LA NON RECENSIONE – SI TRATTA DI UNA IMPRESSIONE.
Sabato 16 novembre 2019, sabato, 16 novembre, il 16, per molti potrebbe essere una data qualsiasi, invece è una data simbolica, è il compleanno di un noto locale.
Ma quale punter che non si rispetti non ci andrebbe? Forse quello a cui le feste chiassose non piacciono, e forse quello che vive il compleanno come un anno che è trascorso avvicinandosi all’invecchiamento.
No, il compleanno non va festeggiato, a mio avviso, soprattutto nei locali dove noi “vecchi” (o quasi) ci rintaniamo per dimenticare gli anni che passano, sentirci ancora giovani tra le cosce di giovani ragazze (che lo sono davvero).
Allora che fare? Si va controcorrente, se la tentazione di virare verso Arnoldstein è forte, si sta in apnea, si accelera e si tira diritto, dopo aver superato lo svincolo di un chilometro si respira di nuovo, tanto è tardi per cambiare idea, meglio già entrare mentalmente in Andiamo (perché poi quando sarò arrivato, vorrò entrare fisicamente in qualcuna).
Che dire, lo sguardo volge lo stesso verso Arnoldstein, dall’altezza dell’Autoban (l’autostrada dico, non che mi banno da solo dal forum) scorgo il parcheggio della concorrenza, che strano, non mi pare così affollato, ma è presto, sono solo le 12.15, auguro a quelli che sto superando un buon divertimento.
Dopo tanto tempo mi dirigo verso l’Andiamo come ci si dirige verso una vecchia, ma amata, fidanzata, con la sensazione paurosa di trovarla decaduta e piena di rughe, qualche dubbio mi assale, mentre bevo un sorso della mia immancabile acqua, finisco la bottiglia e mi verrebbe voglia di sbattermela sui maroni alla Tafazzi, tanto il dubbio era persistente, ma oramai sono alla famigerata uscita 84.
Prima di dilapidare tutto quello che ho nel portafogli, vado a fare il pieno alla OMV, cazzo, la prossima volta mi prendo su le taniche (non scherzo), perché in Italia ci massacrano di tasse?? Ah, è vero, mi ritorna in mente Tafazzi e mi sbottiglio i maroni.
Ragazzi, un consiglio, in particolare ai malati di fica come me, prima di entrare nel locale:
1) Fare il pieno.
2) Tenere da parte i soldi per l’autostrada.
3) Tenersi almeno 10€ per il panino e la coca della staffa del ritorno.
4) Lasciare tassativamente le carte di credito chiuse nel cruscotto.
Fatto questo potete spendere tutto il rimanente senza remore, tanto a casa ci ritornate.
Ebbene arrivo davanti al locale che saranno le 12.30\12.45, poche auto, paesaggio quasi lunare che mi sa di strano, mi fermo a riflettere parcheggiato. Nel frattempo a poca distanza arrivano due auto a controllare la situazione, vanno piano nel parcheggio, e gli occupanti scrutano, loro scrutano ed io li fiuto: sono puttanieri. Inutile, i puttanieri si scorgono come una lucciola nella notte (ovviamente non parlo dell’insetto luminoso). Solo che io rifletto con calma parcheggiato, e questi riflettono veloci e se ne vanno.
Io decido di entrare, ma odo nell’aria, tra i monti carinziani un eco: cazzo è ancora Tafazzi con la bottiglia di plastica.
Pazienza, entro con il mio corredo da perfetto punter, le mie ciabatte personali e altre suppellettili da checca isterica, alla reception una bella ragazza che non parla niente di italiano mi avrà preso per il barbiere del locale, bene, ma tra il mimo di un pompino e l’indicazione della taglia dell’accappatoio, ci capiamo lo stesso.
Ad un certo punto con il mio sorriso gli dico “Non capisco un cazzo ma io parlo la lingua internazionale” (tiro fuori 100€), e lei “Ja, ja, danke”.
Pago 85€, lei rilancia della card sconto da 25€, io ribatto con la fattura cartacea della vignetta, e lei mi restituisce 9,20€, centesimi inclusi, adoro questa precisione teutonica, sono così ottimista che mi sarei trombato pure la receptionista, magari venendo sugli asciugamani che poi lei avrebbe consegnato ai successivi avventori. Prima di abbandonare il nostro incomprensibile sodalizio, mi dice che ho 3 consumazioni alcoliche, e tutto il resto anal-colico incluso, pranzo\cena full optional.
Entro nello spogliatoio, molti armadietti recano la scritta “Kaput” e altre amenità tedesche, sensazione che mi fa pensare che l’italiano medio non sia più il cliente tipico, il numero del mio armadietto preferito è occupato, mannaggia.
Nello spogliatoio io mi sto cambiando e contemporaneamente da dentro la sala arrivano quattro ragazzotti sloveni, saranno le 13.00 e sono decisamente ubriachi, parlano tassativamente sloveno, e presumono tassativamente che io li capisca: uno mi chiede se ho qualcosa da “tirare”, un altro mi chiede del viagra, un altro mi chiede da fumare. Meno male che il quarto non era frocio, sennò mi chiedeva il culo, poi vedo che apre l’armadietto col mio numero preferito, e mi sta sul cazzo più degli altri.
Ingresso ore 13.00, ore 13.05 volevo uscire, e che cazzo, sono qui per rilassarmi e sti qui mi molestano? Ma andatevene a fare in culo da 1 a 4 senza passare per il via. Noto che arriva la sicurezza, si vede che questi sono monitorati.
Mi faccio passare il nervoso e decido di entrare in sala, ore 13.06, n.5 ragazze, n.5 clienti, però che animo.
Andiamo…a mangiare. Mentre entro incrocio due latine che mi salutano “Mi amor”, mi amor sto caz, manco mia mamma si azzarda a percularmi in questo modo, mi pare di averle già viste al fu Marina, una poco carina, l’altra passabile, mah. Nel ristorante 4 o 5 ragazze che pranzano, salutano e sembrano educate.
Manca Martin in cucina, ma non mi lamento, a parte meno varietà di altri posti, non è male, carne decente e patate novelle, verdure, non pretendiamo grandi cose. Degno di nota il bombolone alla marmellata che qui si chiama crafen (ma non so come si scrive e quindi lo scrivo come si pronuncia), me ne sarei mangiati 4, per compensare i 4 stronzi di prima, però il mio tasso glicemico mi fa accontentare di uno.
Utile la macchinetta erogatrice di bevande, acqua inclusa, per i più attenti alla fica, ma meno attenti ai dispenser, quello che eroga succo di mela e l’altro forse il succo di arancia, hanno un doppio pulsante, in basso eroga il succo, in alto eroga acqua, uno la gassata, uno la naturale.
Vado in sala, l’aspetto è quello del solito locale, non noto differenze abissali, tutto pulito ed ordinato, forse pure meglio del solito, ma davvero poca gente, ma forse non fa testo, saranno tutti nella festa dell’altro lido, e poi io arrivo\riparto nella fascia oraria meno potabile.
Nell’attesa della digestione, aspetto che arrivino delle ragazze, che mi dicono essere dalle 25 alle 28, non tantissime, ma credo che qualcosa si trovi. Bevo uno spritz servito da una graziosissima ed attenta barista biondina (sì, lo avete capito, mi sarei fatto pure la barista).
Ho una strana e duale sensazione, di tristezza perché me lo ricordo ai bei tempi, ma anche di familiarità perché percepisco nelle ragazze una maggiore attenzione\umanità rispetto ad altri locali. Si vede una sorta di decadenza, ma non per forza negativa, sono anche più rilassato del solito.
Guardate, non voglio entrare in dettagli di camere, che dalle 13.00 alle 20.00 che sono rimasto lì, ne ho fatte quattro, sono sempre impressioni talmente soggettive e criticabili che non ha senso esporle, per me. Missili terra-aria, o terra-terra, conclamati non ne ho visti. Forse una che mi ha chiesto 30€ in più per il FK, bene, con me una così non si fa nemmeno i 70€ e non ci sono andato, anche se non ho appurato se riuscivo ad addomesticarla, non puoi pagare per una cosa che si regala: il bacio nei locali o è incluso, o non si fa, e nemmeno va preteso in quanto troppo intimo per monetizzarlo. Magari sbaglio, ma è un mio pensiero.
Credo che quelle con cui sono stato (alcune veterane e non) compensano le lacune di qualche sciocchina. Menziono una certa Samanta, se non sbaglio, bionda, rumena, lingua spagnoleggiante, che si è comportata bene, anche a livello umano, mi trovava simpatico e ogni tanto di fermava 5\10 minuti con me, anche se non la incameravo più. Cito la veterana sempre simpatica Selena.
In genere tra le 28\30 ragazze presenti non ho visto ragazze super top (che, ad esser sincero, non sarebbero il mio tipo), ma alcune molto carine, ho notato soprattutto una varietà notevole per gusti differenti, forse in Wellcum ho visto un bel livello, migliore, ma una tipologia di ragazze molto omogenea che rende addirittura difficile la scelta (per me, ovviamente), mentre qui è più semplice diversificare, oltre che per l’aspetto, anche l’esperienza in camera.
Insomma, non voglio essere reticente o tirchio di dettagli sulle ragazze, la mia vuole essere una impressione più generica per invogliare a provare il locale, un locale che, seppur in declino, ha un suo perché, soprattutto per il carattere più familiare dell’ambiente.
Sono sincero, se continua così, con poca clientela non ne vedo un futuro roseo, e se le ragazze non guadagnano poi scappano altrove, ho pure visto la massaggiatrice Lilli (se ricordo il nome) grattarsi la passera, ed il barbiere barbuto smanettarsi per inattività, e se il sabato si è inattivi, non oso pensare, che so, ad un martedi (roba che il deserto dei Tartari parrebbe la tangenziale di Bologna all’ora di punta).
La clientela che sta prendendo piede è sempre meno italica, con le conseguenze negative che sono evidenti: dai molestatori ubriaconi, al minor uso della lingua italiana, al deterioramento della cucina a favore di popolazioni che mangiano rape secche (che se gli nomini la “culinaria” pensano sia un extra da 100€).
Ritengo varrebbe ancora la pena andarci, magari alternando i locali confinanti, quel tanto da farlo sopravvivere e non perdere un locale storico, un ambiente ancora a misura d’uomo, dove trovano sede delle ragazze belle, anche se non splendide, ma con modi di fare ancora umani e non del tutto “sbrigativi”.
Questa non era una recensione, è stato il sacrificio di un vostro collega di fica che ha abbandonato il luogo sicuro per tentare la sorte, e infondo non è andata male, il locale lo facciamo noi, il locale è dentro di noi, e quando capirete che anche l’uomo gode prima con la testa e solo dopo con l’uccello, troverete il piacere ovunque andrete.
Un saluto ai pazienti lettori, nella speranza siate anche clementi nei miei riguardi.