Con parole vostre.

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Venessia
Ho capito... Scrivo "ai miei tempi" perché mi sembra che sia passata una vita, anche se non é così. Ho 38 anni.

:blush: sorry... il 4 è vicino al 3... ho un dito enorme e ho premuto quello sbagliato... si sente che ne hai 38... :heat:

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:lol:

:sorry: vabbè, non c'è bisogno di infierire così per un mistyping...
 
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rimini
Per quanto riguarda il presente, non parlerei di paura ma di buongusto. Per il passato provo a spiegarmi. Con la maggior parte dei clienti fissi, dopo un po' di incontri, una prostituta potrebbe spacciare anche il peggiore degli sfoghi come un atto di confidenza/fiducia... e il cliente ne rimarrebbe gratificato. Ogni ragazza, consapevole di ciò, sceglie come agire. Io ho avuto la fortuna di nascere riservata e questo mi ha permesso di non pormi il problema.

Dunque.
Non so se una escort possa sempre spacciare anche il peggiore degli sfoghi come atto di confidenza (uso le tue parole).
Credo che a volte certi sfoghi siano sfoghi e basta: a giudicare da ciò che ho visto ed udito per esperienza diretta ( nei miei messaggi precedenti ho raccontato alcuni episodi, e neanche i più "forti") non penso che dietro ci sia sempre un calcolo.
A volte c'è solo la voglia di sfogarsi pura e semplice, come capita ad ogni essere umano - donna o uomo che sia - che in certi momenti della propria vita sente di essere troppo carico di pensieri e di pesi: a quel punto egli può volere raccontare come si sente, senza calcolare quanto questo possa gratificare chi ha davanti.
Anzi, alcune volte racconta cose delle quali poi può provare imbarazzo, non certo soddisfazione per aver "legato a sé" l'interlocutore, il quale semmai a volte può sentirsi a sua volta "appesantito" dalla confidenza, e non certo orgoglioso per averla ricevuta.
Non credo allora che si possa parlare di una scelta della ragazza o di un qualche calcolo: a volte in una escort può esserci una totale spontaneità nel raccontare fatti o cose che la turbano, e lo stesso vale per il cliente, che a volte può aprirsi e raccontare cose e fatti di sé che lo rattristano o lo fanno pensare.
Sarò monotono, ma è per questo che ho parlato di "psicoterapia reciproca", cioè un reciproco scambio di confidenze e di aiuto emotivo: non penso possa accadere sempre, non credo sia possibile in tutti gli incontri escort/cliente, però a volte accade, e mi chiedevo se a qualcuno è accaduto.
Tutto qui.
Se nel tuo caso è accaduto solo in parte - ossia era il cliente a sfogarsi raccontando cose a te, e non il contrario - ciò è dipeso e dipende senz'altro dalla tua riservatezza e dalla tua discrezione, e forse costituisce la regola di un rapporto tra le parti che sappiamo.
La tua discrezione è senz'altro preziosa, non la scambio certo per paura: mi permetto solo di dire che spero, solo per te e nel tuo interesse, che tu abbia comunque momenti e persone ( ovviamente fuori da questo forum, ci mancherebbe altro) alle quali puoi parlare di tutto e confidare le tue esperienze ed i tuoi pensieri, pure se intimi, perché ciò rappresenta una preziosa risorsa per rasserenare se stessi e vivere con più calma la propria vita.
Questo ovviamente è solo il mio parere: se qualcun altro non ne sente mai il bisogno, meglio per lui.
 
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Personalmente vedo la psicoterapia reciproca tra uomo e donna in un altro modo.

Credo che il miglior supporto psicologico che mi può dare una escort, ma qualsiasi donna in generale, è farmi star bene, in un gioco sessuale, anche infantile se vogliamo, dove tutto viene ricondotto alla natura vera del rapporto tra i sessi.

Francamente stare ad ascoltarne le lagne non mi appaga e non mi rende capace di appagare. Forse perché ho sempre un'enorme paura di essere raffigurato come amico-fratello-confidente, il chè mi renderebbe la situazione veramente poco gratificante. Ad onor del vero, non c'è alcun rischio, perchè una donna me lo legge negli occhi che non sono minimamente disposto a ricoprire tale ruolo, e se ne guarda bene prima di fare un passo in tal senso.

La sua sensibilità la fa estremamente raffinata nel distinguere nell'immediatezza l'uomo che farà la parte dell'amico (e purtroppo spesso del sacco da box) dall'uomo che non ne farà parte.

Per la stessa ragione credo che una donna che trovi piacevole e intrigante la tua compagnia sia il modo migliore per renderla felice, quantomeno per distrarla da tanti pesi che tiene sullo stomaco. Di conseguenza, ben lungi da me l'idea di metterla al corrente delle mie paturnie.

Diverso, ma neanche tanto, è il discorso se lei è la tua fidanzata.

Insomma, ragazzi, per farla breve, all'amicizia tra uomo e donna non ho mai creduto, non ci credo e non ci crederò mai.
 
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A parte chi tra gli utenti lo fa per formazione propria e relativa professione, vi è mai capitato di avere con una escort una specie di rapporto simile ad una psicoterapia reciproca (non trovo termine migliore), nel quale ogni tanto è lei a chiamarvi per fare due chiacchiere e sfogarsi parlando dei fatti suoi , oppure ogni tanto siete voi a chiamarla per fare due chiacchiere e sfogarvi parlando dei fatti vostri?
e

Si, ma sono escluso dalla premessa.
 
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Se nel tuo caso è accaduto solo in parte - ossia era il cliente a sfogarsi raccontando cose a te, e non il contrario - ciò è dipeso e dipende senz'altro dalla tua riservatezza e dalla tua discrezione, e forse costituisce la regola di un rapporto tra le parti che sappiamo.
La tua discrezione è senz'altro preziosa, non la scambio certo per paura: mi permetto solo di dire che spero, solo per te e nel tuo interesse, che tu abbia comunque momenti e persone ( ovviamente fuori da questo forum, ci mancherebbe altro) alle quali puoi parlare di tutto e confidare le tue esperienze ed i tuoi pensieri, pure se intimi, perché ciò rappresenta una preziosa risorsa per rasserenare se stessi e vivere con più calma la propria vita.
Questo ovviamente è solo il mio parere: se qualcun altro non ne sente mai il bisogno, meglio per lui.

Rispondo, solo per rasserenarti. Ho un paio di confidenti che reputo all'altezza di questo nome. Sono gli stessi che avevo anche allora, per questo forse non sentivo il bisogno di cercarne altri nell'ambito del meretricio. Tanto più che con queste persone mi confidavo anche riguardo alla professione, quindi non c'erano argomenti intoccabili che dovevo provare a sfogare con altri nell'ambito specifico. Forse anche questo ha il suo peso.
 
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rimini
Rispondo, solo per rasserenarti. Ho un paio di confidenti che reputo all'altezza di questo nome. Sono gli stessi che avevo anche allora, per questo forse non sentivo il bisogno di cercarne altri nell'ambito del meretricio. Tanto più che con queste persone mi confidavo anche riguardo alla professione, quindi non c'erano argomenti intoccabili che dovevo provare a sfogare con altri nell'ambito specifico. Forse anche questo ha il suo peso.

Lo ha senz'altro: chiarisce che ti trovavi e ti trovi su un piano diverso, probabilmente estraneo all'argomento del thread.
Quanto alla serenità: la mia nulla c'entra, l'importante è che sia serena tu.
 
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Ho letto con estremo piacere l’intero thread apprezzandone alcuni interventi particolarmente. Ne riporto uno soltanto perché tutti sarebbero troppi. Non nascondo che ero animato dalla curiosità del post autorevole dell’utente conterroneo che invece è suonato un po’ come un calcio nelle palle. In linea con il suo solito stile del resto.
Ho cominciato il punteraggio in una fase davvero buia e per fortuna passata della mia vita. Agli incontri, più o meno amichevoli, mi vestivo della mia maschera migliore lasciando trasparire solamente sorrisi ed entusiasmo. D’altro canto però, sono stato spesso interlocutore di sfoghi provenienti da persone che oltre a dover affrontare le solite difficoltà della vita e dell’escorting, erano gravate anche da fardelli aggiuntivi dovuti alla società che non era ancora pronta a loro. Ho sempre assorbito tutto come una spugna senza mai ricambiare. Non sono quindi un utente indicato a contribuire a questa discussione se non con un doveroso bump, sperando di essere ringraziato per averla riportata in qualche modo alla luce.


E' difficile spiegare come funzionava con me ma sicuramente il modo in cui mi proponevo risultava fastidioso per un certo tipo di cliente e questo era intenzionale, per scremare insomma. Il fatto che bisognasse interagire via mail con me per potermi incontrare, già creava degli scambi epistolari a volte minimi, altre volte corposi. Solo una personea incline a ciò poteva accettare quel tipo di contatto e di conseguenza raramente mi ritrovavo di fronte persone brusche e poco inclini al dialogo. Anche se un paio di volte mi é capitato comunque di trovare un troglodita. E infatti se chiudo gli occhi me li ricordo in hd. Devo dire poi che molti clienti avevano un buon livello culturale e quindi era un piacere discorrere su diversi argomenti con loro. Le confidenze erano frequenti. Più da parte loro che da parte mia. Alcuni avevano necessità di sfogare i loro problemi, di parlare delle loro sofferenze prima o dopo il sesso. Il fatto che facessi un numero relativamente limitato di incontri mi permetteva di rimanere anche mezz'ora in più della solita ora a parlare o ascoltare. Certo non accadeva sempre.. ma per la mia esperienza questo bisogno di ampliare il rapporto a qualcosa che andasse oltre il sesso c'era di frequente. Tutto però avveniva nel contesto dell'incontro. Anche quando raramente qualcuno rimaneva a mangiare, oppure rimaneva oltre il tempo stabilito, era per me il continuo di un incontro. Che poi quel tempo non avesse compenso é un altro conto, ma mentalmente per me si rimaneva in quel contesto. Anche perché il loft.. diciamo che alcuni lo vedevano come un luogo di confidenze o anche di confessioni. Come se ad una puttana si potesse dire tutto.. tanto di lì non sarebbe uscito niente. Chiamate e mail le ricevevo anche oltre quelle di accordo per gli incontri ma mentre alle mail rispondevo sempre, non ho mai chiamato nessuno né mandato sms, tranne quando richiesto. Ho sempre pensato fosse una regola ovvia della professione. Fare la puttana significa anche non esistere, una volta chiusa la porta. Se questo é quello che il cliente desidera. Mi ricorderò sempre di un cliente che aveva la moglie malata terminale. Lui ogni volta entrava e mi ricordava che era lì perché un'amante sarebbe stato uno sgarro terribile visto che lui amava sua moglie. La prima volta che venne a trovarmi, dubitai di questa storia perché in tanti si giustificavano per essere venuti da me. Lui forse lo percepì e la seconda volta mi fece vedere alcune foto terribili, di lei in ospedale. Era una persona molto colta, giovane ma durava poco. A differenza di altri non voleva (o non poteva, non lo so..) farlo la seconda volta. I primi dieci minuti gli offrivo il caffè che gli piaceva tanto. Poi gli facevo sesso orale. Il resto del tempo parlavamo. Forse faceva bene ad entrambi ma non la definirei amicizia. Diciamo che alcune persone sviluppano empatia nei confronti di altre. E' un trovarsi.. come nel mondo non pay. Io ho sempre preferito mantenere tutto dentro i confini dell'incontro, come se normalmente ciò ne facesse parte. Anzi.. all'inizio avevo sconfinato, sbagliando e pagandone le spese. Ho imparato dopo a stabilire quali fossero i giusti confini. Secondo me i clienti dovrebbero godere della compagnia della ragazza per tutto quello che questa riesce ad offrire e uscire da quella porta contenti, magari con la voglia di replicare ma senza farsi troppe domande. Io mi interrogo da sempre sull'animo umano e su ciò che mi circonda, forse fin troppo... ma ho capito che questo ambito lo si gode a fondo solo se si prende quello che viene senza provare a dargli un nome. I nomi confondono, le emozioni appagano. Ovviamente questo é solo il mio punto di vista.
 
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genietto1983

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leggo con piacere il thread che submale ha riportato in auge e rispondo dicendo la mia.. non ho una pay con la quale reciprocamente, o solo uno dei due, si confida. anche con le fidelizzate, che un media vedo una o due volte al mese, durante l'incontro ci parliamo al di la delle poche battute che solitamente si dicono, ad esempio una mi ha recentemente confidato la sua angoscia a ritornare in patria poichè ultimamente è aumentata a dismisura la criminalità e la povertà, ma finisce poi li. tendenzialmente tendo a raccogliere io le confidenze, anche perchè io ho ben poco da confidare, sono solo è vivo una vita abbastanza riservata.
per restare in scia con l'ultimo intervento, mi sono avvicinato da ragazzo a questo mondo, per esplorare essenzialmente l'aspetto sessuale e certamente i primi incontri non avevano altra finalità. ho poi interrotto le esperienze per questioni familiari per poi riprendere una volta tornato solo ed all'inizio devo ammettere che non cercavo sesso ma compagnia, a quelle poche escort che mi chiedevano se fossi single o meno ho confidato quelli che erano i miei problemi di allora, ma era giusto uno scambio di battute anche salutare in quel momento, nulla più. ora incontro esclusivamente per piacere, come un tempo e spero per molto altro tempo ancora
 
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donchisciotte909

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Sono iscritto solo da alcuni mesi, dunque non so se l'argomento sia già stato trattato: se così fosse, chiedo cortesemente all'amministrazione di unire questo thread dove e come meglio crede.
Il quesito è il seguente.
A parte chi tra gli utenti lo fa per formazione propria e relativa professione, vi è mai capitato di avere con una escort una specie di rapporto simile ad una psicoterapia reciproca (non trovo termine migliore), nel quale ogni tanto è lei a chiamarvi per fare due chiacchiere e sfogarsi parlando dei fatti suoi , oppure ogni tanto siete voi a chiamarla per fare due chiacchiere e sfogarvi parlando dei fatti vostri?
Ovviamente mi riferisco a casi nei quali il rapporto tra le due persone è consolidato, con una conoscenza più profonda di quella che può esservi dopo un solo incontro.
Un saluto.
Lafayette
caro collega, questo è un discorso estremamente interessante. Io per otto anni e mezzo sono stato il confidente più vicino di una ragazza che faceva la Escort a Firenze. Diciamo che è stata la mia migliore amica, e lo è tutt'ora. Praticamente è stata per entrambi una specie di psicoanalisi. Credo che non sia una cosa però così eccezionale e unica. E' impossibile - letteralmente impossibile - scindere l'aspetto fisico del sesso da quello - come dire - "spirituale" o almeno "immateriale". Non si può escludere il "Logos", diciamo, dalle nostre vite. E dalle nostre esperienze, incluse le PAY. Un po' con tutte le ragazze che ho frequentato si sono create situazioni simili. Le PAY che ho conosciuto hanno spesso una grandissima voglia di parlare, e se trovano un Punter intellettualmente un minimo sveglio, che ha pure tempo e voglia di parlare, è molto facile che si scivoli in un rapporto di questo tipo. Anzi, mi verrebbe da dire che, alla fine, i rapporti mercenari permettono di tenere vivo un equilibrio molto importante, ossia proprio il fattore amicizia fra donne e uomini. Le PAY, alla fine, sono le uniche donne di cui riesco a essere veramente amico. Perché? Non so. La mia idea è che, in un buon rapporto PAY (non in un Centro Massaggi Cinese, che cambia ragazze ogni 3 ore!), sussistono quei due elementi che rendono realmente valido un QUALSIASI rapporto fra DONNA e UOMO. Ovvero: IL SESSO E IL DIALOGO. Ridotto all'osso, in un mondo sano, mentalmente e spiritualmente sano, tutto ciò che basterebbe a unire una donna e un uomo in reciproco accordo è proprio questa coppia di esperienze: IL SESSO E IL DIALOGO. Ora, al di là del pagamento, al di là del mondo della prostituzione, io credo che ogni essere umano, donna o uomo, cerchi ossessivamente, nella propria realtà di vita, proprio queste due cose: IL SESSO E LA PAROLA, il SESSO E IL DIALOGO. Che si tratti di fidanzamento, che si tratti di matrimonio, che si tratti di una relazione più o meno leggera, che si tratti di PUTTANAGGIO, che si tratti di suore e frati, donne e uomini sognano un/a compagno/a con il/la quale SCOPARE DA URLO E CONVERSARE. Questo è un bisogno basilare. Il sesso, ripeto, e la parola. "Logos" e "incarnazione del Logos", mi verrebbe da dire...
 
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donchisciotte909

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Penso che ognuna scelga di cominciare questa professione per diverse ragioni. A prescindere dalle cause di inizio attività che si possono dichiarare o che ci vengono attribuite, c'é spesso dietro a questa scelta (non sempre!) una ragione scatenante che difficilmente viene rivelata. Da questa ragione scatenante può dipendere il tutto, può conseguire il modo di porsi, tanto che poi le varie analisi sulla freddezza sono inutili. Alcune sono fredde per rendere il lavoro accettabile per loro stesse, ad esempio. E a livello formale non c'é alcuna differenza tra una gelida che si protegge essendo gelida e una come me che cercava di umanizzare il più possibile il rapporto per dare. "Solo" dal punto di vista del punter cambia tutto.
Estremamente interessante. Una delle pagine più interessanti lette sull'argomento, ti ringrazio per la condivisione. Anche io mi sono trovato in situazioni di confidenza con PAY, sopratutto quando sono stato percepito "di buon umore" e spingevo la situazione sul "ridere", presentandomi per quello che, alla fine, sono, e cioè un BISCHERO ("Bischero" - per chi non lo sapesse - significa "COGLIONE" o "BAMBOCCIONE STUPIDO" in Fiorentino!). Presentandomi come ciò che sono, come appunto un BISCHERO, sono nate molte relazioni di "amicizia" perché le PAY hanno capito che, alla fine io sono solo un BISCHERO completamente inoffensivo, mi basta avere un bel sesso da fare e chiacchierare...

Ho raramente incontrato l'aspetto "Freddo" delle Escort, diciamo che la stragrande maggioranza delle ragazze che ho conosciuto si mostravano molto simpatiche e calde, ed è estremamente interessante ciò che dici, e cioè che anche un calore o una parvenza di calore possa essere in realtà uno "schermo", un modo di rendere l'esperienza sostenibile... Hai condiviso qualcosa di estremamente prezioso, e che non è semplice da trovare.
 
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