Per rimanere in tema e senza la velleità di difendere nessuno ma solo riportare la mia esperienza di moderatore e gestore del sito, i lurker molto spesso sono soggetti che si portano dietro un handicap informatico. Purtroppo la situazione in Italia da questo punto di vista, è decisamente da terzo mondo. La diffusione di internet è sì capillare ma è anche vero che l'approccio dell'utenza a questo strumento è spesso lacunoso, ovvero non si ha coscienza di come funziona la rete internet. In altre parole non c'è nè cultura nè storia in molti utenti. Molti di questi hanno scoperto la rete approcciandosi direttamente a Facebook che è solo uno stadio del percorso. Chi ha una anzianità informatica maggiore, si avvicina al mondo delle community con maggiore attenzione. Non che sempre dia dimostrazione di sapere quello che fa, ma spesso in effetti è così. Leggevo proprio ieri un articolo di giornale nel quale si parlava della web reputation con particolare riferimento agli ultimi episodi di cronaca che hanno visto cyberbulli condizionare a tal punto la psicologia di soggetti (deboli, si parla di adolescenti) da indurli a suicidarsi. Fatto salvo l'accaduto, mi ha colpito che in riferimento ai social network si parla non di comunità ma di tribù:
In antropologia, una
tribù è una
società umana, cioè una unità sociale determinata, in possesso di una relativa omogeneità
culturale e
linguistica. Il concetto di tribù non implica per forza una unità territoriale, non è raro per l'appunto trovare sottogruppi della tribù stanziati in zone relativamente lontane l'una dall'altra.
A livello politico, il concetto di tribù viene contrapposto a quello di
stato ed in passato l'antropologia soleva considerare le società tribali come prive di un'autorità statale e di conseguenza di un sistema politico definito chiaramente. Anche se tale dibattito è ancor oggi vivo, ai giorni nostri si tende rifiutare questa opposizione tra società organizzate in stato e società "senza stato".
Da qui l'atteggiamento lassista degli utenti che spesso, solo per non cedere al concetto di
REGOLAMENTAZIONE stanno alla finestra senza contribuire non capendo che invece, lo scambio di informazioni per essere attendibile, non può prescindere dal concetto di conoscenza reciproca. Su internet, fatto salvo il caso delle video chat, non ci si parla, non ci si vede. Si comunica con gli scritti. Una grossa limitazione. La lingua italiana poi è difficile, forse una delle più articolate per grammatica e sintassi. E' noto che per molti italiani, esprimere un concetto con la scrittura è una impresa titanica. Ecco allora che si cede al "feedback" che altro non è che un commento a qualche argomento. Ma il commento in quanto tale, non significa descrivere la propria esperienza. Ecco quindi che, piuttosto che seguire le regole che in quanto tali la maggior parte delle volte vengono subite come imposizione piuttosto che essere comprese e applicate, evito di scrivere, mi astengo "non sono libero di fare quello che voglio, quindi farete a meno di me". Tutti concetti che rimangono nella testa dell'utente visto che non scrivendo, non facendosi conoscere, non ha modo di comunicarli agli altri utenti. Paradossale.
Suppongo che leggendo questo mio articolo, alcuni di voi penseranno al fatto che probabilmente il mio venerdì sera è stato piuttosto pesantuccio (oggi è sabato mattina ndr). Sto solo cercando di rallentare il processo cognitivo che sta dietro la pubblicazione o la non pubblicazione di un messaggio. E dico
NON PUBBLICAZIONE perchè anche questa è un atteggiamento. In generale il LURKER viene inteso come un soggetto passivo, che legge senza contribuire. Non è in effetti così. Il proprio contributo lo dà eccome. Semplicemente con la sua iscrizione, aumenta il volume della community rendendola più visibile agli occhi dei motori di ricerca che a loro volta, nel silenzio internettiano, mettono in risalto le caratteristiche globali del gruppo di condivisione, attirando nuovi soggetti che potenzialmente possono essere attivi.
Detto questo, torniamo ai fatti. Il luker non è fastidioso in quanto tale quanto più per il danno diretto che crea nel momento in cui si mette in azione. E spesso, considerato quanto sopra, ovvero il concetto di cultura informatica, fa molti più danni di quello che pensa. Faccio un esempio. Agli albori della condivisione in rete, soprattutto per quello che riguarda le informazioni tecniche sull'utilizzo della rete, dei software dei linguaggi di programmazione, era stata fatta una classificazione dei "tecnici" presenti nei vari forum. All'epoca fu individuata la figura del LAMER:
Il termine inglese lame, usato spesso in senso dispregiativo, significa letteralmente "zoppo" ma si potrebbe rendere in italiano come imbranato o rozzo. (...).
e ancora
Il termine viene utilizzato oggi per indicare anche utenti che utilizzano gli strumenti in maniera anomala. Nella categoria generalmente rientrano anche i soggetti che fanno utilizzo meccanico di conoscenze informatiche, in ambienti in cui tali competenze sono mediamente limitate, per realizzare effetti che possano stupire una parte degli altri utenti, senza conoscerne le dinamiche sostanziali. (...). Va quindi distinto dal troll perché cerca di turbare la comunità più tramite azioni scorrette che con discorsi provocatori. (...)
Sono questi di fatto che fanno i danni peggiori. Il lurker, in quanto tale può solo fare meglio ovvero attivarsi, provare a contribuire per poi evolvere e diventare membro di un gruppo.
Il LAMER ha invece sa che, conoscendo l'abc dell'informatica e avendo consapevolezza del fatto che in Italia conoscere l'alfabeto spesso corrisponde ad essere riconosciuto come letterato, si pone come tale disinvoltamente all'utenza catalizzando l'interesse di chi non ha molta dimestichezza con lo strumento informatico per portare la così detta
acqua al proprio mulino. E come? Semplicemente facendo quello che non andrebbe fatto ovvero
recarsi agli incontri e dichiarare di volere pubblicare una recensione in cambio di un favore in termini di prestazione piuttosto che di prezzo.
Ecco, nel sostantivo LAMER io aggiungerei DA in modo tale da avere una definizione più attinente al soggetto ovvero LAMERDA (di uomo). Il passo successivo e inesorabile è quello legato alla diffamazione ovvero, se il soggetto si trova una contropartita che invece non vuole cedere a compromessi, per dimostrare la propria forza web che cosa fa? Ne parla male a prescindere, magari senza neanche avere consumato.
L'argomento è decisamente corposo, ricco di spunti di discussione, tanto che si potrebbe scrivere un saggio e chissà, magari qualcuno lo ha già fatto.
Attenzione quindi a non confondere i LURKER con i LAMER(DA).
Se vogliamo vincere la guerra, cerchiamo di capire prima di tutto chi è il nostro nemico.