- Espulso
- #81
Ho capito... Scrivo "ai miei tempi" perché mi sembra che sia passata una vita, anche se non é così. Ho 38 anni.



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Ho capito... Scrivo "ai miei tempi" perché mi sembra che sia passata una vita, anche se non é così. Ho 38 anni.
Per quanto riguarda il presente, non parlerei di paura ma di buongusto. Per il passato provo a spiegarmi. Con la maggior parte dei clienti fissi, dopo un po' di incontri, una prostituta potrebbe spacciare anche il peggiore degli sfoghi come un atto di confidenza/fiducia... e il cliente ne rimarrebbe gratificato. Ogni ragazza, consapevole di ciò, sceglie come agire. Io ho avuto la fortuna di nascere riservata e questo mi ha permesso di non pormi il problema.
Insomma, ragazzi, per farla breve, all'amicizia tra uomo e donna non ho mai creduto, non ci credo e non ci crederò mai.
Sì, sì, credo tu l'abbia già chiarito al messaggio #21.
A parte chi tra gli utenti lo fa per formazione propria e relativa professione, vi è mai capitato di avere con una escort una specie di rapporto simile ad una psicoterapia reciproca (non trovo termine migliore), nel quale ogni tanto è lei a chiamarvi per fare due chiacchiere e sfogarsi parlando dei fatti suoi , oppure ogni tanto siete voi a chiamarla per fare due chiacchiere e sfogarvi parlando dei fatti vostri?
e
Si, ma sono escluso dalla premessa.
sorry... il 4 è vicino al 3... ho un dito enorme e ho premuto quello sbagliato... si sente che ne hai 38...
vabbè, non c'è bisogno di infierire così per un mistyping...
Se nel tuo caso è accaduto solo in parte - ossia era il cliente a sfogarsi raccontando cose a te, e non il contrario - ciò è dipeso e dipende senz'altro dalla tua riservatezza e dalla tua discrezione, e forse costituisce la regola di un rapporto tra le parti che sappiamo.
La tua discrezione è senz'altro preziosa, non la scambio certo per paura: mi permetto solo di dire che spero, solo per te e nel tuo interesse, che tu abbia comunque momenti e persone ( ovviamente fuori da questo forum, ci mancherebbe altro) alle quali puoi parlare di tutto e confidare le tue esperienze ed i tuoi pensieri, pure se intimi, perché ciò rappresenta una preziosa risorsa per rasserenare se stessi e vivere con più calma la propria vita.
Questo ovviamente è solo il mio parere: se qualcun altro non ne sente mai il bisogno, meglio per lui.
Rispondo, solo per rasserenarti. Ho un paio di confidenti che reputo all'altezza di questo nome. Sono gli stessi che avevo anche allora, per questo forse non sentivo il bisogno di cercarne altri nell'ambito del meretricio. Tanto più che con queste persone mi confidavo anche riguardo alla professione, quindi non c'erano argomenti intoccabili che dovevo provare a sfogare con altri nell'ambito specifico. Forse anche questo ha il suo peso.
E' difficile spiegare come funzionava con me ma sicuramente il modo in cui mi proponevo risultava fastidioso per un certo tipo di cliente e questo era intenzionale, per scremare insomma. Il fatto che bisognasse interagire via mail con me per potermi incontrare, già creava degli scambi epistolari a volte minimi, altre volte corposi. Solo una personea incline a ciò poteva accettare quel tipo di contatto e di conseguenza raramente mi ritrovavo di fronte persone brusche e poco inclini al dialogo. Anche se un paio di volte mi é capitato comunque di trovare un troglodita. E infatti se chiudo gli occhi me li ricordo in hd. Devo dire poi che molti clienti avevano un buon livello culturale e quindi era un piacere discorrere su diversi argomenti con loro. Le confidenze erano frequenti. Più da parte loro che da parte mia. Alcuni avevano necessità di sfogare i loro problemi, di parlare delle loro sofferenze prima o dopo il sesso. Il fatto che facessi un numero relativamente limitato di incontri mi permetteva di rimanere anche mezz'ora in più della solita ora a parlare o ascoltare. Certo non accadeva sempre.. ma per la mia esperienza questo bisogno di ampliare il rapporto a qualcosa che andasse oltre il sesso c'era di frequente. Tutto però avveniva nel contesto dell'incontro. Anche quando raramente qualcuno rimaneva a mangiare, oppure rimaneva oltre il tempo stabilito, era per me il continuo di un incontro. Che poi quel tempo non avesse compenso é un altro conto, ma mentalmente per me si rimaneva in quel contesto. Anche perché il loft.. diciamo che alcuni lo vedevano come un luogo di confidenze o anche di confessioni. Come se ad una puttana si potesse dire tutto.. tanto di lì non sarebbe uscito niente. Chiamate e mail le ricevevo anche oltre quelle di accordo per gli incontri ma mentre alle mail rispondevo sempre, non ho mai chiamato nessuno né mandato sms, tranne quando richiesto. Ho sempre pensato fosse una regola ovvia della professione. Fare la puttana significa anche non esistere, una volta chiusa la porta. Se questo é quello che il cliente desidera. Mi ricorderò sempre di un cliente che aveva la moglie malata terminale. Lui ogni volta entrava e mi ricordava che era lì perché un'amante sarebbe stato uno sgarro terribile visto che lui amava sua moglie. La prima volta che venne a trovarmi, dubitai di questa storia perché in tanti si giustificavano per essere venuti da me. Lui forse lo percepì e la seconda volta mi fece vedere alcune foto terribili, di lei in ospedale. Era una persona molto colta, giovane ma durava poco. A differenza di altri non voleva (o non poteva, non lo so..) farlo la seconda volta. I primi dieci minuti gli offrivo il caffè che gli piaceva tanto. Poi gli facevo sesso orale. Il resto del tempo parlavamo. Forse faceva bene ad entrambi ma non la definirei amicizia. Diciamo che alcune persone sviluppano empatia nei confronti di altre. E' un trovarsi.. come nel mondo non pay. Io ho sempre preferito mantenere tutto dentro i confini dell'incontro, come se normalmente ciò ne facesse parte. Anzi.. all'inizio avevo sconfinato, sbagliando e pagandone le spese. Ho imparato dopo a stabilire quali fossero i giusti confini. Secondo me i clienti dovrebbero godere della compagnia della ragazza per tutto quello che questa riesce ad offrire e uscire da quella porta contenti, magari con la voglia di replicare ma senza farsi troppe domande. Io mi interrogo da sempre sull'animo umano e su ciò che mi circonda, forse fin troppo... ma ho capito che questo ambito lo si gode a fondo solo se si prende quello che viene senza provare a dargli un nome. I nomi confondono, le emozioni appagano. Ovviamente questo é solo il mio punto di vista.
caro collega, questo è un discorso estremamente interessante. Io per otto anni e mezzo sono stato il confidente più vicino di una ragazza che faceva la Escort a Firenze. Diciamo che è stata la mia migliore amica, e lo è tutt'ora. Praticamente è stata per entrambi una specie di psicoanalisi. Credo che non sia una cosa però così eccezionale e unica. E' impossibile - letteralmente impossibile - scindere l'aspetto fisico del sesso da quello - come dire - "spirituale" o almeno "immateriale". Non si può escludere il "Logos", diciamo, dalle nostre vite. E dalle nostre esperienze, incluse le PAY. Un po' con tutte le ragazze che ho frequentato si sono create situazioni simili. Le PAY che ho conosciuto hanno spesso una grandissima voglia di parlare, e se trovano un Punter intellettualmente un minimo sveglio, che ha pure tempo e voglia di parlare, è molto facile che si scivoli in un rapporto di questo tipo. Anzi, mi verrebbe da dire che, alla fine, i rapporti mercenari permettono di tenere vivo un equilibrio molto importante, ossia proprio il fattore amicizia fra donne e uomini. Le PAY, alla fine, sono le uniche donne di cui riesco a essere veramente amico. Perché? Non so. La mia idea è che, in un buon rapporto PAY (non in un Centro Massaggi Cinese, che cambia ragazze ogni 3 ore!), sussistono quei due elementi che rendono realmente valido un QUALSIASI rapporto fra DONNA e UOMO. Ovvero: IL SESSO E IL DIALOGO. Ridotto all'osso, in un mondo sano, mentalmente e spiritualmente sano, tutto ciò che basterebbe a unire una donna e un uomo in reciproco accordo è proprio questa coppia di esperienze: IL SESSO E IL DIALOGO. Ora, al di là del pagamento, al di là del mondo della prostituzione, io credo che ogni essere umano, donna o uomo, cerchi ossessivamente, nella propria realtà di vita, proprio queste due cose: IL SESSO E LA PAROLA, il SESSO E IL DIALOGO. Che si tratti di fidanzamento, che si tratti di matrimonio, che si tratti di una relazione più o meno leggera, che si tratti di PUTTANAGGIO, che si tratti di suore e frati, donne e uomini sognano un/a compagno/a con il/la quale SCOPARE DA URLO E CONVERSARE. Questo è un bisogno basilare. Il sesso, ripeto, e la parola. "Logos" e "incarnazione del Logos", mi verrebbe da dire...Sono iscritto solo da alcuni mesi, dunque non so se l'argomento sia già stato trattato: se così fosse, chiedo cortesemente all'amministrazione di unire questo thread dove e come meglio crede.
Il quesito è il seguente.
A parte chi tra gli utenti lo fa per formazione propria e relativa professione, vi è mai capitato di avere con una escort una specie di rapporto simile ad una psicoterapia reciproca (non trovo termine migliore), nel quale ogni tanto è lei a chiamarvi per fare due chiacchiere e sfogarsi parlando dei fatti suoi , oppure ogni tanto siete voi a chiamarla per fare due chiacchiere e sfogarvi parlando dei fatti vostri?
Ovviamente mi riferisco a casi nei quali il rapporto tra le due persone è consolidato, con una conoscenza più profonda di quella che può esservi dopo un solo incontro.
Un saluto.
Lafayette
Estremamente interessante. Una delle pagine più interessanti lette sull'argomento, ti ringrazio per la condivisione. Anche io mi sono trovato in situazioni di confidenza con PAY, sopratutto quando sono stato percepito "di buon umore" e spingevo la situazione sul "ridere", presentandomi per quello che, alla fine, sono, e cioè un BISCHERO ("Bischero" - per chi non lo sapesse - significa "COGLIONE" o "BAMBOCCIONE STUPIDO" in Fiorentino!). Presentandomi come ciò che sono, come appunto un BISCHERO, sono nate molte relazioni di "amicizia" perché le PAY hanno capito che, alla fine io sono solo un BISCHERO completamente inoffensivo, mi basta avere un bel sesso da fare e chiacchierare...Penso che ognuna scelga di cominciare questa professione per diverse ragioni. A prescindere dalle cause di inizio attività che si possono dichiarare o che ci vengono attribuite, c'é spesso dietro a questa scelta (non sempre!) una ragione scatenante che difficilmente viene rivelata. Da questa ragione scatenante può dipendere il tutto, può conseguire il modo di porsi, tanto che poi le varie analisi sulla freddezza sono inutili. Alcune sono fredde per rendere il lavoro accettabile per loro stesse, ad esempio. E a livello formale non c'é alcuna differenza tra una gelida che si protegge essendo gelida e una come me che cercava di umanizzare il più possibile il rapporto per dare. "Solo" dal punto di vista del punter cambia tutto.