con queste come la mettiamo?
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Brescia, una donna spara e uccide
in casa la sua convivente di 34 anni
L'omicidio è avvenuto nella notte a Gussago. La donna ha sparato con una pistola che era stata acquistata pochi giorni fa. Sul delitto stanno indagando i carabinieri, ma la pista passionale è la più accreditata
Brescia, una donna spara e uccide in casa la sua convivente di 34 anni La casa del delitto
Due colpi alla testa che hanno posto fine alla vita della sua compagna, esplosi con una Beretta calibro 7,65 acquistata solo cinque giorni prima. Una circostanza, questa, che con tutta probabilità farà scattare l'accusa di omicidio premeditato, con l'aggravante della minorata difesa. Angela Toni, 35 anni, operaia in una fabbrica di materie plastiche a Rodengo Saiano, ha freddato Milena Ciofalo, 34 anni - che aveva perso il suo lavoro da barista qualche mese fa - mentre dormiva, nella notte, nella loro casa a Gussago, nel Bresciano.
E' stata la stessa Toni, qualche ora dopo il delitto, a chiamare i carabinieri: "Ho ucciso la mia donna". L'hanno trovata in casa, accanto al corpo di Milena che ha vegliato per qualche ora: nella camera da letto c'erano due bossoli. Ha balbettato qualche tentativo di spiegazione da cui i militari di Gardone Valtrompia e Brescia hanno capito che l'uccisione era maturata per una questione passionale. "Un omicidio che ha un movente passionale", ha confermato il comandante provinciale di Brescia, colonnello Marco Turchi, che trae origine da "un rapporto di coppia difficile".
A Gussago, in una villetta a schiera a due piani, la coppia era arrivata da meno di un anno. La vittima era originaria di Agrigento, quella che da compagna nella vita è diventata la sua assassina arrivava invece da Perugia. Una vicina di casa, una donna dell'Est, racconta che due mesi fa le aveva sentite "litigare abbastanza forte". Come è successo sabato sera, "ma poi si erano calmate".
Angela Toni, invece, ha atteso che Milena si addormentasse, ha impugnato la pistola, le ha messo un cuscino in faccia e l'ha uccisa. Davanti al magistrato dovrà spiegare perché ha acquistare quell'arma solo pochi giorni fa per poi ottenere un permesso di porto per il tiro a volo. Dovrà spiegare se sospettava che la sua compagna avesse cominciato a frequentare qualche altra persona, caricando la sua gelosia fino a farla esplodere, oppure se Milena voleva lasciarla e lei ha deciso che non potesse essere di nessun altro.
A Gussago le conoscevano in pochi: facevano una vita riservata. Milena, nei locali in cui aveva lavorato come barista, è ricordata come una brava dipendente. Una coppia come tutte le altre, hanno ricostruito gli investigatori, con i loro dissidi che fanno parte della quotidianità, diventati più frequenti e accesi negli ultimi tempi, ma che non lasciavano presagire la tragedia della notte scorsa. La vicina di casa aveva sentito il rumore di due colpi. ma non aveva pensato che fossero spari. Milena, invece, era morta, uccisa dalla persona che aveva amato e che ora è in carcere con accuse che potrebbero costargli l'ergastolo.
"Le coppie lesbiche non sono certo idilliache e senza macchia. Ma sicuramente, anche dall'esperienza dei nostri centri di aiuto, la violenza fisica all'interno delle coppie di donne è piuttosto rara. E' un cattivo esempio di imitazione della normalità", commenta Cristina Gramolini, della segreteria nazionale di Arcilesbica. "Attenzione a non usare questi episodi per equiparare le violenze, quella tradizionale maschile verso la partner e quella all'interno delle coppie lesbiche - avverte la dirigente di Arcilesbica - Non vorrei che in nome di alcuni casi si dia la sensazione che la violenza è insita in tutti i rapporti di coppia e che nulla cambia tra la coppia tradizionale, in cui predomina la guida maschile, e una situazione diversa".
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La parte divertente di questa tragedia e' il commento di Arcilesbica.
La parte meno divertente e' intuire dove sta andando a parare questa volonta' di riconoscere dei "reati di genere". Perche' i malpensanti - come me - hanno visto dove e' andata a finire la giurisprudenza relativa al divorzio.