Non ho teorie, vi butto lì una mia riflessione/impressione dettata dall'esperienza.
Le donne che si vendono desiderano amare ed essere amate, come tutti/e. Il problema, enorme, è che non ne sono capaci, perchè sono gravemente danneggiate, non tanto dal lavoro in sè, quanto dal modo e dalle ragioni per cui sono arrivate a vendersi.
Non voglio dire che siano incapaci di provare sentimenti ed emozioni, anche fortissimi: certo che lo sono, anche se la continua simulazione di emozioni e sentimenti a lungo andare li ottunde.
Sono però incapaci a) di riconoscere la persona reale per la quale li provano, e di distinguerla dagli archetipi potentissimi che si attivano in loro quando si innamorano (di solito, l'archetipo paterno) b) di tradurre l'amore in una relazione vivibile.
Finchè non si rendono conto di non essere capaci di amare ripetono lo stesso schema tipo criceto nella gabbietta. Quando se ne rendono conto, giocano un po' con lo schema, ma appena arrivano al dunque troncano. Quando smettono del tutto di giocarci e lasciano perdere, a meno che non abbiamo un affetto diverso, per esempio un figlio, diventano perfettamente ciniche (anima bruciata con la candeggina).
Naturalmente questa è una generalizzazione, come tutte le generalizzazioni inesatta ed eccessiva.