Sulla tua prima osservazione, concordo al 100%, confermo di non avere mai pagato un euro solo per convincere la tipa a presentarsi ad un appuntamento conoscitivo, le ragioni le ho spegate in un post recente.
Sulle seconda osservazione, non sono molto d'accordo. Al di la degli inglesismi, della psicologia spicciola, e delle comparazioni socio-"merceologiche" più o meno naive tra sex workers e "Sugar/dilettanti", probabilmente il rapporto Sugar Daddy/Sugar Baby - quello "autentico" - può essere spiegato con un concetto semplice, diretto, molto terra-terra, e molto italiano: alla fine è semplicemente una sana "trombamicizia con benefits". Niente di più e niente di meno.
Non ha niente a che vedere con un fidanzamento surrogato, e ha molto poco a che vedere con chi fa del sesso una professione. E un po' una "terra di mezzo", ma con dei confini piuttosto definiti.
Non c'è amore e non c'é richiesta di sentimenti "alti". C'è sesso e convenienza reciproca, certo. Ma il rapporto è a suo modo "autentico": perché c'è anche una scelta reciproca su cui poi si basa la complicità a letto (e non solo a letto) che poi è ciò che consente di fare cose che sono impossibili con le pay. C'è voglia di divertimento, di trasgressione, e di benessere reciproco, nei confini di un patto chiaro: ci scegliamo, ci divertiamo insieme, dopodiché io pago per la tua compagnia e disponibilità a letto, ma quel regalo rappresenta anche il limite netto da non oltrepassare rispetto all'impegno reciproco nel rapporto.
Come mi è capitato di dire a qualcuna delle mie Bimbe, in particolare a chi magari mi stava chiedendo una "esclusiva" reciproca: il tuo regalo è anche il prezzo che io pago per la mia libertà.
Se si tiene bene a mente questo, si comprende meglio la natura del rapporto, e non si corre il rischio di perdere il contatto con la realtà.