Potete seguire l'evolversi delle statistiche su questo sito:
http://www.statistichecoronavirus.it
Ci sono i dati cumulativi e quelli giornalieri.
I paragoni con l'influenza sono totalmente infondati: l'influenza "uccide" non in sé, ma a seguito di complicazioni quali la polmonite, in persone ormai già dalla salute compromessa, perché molto anziane, o malati oncologici ecc.
In sostanza le statistiche sulle morti per influenza sono statistiche di gocce che fanno traboccare vasi. Teniamo inoltre presente che mi risulta, per l'influenza una mortalità del 2 per mille, o 0,2% (ma dipende come la misuri, come detto da altri).
Col coronavirus stanno morendo persone di 30, 40, 50 anni altrimenti sane. A Wuhan sono morti almeno 6 medici, di età tra i 30 e i 50 anni, compresi il primario dell'ospedale e il medico che per primo lanciò l'allarme presso i colleghi, ed era gente giovane e sana.
Va bene evitare inutile panico, ma sarebbe pure il caso di evitare di raccontarsi le favole.
Il dato della percentuale tra morti e contagiati, in base al quale il rischio di mortalità sarebbe dell'1% o 2% ecc. non ha alcun senso: il contagio è in atto e non se ne conosce la portata, ma è in rapida espansione. Questo "indice" rappresenterebbe un miglioramento della situazione tanto più marcato quanto più veloce è il contagio (perché i contagiati crescono più rapidamente dei morti diminuendo la percentuale). E' una statistica stupida.
Meno stupido, e confrontabile con la mortalità dell'influenza, è semmai la statistica (ma con le avvertenze da fare sotto) tra morti e casi esitati, e cioè:
Somma dei morti + somma dei guariti definitivi = casi "esitati" cioè giunti alla fine della malattia.
Somma dei morti rapportata a somma dei casi esitati = mortalità effettiva della malattia.
Questo dato, però, dipinge una situazione molto peggiore di quella reale, perché chi muore muore dopo pochi giorni, diciamo entro 10 giorni, mentre chi sopravvive viene dichiarato guarito dopo l'intero decorso della malattia e l'intero decorso di un periodo di osservazione di almeno due settimane. Quindi il numero dei guariti di oggi non va rapportato al numero dei morti di oggi ma al numero dei morti di N giorni fa, dove N è la differenza tra tempo di ricovero medio dei pazienti morti e tempo di ricovero medio dei pazienti guariti.
Dal sito indicato vedete che, sui casi "esitati" cioè giunti a conclusione, le morti sono in questo momento tra il 9% e il 10%, e sono in costante diminuzione (calcolo questo dato ogni giorno dai primi di febbraio).
Ai primi di febbraio questo dato era impressionante, si avevano 500 morti e 900 guariti, quindi 500 esiti mortali su 1400 esiti, una cosa da peste bubbonica. Ma questo dato era dovuto al fatto che chi moriva viene dichiarato morto molto più in fretta di chi guarisce e viene dichiarato guarito.
In realtà, come detto, i guariti non fanno che aumentare (ultimamente hanno superato, come dato giornaliero, i nuovi contagiati) quindi il dato finale, alla fine dell'epidemia, dovrebbe essere molto più basso, ma teniamo presente che anche l'1% sarebbe sempre altissimo come numero finale di morti tra la popolazione altrimenti sana.
C'è un altro fattore che non si considera: noi non abbiamo idea di quanti siano i contagiati. In Italia abbiamo per ora 150 contagiati su 4000 "tamponi" effettuati, ma non possiamo escludere che, alla fine dell'epidemia, non sia stato contagiato il 30, il 40% della popolazione, o anche l'intera popolazione.
Su una popolazione di 60 milioni di abitanti, una mortalità dell'1 per mille sono 60.000 morti, e possono pure essere tutta gente "giovane e sana", in pratica i morti di una guerra pluriennale.
Al momento non possiamo dire nulla: può darsi che i contagiati siano solo il 10% della popolazione, con una mortalità dell'1 per mille, e magari solo casi già fragili di loro, come per l'influenza.
Oppure può darsi che, alla fine dell'epidemia, sia stato contagiato il 50% della popolazione, con l'1% di morti tra soggetti giovani e sani, pari a 30.000 morti. O molti di più. Può anche darsi che i contagiati siano in realtà, in Cina, in numero enorme con conseguenze lievissime e non avvertibili (non possono certo fare milioni di "tamponi") insomma può darsi che la malattia abbia tantissimi contagiati che guariscono spontaneamente, senza sintomi particolari e senza problemi (i tamponi questa statistica non ce la possono dare, perché un guarito è già "negativizzato", andrebbe fatto l'analisi degli anticorpi, a tappeto, tra le persone cui è stato fatto il tampone, per sapere quanti di loro sono negativi al test del virus perché non hanno preso la malattia, e quanti sono negativi perché sono guariti).
Non abbiamo elementi per fare previsioni, ma una cosa possiamo dire: non è una posizione razionale quella di chi dice che è nient'altro che una banale influenza. La gente non muore di influenza a 30 anni, e infatti per l'influenza non si fanno quarantene, non si bloccano città.
Pare che i casi di Codogno siano in gran parte riconducibili all'aver visitato il Pronto Soccorso in due giorni: 30-40 contagiati, potenzialmente da una sola persona, in due giorni, non sono numeri da influenza.
Aggiungo che è ormai pacifico che vi sia contagiosità anche da individui asintomatici, inoltre i "sintomi", quanto presenti, sono scarsamente riconoscibili, alla fine sono gli starnuti o il toccare oggetti che sparge il contagio, uno startuno può avere mille cause, non è cosa che vediamo come "sintomo di coronavirus", quindi di fatto le persone contagiose *non* sono riconoscibili, sono "mimetizzate" tra tutte quelle che hanno una banale infreddatura o anche meno.