Io spero davvero che a questo punto la pandemia almeno porti qualcosa di buono nel bel paese: ... a questo punto anche il settore della prostituzione che come non mai vista il legame stretto con il problema sanitario potrebbe essere regolamentato.
Rileggevo pensieroso il tuo intervento e, a parte il fatto che dubito molto che la pandemia possa portare qualsiasi cosa di buono (anche a prescindere dalla malattia in sé stessa, pare che tenda a trasformare in merda tutto ciò che va a toccare nelle nostre vite), sono molto poco convinto che possa determinare regolamentazioni nel settore della prostituzione (a meno che tu non voglia intendere "regolamentazioni" come eufemismo per "politiche abolizioniste").
L'impressione che si ricava dalle ultime notizie è che la situazione sanitaria non sia risolubile a breve e che la nostra convivenza forzata con il rischio rappresentato dal virus debba protrarsi ancora per un bel po'. In questo clima, a mio modo di vedere, tutta la retorica del "niente sarà come prima" e del "new-normal" potrebbe semmai portare a ondate di repressione con la scusa del contenimento sanitario (in pratica un grimaldello per giustificare il controllo poliziesco di un'attività che fino a questo momento era per lo meno coperta dallo scudo delle sua piena liceità a norma di legge, purché in assenza di coercizione e sfruttamento: le misure anti-Covid fornirebbero il pretesto perfetto per considerare di fatto fuori legge ciò che era stato finora perfettamente legale). Non solo mi figuro che potrebbero aumentare pattugliamenti e incursioni sulle strade del meretricio o nei centri massaggi, ma mi aspetto che (seppur insensatamente) lo stigma sociale nei confronti di chi usufruisce della prostituzione potrebbe diffondersi ancora più (sempre per via dell'associazione di idee con l'incremento del rischio sanitario per la collettività), fornendo uno zoccolo duro di supporto dell'opinione pubblica a politiche repressive.