Con parole vostre.

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Se posso permettermi, questa la mia analisi della situazione.

Proprio ieri mi è successa l'ultima. Avevo appuntamento con la fidelizzata-amica, arrivo da lei e telefono per farmi aprire, e mi dice: "Scusami, non ho dormito per paura del terremoto, sono uno straccio mi dispiace, ma sali lo stesso, ti offro da bere."
Non ci credo. C'era altro che la turbava in quel momento. Molto probabile che aveva appena finito di litigare con qualcuno (e io immagino chi...).
Salgo e parliamo di altro, non del terremoto ma del suo lavoro, dell'approccio che ha con questo. E tra le altre cose, mi dice che "in tour non è che non ha funzionato, tanto tutti gli uomini del mondo vogliono solo scopare, si lavora dappertutto, ma io preferisco questa città" e poi: "ci sono solo i soldi, non c'è altro, mai provato nulla per nessuno."
Messaggio subdolo in perfetto stile femminile per "allontanare" qualcuno di cui le lunghe antenne hanno rilevato il segnale di coinvolgimento emotivo.
Comunque lo sfogo le è servito, perché dopo tre quarti d'ora di parole sembrava essersi ripresa, ha tolto il tutone che aveva e con un body che metteva tette e culo in evidenza ha cominciato ad ammiccare facendo intendere che si poteva fare qualcosa...
Una volta scaricata la lagna che teneva sul groppone e lanciato il messaggio che voleva lanciare, captato, tramite sempre le lunghe antenne, il tuo "malessere" ha cercato di recuperare facendosi prendere un pò come dai sensi di colpa (cosa molto frequente nell'universo femminile).
Probabilmente ho sbagliato, ma ero arrabbiato, non amo sentirmi dire che valgo solo per l'importo che porto, sarò un tipo sensibile, ma non ce l'ho fatta, le ho detto che era ormai tardi, sono uscito, e sono passato da un'altra che non mi dice mai niente, sicuramente è ancora più falsa, ma mi lascia ancora l'illusione che non sia così.
Anzi, sicuramente ho sbagliato, invece di apprezzare un momento di sincerità della prima, mi sono attaccato ad una mera illusione nella seconda.
Secondo me l'unica cosa che hai sbagliato è che sei rimasto ad ascoltarla. In questi casi bisogna piantarle in asso e fare quello che hai fatto dopo. Cioè avanti un'altra.
La prima regola che ogni uomo dovrebbe imparare è mai prendere per oro colato ciò che esce fuori dalla bocca di una donna. Quasi mai il messaggio che vuole far passare è sintonizzato con quello che dice.
In tal caso la cosa sincera che ha espresso è che lei non prova nulla per gran parte dei clienti che ha incontrato, probabilmente tu compreso. Per la "persona giusta" prova quello che deve provare, anche se è un cliente.

Ovviamente sono tutte considerazioni basate su miliardi di situazioni del genere vissute direttamente e indirettamente. Nel caso specifico metto in gioco un margine di errore non conoscendo a fondo la storia.
 
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Occhio... io ho parlato di serenità d'animo sufficiente per... non ho scritto che hanno serenità d'animo.

Quella serenità d'animo sufficiente per... te la danno una serie di caratteristiche tra cui sicuramente quelle che hai citato, in particolar modo la vocazione per un tale mestiere. Poi è chiaro che in tanti casi se la vocazione non ce l'hai, te la fai venire.

Ho frequentato centinaia di prostitute, ci ho parlato, sono uscito anche con alcune di loro e a volte ho scavato negli scantinati della loro anima. Posso dire tranquillamente che dietro una tale scelta c'è spesso un mondo inesplorato. Dalla madre che deve mantenere i bambini e, anche se non nata per questo, s'inventa e si trasforma per un senso di protezione innato verso la prole. Alla disperata fottuta dalla droga che ha un bisogno estremo di procurarsi il denaro per vivere (o per morire). Alla sempre più frequente cogliona che si fa infinocchiare dal fidanzato dietro la promessa, mai mantenuta, di vivere una vita felice e piena di soldi. Alla altrettanto diffusa situazione della ragazzina che pensa di fare soldi facili e in breve tempo, senza valutare minimamente ciò che le riserva il rovescio della medaglia.

Ecco, in tutto questo, è molto facile individuare le situazioni di chi possa avere quella serenità d'animo sufficiente per affrontare il drago. Ma sappiamo benissimo che di serenità tout court non si tratta, si fa in un certo senso di necessità virtù.

La cosa certa è che molte di loro sono delle anime perse che hanno sofferto tanto e anche, a volte, nella loro apparente stronzaggine, meritano rispetto profondo.

Un pomeriggio nevoso e nebbioso di qualche anno fa, con un mio amico puttaniere, ci siamo fermati da due amichette nostre stradali e tra uno scherzo e l'altro abbiamo cominciato a prenderci a palle di neve. Gridavano come delle galline e i loro occhi scintillavano di gioia di vivere in quel momento. Lì ho capito, semmai ce ne fosse bisogno, che stavano rubando all'infanzia ciò che l'infanzia aveva rubato a loro.

Hai fatto un'analisi molto realistica, che condivido. E hai scritto anche delle considerazione particolarmente sensibili. Non me lo aspettavo, sono sincera.

Dunque, cara Sempreintiro, in qualche modo penso che allora si possa proprio parlare di reciproca psicoterapia, che può portare ad aprirsi e a raccontare.
Credo tu stessa stia accennando ad alcune cose personali, e questo ti fa senz'altro onore perché non è mai facile: si può parlare di certi pensieri e di certe sensazioni solo quando ci si sente in grado di farlo, capisco tutte le tue riserve e le tue titubanze visto che questo luogo è ben poco privato..

Qui non si può scrivere tutto, per riservatezza, per decenza e per rispetto anche della sensibilità altrui. Quello che ho scritto produce un quadro abbastanza chiaro, anche se alla fine, cercando di argomentare con un minimo di serietà perché sono temi che m'interessano, credo di aver tralasciato l'aspetto più importante: il divertimento. E' il divertimento che mi fa ricordare con piacere molti dei clienti e mi permette di confrontarmi serenamente sull'argomento. L'aspetto giocoso non può essere tralasciato. Ogni cliente mi chiedeva (in modo silente) di essere qualcosa, bastava diventarlo. Parlo di ruoli, non di finzione, di gioco. Più che psicoterapia, forse lo chiamerei psicodramma (psicocommedia erotica sarebbe il nome più appropriato, a dire il vero). Il metodo Stanislavskij mi é tornato utile. L'adrenalina alla quale spesso altrove mi sono riferita, era frutto di questa parte del gioco, oltre a quella per me molto appagante del sesso con sconosciuti. Specifico questi aspetti anche per rispetto di chi ha vissuto e vive tutto con maggior difficoltà, compresi gli esempi citati da Cagnaccio. Quelle sono altre realtà, altre motivazioni, altri contesti. Io da quelli sono molto lontana.
 
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Hai fatto un'analisi molto realistica, che condivido. E hai scritto anche delle considerazione particolarmente sensibili. Non me lo aspettavo, sono sincera.



Qui non si può scrivere tutto, per riservatezza, per decenza e per rispetto anche della sensibilità altrui. Quello che ho scritto produce un quadro abbastanza chiaro, anche se alla fine, cercando di argomentare con un minimo di serietà perché sono temi che m'interessano, credo di aver tralasciato l'aspetto più importante: il divertimento. E' il divertimento che mi fa ricordare con piacere molti dei clienti e mi permette di confrontarmi serenamente sull'argomento. L'aspetto giocoso non può essere tralasciato. Ogni cliente mi chiedeva (in modo silente) di essere qualcosa, bastava diventarlo. Parlo di ruoli, non di finzione, di gioco. Più che psicoterapia, forse lo chiamerei psicodramma (psicocommedia erotica sarebbe il nome più appropriato, a dire il vero). Il metodo Stanislavskij mi é tornato utile. L'adrenalina alla quale spesso altrove mi sono riferita, era frutto di questa parte del gioco, oltre a quella per me molto appagante del sesso con sconosciuti. Specifico questi aspetti anche per rispetto di chi ha vissuto e vive tutto con maggior difficoltà, compresi gli esempi citati da Cagnaccio. Quelle sono altre realtà, altre motivazioni, altri contesti. Io da quelli sono molto lontana.


Interessante l'approccio tramite l'interpretazione di un ruolo, che senz'altro serviva a far diventare il tutto una sorta di gioco.
Ora però riformulo il concetto "psicoterapia reciproca", cercando di chiarirlo tramite due domande.
Ti prego di seguirmi con attenzione.
A parte l'aspetto sessuale (ossia l'avere scoperto di trovare piacevole il sesso con sconosciuti), nel rapportarti con chi incontravi hai approfondito aspetti di te stessa che conoscevi poco, oppure hai scoperto aspetti di te stessa totalmente nuovi ed inattesi?
E questo ti è stato utile ad accettarti, a migliorarti in quel che era possibile migliorare, ed anche ad essere più comprensiva verso te stessa?
 
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E' difficile spiegare come funzionava con me ma sicuramente il modo in cui mi proponevo risultava fastidioso per un certo tipo di cliente e questo era intenzionale, per scremare insomma. Il fatto che bisognasse interagire via mail con me per potermi incontrare, già creava degli scambi epistolari a volte minimi, altre volte corposi. Solo una personea incline a ciò poteva accettare quel tipo di contatto e di conseguenza raramente mi ritrovavo di fronte persone brusche e poco inclini al dialogo. Anche se un paio di volte mi é capitato comunque di trovare un troglodita. E infatti se chiudo gli occhi me li ricordo in hd. Devo dire poi che molti clienti avevano un buon livello culturale e quindi era un piacere discorrere su diversi argomenti con loro. Le confidenze erano frequenti. Più da parte loro che da parte mia. Alcuni avevano necessità di sfogare i loro problemi, di parlare delle loro sofferenze prima o dopo il sesso. Il fatto che facessi un numero relativamente limitato di incontri mi permetteva di rimanere anche mezz'ora in più della solita ora a parlare o ascoltare. Certo non accadeva sempre.. ma per la mia esperienza questo bisogno di ampliare il rapporto a qualcosa che andasse oltre il sesso c'era di frequente. Tutto però avveniva nel contesto dell'incontro. Anche quando raramente qualcuno rimaneva a mangiare, oppure rimaneva oltre il tempo stabilito, era per me il continuo di un incontro. Che poi quel tempo non avesse compenso é un altro conto, ma mentalmente per me si rimaneva in quel contesto. Anche perché il loft.. diciamo che alcuni lo vedevano come un luogo di confidenze o anche di confessioni. Come se ad una puttana si potesse dire tutto.. tanto di lì non sarebbe uscito niente. Chiamate e mail le ricevevo anche oltre quelle di accordo per gli incontri ma mentre alle mail rispondevo sempre, non ho mai chiamato nessuno né mandato sms, tranne quando richiesto. Ho sempre pensato fosse una regola ovvia della professione. Fare la puttana significa anche non esistere, una volta chiusa la porta. Se questo é quello che il cliente desidera. Mi ricorderò sempre di un cliente che aveva la moglie malata terminale. Lui ogni volta entrava e mi ricordava che era lì perché un'amante sarebbe stato uno sgarro terribile visto che lui amava sua moglie. La prima volta che venne a trovarmi, dubitai di questa storia perché in tanti si giustificavano per essere venuti da me. Lui forse lo percepì e la seconda volta mi fece vedere alcune foto terribili, di lei in ospedale. Era una persona molto colta, giovane ma durava poco. A differenza di altri non voleva (o non poteva, non lo so..) farlo la seconda volta. I primi dieci minuti gli offrivo il caffè che gli piaceva tanto. Poi gli facevo sesso orale. Il resto del tempo parlavamo. Forse faceva bene ad entrambi ma non la definirei amicizia. Diciamo che alcune persone sviluppano empatia nei confronti di altre. E' un trovarsi.. come nel mondo non pay. Io ho sempre preferito mantenere tutto dentro i confini dell'incontro, come se normalmente ciò ne facesse parte. Anzi.. all'inizio avevo sconfinato, sbagliando e pagandone le spese. Ho imparato dopo a stabilire quali fossero i giusti confini. Secondo me i clienti dovrebbero godere della compagnia della ragazza per tutto quello che questa riesce ad offrire e uscire da quella porta contenti, magari con la voglia di replicare ma senza farsi troppe domande. Io mi interrogo da sempre sull'animo umano e su ciò che mi circonda, forse fin troppo... ma ho capito che questo ambito lo si gode a fondo solo se si prende quello che viene senza provare a dargli un nome. I nomi confondono, le emozioni appagano. Ovviamente questo é solo il mio punto di vista.

Raramente mi trovo cosi in sintonia con il pensiero di qualcuno. Tu hai la mia stessa concezione del rapporto pay-punter, fatto di rispetto e, quando possibile, anche di empatia. Un rapporto da me sempre cercato con le pay, e mai trovato, anche a causa della mia timidezza, e del mio timore che alla ragazza davanti a me non glie ne fregasse niente delle mie faccende personali. Questo è uno dei post più belli tra quelli mai pubblicati in questo forum
 
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E' difficile spiegare come funzionava con me ma sicuramente il modo in cui mi proponevo risultava fastidioso per un certo tipo di cliente e questo era intenzionale, per scremare insomma. Il fatto che bisognasse interagire via mail con me per potermi incontrare, già creava degli scambi epistolari a volte minimi, altre volte corposi. Solo una personea incline a ciò poteva accettare quel tipo di contatto e di conseguenza raramente mi ritrovavo di fronte persone brusche e poco inclini al dialogo. Anche se un paio di volte mi é capitato comunque di trovare un troglodita. E infatti se chiudo gli occhi me li ricordo in hd. Devo dire poi che molti clienti avevano un buon livello culturale e quindi era un piacere discorrere su diversi argomenti con loro. Le confidenze erano frequenti. Più da parte loro che da parte mia. Alcuni avevano necessità di sfogare i loro problemi, di parlare delle loro sofferenze prima o dopo il sesso. Il fatto che facessi un numero relativamente limitato di incontri mi permetteva di rimanere anche mezz'ora in più della solita ora a parlare o ascoltare. Certo non accadeva sempre.. ma per la mia esperienza questo bisogno di ampliare il rapporto a qualcosa che andasse oltre il sesso c'era di frequente. Tutto però avveniva nel contesto dell'incontro. Anche quando raramente qualcuno rimaneva a mangiare, oppure rimaneva oltre il tempo stabilito, era per me il continuo di un incontro. Che poi quel tempo non avesse compenso é un altro conto, ma mentalmente per me si rimaneva in quel contesto. Anche perché il loft.. diciamo che alcuni lo vedevano come un luogo di confidenze o anche di confessioni. Come se ad una puttana si potesse dire tutto.. tanto di lì non sarebbe uscito niente. Chiamate e mail le ricevevo anche oltre quelle di accordo per gli incontri ma mentre alle mail rispondevo sempre, non ho mai chiamato nessuno né mandato sms, tranne quando richiesto. Ho sempre pensato fosse una regola ovvia della professione. Fare la puttana significa anche non esistere, una volta chiusa la porta. Se questo é quello che il cliente desidera. Mi ricorderò sempre di un cliente che aveva la moglie malata terminale. Lui ogni volta entrava e mi ricordava che era lì perché un'amante sarebbe stato uno sgarro terribile visto che lui amava sua moglie. La prima volta che venne a trovarmi, dubitai di questa storia perché in tanti si giustificavano per essere venuti da me. Lui forse lo percepì e la seconda volta mi fece vedere alcune foto terribili, di lei in ospedale. Era una persona molto colta, giovane ma durava poco. A differenza di altri non voleva (o non poteva, non lo so..) farlo la seconda volta. I primi dieci minuti gli offrivo il caffè che gli piaceva tanto. Poi gli facevo sesso orale. Il resto del tempo parlavamo. Forse faceva bene ad entrambi ma non la definirei amicizia. Diciamo che alcune persone sviluppano empatia nei confronti di altre. E' un trovarsi.. come nel mondo non pay. Io ho sempre preferito mantenere tutto dentro i confini dell'incontro, come se normalmente ciò ne facesse parte. Anzi.. all'inizio avevo sconfinato, sbagliando e pagandone le spese. Ho imparato dopo a stabilire quali fossero i giusti confini. Secondo me i clienti dovrebbero godere della compagnia della ragazza per tutto quello che questa riesce ad offrire e uscire da quella porta contenti, magari con la voglia di replicare ma senza farsi troppe domande. Io mi interrogo da sempre sull'animo umano e su ciò che mi circonda, forse fin troppo... ma ho capito che questo ambito lo si gode a fondo solo se si prende quello che viene senza provare a dargli un nome. I nomi confondono, le emozioni appagano. Ovviamente questo é solo il mio punto di vista.

avevo letto di fretta questo intervento e non lo avevo metabolizzato, ma adesso con più calma devo dire che sei (e se non fosse che lei è ancora in attività e del nord est, potrei sospettare che sia lei) esattamente come la mia fidelizzata, stesso modus operandi, gfe all'inizio come alla fine, non è mai un'ora, alla fine diventa un'ora e 15/20 minuti... persona anche lei come te intelligente con la quale si può parlare un po' di tutto...

Poi le piace quel che fa e lo si nota quando sei con lei e, come facevi tu, fa' non più di 3 max 4 incontri al giorno.

Infatti mi trovo così bene che la considero e mi piace considerarla la trombamica alla quale ogni volta faccio un regalino anziché il freddo pagamento di una prestazione.

Ti ammiro per questo e peccato non eserciti più, immagino che molti ne abbiamo risentito della tua decisione, anche perchè tu quando esercitavi e lei tutt'ora, le considero più delle benefattrici dell'universo maschile che non pay... purtroppo siete perle rare, le altre, la maggior parte, le considero più slot machines che pay...
 
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Interessante l'approccio tramite l'interpretazione di un ruolo, che senz'altro serviva a far diventare il tutto una sorta di gioco. Ora però riformulo il concetto "psicoterapia reciproca", cercando di chiarirlo tramite due domande. Ti prego di seguirmi con attenzione. A parte l'aspetto sessuale (ossia l'avere scoperto di trovare piacevole il sesso con sconosciuti), nel rapportarti con chi incontravi hai approfondito aspetti di te stessa che conoscevi poco, oppure hai scoperto aspetti di te stessa totalmente nuovi ed inattesi? E questo ti è stato utile ad accettarti, a migliorarti in quel che era possibile migliorare, ed anche ad essere più comprensiva verso te stessa?
Scopro aspetti nuovi di me, sempre, quando affronto una nuova esperienza. Credo valga per tutti. Ripeto, senza sapere quale sia la causa scatenante che porta a scegliere questo mestiere, molti aspetti non possono essere compresi davvero e anche le domande personali che mi rivolgi, non partono dai giusti presupposti. Lafayette... prova a comprendermi.. io presto molta attenzione a quanto scrivi ma certi spazi interiori bisogna lasciarli chiusi e non posso rispondere alle tue domande in modo elusivo. Non sono capace.
Raramente mi trovo cosi in sintonia con il pensiero di qualcuno. Tu hai la mia stessa concezione del rapporto pay-punter, fatto di rispetto e, quando possibile, anche di empatia. Un rapporto da me sempre cercato con le pay, e mai trovato, anche a causa della mia timidezza, e del mio timore che alla ragazza davanti a me non glie ne fregasse niente delle mie faccende personali. Questo è uno dei post più belli tra quelli mai pubblicati in questo forum
Se vuoi essere considerata una persona, in un ambito dove molti si dimenticano che lo sei, devi dimostrare di esserlo. Quanto al timore, penso che a volte ci salvi e molte altre ci impedisca di vivere a fondo. Io sono sempre stata una che tendeva a buttarsi nelle cose. Anche troppo. Ovviamente non sempre é andata bene.. ma non mi pento comunque. Prova a buttarti anche tu, una volta.
avevo letto di fretta questo intervento e non lo avevo metabolizzato, ma adesso con più calma devo dire che sei (e se non fosse che lei è ancora in attività e del nord est, potrei sospettare che sia lei) esattamente come la mia fidelizzata, stesso modus operandi, gfe all'inizio come alla fine, non è mai un'ora, alla fine diventa un'ora e 15/20 minuti... persona anche lei come te intelligente con la quale si può parlare un po' di tutto... Poi le piace quel che fa e lo si nota quando sei con lei e, come facevi tu, fa' non più di 3 max 4 incontri al giorno. Infatti mi trovo così bene che la considero e mi piace considerarla la trombamica alla quale ogni volta faccio un regalino anziché il freddo pagamento di una prestazione. Ti ammiro per questo e peccato non eserciti più, immagino che molti ne abbiamo risentito della tua decisione, anche perchè tu quando esercitavi e lei tutt'ora, le considero più delle benefattrici dell'universo maschile che non pay... purtroppo siete perle rare, le altre, la maggior parte, le considero più slot machines che pay...
Io ne facevo ancora meno di incontri. Uno al giorno in media. Il massimo é stato due in un giorno. Di più sarebbe stato troppo per me, facevo anche altro. Perla rara? Grazie... ma sai che ai miei tempi non era così raro questo approccio? Forse le cose sono un po' cambiate in quasi 10 anni. E' cambiata la richiesta e di conseguenza anche l'offerta. Non pensare che questo sia quanto cercano tutti. La mezz'ora economica senza fronzoli e chiacchiere credo vada per la maggiore sui grandi numeri. Questo é quanto deduco dalla lettura delle recensioni. Diciamo che ci sono perle rare anche dalla vostra parte e come dicevo sopra, é un sapersi riconoscere e scegliere. Quanto ad essere benefattrici, ecco.. forse é un po' troppo. Per me i benefattori sono quelli che non prendono alcun compenso. Quando ho smesso ti confermo che ad alcuni é dispiaciuto. E un po' anche a me. L'ho scritto nel mio Amarcord, non mi ripeto.
 
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Scopro aspetti nuovi di me, sempre, quando affronto una nuova esperienza. Credo valga per tutti. Ripeto, senza sapere quale sia la causa scatenante che porta a scegliere questo mestiere, molti aspetti non possono essere compresi davvero e anche le domande personali che mi rivolgi, non partono dai giusti presupposti. Lafayette... prova a comprendermi.. io presto molta attenzione a quanto scrivi ma certi spazi interiori bisogna lasciarli chiusi e non posso rispondere alle tue domande in modo elusivo. Non sono capace.

Capisco.
Non volevo assolutamente investigare né essere fastidioso.
Mi rendo tuttavia conto che questo luogo non è idoneo (ci sono troppi bar affollati di avventori non lucidissimi nei dintorni), e che senz'altro si è pronti a parlare di alcune cose personali solo quando lo si decide da soli e senza forzature di sorta, fossero anche generiche domande.
Un abbraccio forte: il tuo pudore è stato prezioso in passato, e senz'altro lo è anche oggi.
 
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A questo punto, credo sia giusto che faccia io per primo qualche esempio di quella che (impropriamente?) chiamo una “psicoterapia reciproca” con una ragazza che fa la escort.

La bellissima ragazza slovacca dalla quale andai più volte, senza mai riuscire ad eiaculare nel condom durante la penetrazione nonostante lei non facesse fretta; fino a quando un giorno fu tutto molto calmo, lei mi lasciò prendere tutto il tempo necessario, venni dentro di lei nel condom, lei mi fece stendere sul letto abbracciandomi dicendomi “finalmente, ti sei deciso” ed io le dissi ciò che provavo, cioè che la sua bellezza mi imbarazzava ogni volta facendomi sentire inadatto; lei mi rispose pacatamente che dovevo pensare più a scopare per me, che gli inadatti sono un'altra cosa; indi mi propose una cosa a tre con una sua collega altrettanto bella, io le chiesi se mi voleva far star male o umiliare; lei mi zittì con un dito sulla bocca e mi disse che dovevo fare poche storie: dovevo imparare a scopare con donne belle senza sentirmi male, altrimenti uno con le escort cosa ci va a fare.

La ragazza brasiliana della quale ero cliente assiduo, che un pomeriggio di festa mi chiamò chiedendomi di andare a bere un caffè perché aveva bisogno di parlare; aveva grossi problemi con il figlio che si cacciava spesso nei guai e non sapeva con chi parlarne, mi raccontò tante cose di sé, della sua famiglia, del suo terrore che qualche parente venisse a sapere cosa faceva per vivere; il caffè durò fino a sera , la accompagnai a casa, ci abbracciammo, mi parve sollevata, e mi sentii bene pure io.

La ragazza russa della quale ero cliente e che presentai come amica ai miei amici ed alle amiche. Per un 8 marzo queste ultime organizzarono una serata sole donne, la portarono con loro ed andarono a vedere uno strip maschile. Qualche sera dopo io uscii con lei, mi disse perplessa che sì, si era divertita, ma che in fondo lei le donne italiane mica le capiva: tutto quel casino per uno che si spoglia, sembrava che non avessero mai visto un uomo nudo.

La ragazza russa che frequentavo ogni tanto - ma non spessissimo - che un sabato, dopo aver fatto sesso, mi chiese se il sabato successivo l'avrei accompagnata all'inaugurazione per il rinnovo di una boutique della quale era cliente; il sabato successivo andammo, bevemmo e mangiammo dal buffet, incontrammo entrambi gente che conoscevamo ed ai quali reciprocamente ci presentammo e venimmo presentati ; poi sul tardi la accompagnai a casa e le chiesi se potevo salire da lei come cliente pagante, lei mi diede un bacio sulla bocca, mi salutò, scese dall'auto e mi disse che era stata una bella giornata tra persone normali, perché volevo rovinare tutto?

La ragazza italiana dalla quale andai in una delle mie prime volte, e che guardai stranito perché mi accolse vestita come la parodia di una escort, con trucco eccessivo, lingerie da bordello, aria scafata da spavalda; versai una cifra importante, mi spogliai , mi lavai, mi sedetti sul letto, le chiesi se la potevo baciare, lei mi disse che certe cose si fanno e non si chiedono e mi mise la lingua in bocca, mi fece fare l'amore più volte, anche più tempo del pattuito, poi quando mi ero rivestito ed ero sulla porta mi afferrò di colpo per il bavero della giacca, mi tirò la faccia vicino alla sua e mi sibilò arrabbiata: “ non osare mai più guardare una donna come hai guardato me all'inizio, che la fai sentire solo una troia. Vedi di ricordartelo. Alla prossima.

La ragazza russa che frequentavo molto, e che un giorno sparì di colpo lasciando anche il telefono privato staccato. Dopo un paio di settimane mi chiamò lei molto triste e spaventata. Con alcune colleghe era stata ingaggiata per un festino in una casa, contro ogni accordo si erano trovate in quattro ragazze e forse quindici uomini, la cosa era diventata pesante perché erano già nude e lei non sapeva come venirne fuori, ma una delle colleghe era riuscita a prendere un coltello che teneva nella borsa, ed aveva chiarito urlando che finiva male per tutti, specie per il primo che si avvicinava; al che il padrone di casa incazzato e preoccupato le aveva fatte uscire di corsa, ma in pratica nude solo con le borse e le chiavi della macchina, loro erano scappate via come potevano; e lei per una settimana non era uscita di casa, ora cominciava a chiamare me e qualcuno di cui si fidava per vedere di ricominciare, ma era difficile.

Non so: io forse sbaglio, ma le considero reciproche psicoterapie.
 
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A questo punto, credo sia giusto che faccia io per primo qualche esempio di quella che (impropriamente?) chiamo una “psicoterapia reciproca” con una ragazza che fa la escort.

La bellissima ragazza slovacca dalla quale andai più volte, senza mai riuscire ad eiaculare nel condom durante la penetrazione nonostante lei non facesse fretta; fino a quando un giorno fu tutto molto calmo, lei mi lasciò prendere tutto il tempo necessario, venni dentro di lei nel condom, lei mi fece stendere sul letto abbracciandomi dicendomi “finalmente, ti sei deciso” ed io le dissi ciò che provavo, cioè che la sua bellezza mi imbarazzava ogni volta facendomi sentire inadatto; lei mi rispose pacatamente che dovevo pensare più a scopare per me, che gli inadatti sono un'altra cosa; indi mi propose una cosa a tre con una sua collega altrettanto bella, io le chiesi se mi voleva far star male o umiliare; lei mi zittì con un dito sulla bocca e mi disse che dovevo fare poche storie: dovevo imparare a scopare con donne belle senza sentirmi male, altrimenti uno con le escort cosa ci va a fare.

La ragazza brasiliana della quale ero cliente assiduo, che un pomeriggio di festa mi chiamò chiedendomi di andare a bere un caffè perché aveva bisogno di parlare; aveva grossi problemi con il figlio che si cacciava spesso nei guai e non sapeva con chi parlarne, mi raccontò tante cose di sé, della sua famiglia, del suo terrore che qualche parente venisse a sapere cosa faceva per vivere; il caffè durò fino a sera , la accompagnai a casa, ci abbracciammo, mi parve sollevata, e mi sentii bene pure io.

La ragazza russa della quale ero cliente e che presentai come amica ai miei amici ed alle amiche. Per un 8 marzo queste ultime organizzarono una serata sole donne, la portarono con loro ed andarono a vedere uno strip maschile. Qualche sera dopo io uscii con lei, mi disse perplessa che sì, si era divertita, ma che in fondo lei le donne italiane mica le capiva: tutto quel casino per uno che si spoglia, sembrava che non avessero mai visto un uomo nudo.

La ragazza russa che frequentavo ogni tanto - ma non spessissimo - che un sabato, dopo aver fatto sesso, mi chiese se il sabato successivo l'avrei accompagnata all'inaugurazione per il rinnovo di una boutique della quale era cliente; il sabato successivo andammo, bevemmo e mangiammo dal buffet, incontrammo entrambi gente che conoscevamo ed ai quali reciprocamente ci presentammo e venimmo presentati ; poi sul tardi la accompagnai a casa e le chiesi se potevo salire da lei come cliente pagante, lei mi diede un bacio sulla bocca, mi salutò, scese dall'auto e mi disse che era stata una bella giornata tra persone normali, perché volevo rovinare tutto?

La ragazza italiana dalla quale andai in una delle mie prime volte, e che guardai stranito perché mi accolse vestita come la parodia di una escort, con trucco eccessivo, lingerie da bordello, aria scafata da spavalda; versai una cifra importante, mi spogliai , mi lavai, mi sedetti sul letto, le chiesi se la potevo baciare, lei mi disse che certe cose si fanno e non si chiedono e mi mise la lingua in bocca, mi fece fare l'amore più volte, anche più tempo del pattuito, poi quando mi ero rivestito ed ero sulla porta mi afferrò di colpo per il bavero della giacca, mi tirò la faccia vicino alla sua e mi sibilò arrabbiata: “ non osare mai più guardare una donna come hai guardato me all'inizio, che la fai sentire solo una troia. Vedi di ricordartelo. Alla prossima.

La ragazza russa che frequentavo molto, e che un giorno sparì di colpo lasciando anche il telefono privato staccato. Dopo un paio di settimane mi chiamò lei molto triste e spaventata. Con alcune colleghe era stata ingaggiata per un festino in una casa, contro ogni accordo si erano trovate in quattro ragazze e forse quindici uomini, la cosa era diventata pesante perché erano già nude e lei non sapeva come venirne fuori, ma una delle colleghe era riuscita a prendere un coltello che teneva nella borsa, ed aveva chiarito urlando che finiva male per tutti, specie per il primo che si avvicinava; al che il padrone di casa incazzato e preoccupato le aveva fatte uscire di corsa, ma in pratica nude solo con le borse e le chiavi della macchina, loro erano scappate via come potevano; e lei per una settimana non era uscita di casa, ora cominciava a chiamare me e qualcuno di cui si fidava per vedere di ricominciare, ma era difficile.

Non so: io forse sbaglio, ma le considero reciproche psicoterapie.

Se per te hanno avuto questa valenza, é giusto considerarle così.
Sono rimasta colpita da questi aneddoti, soprattutto dall'ultimo.

Io non avrei mai raccontato qualcosa del genere ad un cliente. Non ti sei sentito gettare addosso un peso eccessivo?
 
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Io ne facevo ancora meno di incontri. Uno al giorno in media. Il massimo é stato due in un giorno. Di più sarebbe stato troppo per me, facevo anche altro. Perla rara? Grazie... ma sai che ai miei tempi non era così raro questo approccio? Forse le cose sono un po' cambiate in quasi 10 anni. E' cambiata la richiesta e di conseguenza anche l'offerta. Non pensare che questo sia quanto cercano tutti. La mezz'ora economica senza fronzoli e chiacchiere credo vada per la maggiore sui grandi numeri. Questo é quanto deduco dalla lettura delle recensioni. Diciamo che ci sono perle rare anche dalla vostra parte e come dicevo sopra, é un sapersi riconoscere e scegliere. Quanto ad essere benefattrici, ecco.. forse é un po' troppo. Per me i benefattori sono quelli che non prendono alcun compenso. Quando ho smesso ti confermo che ad alcuni é dispiaciuto. E un po' anche a me. L'ho scritto nel mio Amarcord, non mi ripeto.

ai tuoi tempi???... e che hai 80 anni...?... non credo proprio, massimo, giudicando dal tuo interloquire, direi una 45/48ina...

Comunque sì, sono propenso a credere che le cose siano cambiate, anche se sinceramente fino a tre anni or sono non ero un punter a parte sporadicissime volte negli anni passati, ma si parla di 4/5 volte in forse 25 anni, pertanto non ho capacità di giudizio, ...

Ciò detto, hai ragione, anche da parte nostra ci sono le perle rare, per questo (e scusa se metto da parte la modestia per un attimo) io e lei ci troviamo bene, perchè sono abbastanza diverso dal cliente standard, nel senso che rispetto sempre tutte le persone, anche le pay ovviamente, a meno che non mi si approccino come troioni da strada, in tal caso mi metto (o abbasso) al loro livello e mi adeguo, ma altrimenti sono gentilissimo con tutte e non sono rare le volte che, sapendo ovviamente che mi attende come tutte dietro la porta, faccio entrare prima il braccio con un cioccolatino, o una gelee o un fiore del giardino che c'è accanto in segno di amicizia, cortesia, mettila come vuoi e lei lo apprezza, infatti nel suo cell come nickname mi ha messo "gentile", ma per me è una cosa naturale, non mi sforzo a farlo.

Poi è da illo tempore che io mi depilo per igiene mia e adesso anche per i miei incontri, ma sapendo che è più fastidiosa una ricrescita che il pelo lungo, mi premuro sempre di darmi una ripassata prima di incontrarla, sia per rispetto nei suoi riguardi sia per il fatto che le piace un sacco leccarmi ovunque e le piace pure il rimming purchè il pertugio sia ben depilato e assolutamente profumato di borotalco... ed essendo lei altrettanto pulita e riguardosa nei miei confronti, ci diamo di quelle leccate che nemmeno il gatto quando si lava...

E infine siete comunque benefattrici... lo so che il termine prevederebbe la gratuità dell'atto, ma ti garantisco che pur versando un obolo (che come hai letto io amo considerare un regalino che non il mero pagamento di un atto sessuale, che nel nostro caso va oltre il puro sesso, senza per questo sconfinare in null'altro) a fine prestazione, se lei non ci fosse io avrei un problema: considerando che, pur non avendone testate tantissime, posso parlare di una 15ina forse, un po' ne ho girate, come lei non ne ho trovate, anche per un altro motivo del quale non posso/voglio parlare qui... quindi io sarei costretto ad arrabattarmi tra very low cost china, solo per non usare Federica, e missili a testata nucleare dell'est europa che non ti danno altro che una ferita da riempire in mezzo alle gambe... questo è sesso?... preferirei lasciar perdere a quel punto...

Quindi vedi che per me risulta essere una benefattrice e forse come me anche altri quì dentro sono d'accordo con me...

:heat: che filippica... sorry, too long...
 
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Se per te hanno avuto questa valenza, é giusto considerarle così.
Sono rimasta colpita da questi aneddoti, soprattutto dall'ultimo.

Io non avrei mai raccontato qualcosa del genere ad un cliente. Non ti sei sentito gettare addosso un peso eccessivo?

Scusa, il tipo che ti si presentava con la foto della moglie malata terminale lo ritenevi un simpatico buontempone dotato di una leggerezza contagiosa?
 
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Scusa, il tipo che ti si presentava con la foto della moglie malata terminale lo ritenevi un simpatico buontempone dotato di una leggerezza contagiosa?


No, lo ritenevo uno dei tanti clienti che pagava per il mio tempo. Gli servivo per fare sesso senza sentirsi in colpa e a confessare pensieri che a nessun altro avrebbe confessato. Mi gettava addosso un peso é vero ma mi pagava per il "disturbo". Questo era il mio ruolo con lui. Ero sincera nei consigli richiesti, mi ricordo ancora tutto delle sue paure e delle sue speranze.. ma era lavoro. Per questo ti ho rivolto quella domanda, a quanto pare sbagliata.
 
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... e che hai 80 anni...?... non credo proprio, massimo, giudicando dal tuo interloquire, direi una 45/48ina...



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:lol:
 
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No, lo ritenevo uno dei tanti clienti che pagava per il mio tempo. Gli servivo per fare sesso senza sentirsi in colpa e a confessare pensieri che a nessun altro avrebbe confessato. Mi gettava addosso un peso é vero ma mi pagava per il "disturbo". Questo era il mio ruolo con lui. Ero sincera nei consigli richiesti, mi ricordo ancora tutto delle sue paure e delle sue speranze.. ma era lavoro. Per questo ti ho rivolto quella domanda, a quanto pare sbagliata.

Non era affatto sbagliata, invece.
Sebbene io di psicanalisi sappia ben poco ( dunque sarebbe ben opportuno l'intervento di un professore che ha l'avatar di Freud, e che invece si astiene con mio grande dispiacere) mi risulta che una delle logiche della terapia sia proprio quella di trattare argomenti difficili con procedimenti - come il transfert - che servono proprio a "passare" la propria esperienza all'altro e fargliela assimilare , in modo da trovare insieme il modo di superarli o di viverli con minore dolore.
Per questo ho iniziato questo thread chiedendo se qualcuno di voi aveva avuto esperienze di "psicoterapia reciproca" ( non saprei come meglio definirla) tra cliente ed escort.
A quanto pare sì.
 
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Non era affatto sbagliata, invece.
Sebbene io di psicanalisi sappia ben poco ( dunque sarebbe ben opportuno l'intervento di un professore che ha l'avatar di Freud, e che invece si astiene con mio grande dispiacere) mi risulta che una delle logiche della terapia sia proprio quella di trattare argomenti difficili con procedimenti - come il transfert - che servono proprio a "passare" la propria esperienza all'altro e fargliela assimilare , in modo da trovare insieme il modo di superarli o di viverli con minore dolore.
Per questo ho iniziato questo thread chiedendo se qualcuno di voi aveva avuto esperienze di "psicoterapia reciproca" ( non saprei come meglio definirla) tra cliente ed escort.
A quanto pare sì.


Nel mio caso mancava la reciprocità ma da quanto leggo sul forum gli sfoghi sono frequenti e reciproci.
 
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Nel mio caso mancava la reciprocità

Questo è il punto.
Questo.
Nel leggere quel che racconti, sembra che tu avessi ( e che tu abbia ancora?) una grande preoccupazione di risultare invadente o pesante.
Preoccupazione che non sfiora altri che girano nel forum, ahimè.
 
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Questo è il punto.
Questo.
Nel leggere quel che racconti, sembra che tu avessi ( e che tu abbia ancora?) una grande preoccupazione di risultare invadente o pesante.
Preoccupazione che non sfiora altri che girano nel forum, ahimè.


Per quanto riguarda il presente, non parlerei di paura ma di buongusto. Per il passato provo a spiegarmi. Con la maggior parte dei clienti fissi, dopo un po' di incontri, una prostituta potrebbe spacciare anche il peggiore degli sfoghi come un atto di confidenza/fiducia... e il cliente ne rimarrebbe gratificato. Ogni ragazza, consapevole di ciò, sceglie come agire. Io ho avuto la fortuna di nascere riservata e questo mi ha permesso di non pormi il problema.
 
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