QUANDO IL VINO DIVENTA ACETO
Ricevuta la triste notizia che la loftina che avrei voluto conoscere è in libera uscita (l'incontro è stato alla fine rinviato di un giorno e, appena possibile, riferirò), all'UTB abbandono il vialone che mi condurrebbe in centro a BG e imbocco invece la tangenziale, direzione Seriate.
Dodici minuti dopo sono alla rotonda del Baraccone, accolto dal sorrisone a 32 denti di Viola e dalla lunga chioma quasi bionda di Bianca. Sono però qui per fare Vendemmia, per cui entro nel rondeau, ignoro l'uscita per Ghisalba e vado subito a dare un'occhiata ai rigogliosi vitigni che circondano l'abitato di Mornico. La Vigna mi lascia quasi a bocca aperta nel suo splendore e i grappoli sono già ben gonfi e maturi, quasi straripanti dalle precarie protezioni che cercano di ripararli da un'improbabile grandinata di tarda primavera. La tentazione è troppo forte per resistervi, per cui compio un paio di giri di ronda per assicurarmi che il contadino (non l'Agricoltore
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) non sia presente e pronto a inforcarmi e infine accosto, voglioso di cogliere il frutto del peccato.
Basta fermarsi un paio di metri più avanti e la
Vendemmiatrice subito arriva. Dopo mesi e mesi di inutili appostamenti, quasi non mi capacito che il gran giorno (anzi, la gran sera) sia arrivato. Il primo impatto è però quasi deludente, perché la fanciulla che mi aspettavo altezzosa e un po' snob è invece alquanto ruspante. Con un accento cantilenante come quello di Laura, viene subito al dunque: "Ciao ammoore. Sono 30 boccaf..a". Mentre ho un occhio per lei e un altro per le retrovie, le domando: "Ma hai anche una camera?". "Sì, qui a MXXXO. Sono 70". "E dov'è MXXXO?", tradisco la mia ignoranza dei posti. "E' qui vicino", mi rassicura la Vendemmiatrice. "Va bene, allora andiamo", pregusto già di uscire dalle cantine ebbro di Cotnari. "Però devo prima passare a prendere le chiavi", puntualizza La vigna, mentre è quasi china nell'abitacolo e ha praticamente già aperto la portiera. "Va bene, non c'è problema", le rispondo sorridendo e osservando il suo volto, che è un po' meno all'altezza del suo fisico davvero statuario. Mentre lo guardo, noto che improvvisamente si rabbuia, dopo di che la ragazza si ritrae repentinamente, pronuncia un paio di "No, no, niente" e poi si allontana dalla mia macchina, tornando alla sua piazzola. Resto lì come un allocco, senza capire cos'abbia visto o sentito da farla allarmare così tanto e da farla tornare sui suoi passi. Non posso però trattenermi a lungo, perché la macchina sta parzialmente intralciando la corsia, per cui riparto e vado a fare inversione appena possibile. La scruto enigmaticamente mentre mi riaffaccio allo stop e poi prendo la direzione di Palosco.
Magari ha avuto una reazione a scoppio ritardato, riflettendo sul fatto che non sapessi dov'è MXXXO e pensando che potessi essere un malintenzionato venuto da fuori. Magari ha visto qualcosa che l'ha preoccupata (forse la tuta arancione che tengo sul sedile posteriore?
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) O magari devo smetterla di tenere musica albanese a tutto volume
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Qualunque cosa sia successa, per stanotte sono in black list e quindi mi tocca rinviare la Vendemmia a data da destinarsi.
Probabilmente anche l'ex-API si è adeguato alle politica dell'Iperself dell'Agip: la corsia del "servito" è stata tolta e le due fanciulle attendono direttamente alla cassa, appoggiate contro il muro della casetta del benzinaio. La castana più anziana dovrebbe essere la Lucia che avevo incontrato qualche settimana fa, ma anche la mora più giovane ha una silhouette simile e appare graziosa.
Proseguo comunque il mio tour e, arrivato alla rotonda del Piccolo, noto due passeggiatrici (una mora dal lungo crine e una bionda dalla chioma decisamente più corta) che stanno letteralmente passeggiando in mezzo alla rotonda e poi lungo la stradina del motel. Il tempo di fare un paio di giri di ricognizione e capisco il perché: è davvero presto (non solo per i miei standard) e una nutrita comitiva sta chiacchierando nel vicino parcheggio. Il tempo che i membri del gruppetto si congedino e le due fanciulle prendono immediatamente posizione sulla loro mattonella, che sta sul lato rivolto verso Palosco (ma devo averle anche viste all'estremità opposta).
Ammaliato dalle lunghe gambe e dalla silhouette slanciata della mora, mi fermo, pongo le solite domande di rito, stavolta non vengo scambiato per un albanese o per un fanatico dell'Isis e quindi la invito ad accomodarsi a bordo. Quando si presenta ("Ciao, sono
Cindy"), capisco che (1) lei invece è albanese al 100% e (2) che ci siamo già incontrati nelle nebbie dicembrine. Evito dunque di tediare i lettori con un nuovo racconto, riportando solo quattro fatti salienti:
- La lunga chioma mora che mi ha ingannato non è ovviamente tutta farina del suo sacco, ma è per buona parte costituita da extensions.
- Il BJ è sempre fatto con buona maestria, alternando anche qualche mossa ad effetto al consueto su e giù.
- Le albanesi sono attrici nate, perché ha avuto l'orgasmo più fragoroso e canoro che io ricordi, per il solo fatto di aver tenuto per qualche minuto il mio fratellino nel caldo tepore della sua bocca. Probabilmente deve avere il famoso punto G tra il palato e le tonsille. Non G come Gräfenberg, però, ma G come Grammy
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- Le albanesi nascono con l'orologio al polso, perché ad un certo punto il cucù ha iniziato a cantare e mi è toccato riconoscere un'integrazione al rate iniziale, per non essere abbandonato a metà del guado.
Riconsegnata Cindy alla sua piazzola (alcuni pinguini sono usciti dal bagagliaio, tanto era il gelo sceso nell'abitacolo), mi concedo ancora un paio di vasche lungo la Promenade, prima di abbandonare la scena e di dirigermi verso il Boulevard. Presenze più o meno al completo e nulla di particolare da segnalare, se non una Laura di nuovo (dis)abbigliata in modo più consono alla sua fama e la presenza di una nuova ragazza alla rotonda dopo il Tamoil, dove una volta stava La Vigna. Fanciulla che per la sua stazza potrebbe piacere al collega Agricoltore (infatti mi semba di aver visto dei solchi d'aratro, nell'aiuola dietro la mattonella
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), ma colei che lì era solita abbandonare lattine di Red Bull ha decisamente tutt'altra presenza scenica.