DETTAGLIO DELLA OTR
Nome: Angelica
Nazionalità: sedicente valonese
Età apparente: attorno ai 35
Descrizione fisica: ragazzona alta almeno 1.75, corporatura piena ma tutto sommato tonica, capelli biondi non troppo lunghi, viso dai lineamenti squadrati, begli occhi azzurri, seni n/v
Attitudine: BJ di media fattura, pazienza nella media ; parla un buon italiano, cordiale nella conversazione
Reperibilità: medio/facile, ma era a inizio turno
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: 20
Compenso concordato: 20
Servizi offerti: BJ
Servizi usufruiti: BJ
Durata dell'incontro: 17' da mattonella a mattonella
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Zona di imbarco: Ponte Samoggia
Coordinate: parcheggio della Palazzina
LA MIA RECENSIONE
Sono più o meno a metà del mio viaggio verso sud, un certo languorino inizia ad alzarsi sia dallo stomaco che dai Paesi Bassi e allora decido di mettere la freccia a destra, quando vedo il tabellone verde "Valsamoggia".
Ceno e, quando manca poco alle 22, mi immetto sulla via Emilia e inizio a guardarmi in giro. È sicuramente presto, perchè non conto più di 7-8 presenze, fra qualche sporadica ragazza in carne o ossa, Smartine e Cinquecentine. Resto un po' deluso dalla zona Ca' d'Oro, dove le due famose intrattenitrici mi paiono meno avvenenti di come le ricordassi (e sono ben più intabarrate di come potrebbe piacermi). Ricordavo che alla chiesetta di Lavino ci fosse una gnocca da paura, in effetti c'è una ragazza più o meno a quell'altezza (ma sul lato opposto), è senz'altro carina, ma non così folgorante da farmi fermare subito.
Decido di ripercorrere un'altra volta il vialone nel verso opposto, nel settore centrale di Anzola le acque restano chete, mentre inizia ad apparire qualche ragazza in più oltre la Ca' d'Oro. Non mi ero reso conto di quanto il viale dell'amore fosse lungo, fra andare e tornare ci ho messo più di un quarto d'ora ed è il momento di venire al dunque, prima di proseguire il viaggio.
Il settore fra la Ca' d'oro e l'ambasciata serba è un po' più popoloso, al parcheggio della Palazzina vedo una biondona che sfida i 5 gradi in minigonna e tronchetti e allora dall'urna viene estratta la sua biglia. Le giro attorno come se fosse una boa, fisicamente non sembra malvagia, perchè la statura notevole annacqua la corporatura più massiccia dei miei gusti, mentre i lineamenti sono un po' squadrati, quasi mascolini, tanto che di primo acchito sospetto la sorpresina in mezzo alle gambe.
Abbasso il finestrino e le chiedo come si chiami, mi risponde con voce femminile, ma resta abbottonata sulla sua identità: "Se mi fai salire, ti dico il mio nome
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". Le domando allora il rate per il BJ conoscitivo, con mia sorpresa mi spara il ventello e allora scendo, le stendo il tappeto rosso, le apro la portiera e la faccio accomodare a bordo.
INDOVINA INDOVINELLO
La biondona ha appunto lineamenti un po' squadrati, ma due begli occhi azzurri, sovrastati da un paio di sopracciglia sottili e arcuate, evidentemente tirate col compasso dalla sua estetista di fiducia. Da seduta, si apprezza ancora di più la lunghezza delle gambe e del busto, per cui la statura è senza dubbio fra l'1.75-1.80, anche al netto dei tacchi.
Finalmente mi svela il suo nome (
Angelica) e il giochino successivo è indovinarne la nazionalità. Le chiedo di parlare un po', ha un accento molto neutro e quindi il primo colpo (Romania) va a vuoto. "Vengo da più vicino ...", mi dà un indizio. Scartando la Moldova del Tank e del Cyborg, restano l'Albania e la Serbia. Le due etnie si odiano a morte e quindi non posso sbagliare: l'ambasciata serba è 1 km più avanti, sparo Albania e fortunatamente ci imbrocco.
Il tempo di scoprire che Angelica viene da Valona ed è in Italia da 6 anni (a occhio gliene darei quasi 35) e posso spegnere il motore, dopo una breve gita agreste, senza che ci siamo comunque allontanati molto dalla sua mattonella.
LA RECE VERA E PROPRIA
Mentre io recupero il ventello, lei inizia a togliersi la giacca a vento e a sfilarsi i tronchetti, per mettersi più comoda. Estrae anche i ferri del mestiere della borsetta e, scena che non vedevo più dai tempi del Covid, mi chiede di porgerle le mani, per spremerci sopra un po' di Amuchina.
Si abbassa anche i collant trasparenti e il perizoma nero, si solleva l'abito dello stesso colore e si dispone gattoni sul sedile del passeggero, pronta a iniziare le danze.
Le tengo ritto il compare, lei lo incappuccia e può cominciare a mostrarmi la sua arte orale, che prevede escursioni verticali, dapprima aiutate dalla mano malandrina e poi più profonde. Non c'è un vero e proprio Dolby Surround all'albanese, ma Angelica mugugna comunque un po'.
Il mio tentacolo si srotola verso destra e inizia a massaggiarle le chiappe mezze gelate, per riportarle a una temperatura più umana. I fianchi sono abbastanza larghi, ma il tono muscolare e la grana della pelle sono piacevoli al tatto, nonostante l'età non più da pischella. Cerco di passare sul lato A, ma le mutandine appese a mezza coscia mi impediscono un accesso agevole alla zona calda, per cui provo a scendere verso il basso e a massaggiarle le gambe. Non sono quelle di una velina, la sensazione potrebbe essere falsata dalle calze, ma anche qui il tono pare discreto. Tento infine la risalita verso la latteria, ma i seni sono intrappolati sotto all'abitino e a un reggipetto a balconcino, per cui desisto quasi subito e torno verso il lato B, cui mi dedicherò per tutto il resto del tempo.
Angelica fa immersioni molto lunghe e, quando compare Oscarino si è ringalluzzito, rimuove la mano malandrina e continua il trastullamento solo con la bocca. Il movimento è sempre e solo verticale, non ricordo torsioni o slinguazzamenti, ma gli affondi sono profondi e quindi le sensazioni che si alzano dal basso ventre sono piacevoli.
Il primo sollecito della biondona, che mi ricorda in modo comunque gentile che non possiamo rimanere ancora moltissimo, arriva dopo 7-8 minuti. Ottengo un'ultima immersione e poi concordiamo l'ingresso in campo di Federica. Angelica si rimette seduta e, mentre la fida amica si prende cura del compare, con l'altro tentacolo le carezzo le gambe e, in cambio, ne ottengo il consueto massaggio ai gioielli di famiglia.
L'epilogo non è lontano, lo smanacciamento ha fatto sfilare quasi del tutto il condom, allora Angelica lo rimuove e l'Hj prosegue al crudo. Quando sono sul punto di capitolare, chiedo alla biondona di allungarmi al volo un paio di fazzoletti di carta, la mia eruzione di felicità viene contenuta alla bell'e meglio, salvando sia il maglione che le sellerie, e il match è finito.
PROSSIMA FERMATA: AUTOLAVAGGIO
Mentre io mi ripulisco con abbondanti fazzoletti e salviette, Angelica si igienizza con l'amuchina e si riveste, ripartendo dalle scarpe. Essendo una mezza corazziera, deve scendere un attimo dalla macchina e rimettersi in piedi, per risistemarsi mutandine, collant e vestitino. Si rimette la giacca a vento, una passata di rossetto davanti allo specchietto di cortesia e possiamo ripartire.
Altro breve Camel Trophy e calchiamo di nuovo l'asfalto, dove la tassellatura invernale delle mie gomme inizia a sparare proiettili di palta in tutte le direzioni. Angelica è molto cordiale e facciamo ancora in tempo a scambiare quattro chiacchiere sull'Albania, prima di arrivare alla mattonella. Se avessi bazzicato di più la zona, la avrei stupita con effetti speciali, facendola ridere con quattro parole in albanese maccheronico, ma non avendo progetti di fidelizzazione, soprassiedo e non le domando neppure il numero.
Siamo di nuovo alla Palazzina e non resta che congedarci. Mentre Angelica scende dall'auto, 3-4 avventori del ristorante osservano la scena ridacchiando, per cui per un local potrebbe essere meglio fermarsi ad ora molto più tarda.
Riprendo il vialone verso ovest, le gomme mitragliano fango per un buon km, faccio in tempo a vedere una ragazza all'ambasciata serba e un'altra alla rotondona successiva, da lì seguo i cartelli verdi dell'autostrada e riprendo il mio viaggio.