L'ANGOLO DELLA POESIA...

G

Glenda Cherubino

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Non va' via
Questa mia
Azzurra poesia
Non va' via
In un mondo che non c'e'
Resta mia
Dentro giorni misteriosi…….
Non va' via
L'amore e' nell'aria
Sta con me
L'estate x te
Non va via
E' l'amore che torna
In mia e tua sola compagnia!
Sta con me
Questa mia
Decente melodia
Sta con me
Dentro cattedrali di luce
Non va via
L'amore e' nell'aria
Sta con te
Sorella d'estate
Non va' via
E' l'amore che torna
X me, x te, a farci compagnia!
She's coming
She's coming
Yeah she's coming
Se ti ascolti capirai… che
Non va via
L'amore e' nell'aria
Sta con me
L'estate x te
Non va' via
E' l'amore che torna
Non va' + via
L'amore e' nell'aria
X me, x te, a farci compagnia
Sta con me
Non va' via …non va' via!

....... l'amore è nell'aria.

http://www.youtube.com/watch?v=piNHIVD1Y6Q&feature=related
 
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La città del sole
Francesco Petrarca. Solo et pensoso i piú deserti campi.


Solo et pensoso i piú deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l’arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:

sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.

Ma pur sí aspre vie né sí selvagge
cercar non so ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co’llui.
 
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Nell'ombelico, a metà strada tra il tuo cuore e la
A un amico

Non credere che remare
su una barca
col peso degli anni sulle braccia,
su una barca che rischia
di affondare
sia la gloria o la vita
è soltanto la paura lontana
che quel fiume possa anche
travolgerci nel cuore.
Il sentimento non è mai
parola
e nemmeno pietà
ma solamente un grazie
della vita
che domanda se l'amico
sia vero
o solo un sogno.

Alda Merini

(poesia dettata al telefono al suo amico Silvio Bordoni)
 
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La città del sole
George Gordon Byron. Così noi non andremo più.


Così noi non andremo più vagando
Tanto tardi nella notte, anche se ancora
Come sempre ama il cuore e come sempre
Splende la luna.
Perché la spada consuma il fodero
E dall'anima il petto è consumato;
Deve aver posa il cuore per rivivere
E riposare amore.
Benché la notte sia fatta per amare
E troppo presto il giorno ritorni,
Pure noi non andremo più vagando
Al lume della luna.
 
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Donna...

Jesse - Everwas
http://www.youtube.com/watch?v=PCZqzysX-ds

Quand'eri
giovinetta pungevi
come una mora di macchia. Anche il piede
t'era un arma, o selvaggia.

Eri difficile a prendere.
Ancora
giovane, ancora
sei bella. I segni
degli anni, quelli del dolore, legano
l'anime nostre, una ne fanno. E dietro
i capelli nerissimi che avvolgo
alle mie dita, più non temo il piccolo
bianco puntuto orecchio demoniaco.


lui...
è Umberto Saba
 
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La città del sole
Giuseppe Ungaretti. Natale.


Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
 
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Bologna
Una poesia d'amore di Garcia Lorca.

Tengo miedo a perder la maravilla
de tus ojos de estatua, y el acento
que de noche me pone en la mejilla
la solitaria rosa de tu aliento.


Tengo pena de ser en esta orilla
tronco sin ramas; y lo que más siento
es no tener la flor, pulpa o arcilla,
para el gusano de mi sufrimiento.



Si tú eres el tesoro oculto mío,
si eres mi cruz y mi dolor mojado,
si soy el perro de tu señorío,


no me dejes perder lo que he ganado
y decora las aguas de tu río
con hojas de mi otoño enajenado.





Ho paura di perdere la meraviglia
dei tuoi occhi di statua e l'accento,
che di notte mi mette sulla guancia,
la rosa solitaria del tuo respiro.


Mi addolora restare su questa riva
come un tronco senza rami;
ma ciò che piú m'addolora
è non aver fiore, polpa o terra,
per il verme della mia sofferenza.


Se tu sei il tesoro occulto mio,
se sei la mia croce e il mio dolor bagnato,
se sono il cane del tuo dominio,

non lasciarmi perdere ciò che ho guadagnato
e decora le acque del tuo fiume
con le foglie del mio autunno perduto.



 
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Glenda Cherubino

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Core analfabbeta


Stu core analfabbeta
tu ll'he purtato a scola,
e s'è mparato a scrivere,
e s'è mparato a lleggere
sultanto na parola:
"Ammore" e niente cchiù.


~ Totò ~
 
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INDIZI

Tubular Bells, Part 2
[url]http://www.youtube.com/watch?v=44U0ddz78Ys[/URL]

Come spostando pietre:
geme ogni giuntura! Riconosco
l'amore dal dolore
lungo tutto il corpo.

Come un immenso campo aperto
alle bufere. Riconosco
l'amore lontano
di chi mi è accanto.

Come se mi avessero scavato
dentro fino al midollo. Riconosco
l'amore dal canto delle vene
lungo tutto il corpo.

Vandalo in un'aureola
di vento! Riconosco
l'amore dallo strappo
delle più fedeli corde

vocali; ruggine, crudo sale
nella strettoia della gola.
Riconosco l'amore dal boato
- dal trillo beato -
lungo tutto il corpo!


lei è...
Marina Ivanovna Cvetaeva
e non va dimenticata...


xxxchaos
 
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Fra la via Emilia e la Svetlania...
IL FIORE DEL CAMPO
(Dedicato a Tito, il Califfo dell'Andiamo)

Se il fiore profuma nel campo
strappato dal suo ambiente
la sua vita non ha scampo;

e se nella tua vita non vuoi soffrire
dentro al tuo mondo
non lo devi portare a morire:

perché di un falso mondo tu sei il tentatore
e di falsi sogni
ne diventi l'impostore!

Ma se di questo fiore gioire vorrai
nel suo campo ti recherai
e là nessun danno a te ed agli altri porterai!

Di tutto questo Tito il Califfo mi ha reso dotto
per non essere la vittima un domani
di un fiore sedotto;

e se ora non ne vedi l'attinenza
saranno il fato ed il tempo
a decretarne la tua convenienza:

se la tua bella ti tirerà bidone
non ti devi sentire un coglione
ma che tutto quanto ti sia da lezione!

(Roba che ho scritto io in altro thread in risposta ad un amico,
ma forse stava meglio qua:" A posteri l'ardua sentenza...")
 
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"La Passeggiata" da Poema Paradisiaco - Gabriele D'Annunzio


Voi non mi amate ed io non vi amo. Pure

qualche dolcezza è ne la nostra vita
da ieri: una dolcezza indefinita
che vela un poco, sembra, le sventure
5nostre e le fa, sembra, quasi lontane.

Ben, ieri, mi sembravano lontane
mentre io parlava, mentre io v’ascoltava,
e il mare in calma a pena a pena ansava,
ed eran quei vapori come lane
10di agnelli, sparsi in un benigno cielo.

Mi veniva da voi o da quel cielo
e da quel mare l’umile riposo?
Certo, in un punto, io fui quasi oblioso.
Lane di agnelli, gigli senza stelo,
15vaghe bianche apparenze, in cielo, in mare...

Come leggero ai lidi ansava il mare!
Il vostro passo diventò più lento.
Come leggero anche! Ed io era attento
più la ritmo di quel passo o a quell’ansare,
20o a le vostre parole, o al mio pensiero?

Parea che io non avessi alcun pensiero.
Non pensava. Sentiva, solamente.
Dite: non foste mai convalescente
in un aprile un po’ velato? È vero
25che nulla al mondo, nulla è più soave?

Qualche cosa era in me, di quel soave.
Pure, voi non mi amate ed io non vi amo.
Pure, quando vi chiamo, io non vi chiamo
per, nome. E il vostro nome è quel de l’Ave:
30nome che pare un balsamo a la bocca!

Quando parlate, io non guardo la bocca
parlare, o al men non troppo guardo. Ascolto;
comprendo, vi rispondo. Il vostro volto
non muta se la mia mano vi tocca.
35La vostra mano è quella che non dona.

Nulla di voi, nulla di voi si dona.
Però, nulla io vi chiedo, nulla attendo
se bene, debolmente sorridendo
come chi langue e pur non s’abbandona...
40Oh, no! Voi eravate, ieri, stanca.

Voi eravate ieri molto stanca,
oh tanto che vi caddero di mano
i fiori. Non è vero che di mano
vi caddero le rose, tanto stanca
45eravate? Così vi vedo ancóra.

E fate che così vi veda ancóra,
un’altra volta, un’altra volta sola.
Forse... Oh no. Sorridete. È una parola
vana questa che io dico. Voi, signora,
50siete per me come un giardino chiuso.

Siete per me come un giardino chiuso,
dove nessuno è penetrato mai.
Di profondi invisibili rosai
giunge tale un divino odore effuso
55che atterra ogni desìo di chi l’aspira.

Non ad altro la nostra anima aspira
che a una tristezza riposata, eguale.
Conosco il vostro portentoso male;
e il dolore ch’è in voi forse m’attira
60più de la vostra bocca e dei capelli

vostri, dei grandi medusèi capelli
bruni come foglie morte
ma vivi e fien come l’angui attorte
de la Górgone, io temo, se ribelli,
65e pieni del terribile mistero.

Me non avvolgerà tanto mistero.
Dicono che nel folto de le chiome
voi abbiate una ciocca rossa come
una fiamma: nel folto chiusa. È vero?
70Io la penso, e la veggo fiammeggiare.

La veggo stramente fiammeggiare
come un segno fatale. - O passione
arsa a quel fuoco! - Tutte le corone
de la terra non possono oscurare
75quel segno unico. Voi siete l’Eccelsa.

Voi che passate, voi siete l’Eccelsa.
E passate così, per vie terrene!
Chi osa? Chi vi prende? Chi vi tiene?
Siete come una spada senza l’elsa,
80pura e lucente, e non brandita mai...

Oh, dove sono giunto! Perché mai
vi dico queste cose? Perdonate
chi sogna. Perdonate, perdonate.
Il tramonto è una fiamma, e i marinai
85cantano da le navi, e odora il mare.

Voi vedete: non è lo stesso mare
di ieri. Voi vedete: è un altro cielo.
Lane di agnelli, gigli senza stelo,
vaghe bianche apparenze, in cielo, in mare:
90queste cose rispondon meglio a noi,

meglio a le nostre anime stanche. Noi
saremo paghi di qualche dolcezza
mite, noi cercheremo una tristezza
riposata ed eguale. Ed abbia i suoi
95cieli velati Aprile, come ieri,

i suoi mari quieti, come ieri;
sì che possiamo noi recar lungh’essi
i lidi, o sotto gli alberi, sommessi
colloqui e sogni e taciti pensieri,
100- o voi dal dolce nome che io non chiamo! -

perché voi non mi amate ed io non vi amo.
 
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Se la tipografia del destino...

Dik Dik - L'isola di Wight
http://www.youtube.com/watch?v=HH5AH16gDLs&feature=related

Se la tipografia del destino
mi avesse impresso
sul tuo corpo con tecnica
d'indelebile tauaggio e
non quale labile decalcomania,
ti sarei rimasto addosso.

Malgrado il nostro patto
di sbiadire accoppiati,
ho sorpreso il tempo
che stinge di nascosto;
non sarà perchè ti lavi troppo?

V. Zeichen


ilchaos


 
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Nell'ombelico, a metà strada tra il tuo cuore e la
[h=1]La libbertà
[/h] La Libbertà, sicura e persuasa
d’esse’ stata capita veramente,
una matina se n’uscì da casa:
ma se trovò con un fottìo de gente
maligna, dispettosa e ficcanasa
che j’impedì d’annà’ libberamente.

E tutti je chiedeveno: - Che fai? -
E tutti je chiedeveno: - Chi sei?
Esci sola? a quest’ora? e come mai?...
- Io so’ la Libbertà! - rispose lei -
Per esse’ vostra ciò sudato assai,
e mò che je l’ho fatta spererei...

- Dunque potemo fa’ quer che ce pare... -
fece allora un ometto: e ner di’ questo
volle attastalla in un particolare...
Però la Libbertà che vidde er gesto
scappò strillanno: - Ancora nun è affare,
se vede che so’ uscita troppo presto!

Trilussa
 
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Nell'ombelico, a metà strada tra il tuo cuore e la
[h=1]L'incontentabbilità
[/h]
Iddio pijò la fanga dar pantano,
formò un pupazzo e je soffiò sur viso.
Er pupazzo se mosse a l'improviso
e venne fòra subbito er cristiano
ch'aperse l'occhi e se trovò ner monno
com'uno che se sveja da un gran sonno.

- Quello che vedi è tuo - je disse Iddio -
e lo potrai sfruttà come te pare:
te do tutta la Terra e tutt'er Mare,
meno ch'er Celo, perché quello è mio...
- Peccato! - disse Adamo -È tanto bello...
Perché nun m'arigali puro quello?

Trilussa

 
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Nell'ombelico, a metà strada tra il tuo cuore e la
[h=1]La corte del Leone
[/h] El Leone, ch'è Re de la Foresta,
disse un giorno a la moje: - Come mai,
tu che sei tanto onesta,
hai fatto entrà 'na Vacca ne la Corte?
Belle scorte d'onore che te fai! -
- Lo so, nun c'è decoro:
- je fece la Lionessa -
ma nun so' mica io che ce l'ho messa;
quela Vacca è la moje de quer Toro
ch'hai chiamato a guardà l'affari tui:
sopporto lei per un riguardo a lui;
ma si sapessi er danno
che ce fanno 'ste bestie, che ce fanno!
- Hai raggione, hai raggione, nun ce torna -
j'arispose er Leone; e er giorno istesso
fece 'na legge e proibbì l'ingresso
a tutti l'animali co' le corna.
Così per esse certo
d'avè 'na corte onesta,
er Re de la Foresta
lo sai che diventò? Re der Deserto.

Trilussa
 
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Glenda Cherubino

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Depravata
Lo so che m'odi e pur se dici t'amo
sento il tuo disprezzo per essermi negata
L'errore tu lo riconosci e pure bene
ma poi come fan tutti ci balli sopra un tango
con tutta la purezza dell'io che ti riveste
Ma spogliati su dai che poi ci divertiamo
e che ne sai... magari scopri che son hard
e pure fuck insomma proprio depravata...
e che i miei limiti magari stanno sopra i tuoi


... e che ne sai
perdere per perdere
ti giochi tutto no?!
 
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Nell'ombelico, a metà strada tra il tuo cuore e la
[h=1]Lo scialletto
[/h] Cor venticello che scartoccia l'arberi
entra una foja in cammera da letto.
È l'inverno che ariva e, come ar solito,
quanno passa de qua, lascia un bijetto.
Jole, infatti, me dice: - Stammatina
me vojo mette quarche cosa addosso;
nun hai sentito ch'aria frizzantina? -
E cava fôri lo scialletto rosso,
che sta riposto fra la naftalina.

- M'hai conosciuto proprio co' 'sto scialle:
te ricordi? - me chiede: e, mentre parla,
se l'intorcina stretto su le spalle -
S'è conservato sempre d'un colore:
nun c'è nemmeno l'ombra d'una tarla!
Bisognerebbe ritrovà un sistema,
pe' conservà così pure l'amore... -

E Jole ride, fa l'indiferente:
ma se sente la voce che je trema.

Trilussa
 
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