@rokko75 in effetti a leggere le varie sentenze della Cassazione c'è da rabbrividire.
Comunque le leggi devono essere fatte per l'uomo e non viceversa, e possono anche essere sbagliate.
Come già da me più volte affermato il reato di favoreggiamento a sé stante è anticostituzionale perché lede fortemente la libertà personale, nostra e delle esercenti la professione, e il principio di fratellanza e reciproca assistenza, risultando anche fortemente discriminatorio per le prostitute.
Se la prostituzione di per sé è legale, in primis non vedo perché non si possa favorirla senza trarne un interesse personale (altrimenti si ricadrebbe nello sfruttamento), in secundis la prostituta è un essere umano come qualunque altro, e ha il diritto di poter essere aiutata (senza scopo di lucro) se si trova in difficoltà o semplicemente per una gentilezza, se qualcuno liberamente lo vuole fare, in tertiis, se dimostro che la peripatetica è una mia amica, e tutti i favori che faccio per lei sono esclusivamente relativi a questa sfera affettiva, e per nulla riconducibili al suo lavoro, decade il principio stesso di base del reato di favoreggiamento.
Riassumendo, o tutte le prostitute sono dei delinquenti e delinquono (ma non è così), e allora stiamo aiutando dei delinquenti, e quindi ne diventiamo complici, ed è giusto che veniamo puniti, o altrimenti stiamo aiutando e/o usando gentilezze verso delle persone normali, delle persone per bene, esattamente come noi, solo magari un poco più sfortunate, e che necessitano una mano.
La legge è stata scritta male (con spirito repressivo e sessista), e interpretata ancora peggio dalle vecchie saccenti cariatidi che compongono la Corte di Cassazione.
Si parte dal presupposto sbagliato che gli uomini facciano favori esclusivamente per ricevere qualcosa in cambio, "io non sono quegli uomini".
Il reato di favoreggiamento ha senso solo come aggravante dello sfruttamento, e, a mio avviso, non può configurarsi indipendentemente da quest'ultimo.
Se non vale questo principio (e sembra che non valga), allora la nostra Costituzione è carta straccia, e le prostitute sono discriminate dalla legge e non hanno gli stessi nostri diritti.
Per me lo scopo della legge Merlin non era semplicemente di evitare lo sfruttamento delle prostitute, ma proprio di eliminarle, isolandole e rendendo la loro vita impossibile.
Una visione piuttosto retrograda e falsata dalla convinzione che tutte le prostitute risultino sfruttate e quindi qualsiasi favoritismo finirebbe necessariamente col favorire gli sfruttatori.
Oggi sappiamo invece che molte escort e peripatetiche sono indipendenti, e professano per scelta (seppur spinte da ragioni economiche), e vivono con i proventi del loro lavoro.
La senatrice Merlin non voleva solo chiudere le case chiuse, ma voleva eliminare la prostituzione perché corrompeva gli animi dei giovani dell'epoca, che avrebbero invece dovuto secondo lei dedicarsi con più profitto agli studi e allo sport.
Più che da sani principi Cattolici, sembrava maggiormente animata dalle illusioni socialiste della vecchia Unione Sovietica.
Per me è tempo che questa legge vada riveduta e corretta, tenendo conto della situazione reale attuale.
Detto questo, se incontri la Polizia all'uscita di un albergo o di un loft non stai commettendo alcun reato e quindi non hai nulla da temere (a meno che il delinquente non sia tu).
Se invece frequenti le peripatetiche il problema non è tanto rappresentato dalla Polizia di Stato o dai Carabinieri, ma della Polizia Locale, che, sulla base di ordinanze locali (del tutto illegali e anticostituzionali), ti eleva sanzioni amministrative salatissime (400-500 euro a botta per entrambi), anche solo per esserti fermato a parlare, figurarsi se la stai riaccompagnando al suo posto.
In ogni caso non viene mai contestato il reato di favoreggiamento, essendo evidente che nella prestazione i trasferimenti e gli eventuali alberghi risultano contrattualmente a carico del cliente, e quindi, di fatto di per sé non possono costituire favoritismi.
Comunque le leggi devono essere fatte per l'uomo e non viceversa, e possono anche essere sbagliate.
Come già da me più volte affermato il reato di favoreggiamento a sé stante è anticostituzionale perché lede fortemente la libertà personale, nostra e delle esercenti la professione, e il principio di fratellanza e reciproca assistenza, risultando anche fortemente discriminatorio per le prostitute.
Se la prostituzione di per sé è legale, in primis non vedo perché non si possa favorirla senza trarne un interesse personale (altrimenti si ricadrebbe nello sfruttamento), in secundis la prostituta è un essere umano come qualunque altro, e ha il diritto di poter essere aiutata (senza scopo di lucro) se si trova in difficoltà o semplicemente per una gentilezza, se qualcuno liberamente lo vuole fare, in tertiis, se dimostro che la peripatetica è una mia amica, e tutti i favori che faccio per lei sono esclusivamente relativi a questa sfera affettiva, e per nulla riconducibili al suo lavoro, decade il principio stesso di base del reato di favoreggiamento.
Riassumendo, o tutte le prostitute sono dei delinquenti e delinquono (ma non è così), e allora stiamo aiutando dei delinquenti, e quindi ne diventiamo complici, ed è giusto che veniamo puniti, o altrimenti stiamo aiutando e/o usando gentilezze verso delle persone normali, delle persone per bene, esattamente come noi, solo magari un poco più sfortunate, e che necessitano una mano.
La legge è stata scritta male (con spirito repressivo e sessista), e interpretata ancora peggio dalle vecchie saccenti cariatidi che compongono la Corte di Cassazione.
Si parte dal presupposto sbagliato che gli uomini facciano favori esclusivamente per ricevere qualcosa in cambio, "io non sono quegli uomini".
Il reato di favoreggiamento ha senso solo come aggravante dello sfruttamento, e, a mio avviso, non può configurarsi indipendentemente da quest'ultimo.
Se non vale questo principio (e sembra che non valga), allora la nostra Costituzione è carta straccia, e le prostitute sono discriminate dalla legge e non hanno gli stessi nostri diritti.
Per me lo scopo della legge Merlin non era semplicemente di evitare lo sfruttamento delle prostitute, ma proprio di eliminarle, isolandole e rendendo la loro vita impossibile.
Una visione piuttosto retrograda e falsata dalla convinzione che tutte le prostitute risultino sfruttate e quindi qualsiasi favoritismo finirebbe necessariamente col favorire gli sfruttatori.
Oggi sappiamo invece che molte escort e peripatetiche sono indipendenti, e professano per scelta (seppur spinte da ragioni economiche), e vivono con i proventi del loro lavoro.
La senatrice Merlin non voleva solo chiudere le case chiuse, ma voleva eliminare la prostituzione perché corrompeva gli animi dei giovani dell'epoca, che avrebbero invece dovuto secondo lei dedicarsi con più profitto agli studi e allo sport.
Più che da sani principi Cattolici, sembrava maggiormente animata dalle illusioni socialiste della vecchia Unione Sovietica.
Per me è tempo che questa legge vada riveduta e corretta, tenendo conto della situazione reale attuale.
Detto questo, se incontri la Polizia all'uscita di un albergo o di un loft non stai commettendo alcun reato e quindi non hai nulla da temere (a meno che il delinquente non sia tu).
Se invece frequenti le peripatetiche il problema non è tanto rappresentato dalla Polizia di Stato o dai Carabinieri, ma della Polizia Locale, che, sulla base di ordinanze locali (del tutto illegali e anticostituzionali), ti eleva sanzioni amministrative salatissime (400-500 euro a botta per entrambi), anche solo per esserti fermato a parlare, figurarsi se la stai riaccompagnando al suo posto.
In ogni caso non viene mai contestato il reato di favoreggiamento, essendo evidente che nella prestazione i trasferimenti e gli eventuali alberghi risultano contrattualmente a carico del cliente, e quindi, di fatto di per sé non possono costituire favoritismi.