viso dai bei lineamenti ma che tradisce l'età, occhi espressivi, fisico snello e sodo, seno probabilmente non abbondante
ATTITUDINE: BJ effettuato con tecnica basilare, ma con buon impegno ; un po' diffidente all'inizio, ma poi si lascia andare, anche se fatica ancora un po' a parlare l'italiano

LA MIA RECENSIONE:

Dopo innumerevoli vasche, nel tentativo infruttuoso di riuscire ad accostare in condizioni propizie al semaforo di via Garibaldi, alla fine rinuncio a gettare l'amo dove staziona la preda più ghiotta e ripiego sulla conoscenza di un'altra ragazza. Quella che mi incuriosisce di più è la fanciulla dai lunghi capelli neri, non molto alta ma dal fisico snello, che è comparsa da qualche settimana all'immissione di via Aureggi sulla SS dei Giovi (non nella corsia entrante nel centro di Lentate, dove di solito staziona Mila, ma in quella uscente).

Data l'ora tarda, non c'è molto traffico, ma qualche vettura sta comunque arrivando da Milano e ciò mi dà il pretesto per trattenermi per qualche secondo allo stop. Nonostante abbia abbassato il finestrino, la mora non capisce che vorrei attaccare bottone con lei, o forse è preoccupata che io sia un maniaco seriale, perché nella mezz'ora precedente deve avermi visto transitare avanti indietro parecchie volte :) Più probabilmente, la spiegazione giusta è la seconda: dopo che le ho fatto un cenno con la mano, finalmente si avvicina un po', ma rimane comunque a un buon mezzo metro di distanza dalla mia vettura e scruta con una certa diffidenza all'interno, prima il vano portaoggetti davanti al cambio - dove forse teme che si celi qualche arma impropria - e poi il sedile posteriore - davanti al quale magari immagina che si sia accucciato un complice, pronto a rapinarla. Neppure io sono del tutto tranquillo, perché la sosta sta protraendosi troppo a lungo e un po' guardo lei e un po' mi volto dall'altra parte, per tenere d'occhio se e quali nuove vetture arrivino dal semaforo. Alla fine, riesco finalmente a scambiarci due parole e, avuta conferma che il rate per il BJ conoscitivo è quello di base e che l'imobosco, ca va sans dire, è tranquillo, la invito ad accomodarsi sulla mia macchina.

Appena sale a bordo e posso scrutarne più da vicino i lineamenti, mi rendo conto che è assai meno giovane di quanto mi era sembrata da lontano o anche solo da un metro e mezzo di distanza: nonostante una dose abbondante di fondotinta, attorno agli occhi sono ben visibili le rughe d'espressione e subito le attribuisco almeno una trentina d'anni, se non di più. Non sarà uno di quei frutti appena maturati e belli turgidi, ma non le mancherà sicuramente l'esperienza - mi consolo, pensando al fatto che non devo farci sesso ma solo sperimentare le sue arti amatorie di base.

BOCCIATO IN GEOGRAFIA RUMENA

"Benvenuta! Come ti chiami?", le domando, dando così inizio alla classica raccolta d'informazioni generali. "Irina", mi risponde con fare un po' timido, che forse è solo la conseguenza di una padronanza ancora un po' precaria della nostra lingua, più nell'articolare un dialogo che nel comprenderlo. "E quanti anni hai?", è la scontata domanda successiva. "Secondo te?", risponde la mora, mettendomi come al solito in imbarazzo. La guardo un po' meglio e mi verrebbe da puntare tutte le mie fiches sul 35 nero, ma le concedo il beneficio del dubbio: "Boh ... Non saprei: 29, 30?". "No, sono di più", deve correggermi Irina, quasi imbarazzata. La situazione si fa sempre più spinosa e quindi sparo volutamente alto, cercando di metterla sul ridere: "Beh, allora direi che ne hai 60 come me :) Però portati veramente bene ;)". Le strappo un sorriso, mi rivela la sua età (che dovrebbe, sempre col condizionale, essere di 31 anni) e io le dico la mia, che fortunatamente è ancora ben lungi dai 60 di cui sopra. Mentre procediamo verso la sede operativa, che sospetto essere la medesima di molte altre ragazze, mi dice di essere qui a Lentate da pochissime settimane e mi ripete più volte, in rumeno stretto, il nome della cittadina di cui è originaria. Non sono riuscito assolutamente a memorizzarne il nome, né ho ben capito dove sia: le uniche certezze sono che non è vicina a Bucarest, né a Cluj-Napoca, né al mare, né alla Moldova, ma forse all'Ungheria (poi, rimaneva solo il confine con la Serbia e le mie modeste conoscenze sulla Romania si sarebbero miseramente arenate).

IL TROMBODROMO DI LENTATE

Esaurita questa imbarazzante interrogazione in geografia rumena, in cui ho incamerato un bel 4 sul registro (che mi varrà gli esami a settembre), siamo finalmente al cosiddetto imbosco, che in realtà è il principale trombodromo di Lentate. Quando vi affaccio il muso della mia macchina, mi sento un po' come il Fernando Alonso di questi ultimi tempi: dopo le prove del sabato pomeriggio, le prime due file della griglia di partenza sono già occupate dalla Mercedes e dalla Red Bull di turno (in realtà, non si tratta di vetture così costose :)) e io devo miseramente accomodarmi dietro di loro. La posizione non mi piace granché, perché la curva a gomito che si fa per accedervi non permette di guardarsi le spalle e io sarei proprio la prima vittima sacrificale, qualora dovesse materializzarsi una minaccia aliena. La volta scorsa, con Inna, ero quantomeno in prima fila e schermato da un SUV di dimensioni ragguardevoli, per cui la mia posizione era leggermente più riparata. "Ma sei proprio sicura che qui non siano mai arrivati i CC?", le domando, ricevendone ampie quanto scontate rassicurazioni. Insomma, il giudice di gara ha ormai acceso il semaforo rosso davanti a noi e fra poco si accenderà la luce verde, per cui non è più il tempo delle titubanze e bisogna solo schiacciare l'acceleratore a tavoletta ...

Regolati gli aspetti burocratici e ottenuto da Irina il consenso a tenere accesa l'autoradio a un volume moderato, giusto per creare un po' di atmosfera, mi accingo a spegnere la luce di cortesia. "Quello lo trovi anche al buio, vero? :) O devo lasciartela accesa ancora un attimo?", le domando, vedendo che ha finito di scartare il profilattico dalla confezione. "Sì, sì, lo trovo anche al buio :)", mi risponde ridendo, per cui le luci vengono spente e l'abitacolo rimane illuminato solo dalla fioca luce che si leva dal display dell'autoradio. La fanciulla, che si era tolte le scarpe poc'anzi, si dispone ginocchioni sul sedile del passeggero, la posizione che senz'altro preferisco, e senza sollevarsi il tubino che indossa né calarsi i collant e le mutandine, il che può andare bene, vista la posizione molto esposta in cui siamo parcheggiati.

LA RECE VERA E PROPRIA

Il BJ è effettuato con tecnica basilare, limitandosi cioè al semplice su e giù con la testa, ma Irina non lesina certo l'impegno e la dedizione. Nel mentre, le scosto i lunghi capelli neri su un lato e inizio a carezzarle delicatamente il collo e la nuca, che sono l'unica parte del suo corpo ove mi sia possibile il contatto diretto con la sua epidermide. Poi, mi faccio un po' più ardito e, vedendo che il suo tubino elasticizzato le arriva proprio al bordo-chiappa, glielo sollevo piano piano sin sopra la linea di cintura. Irina non mostra di essere infastidita dalla cosa e quindi continuo le mie operazioni di massaggio, dedicandomi ora alla parte bassa della sua schiena. Nonostante l'età ormai attorno alla trentina, il suo fisico è davvero bello snello e sodo e anche la sua epidermide non pare tradire l'incedere del tempo (anche se sono più le mani e il volto a venire sciupati dall'esposizione al sole). Scendo quindi a carezzarle i glutei e le gambe: poiché indossa delle calze trasparenti, non riesco a sentire la grana dell'epidermide, ma il tono muscolare è davvero buono e non c'è un grammo di grasso in eccesso.

Mentre procedono le operazioni, la Mercedes in prima fila è partita e ha abbandonato la griglia di partenza. Anche le Red Bull davanti a me, dopo avere ondeggiato pericolosamente a destra e a sinistra, sembra a sua volta pronta a partire e a lanciarsi tra le pericolose curve a gomito del circuito urbano di Lentate. Per inciso, quando si riaccendono le luci di cortesia della vettura del collega, ho la certezza che la fanciulla che sta seduta accanto a lui sia proprio l'Anna che sto inseguendo da diverso tempo: prima era solo un'ipotesi, dato che la chioma bionda della fanciulla sporgeva abbondantemente dal poggiatesta di destra (e solo lei è così spilungona, tra le ragazze di Lentate), ore che ne ho intravisto i lineamenti non ci sono proprio dubbi. Se non avessi avuto a bordo Irina, sarei stato tentato di dare un colpetto di fari al collega, per chiedergli di farla scendere qui, in modo da evitarmi la sempre imbarazzante sosta di abboccamento dopo il semaforo di Lentate :) Effettuate le pulizie di rito, anche loro se ne vanno e resteremo soli sino alla fine delle operazioni.

E' ormai trascorso parecchio tempo da quando Irina si è messa all'opera e, come prevedibile, comincia a mostrare i primi segni d'affanno: "Ma quanto duri! Perché non vieni? Non sei tranquillo?". Le spiego che in macchina non sono mai del tutto rilassato, ma che ormai non manca molto alla capitolazione e che, se vuole, può prendere "in mano" la situazione, per portare a rapido completamento le operazioni. Non se lo fa ripetere due volte e, sempre ginocchioni sul sedile, inizia a manipolare il mio fratellino con discreto vigore. Poiché il suo busto non è più chino verso il basso ma quasi orizzontale, ho ora accesso anche al suo lato A, per cui provo a saggiare la consistenza dei suoi seni, che però sono schermati dalle coppe semi-rigide di un reggipetto a balconcino. Scendo quindi verso il basso, carezzandole dapprima l'addome, che è parzialmente scoperto dal precedente sollevamento dell'abitino, e poi l'interno delle cosce, che sono davvero belle sode. Concludo strofinando il camel toe che si intravede sotto il suo collant e il suo perizoma, ma è per dare un po' di piacere più a lei che a me, perché posso solo intuire la sagoma delle labbra della sua vulva. E' questione di pochi attimi e, nonostante la mia vettura non abbia mai abbandonato la griglia di partenza, vedo il direttore di gara sventolare la bandiera a scacchi :)

QUATTRO CHIACCHIERE SUI CC E SU DI LEI

Mentre ci rivestiamo, riosservo di nuovo il trombodromo (ove siamo rimasti desolatamente soli) e domando a Irina: "Ma, davvero, i CC non sono mai venuti qui a controllarvi? Mi sembra impossibile ...". La fanciulla ripete quanto mi aveva già detto Inna, giurando e spergiurando di nuovo che tale evento funesto non è mai accaduto sinora. "Sai ... te lo domando perché una volta mi è successo che i CC arrivassero mentre ero appartato con una ragazza ...", le butto lì, notando che il suo volto si vela immediatamente di preoccupazione. "Però non mi è successo qui ...", e inizio a raccontarle di quanto mi era accaduto con Alessia, vicenda che Irina segue con estremo interesse, perché probabilmente immagina che prima o poi possa capitare anche a lei. Mi spiega quindi che i CC si sono già fermati un paio di volte al suo showroom, per controllarle i documenti, ma che non è mai stata portata in caserma per accertamenti più approfonditi. Da quanto mi riferisce, i ragazzi di pattuglia si limitano ad esercitare un po' di moral suasion, invitando le fanciulle a non rimanere lì per strada e a smettere con il mestiere più antico del mondo, senza però comminare alcuna sanzione. Appelli che però sortiscono ben pochi risultati, perché - come dice la stessa Irina - alla fine le ragazze sono sempre lì alle loro piazzole.

Sulla strada del ritorno, le domando invece se abbia già esercitato il mestiere da qualche altra parte, poiché mi pare impossibile che una trentenne sia davvero alle primissime armi. Anche in questo caso, giura e spergiura di avere davvero iniziato il lavoro di OTR da pochissime settimane, per dare un futuro migliore alla discendenza che ha recentemente dato alla luce. Nel frattempo, come tutte le OTR del circondario, abita nei pressi di Milano e viene scorrazzata avanti e indietro tutte le sere. Esaurita questa conversazione, siamo di nuovo allo stop di via Aureggi ed è il momento del commiato. Ci salutiamo una prima volta, mentre sta scendendo della vettura. Prima di ripartire, devo attendere un attimo allo stop e, nel frattempo, lei si è rimessa in postazione. Quando mi riavvio in direzione di Como, le faccio di nuovo "ciao ciao" con la mano e lei mi ricambia sorridente.

I SOGNI MUOIONO ALL'ALBA

In realtà, la mia speranza è che la nottata che non sia ancora finita qui. Inversione di marcia alla rotonda del Bennet, transito davanti al semaforo centrale (dove Anna è lì da sola, ma già con le scarpe basse e non più le high heels ai piedi), nuova inversione alla rotonda dei CC e - incredibilmente - ho l'occasione per accostarmi a lei e tentare l'abboccamento: nessuno dietro di me, nessuno che arrivi da Como. Insomma, solo io e Anna, nel raggio di un chilometro. Rallento e abbasso il finestrino e, già un po' rassegnato, le domando: "Ciao! Tu stavi per andare a casa, vero?". Seppure col sorriso e in modo cordiale, la bionda col codino spegne ogni mia speranza, confermandomi che da lì a qualche minuto deve arrivare il suo taxi per casa. "Grazie lo stesso, ripasserò un'altra volta", la saluto e mi dirigo anch'io verso il meritato riposo.
 
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