Bell'intervista, che denota conoscenza dei meccanismi del mestiere da parte di chi è senz'altro davvero stata una prostituta (o una "puttana", come lei amerebbe che si dicesse senza ipocrisia): in altre parole, non credo proprio che possa trattarsi di un "fake", tanto più che avevo già sentito parlare in passato del blog di questa "Chiara di Notte", piuttosto noto. Certo, a volte il modo di esprimersi di questa donna è talmente colto da riuscire quasi inverosimile in un ex-prostituta, ma si vede che i soldi guadagnati con la sua professione li avrà reinvestiti in cultura, invece che solo in appartamenti o abiti di lusso: buon per lei.
Di tutte le interessanti osservazioni contenute nell'intervista, ne estrapolerei una, riguardante le cosiddette "escort":
Quale sia la vera ragione che porta un cliente a pagare moltissimo in cambio di tutto ciò dipende esclusivamente dalle esigenze individuali di ciascuno, ma principalmente egli ha modo di accompagnarsi con chi, di solito, sarebbe fuori dalla sua portata seduttiva. I clienti delle escort sono quindi dei normalissimi puttanieri che desiderano però usufruire di qualcosa di più esclusivo che io definirei “illusione”. Una escort, infatti, pur offrendo una prestazione sessuale come ogni prostituta, la offre “confezionata” in una bella scatola e servita in modo tale che il cliente abbia l’impressione di vivere un’avventura erotica “naturale” e spontanea, in qualcosa di più intimo, meno freddo, basato anche sulla simpatia dove, oltre al sesso, chi ne usufruisce trova anche dialogo e scambio intellettuale.
Sono d'accordo sul concetto di escort come "puttana infiocchettata" e quindi sostanzialmente come "status symbol". Personalmente, non appartenendo a quelle che Chiara chiama giustamente "caste privilegiate", mi dedico alle prostitute "semplici" (a dirlo così, sembra quasi un grado militare, tipo "soldato semplice"

), non solo perché non mi potrei permettere le vere e proprie "escort", ma anche perché sono ben consapevole della natura "illusoria" del rapporto mercenario, e in ogni caso la bellissima illusione di una "girlfriend experience" me l'hanno saputa dare anche ragazze molto più a buon mercato, senza che io dovessi pagarle per tutta una serie di inutili extra da aggiungere all'unico vero "core business" per il quale si paga quando si va a troie; secondo me quello è il nocciolo: sesso in cambio di denaro, lo scambio più chiaro ed onesto che ci sia al mondo. E se tale transazione si svolge in piena limpidezza, ed entrambe le parti ottengono quindi esattamente quello che vogliono, poi non è difficile che si finisca per andare talmente d'amore e d'accordo che l'"illusione" di una "girlfriend experience" viene da sé, con naturalezza e senza ipocrisie.
Molto intelligenti anche le cose che dice Chiara sulla legalizzazione della prostituzione, sui "proibizionismi" e sul funzionamento della società in generale. Ho incontrato molte poche donne nella mia vita, persino tra le stesse prostitute, che fossero in grado di comprendere quale sia l'importanza dell'esigenza sessuale nell'uomo e di rispettarla.