Vi racconto la mia breve, ma raccapricciante esperienza. Avrò avuto sì e no 24 anni, un lavoro, una fidanzata, tante inespresse voracità sessuali. Le nere, ad esempio. C'era stato un periodo in cui tra amici si vociferava di questo buchetto rosa nel buio assoluto. Ciccia marroncina, peli neri e improvvisamente il rosa umido. E poi forme generose, stile caraibico. Il mio sogno maturò fino a che non optai per dargli una forma reale. Che secondo i miei calcoli, consisteva in una strappona africana all'Alberone. Ci ero andato in pausa pranzo e avevo lasciato il motorino sul marciapiede incatenato ad un lampione. Ero salito al quarto piano di un palazzone e mi aveva accolto la solita maledetta puzza di cipolla e muffa. E Bubba. Non sono razzista nell'accezione più becera del termine, ma vedo ciò che vedo. E quella era Bubba. Entro dentro e lei sorride dolcemente. E' grossa, ha due megabombe dai capezzoloni neri e larghi che strabordano e mi appaiono appena chiude la porta. E' in quei momenti (anche se sono passati tanti anni è la stessa cosa oggi) che sento un richiamo antico, ancestrale, primitivo. Scopare. La tipa in questione corrisponde alle primordiali leggi della specie umana, quelle della procreazione. Quindi bando a intimini sexy, tacchi a spillo o smalti, infrattiamoci nella foresta nera. La tipa, nonostante la mole, è profumata e garbata, non faccio in tempo a spogliarmi che inizia manovre di deglutizione con il mio pisello. Per un attimo temo sia cannibale, ma sono solo retaggi subculturali da periferia romana. La tipa ci sa fare e pare le piaccia. Divento "ingrifeto" alla Lino Banfi e mi lascio andare su quelle carni molli e oscure, tra peli, tette, trippa e chiappe. Ad un certo punto mi accorgo di non riuscire a venire. E' un mio difetto, talvolta esco dal sogno e mi proietto nella realtà severa e autoritaria della mia educazione infantile che mi dice "ma che cazzo stai a fa?".
Resto duro, ma mentalmente sfaticato. Al che la tipa si gira e mi allarga le chiappone stile pecos. "Vieni amore" mi sussurra dolcemente e senza darmi tempo me lo afferra da dietro, tra le cose, facendo sbucare la mano dalla selva oscura, iniziando a smucinarlo. Sarà che c'era poca luce e molto buio, ma non realizzo l'anfratto che mi propone. In pratica, se lo infila su per il culo. Io non ho il tempo di obiettare, rimango basito, poi sento che entra che è una bellezza, è ben gommato e non mi pongo problemi. Inizio lo stantuffo. Lei geme e mi dico che siccome prima non gemeva, si vede che è una a cui piace il coito anale. Intanto il calore generato inizia a sfregolarmi la cappella. Lo stantuffare fila liscio come l'olio, ma è un andirivieni che sembra avvenire nel grasso, piacevole, ma caloroso. E lì, dove il mio intuito non arriva, arriva il mio olfatto. Fortuna volle che avessi seguito la mia abitudine a spogliarmi tutto nudo, talvolta si opera con la camicia addosso. E lì, nel buio totale del deretano, getto lo sguardo e orrore degli ORRORI ... una smerdata beige lungo l'asta ingommata di plastica fucsia fa capolino puzzando a morte. "STOP, fermati" dico subito. Lei non sente, è completamente partita. Io mi fermo inorridito pensando a cosa fare e lei continua infoiata a muoversi con le cosce e a stantuffarsi da sola sul mio cazzo gommato sporco di merda, un avanti e indietro che acuisce l'olezzo. A quel punto, circa 4 secondi dopo aver intimato lo STOP, mi incazzo. "T'ho detto ferma!". La puzza di merda mi manda il sangue al cervello. "Bubba l'animaccia tua!", penso, "sei pure un mezzo cesso, mannaggia a me e i miei richiami della foresta". A quel punto la mia soluzione è non spargere altro casino di merda, rificcare il cazzo nel culo per tenerglielo tappato e in quella posizione andare al cesso a disinfettarci. Lei non capisce niente. "Sei venuto?". Mi chiede. "No, no. Senti, andiamo al cesso, qui c'è merda". Dico io. Lei non capisce e si volta di più con testa e corpo, come a pretendere di vedersi il buco del culo. Contorcendosi rilascia il mio pisello. "No! No!" le grido cercando di starle attaccato. Poi rifletto e penso "sti cazzi". Se casca merda sul copriletto, lo cambierà e lo laverà lei. Io volevo solo essere gentile e previdente verso altri clienti. Il tanfo orripilante arriva alle sue narici e così Bubba realizza. Avviliti entrambi, incazzato io e desolata lei, ce ne andiamo al cesso. Lei è imbarazzata, se poteva diventare rossa sarebbe diventata rossa. Mi infascia il cazzo con scottex vari e ce ne andiamo al bagno, dove assisto a lei che si pulisce il culo sulla tazza. Non vomito per rispetto. L'acqua del bidet scorre copiosa, ringrazio a colui che l'ha inventato e imposto in tutte le case italiane. Lei si propone per sciacquarmi e detergermi e solo dopo sfiliamo l'ormai contagiosissimo pezzo di gomma. Continuo da solo a lavarmelo tanto da farlo diventare bianco, mentre lei si ripulisce meglio il buco del culo. Alla fine, dopo tanta acqua bollente e tanto sapone, esco dal tanfo ed esco dal cesso. Tutto profumato e pulito vedo di andarmene via di corsa iniziando a rivestirmi. Bubba esce dal cesso con le zinne calate e lo sguardo sconsolato. "Vuoi andare via? Non finiamo?". Mi dice. Poverina. E' così triste e abbattuta che quasi mi dispiaccio per lei. Si vede che è una brava ragazza, buona, ma io che cazzo ci posso fare? Volevo scoparmi l'aborigena, inondarla di seme, non diventare compagno di sventure. "No, dai, è andata così". Le dico. Lei si avvicina, mi ritocca il pacco mentre mi rivesto. "Sicuro?". Mi dice palpandomi. TAAACCC ! il cazzo torna duro e pronto all'azione. Ma perché sono fatto così? Altro che carro di buoi, i peli di fica smuovono montagne. Penso ad un finale con la mano, lei energicamente mi smanovella, ma poi si rimette sul letto e mi si propone a coscie larghe per una penetrazione . Respirando profumo di sapone ed essendomi di nuovo ingrifeto, faccio appello al richiamo della foresta e mi dico che tutto sommato merito un finale più glorioso del precedente. Bubba però è un'artista del raggiro. Mi prende il cazzo e se lo impisella di nuovo nel culo a mia insaputa. Stantuffo un po' prima di accorgermi che è ancora culo e non fica. Allora per sicurezza mi fermo e controllo e ... ARIDAJE!! Smerdazza a GO-GO. Porcaccio giuda ladro! Giuda ciabbattino! Niente, solite facce desolate, solite scuse, solito cesso, solita disinfestazione epidermica.
"Scusa, scusa, scusa".
"Prego, prego, prego".
Mi sciacquo e mi insapono ovunque, poi, piuttosto scazzato e preoccupato da sifilide e cazzi vari, mi vesto e me ne vado, scappando dalla casa degli orrori.
Scendo e penso che al tanfo di muffa e cipolla, si aggancerà il tanfo di merda. Mi dispiace per Bubba, sono passati tantissimi anni, chissà che fine avrà fatto. Le nostre vite si sono incrociate per una mezz'ora ed in me hanno lasciato 'sto ricordo di tristezza e merda.