Allora, un articolo che contesta i proclami di successo del modello svedese è quello di Dodillet e Östergren
(poi ci sarebbe anche un articolo della Wendy Lyon, per chi è interessato)
Articolo presentato ad una conferenza internazionale a L'Aia nel 2011 e che, da quello che posso vedere, è sul sito dell'Università di Goteborg.
http://gup.ub.gu.se/records/fulltext/140671.pdf
Provo a fare un breve riassunto di quelli che per me sono i punti salienti.
E' una mia semplificazione, ma ciascuno lo può leggere per conto suo.
La legge è stata introdotta da politiche femministe con la motivazione ideologica che la prostituzione é una forma di violenza maschile
sulle donne, dannosa fisicamente e psicologicamente e che è impossibile che una donna la pratichi volontariamente. E' necessario
eliminare la prostituzione sia per raggiungere una vera uguaglianza tra i sessi sia perché tutte le donne sono danneggiate se gli uomini
pensano di poterne comprare il corpo. Questo valore simbolico ideologico è considerato più importante del benessere delle prostitute e
del loro diritto alla autodeterminazione.
La fonte di dati e dichiarazioni considerate è lo stato svedese, cioè la polizia, il ministero della sanità, parti della magistratura.
E' abbastanza universalmente accettato che la prostituzione stradale sia diminuita, ma se é scomparsa subito dopo l'introduzione della legge
si è poi visto un graduale ritorno fino a 2/3 del numero originario. Non si ha nessuna stima affidabile di cosa sia successo alla prostituzione
in appartamento. Tra l'altro, l'articolo osserva che un trend verso una diminuzione della prostituzione stradale c'era anche prima e c'è ovunque quindi non è detto che sia un effetto della legge. [
nota mia: in effetti anche a Milano le stradali sono una piccola minoranza di quante ce n'erano nel 97-98, anche se ormai le ordinanze comunali con multe ai clienti non vengono più applicate]
Trafficking a sfondo sessuale. Anche in questo caso, non ci sono dati ufficiali che mostrino una diminuzione. La stessa polizia svedese prima
dice che la legge é un potente strumento contro i trafficanti, ma poi, ancora nel 2010, 11 anni dopo l'introduzione, afferma che "la criminalità legata al trafficking é aumentata in forza e complessità". Sempre secondo fonti di stato, si osserva che se da una parte la legge è un deterrente per i trafficanti, é anche un'opportunità perché permette di chiedere grosse cifre per ottenere qualcosa che essendo proibito non é facilmente reperibile.
Il numero di persone denunciate per trafficking non é diminuito stabilmente, ma è andato oscillando (p.es. 44 nel 2005, 15 nel 2007, 31 nel 2009), con numeri irrisori di condanne (rispettivamente 7, 2, 0).
Del resto, non c'è mai stato molto trafficking in Svezia, quindi non è il paese adatto per studiare gli effetti delle legge.
Infine, da qualche anno la polizia considera la trafficking-like prostitution, cioé donne straniere in visita in Svezia e che vendono sesso.
Niente a che vedere con la definizione ufficiale di trafficking che richiede la presenza di coercizione.
[
nota mia: leggendo il blog di Felicia Anna, che ho linkato in precedenza, si scopre che anche in Olanda si usano ambiguità
come questa nella definizione di trafficking per arrivare a numeri impressionanti di donne "trafficked"].
Viene citata la seguente frase del Consiglio di Salute e Benessere (Ministero Sanità)
"La prostituzione é un fenomeno a molte sfaccettature influenzato da diversi fattori interagenti.
Nessuna connessione causale
può essere dimostrata tra la legislazione e cambiamenti nella prostituzione".
C'è la parte sulle reazioni dei clienti e gli effetti collaterali della legge, ma mi interessa meno.
Conclusioni.
"Anche se ci sono poliziotti, assistenti sociali ed ex lavoratrici del sesso che proclamano che il divieto ha effettivamente aiutato a
ridurre la prostituzione e il trafficking e scoraggiato i clienti senza avere effetti avversi,
report e documenti su base scientifica piuttosto
che ideologica non supportano tali proclami di successo".
" [la legge sull'acquisto di servizi sessuali...] ha a che fare più con il desiderio di creare e mantenere un'identità nazionale che costituisca la
"coscienza morale" del mondo; con nozioni di sessualità "buona" e "cattiva"; con lo stigma della puttana; con la creazione di nuove forme di
devianza sessuale; con una cultura politica di tipo "comunitaria" [penso che intendano collettivista] piuttosto che liberale; e forse soprattutto: con una comprensione stereotipata e disinformata della prostituzione."
Osservazioni personali.
Mi sembra molto probabile che una legge che punisca l'acquisto di sesso con multe e pene lievi, sia un deterrente soprattutto
i clienti "per bene", quelli che non vogliono violare la legge o per principio o perché non vogliono sporcarsi la fedina penale.
I veri delinquenti, inclini all'aggressione fisica e allo stupro, non si lasciano certo intimidire da pene così lievi. Si vede anche da
questo che con questa legge le femministe vogliono colpire nel gruppo, "rieducare i maschi" alle loro condizioni, non certo
difendere le prostitute da potenziali aggressori.
Come dicevo in un precedente intervento, c'è un altro motivo per cui la la bontà del modello svedese non può essere valutata.
Se anche ci fosse stato un trasferimento della prostituzione dalla Svezia verso altri paesi dove la prostituzione é legale, ci potremmo
chiedere: lo stesso avverrebbe se tutti i paesi avessero criminalizzato simultaneamente la prostituzione? Magari in questo caso le
prostitute sarebbero rimaste in Svezia, non trovando nessun vantaggio nel trasferirsi. Il trasferimento dimostra solo che per loro é
meglio lavorare in un paese dove la prostituzione é legale. Grazie tante, la persecuzione dei clienti rischia di rovinargli il mercato ...