Sono le 21:45, l'auto se ne va da sola per le strade deserte,
spazzate via dal vento, mozzate da un coprifuoco che le rende solo ciottoli e bitume.
Le luci dei lampioni illuminano un pezzo di carta che appallottolato sporca il ciglio verde, unico a muoversi, solitario.
Ti trema la gamba mentre dai gas, la macchina sembra voler planare più che accelerare.
Tiri su col naso, deglutisci il groppo che senti in gola.
Apri i finestrini, fai entrare il silenzio che con un colpo di vento si siede accanto a te e aspetta.
Lì c'è la rotonda dove quella volta .... là c'è la postazione dove un anno fa ... lì dietro, tra le macchine di quel parcheggio ...
Chiudi gli occhi e spingi forte l'acceleratore, fino a che va, piantando il piede.
L'auto sobbalza e tu senti le ruote che mangiano l'asfalto, assaggi la trazione, la lancetta della velocità sale di colpo.
E sei te, solo, sulla strada.
Oltrepassi i 100km/h, poi alzi il piede e lasci che l'auto vada da sola.
Come i finestrini d'una volta che lasciavi sempre aperti dal lato passeggero.
Dallo specchietto retrovisore guardi quella via mentre la stai lasciando, mentre l'orologio ti dice che tra dieci minuti devi essere a casa ed il tempo stringe.
Proprio come stringono i ricordi, proprio come nascono le nostalgie.
ROBA DA PUNTER (in tempo di Covid19)