Penso di essere stato tra i primi ad esprimere preoccupazione per l’eventuale effetto boomerang da paesi i cui temerari governanti avevano adottato la politica del “si salvi chi può”. Qualcuno poi si è ricreduto ma non è il caso della “civilissima” Svezia. Ho abbandonato questa preoccupazione avendo assunto la consapevolezza che la diffusione del virus viene modulata ma l’attuale strategia pare essere quella di raggiungere gradualmente un’immunità di gregge, evitando possibilmente che le strutture sanitarie collassino. Inutile prendersela con la Svezia per qualcosa di ineluttabile.Che bello (in tono ironico) in Svezia.
Rischiano di vanificare tutti i sacrifici degli Stati europei. OMS, Commissione Europea, Consiglio d'Europa, se ci siete battete un colpo, grazie!
https://www.youtube.com/watch?v=xhG7EW_P48M
Mi sono sempre chiesto, senza mai trovare risposta, in che modo l’h-index sia correlato al fatto che l’autore possa o meno ricoprire incarichi accademici o peggio ancora incarichi istituzionali. A titolo di esempio, basti pensare a (e dico tre a caso in veste di economisti, la politica non c’entra) Borghi, Bagnai e addirittura Rinaldi, i quali benché non siano mai stati punti di riferimento assoluti in materia, nel breve periodo di potere hanno visto il loro h-index incrementare considerevolmente. In ogni caso si contestava il carattere forzatamente pretestuoso ed inconsistente di quelle diffamazioni vestite da debunking, redatte da una veterinaria recidiva e propalate da una testata non proprio attendibile. La magistratura ci dirà se aveva ragione.Senza voler qui aprire la milionesima svagata discussione sulla bibliometria riporterei, ad ulteriore elemento di valutazione, un semplice numero indice che si può ricavare da repertori come WebOfScience, GoogleScholar, ResearchGate o Scopus. Si tratta dell'h-index...